Shirley Chisholm

Shirley Chisholm

Membro della Camera dei rappresentanti - New York, distretto n.12
Durata mandato3 gennaio 1969 –
3 gennaio 1983
PredecessoreEdna Kelly
SuccessoreMajor Owens

Dati generali
Partito politicoDemocratico

Shirley Anita St. Hill Chisholm (Brooklyn, 30 novembre 1924Daytona Beach, 1º gennaio 2005) è stata una politica e attivista statunitense, membro della Camera dei Rappresentanti per lo stato di New York e prima donna nera eletta al Congresso.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nata a Brooklyn da genitori immigrati (il padre veniva da Cuba, la madre da Barbados), visse per alcuni anni a Barbados insieme alla nonna materna, per poi trasferirsi negli Stati Uniti. Conseguì un master in educazione elementare alla Columbia University.

Nel 1968 ottenne un seggio alla Camera dei Rappresentanti, divenendo la prima donna nera eletta al Congresso.

Nel 1972 si candidò alle presidenziali, ma non riuscì ad aggiudicarsi le primarie del Partito Democratico. Durante questo periodo, Chisholm sopravvisse a tre tentativi di omicidio.

Mantenne l'incarico di deputata fino al 1983, quando decise di non ricandidarsi per la rielezione. Dopo l'abbandono della politica attiva cominciò ad insegnare in vari college. Nel 1993 il Presidente Clinton la nominò ambasciatrice in Giamaica, ma Chisholm fu costretta a rifiutare l'incarico a causa di problemi di salute. In questi anni fu inserita nella National Women's Hall of Fame.

Nel 1979, Shirley Chisholm fu una delle protagoniste della raccolta di figurine collezionabili Supersisters, che aveva l'obiettivo di proporre modelli femminili di successo in campo politico, sportivo, sociale e culturale[1].

Ritiratasi a vivere in Florida, morì nel 2005 all'età di ottant'anni.

Cultura di massa[modifica | modifica wikitesto]

Nel 2024 viene realizzato il film di John Ridley, Shirley, pubblicata su Netflix.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Supersisters: Original Roster, su espn.com. URL consultato il 6 gennaio 2024.
  2. ^ President Obama Names Recipients of the Presidential Medal of Freedom, su The White House, 16 novembre 2015. URL consultato il 16 novembre 2015.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN69058172 · ISNI (EN0000 0000 2181 2965 · LCCN (ENn50038170 · GND (DE118853708 · BNF (FRcb12843106q (data) · J9U (ENHE987007590008405171 · WorldCat Identities (ENlccn-n50038170