Scurcola Marsicana

Scurcola Marsicana
comune
Scurcola Marsicana – Stemma
Scurcola Marsicana – Bandiera
Scurcola Marsicana – Veduta
Scurcola Marsicana – Veduta
Veduta di Scurcola Marsicana
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Abruzzo
Provincia L'Aquila
Amministrazione
SindacoNicola De Simone (Lista civica Uniti rinasciamo) dal 4-10-2021
Territorio
Coordinate42°03′51″N 13°20′24″E / 42.064167°N 13.34°E42.064167; 13.34 (Scurcola Marsicana)
Altitudine700 m s.l.m.
Superficie30,38 km²
Abitanti2 670[1] (31-12-2022)
Densità87,89 ab./km²
FrazioniCappelle dei Marsi
Comuni confinantiAvezzano, Capistrello, Magliano de' Marsi, Massa d'Albe, Tagliacozzo
Altre informazioni
Cod. postale67068
Prefisso0863
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT066096
Cod. catastaleI553
TargaAQ
Cl. sismicazona 1 (sismicità alta)[2]
Cl. climaticazona E, 2 570 GG[3]
Nome abitantiscurcolani
Patronosant'Antonio di Padova
Giorno festivo13 giugno
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Scurcola Marsicana
Scurcola Marsicana
Scurcola Marsicana – Mappa
Scurcola Marsicana – Mappa
Posizione del comune di Scurcola Marsicana all'interno della provincia dell'Aquila
Sito istituzionale

Scurcola Marsicana è un comune italiano di 2 670 abitanti[1] della provincia dell'Aquila in Abruzzo, elevato a città con decreto del presidente della Repubblica del 14 febbraio 2011.[4]

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

Territorio[modifica | modifica wikitesto]

Il centro della Marsica è situato ai piedi del monte San Nicola non distante dal margine nord-occidentale dell'alveo del Fucino, a 700 m s.l.m., estendendosi su una superficie di oltre 3.000 ettari. Il paese antico domina sui piani Palentini, teatro nel Medioevo della battaglia di Tagliacozzo. In alcuni periodi dell'epoca preistorica e in periodi successivi di piena, l'area palentina e il lago Fucino formavano un unico specchio d'acqua[5].

Il fiume Imele, dopo aver attraversato il territorio di Villa San Sebastiano, confluisce tra i comuni di Scurcola e Magliano de' Marsi con il torrente Ràfia dando origine al fiume Salto[6].

Clima[modifica | modifica wikitesto]

Nel periodo 1951-2000 la temperatura media annua è di 10,3 °C con una media di 123 gelate. Il mese più freddo è gennaio con una media di 1,8 °C e il più caldo è agosto con 19,2 °C. La temperatura più bassa è di –25,0 °C. La temperatura più alta del periodo 1951-2000 è di 41 °C. La stagione più piovosa è l'autunno, seguita dall'inverno e dalla primavera[7][8]. Sono presentati di seguito i valori climatici medi di riferimento ufficiali per Scurcola Marsicana pubblicati dall'ARSSA[9].

Scurcola Marsicana
(1951-2000)
Mesi Stagioni Anno
Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic InvPriEst Aut
T. max. media (°C) 7,29,012,515,720,824,827,828,123,718,311,77,57,916,326,917,917,3
T. min. media (°C) −3,7−2,9−0,22,25,88,710,010,37,93,7−0,1−2,3−3,02,69,73,83,3
Precipitazioni (mm) 73807179644936406993122115268214125284891
Giorni di pioggia 78898645681092425152488

Origini del nome[modifica | modifica wikitesto]

L'etimologia di Scurcola sarebbe legato al termine latino Excubiae e in seguito a quello longobardo Sculk. Entrambi i termini hanno significato di "sentinella", "guardia", pertinente rispetto alla posizione del centro posto su un'altura che domina le direttrici confluenti verso l'antico lago Fucino, da Roma ad ovest, dalla costa adriatica ad est, dalla Sabina a nord attraverso il Cicolano e la valle del Salto, infine dalla Campania a sud attraverso la valle Roveto e i Piani Palentini[10].

