Sette a Tebe

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Sette a Tebe
Titolo originaleSette a Tebe
Paese di produzioneItalia, Francia, Jugoslavia
Anno1964
Durata80 minuti
Dati tecniciTechnicolor
Genereavventura
RegiaRoy Ferguson
SoggettoAnna Crooks
SceneggiaturaJone Mang
ProduttoreBob Ensescalle jr.
Produttore esecutivoMoris Ergas
Casa di produzioneZebra Film (Roma), S.N.E. Gaumont, P.A.C. (Parigi), Avala Film (Belgrado)
Distribuzione in italianoCineriz
FotografiaVincent Henz
MontaggioRené Pentine
MusicheCharles Hanger
ScenografiaLou Shake
CostumiDan Downs
TruccoCyril Save
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani

Sette a Tebe è un film del 1964, diretto da Luigi Vanzi con lo pseudonimo Roy Ferguson.

Trama[modifica | modifica wikitesto]

Lo spartano Alcisso, su ordine di Fillida, uccide il padre e la sorella di Diomede. Quest'ultimo, meditando la vendetta, riesce a organizzare la rivolta con altri sei cittadini tebani unendosi al popolo spartano contrario alla dittatura di Leonida, che viene sconfitto. Diomede però viene fatto prigioniero, accorgendosi che i tebani non solo hanno cambiato governo (il nuovo capo è Ippolito) ma si sono alleati con gli stessi spartani. Riunito un imponente esercito, Diomede combatte Sparta riuscendo a vincere e imponendo la resa anche ai disonesti governanti di Tebe. Alla fine Diomede si sposerà con Doride, la figlia di Leonida: quest'ultima, innamoratasi di lui, era passata dalla sua parte.

Produzione[modifica | modifica wikitesto]

Il film venne girato negli studi della Vides e gli esterni furono girati in Jugoslavia. Molti tra tecnici e attori, firmano con uno pseudonimo.

Distribuzione[modifica | modifica wikitesto]

Il film ottenne il visto di censura n. 43.232 il 25 giugno 1964 con una lunghezza di 2.657 metri[1] ed ebbe la prima proiezione pubblica sei mesi più tardi, il 31 dicembre dello stesso anno. Venne rieditato nel 1972, ma in entrambe le distribuzioni ebbe scarso successo.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Sette a Tebe – Documento originale del visto di censura (PDF), su italiataglia.it. URL consultato il 15 febbraio 2021.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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