Sodales Augustales

Affresco romano nel Collegio degli Augustali ad Ercolano.

I Sodales Augustales o Sacerdotes Augustales o Augustales[1] ("Sacerdoti di Augusto") erano un collegio sacerdotale istituito dall'imperatore Tiberio nel 14 d.C. per il culto del Divo Augusto e della Gens Iulia sull'esempio dei Sodales Titii creati da Romolo[2] o da Tito Tazio[3].

Il collegio era composto da 21 sacerdoti estratti a sorte tra i maggiori esponenti della nobiltà, ai quali si aggiunsero Tiberio, Druso, Claudio e Germanico.[3] Ogni seggio era chiamato decuria e in seguito ne furono aggiunte altre per Druso, per Nerone e per Tito (soppressa dopo la sua morte e ristabilita da Caracalla). Alla morte di un augustale, il posto vacante era rimpiazzato tramite cooptazione, probabilmente su indicazione dell'imperatore o del Senato.

Come membri dell'alta gerarchia sacerdotale, gli Augustales godevano di vari privilegi: avevano posti riservati al teatro, si sedevano su selle curuli, figuravano nelle cerimonie religiose più importanti.

Erano presieduti da tre magistri annuali e da un flamine nominato a vita dall'imperatore.

George Howe ha stilato un elenco dei Sodales Augustales conosciuti: 74 nomi compresi in un arco di tempo che va dal 14 al 230.[4]

Col tempo furono create nuove confraternite per il culto di ogni imperatore divinizzato. Così alla morte di Claudio furono creati i Claudiales che si aggiunsero agli Augustales assumendo così il titolo di Augustales Claudiales. Alla morte di Vespasiano furono creati i Flaviales che aggiunsero il nome di Titiales alla morte di Tito. Alla morte di Adriano furono creati gli Hadrianales e alla morte di Antonino Pio furono creati gli Antoniniani. Questi furono gli ultimi e a loro fu affidato il culto di ogni nuovo Divo aggiungendone il nome: così si ebbero gli Antoniniani Veriani, Marciani, Aureliani, Commodiani, Helviani e Severiani.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Tacito, Storie, 2, 95
  2. ^ Tacito, Annali, 2, 83
  3. ^ a b Tacito, Annali, 1, 54
  4. ^ George Howe, Fasti Sacerdotum P. R. Publicorum Aetatis Imperatoriae, Leipzig, 1904.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]