In epoca longobarda, i termini sculka e sculcula appaiono nell'editto di Rotari del 643 e, successivamente, nella normativa del re longobardo Rachis datata tra il 744 e il 749. Gli omofoni toponimi si ritrovano nei territori di Sgurgola, Celano e Cugnoli, alla foce del fiume Vomano, e nella valle del Tirino[10].

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Rocca Orsini e chiesa di Santa Maria della Vittoria
Panoramica del centro storico

Origini[modifica | modifica wikitesto]

Le prime tracce di un abitato nel territorio scurcolano risalgono all'età del bronzo e successiva età del ferro, come da ricerche degli anni ottanta[11], con la necropoli dell'età del ferro sita nei pressi del fiume Imele-Salto che scorre nei pressi dell'abitato; si tratta di tombe a tumulo in cui sono stati ritrovati una serie di oggetti in ferro e bronzo, quali fibule, spade e pettorali (conservate presso il museo archeologico nazionale d'Abruzzo di Chieti). La presenza di questa grande necropoli testimonia l'esistenza di un villaggio posto alla sommità del monte San Nicola, che sovrasta il borgo attuale.

Nel periodo preromano la zona era popolata da genti eque in perenne conflitto con i confinanti Marsi il cui territorio si estendeva intorno al lago del Fucino, poco distante da Scurcola. La scarsità delle risorse e la presenza di una fertile piana (Piani Palentini) erano alla base di questi contrasti[12].

Età romana[modifica | modifica wikitesto]

Nel momento in cui Roma emergeva tra le città-stato latine, per assurgere al ruolo di guida delle genti italiche, si scontrò anche con gli Equi che assoggettò in diverse campagne militari; nel territorio equo, sul confine di quello marso, realizzò la colonia di Alba Fucens, mentre il territorio scurcolano venne inserito nell'Ager publicus aequicolanus, riconducibile al contemporaneo Cicolano, data la vicinanza geografica e di relazioni con la valle del Salto. Nell'occasione il territorio di Scurcola fu inserito nella centuriazione albense realizzata a seguito della costituzione della colonia latina di Alba Fucens[13].

Durante la Guerra sociale Roma combatté con i suoi ex alleati italici dall'89 al 91 a.C., mentre gli italici furono già assoggettati nel 304 a.C. al termine della seconda guerra sannitica e, i Marsi, nel 294 a.C. dopo la ribellione contro l'istituzione della colonia latina di Carsioli. L'agognata cittadinanza fu raggiunta dopo la guerra sociale, con essa iniziò il processo di romanizzazione del popolo. Alba Fucens non partecipò alla "lega italica" e subì quindi le devastazioni ad opera delle truppe marse insorte che assediarono e distrussero la colonia romana. Durante l'epoca imperiale, e soprattutto nel tardo impero, ci fu una proliferazione di ville di campagna, conseguentemente all'abbandono dell'Urbe da parte dei ceti privilegiati.

Medioevo[modifica | modifica wikitesto]

Con la fine dell'Impero romano d'Occidente la zona fu dapprima soggetta alle lotte tra Goti e Bizantini e poi soggetta ai Longobardi all'interno del ducato di Spoleto, passato poi al Sacro Romano Impero di Carlo Magno. A questo periodo risalgono le tracce certe del borgo antico di monte San Nicola; si trattava quasi probabilmente di un posto di guardia sopra l'originario tratto della via Valeria, strada realizzata in epoca romana.

Ruderi dell'abbazia di Santa Maria della Vittoria
Interno della chiesa di Santa Maria della Vittoria

Nell'XI secolo l'area territoriale di Scurcola fu annessa al Regno di Sicilia sotto dominio normanno. A questo periodo risale il primo castello di Scurcola, una torre (forse di epoca più antica) circondata da una cerchia di mura e successivamente inglobata nel castello di forma pentagonale. Risale intorno all'anno mille l'edificazione di una delle più antiche chiese della Marsica, la pieve di Sant'Egidio, lungo il tragitto dell'antica via Tiburtina Valeria, arteria utilizzata dai pellegrini per raggiungere Roma[14]. Quando l'Italia meridionale divenne possedimento della casata sveva la regione conobbe un periodo di stabilità e di crescita economica; il borgo a ridosso del fortilizio si ingrandì e si svilupparono le attività agricole ed artigianali.

Nel 1268 la zona divenne il teatro della battaglia di Tagliacozzo, scontro finale tra svevi e Angioini per la conquista del sud: proprio nei piani Palentini sotto il villaggio di Scurcola si svolse l'atto finale che portò alla sconfitta della dinastia tedesca da parte di quella francese; qui infatti si affrontarono Corradino di Svevia e Carlo I d'Angiò, il quale, con un'abile mossa della sua cavalleria, sconfisse l'esercito avversario. In seguito alla vittoria Carlo d'Angiò fece decapitare lo sconfitto Corradino nella piazza del Mercato di Napoli. Nello stesso anno Carlo I trasferì la capitale del Regno di Sicilia da Palermo a Napoli che, all'epoca, era la città principale della Terra di Lavoro. Da questo momento in poi il territorio scurcolano, come tutta l'Italia meridionale, passò sotto il dominio angioino. A questo periodo risale la grande abbazia cistercense di Santa Maria della Vittoria, di cui restano i ruderi dei Piani Palentini e la statua lignea di arte francese della Vergine Maria, secondo alcuni studiosi risalente al Quattrocento[15].

La zona fu quindi controllata dai monaci francesi e dalla famiglia De Ponte (ramo dei Berardi della contea di Celano), che ricevette dai re una serie di privilegi[16]. Lo stemma della famiglia, con la dicitura Sculcule, è il simbolo del comune di Scurcola Marsicana[17].

Età moderna[modifica | modifica wikitesto]

Chiesa della Santissima Trinità

La storia di Scurcola restò legata alle sorti della Marsica fino al XVI secolo, quando nella regione iniziò ad inserirsi la famiglia romana degli Orsini, la quale aveva come obiettivo quello di estendere le proprietà dallo Stato Pontificio a quello del Regno di Napoli. Questo è il periodo in cui il vecchio castello fu inglobato nella nuova rocca, realizzata secondo i nuovi canoni costruttivi, per resistere meglio agli assedi fatti anche con l'uso delle prime armi da fuoco.

Con l'arrivo degli Orsini presto si ebbe anche la penetrazione dell'altra importante famiglia romana, i Colonna, la quale entrò ben presto in conflitto con quella. Più volte la Rocca passò da una famiglia all'altra per rimanere infine saldamente ai Colonna fino al XIX secolo[18]. Nel frattempo la situazione dell'abbazia andava peggiorando: i contrasti tra i potenti del luogo, le carestie e le pestilenze determinarono la rovina di quello che era considerato da tutti il più grande esempio di gotico cistercense francese d'Italia.

Alla fine del XVI secolo e gli inizi del XVII secolo nel paese furono realizzate una serie di grandi opere: la chiesa della Santissima Trinità, in stile controriformista, riccamente decorata nel corso dei secoli e restaurata negli anni Duemila, con la sua splendida scalinata barocca; la chiesa di Sant'Antonio da Padova facente parte dell'ex convento dei terzisti, con interni barocchi; la nuova chiesa di Maria Santissima della Vittoria, posta a ridosso della Rocca Orsini, sopra l'abitato.

Tra il XVII e il XVIII secolo la vita della piccola comunità agropastorale scurcolana fu scandita solo dal duro lavoro e dalle carestie che spesso imperversarono nella regione anche a causa del passaggio dei numerosi eserciti.

Età contemporanea[modifica | modifica wikitesto]

Pochi mesi prima della proclamazione del Regno d'Italia avvennero a Scurcola e nei Piani Palentini gravi scontri tra le truppe filo-borboniche e quelle filo-piemontesi. Il 13 gennaio 1861, i piemontesi subirono a Tagliacozzo una pesante sconfitta perdendo 23 uomini. Costretti a ritirare verso Avezzano si riorganizzarono occupando con una compagnia Magliano de' Marsi. Giunti a Scurcola con una seconda squadra militare i piemontesi prima respinsero l'attacco borbonico e dal 22 gennaio, coadiuvati dai rinforzi giunti da Avezzano e Magliano, diedero vita all'accerchiamento del nemico e al successivo rastrellamento. Il 23 gennaio vennero catturati 366 uomini che rinchiusi nella cappella delle Anime Sante furono condannati alla fucilazione. Dopo 89 esecuzioni arrivò l'ordine di bloccare immediatamente le condanne a morte. I 277 superstiti furono destinati prima ad Avezzano e poi presso il tribunale militare dell'Aquila, dove non è sicuro che tutti arrivarono in vita[19][20][21].

Molti marsicani si aggregarono alle formazioni del brigantaggio postunitario, aderendo in particolare alla banda Mancini (un appartenente a questa banda fu Ciavarella Luigi di Scurcola Marsicana che venne fucilato a Luco dei Marsi il 6 aprile 1862) e alla banda di Luigi Alonzi detto Chiavone. Il fenomeno del brigantaggio postunitario abruzzese cesserà dopo la terza guerra d'indipendenza italiana e con la presa di Roma del 1870.

Il terremoto della Marsica del 1915 causò gravi danni e numerose vittime pari al 15% della popolazione[22].

Nei primi anni della seconda guerra mondiale, tra il 1940 e 1943, Scurcola fu uno dei comuni dell'Abruzzo a essere designato dalle autorità fasciste come luogo di internamento civile per profughi ebrei stranieri presenti in Italia. Gli internati furono 15, uno dei gruppi più numerosi nella provincia dell'Aquila[23].

Simboli[modifica | modifica wikitesto]

Lo stemma e il gonfalone sono stati approvati con delibera del consiglio comunale del 31 ottobre 1990[24] e concessi con decreto del presidente della Repubblica del 19 settembre 1996.[25] Nello stemma sono rappresentate quattro arcate sormontate da una muraglia e da cinque gigli d'oro; esso prende spunto dal blasone della famiglia De Ponte (d'azzurro al ponte di due archi, sormontato da due torri, il tutto d'argento[26]). Il gonfalone è un drappo partito di azzurro e di verde.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Il comune di Scurcola Marsicana si fregia del titolo di città.

Titolo di Città - nastrino per uniforme ordinaria
— 14 febbraio 2011[4][27]

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Borgo vecchio e Rocca Orsini
Chiesa di Sant'Antonio
Palazzo Corradino di Svevia
Monumento rievocativo della battaglia del 1268

Architetture religiose[modifica | modifica wikitesto]

Architetture civili[modifica | modifica wikitesto]

  • Palazzo Corradino di Svevia (XIII secolo).
  • Palazzo dell'Onoretta (detto "della Portella", XIV-XVII secolo) con accanto la torre di avvistamento medievale.
  • Scuderie di palazzo Bontempi (XVI secolo).
  • Palazzo Macchia (XVI-XVII secolo).
  • Palazzo Ottaviani (XVI-XVII secolo).
  • Palazzo Tuzzi (XVI-XVII secolo).
  • Palazzo Vetoli (XVI-XVII secolo).

Architetture militari[modifica | modifica wikitesto]

  • Rocca Orsini: fortilizio rinascimentale dalla particolare forma triangolare.

Monumenti[modifica | modifica wikitesto]

Siti archeologici[modifica | modifica wikitesto]

Necropoli dei campi Palentini
Dagli scavi iniziati nel 1985 sono state rinvenute oltre 30 tombe a tumulo contenenti numerosi oggetti in bronzo e ferro risalenti all'età del ferro. Nei pressi della necropoli, alle pendici del monte San Nicola, è stato scoperto un abitato dell'età del bronzo, in uso dal XIV secolo al X secolo a.C.[34][35]

Aree naturali[modifica | modifica wikitesto]

Società[modifica | modifica wikitesto]

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

Abitanti censiti[37]

Etnie e minoranze straniere[modifica | modifica wikitesto]

I cittadini stranieri residenti a Scurcola Marsicana rilevati dall'Istat al 31 dicembre 2020 erano 170, pari circa al 6% della popolazione residente[38].

Tradizioni e folclore[modifica | modifica wikitesto]

La statua della Venere con la collana di ciambelle scurcolane
  • Venerdì Santo: rievocazione della Passione di Gesù Cristo con visita alle sette chiese di Scurcola. Incappucciati in corteo indossano tonache di colore bianco, bordò e nero[39].
  • Prima domenica di luglio: festa in onore del patrono sant'Antonio di Padova e di san Vincenzo Ferreri[40].
  • Sagra della ciammella, manifestazione enogastronomica e folkloristica che si svolge nella seconda metà di agosto. Prevede la sfilata dei carri allegorici e il corteo dei costumi tradizionali abruzzesi. Si distribuiscono le tipiche ciammelle scurcolane e il vino che sgorga, in via del tutto eccezionale, dalla fontana della Venere[41].
  • Ultimo fine settimana di agosto: festa in onore di Maria Santissima della Vittoria la cui abbazia venne edificata dopo la battaglia di Tagliacozzo[42].

Cultura[modifica | modifica wikitesto]

Eventi[modifica | modifica wikitesto]

Durante l'estate si svolge il premio internazionale D'Angiò, kermesse itinerante riservata alla cultura e allo spettacolo a cui partecipano esponenti del mondo della cultura di fama nazionale[43].

Geografia antropica[modifica | modifica wikitesto]

Frazioni[modifica | modifica wikitesto]

Cappelle dei Marsi
Popolosa frazione nel cui territorio ricade un'importante area industriale, artigianale e commerciale della Marsica e della regione Abruzzo[44].

Località[modifica | modifica wikitesto]

  • Contrada Porcini

Economia[modifica | modifica wikitesto]

Turismo[modifica | modifica wikitesto]

Scurcola Marsicana fa parte dell'associazione nazionale Borghi autentici d'Italia[45].

Infrastrutture e trasporti[modifica | modifica wikitesto]

Strade[modifica | modifica wikitesto]

Da Roma, L'Aquila, Avezzano e Pescara il centro è raggiungibile attraverso l'autostrada A25 Torano-Pescara uscendo al casello di Magliano de' Marsi, direzione Scurcola-Tagliacozzo lungo la strada statale 5 Via Tiburtina Valeria.

Ferrovie[modifica | modifica wikitesto]

La ferrovia Roma-Pescara attraversa il comune di Scurcola Marsicana servendolo con due stazioni: lo scalo principale e la stazione di Cappelle-Magliano.

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

Il nuovo palazzo municipale

Sul sito del Ministero dell'interno sono disponibili i dati di tutte le elezioni amministrative di Scurcola Marsicana dal 1985 ad oggi[46][47].

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
6 giugno 1993 26 aprile 1997 Nevio Frezzini DC Sindaco
27 aprile 1997 12 maggio 2001 Vincenzo Silvestri Liste civiche di centro-destra-Forza Italia Sindaco
13 maggio 2001 28 maggio 2006 Vincenzo Silvestri Forza Italia Sindaco
29 maggio 2006 15 maggio 2011 Vincenzo Nuccetelli Lista civica Sindaco
16 maggio 2011 4 giugno 2016 Vincenzo Nuccetelli Lista civica Impegno comune Sindaco
5 giugno 2016 17 febbraio 2021 Maria Olimpia Morgante Lista civica Rinnovamento in comune Sindaco [48]
18 febbraio 2021 3 ottobre 2021 Maria Cristina Di Stefano - Comm.pref. [48]
4 ottobre 2021 in carica Nicola De Simone Lista civica Uniti rinasciamo Sindaco

Gemellaggi[modifica | modifica wikitesto]

Sport[modifica | modifica wikitesto]

Calcio[modifica | modifica wikitesto]

La squadra di calcio, Polisportiva calcio Scurcola Marsicana, ha militato nei tornei dilettantistici abruzzesi. Nel 2017 la società si è unita con quella della vicina Cappelle dei Marsi costituendo il sodalizio denominato Marsicana S.C.[51]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Bilancio demografico mensile anno 2022 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ a b D.P.R. di concessione del 14 febbraio 2011 (PDF).
  5. ^ Sito Archeologico piani Palentini (DOC), su cultura.regione.abruzzo.it, Regione Abruzzo.
  6. ^ Mappa, su openstreetmap.org, OpenStreetMap. URL consultato il 30 agosto 2022.
  7. ^ Archivio storico dati ARSSA, su cetemps.aquila.infn.it, Cetemps.
  8. ^ Analisi spazio temporali delle precipitazioni nella Regione Abruzzo (PDF), su arssa.abruzzo.gov.it, Regione Abruzzo (archiviato dall'url originale il 9 marzo 2016).
  9. ^ Acronimo di «Agenzia Regionale per i Servizi di Sviluppo Agricolo».
  10. ^ a b Cianciusi, 1988, p. 187.
  11. ^ Umberto Irti, Fausto Vincenzo Colucci, Dagli atti della Società Toscana di Scienze Naturali, Serie A, voll. XV e XVI, Pisa, 1983-1984.
  12. ^ Progettare Libera - Scurcola Marsicana, su academia.edu.
  13. ^ Umberto Irti, Fausto Vincenzo Colucci, Giuseppe Grossi, Carta Archeologica della Marsica, Archeoclub della Marsica, Avezzano, 2011.
  14. ^ Scurcola Marsicana, Chiesa di Sant'Egidio, su webmarsica.it, Web Marsica. URL consultato l'11 ottobre 2019.
  15. ^ Maria della Vittoria, Santa, su cistercensi.info, Cistercensi.
  16. ^ Carlo Grassi, La dotazione, su scurcolamarsicana.terremarsicane.it, Terre Marsicane. URL consultato l'8 aprile 2018 (archiviato dall'url originale il 9 aprile 2018).
  17. ^ Edward Lear, Scurcola. Rovine dell'abbazia cistercense di S. Maria della Vittoria, su cultura.regione.abruzzo.it, Regione Abruzzo.
  18. ^ Castello Orsini di Scurcola Marsicana, su terremarsicane.it, Terre Marsicane, 18 ottobre 2011. URL consultato l'8 aprile 2018 (archiviato dall'url originale il 9 aprile 2018).
  19. ^ Maria Tortora, Eccidio di Scurcola Marsicana. Cronaca di una strage dimenticata, su terremarsicane.it, Terre Marsicane, 25 giugno 2019. URL consultato il 25 giugno 2019.
  20. ^ Brigantaggio nella Marsica: i fatti di Scurcola Marsicana (PDF), su brigantaggio.net.
  21. ^ Le stragi nascoste: Scurcola Marsicana, su gruppobriganti.blogspot.it, Gruppo Briganti (Blogspot).
  22. ^ Informazioni sul terremoto del 13 gennaio 1915, su storing.ingv.it, INGV. URL consultato il 20 aprile 2017 (archiviato dall'url originale il 15 ottobre 2017).
  23. ^ Anna Pizzuti, Ebrei stranieri internati in Abruzzo, su annapizzuti.it. URL consultato il 4 novembre 2023.
  24. ^ Comune di Scurcola Marsicana, Statuto (PDF), Art. 4 Gonfalone, stemma, sigillo.
  25. ^ Scurcola Marsicana, su Archivio Centrale dello Stato. URL consultato il 1º marzo 2023.
  26. ^ Giovan Battista di Crollalanza, Dizionario storico-blasonico delle famiglie nobili e notabili italiane, vol. II, Bologna, Arnaldo Forni Editore, 1886, pp. 360-361.
  27. ^ Decreto Città di Scurcola Marsicana, su Comune di Scurcola Marsicana. URL consultato il 13 luglio 2015 (archiviato dall'url originale il 14 luglio 2015).
  28. ^ Restauro organo nella cappella dell'Immacolata Concezione (PDF), su scurcola.it, Scurcola.it (Scurcola Domani) (archiviato dall'url originale il 28 novembre 2020).
  29. ^ Maria Rita Berardi, Una diocesi di confine tra Regno di Napoli e Stato Pontificio: documenti e regesti del fondo pergamenaceo della Curia vescovile dei Marsi, secc. XIII-XVI, nella collana Documenti per la storia d'Abruzzo, n. 16, della Deputazione abruzzese di storia patria, 2005, pp. 309-397.
  30. ^ La chiesa di San Vincenzo Ferreri…, su scurcolamarsicanablog.blogspot.com. URL consultato il 30 marzo 2022.
  31. ^ Chiese e monumenti di Scurcola Marsicana, su scurcolamarsicana.terremarsicane.it, Terre Marsicane. URL consultato l'8 aprile 2018 (archiviato dall'url originale il 9 aprile 2018).
  32. ^ Fontana Venere di Scurcola Marsicana, su cultura.regione.abruzzo.it, Regione Abruzzo.
  33. ^ Antonio Monaco, Scurcola abbraccia la presidente del Senato Casellati, su rainews.it, Rai, 7 luglio 2022. URL consultato il 7 luglio 2022.
  34. ^ Umberto Irti, Fausto Vincenzo Colucci, Un insediamento dell'età del bronzo a Scurcola Marsicana AQ, Dagli atti della Società Toscana di Scienze Naturali, serie A, vol. XCI, Pisa, 1984.
  35. ^ Vincenzo d'Ercole, La necropoli di Scurcola Marsicana, su scurcolamarsicana.terremarsicane.it, Terre Marsicane. URL consultato l'8 aprile 2018 (archiviato dall'url originale il 9 aprile 2018).
  36. ^ La quercia di Donato, su molisealberi.com, Molise Alberi. URL consultato il 28 febbraio 2019.
  37. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  38. ^ Cittadini stranieri Scurcola Marsicana, su demo.istat.it, Istat. URL consultato il 18 marzo 2022.
  39. ^ Scurcola Marsicana: processione del Venerdì Santo, su agica.it, Agica, 23 marzo 2016. URL consultato il 10 settembre 2018.
  40. ^ Scurcola Marsicana, su provincialaquila.info, Provincia dell'Aquila. URL consultato il 10 settembre 2018 (archiviato dall'url originale il 10 settembre 2018).
  41. ^ Sagra della Ciammella, su abruzzonews.eu, Abruzzo News. URL consultato il 10 settembre 2018.
  42. ^ Battaglia dei campi Palentini una messa per il 750º anniversario, su abruzzoweb.it, Abruzzo Web, 16 maggio 2018. URL consultato il 10 settembre 2018.
  43. ^ Avezzano: il premio Carlo d'Angiò illumina piazza Risorgimento, su abruzzoweb.it, Abruzzo Web, 13 luglio 2017. URL consultato il 10 settembre 2018.
  44. ^ Piano Zona I.A.C. Cappelle, su comune.scurcolamarsicana.aq.it, Comune di Scurcola Marsicana (archiviato dall'url originale il 5 marzo 2016).
  45. ^ Scurcola Marsicana (Abruzzo), su borghiautenticiditalia.it, Borghi Autentici d'Italia. URL consultato il 27 dicembre 2016.
  46. ^ Archivio storico delle elezioni, su elezionistorico.interno.gov.it, Ministero dell'interno.
  47. ^ Storico elezioni comunali di Scurcola Marsicana, su tuttitalia.it. URL consultato il 5 novembre 2020.
  48. ^ a b Scioglimento anticipato della giunta. Scurcola Marsicana, Maria Cristina Di Stefano nominata Commissario, su ilcapoluogo.it, 18 febbraio 2021. URL consultato il 18 febbraio 2021.
  49. ^ Gemellaggio tra Scurcola e Passau, su ilcentro.gelocal.it, Il Centro (archiviato dall'url originale l'8 aprile 2015).
  50. ^ Scurcola-Pollenza, gemellaggio ricorda il terremoto del '15, su ilcentro.gelocal.it, Il Centro. URL consultato il 7 ottobre 2015 (archiviato dall'url originale il 10 marzo 2016).
  51. ^ A.S.D. Marsicana S. C., su figcabruzzo.it, Figc Abruzzo. URL consultato il 18 febbraio 2017 (archiviato dall'url originale il 19 febbraio 2018).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Walter Cianciusi, Profilo di storia linguistica della Marsica, Avezzano, Banca Popolare della Marsica, 1988, SBN IT\ICCU\AQ1\0054658.
  • Giuseppe Grossi, Raffaele Colapietra e Fulvio D'Amore, Scurcola Marsicana: Historia, Scurcola Marsicana, Amministrazione comunale, 2005, SBN IT\ICCU\AQ1\0076397.
  • Scurcola Marsicana, in Borghi e paesi d'Abruzzo, vol. 1, Pescara, Carsa Edizioni, 2008, pp. 37-50, SBN IT\ICCU\TER\0031808.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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