Sonnino

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Sonnino
comune
Sonnino – Stemma
Sonnino – Bandiera
Sonnino – Veduta
Sonnino – Veduta
Il centro storico visto dall'alto
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Lazio
Provincia Latina
Amministrazione
SindacoGianni Carroccia (lista civica Sonnino insieme) dal 16-5-2023
Territorio
Coordinate41°24′52.05″N 13°14′29.03″E / 41.414458°N 13.241396°E41.414458; 13.241396 (Sonnino)
Altitudine430 m s.l.m.
Superficie64 km²
Abitanti7 391[2] (31-10-2023)
Densità115,48 ab./km²
FrazioniCapocroce, Cascano, Case Murate, Cerreto, Costa la Traglia, Frasso, Sassa, Sonnino Scalo[1]
Comuni confinantiAmaseno (FR), Monte San Biagio, Pontinia, Priverno, Roccasecca dei Volsci, Terracina
Altre informazioni
Cod. postale04010
Prefisso0773
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT059029
Cod. catastaleI832
TargaLT
Cl. sismicazona 3B (sismicità bassa)[3]
Cl. climaticazona D, 1 865 GG[4]
Nome abitantisonninesi
Patronosan Marco Evangelista, san Gaspare del Bufalo, Madonna delle Grazie
Giorno festivo25 aprile, 21 ottobre
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Sonnino
Sonnino
Sonnino – Mappa
Sonnino – Mappa
Posizione del comune di Sonnino nella provincia di Latina
Sito istituzionale

Sonnino è un comune italiano di 7 391 abitanti[2] della provincia di Latina nel Lazio.

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

Territorio[modifica | modifica wikitesto]

Il centro storico del paese sorge sul Colle Sant'Angelo (430 m s.l.m.), della catena dei Monti Ausoni, racchiuso dalle propaggini che vanno dalla Costa Inversa fino a Monte Tavanese e Monte della Fate (1090 m s.l.m.) e, dall'altro lato della vallata, Costa delle Serre (700 m s.l.m.). A sud, Monte Ceraso, Monte Peschio e Monte Romano (530 m s.l.m.) dominano sulla zona pianeggiante della frazione di Capocroce; la propaggine di Costa la Traglia e Monte Cavallo Bianco dominano invece sulla frazione del Frasso e sulla valle di Cascano, fino al piano carsico di Campo Soriano (300 m s.l.m.). La zona pianeggiante di Sonnino Scalo, Capocroce e Frasso viene attraversata dal fiume Amaseno.

Clima[modifica | modifica wikitesto]

Classificazione climatica: zona D, 1865 GR/G

Sonnino[5] Mesi Stagioni Anno
Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic InvPriEst Aut
T. max. media (°C) 1111,514,417,521,626,129,029,424,620,615,912,111,517,828,220,419,5
T. media (°C) 7,17,510,213,417,421,824,424,820,616,812,48,47,713,723,716,615,4
T. min. media (°C) 3,53,55,88,812,616,719,319,716,513,19,25,04,09,118,612,911,1
Precipitazioni (mm) 9199101112834730301051491761243142961074301 147
Giorni di pioggia 788107544881092425132688
Umidità relativa media (%) 8178787775716566738081818076,767,37875,5

Origini del nome[modifica | modifica wikitesto]

L'origine del nome Sonnino deriva con ogni probabilità dal latino sommum, che significa sommità, con riferimento alla posizione in cui sorge l'antico borgo medievale,[6] costruito appunto sulla sommità di un colle, estrema propaggine del Monte Ceraso, appartenente alla catena degli Ausoni.

Generalmente si trova indicato come Somninum,[7] Sonninum,[8] Sompninum,[9][10] Somnineum, Sumninum e Castrum Somneni[11].

Filippo Càssola ipotizzò che l'origine del nome della città fosse nel nome di un abitante del IX secolo, Antonio Salvatori: molti importanti personaggi in visita chiedendo di lui avrebbero ottenuto la enigmatica risposta "So' Nino"[12].

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Antico sigillo della Universitas Somneni (Comunità di Sonnino).

Il primo documento che attesta l'esistenza di Sonnino è una bolla pontificia[13] di Papa Silvestro II dell'anno 999.[14] Alcuni storici fanno risalire le origini del paese alla fine del secolo VIII ad opera dei cittadini di Priverno, fuggiti dal loro paese in seguito alle invasioni dei Saraceni, che devastarono gran parte del Lazio meridionale, cioè le antiche province di Marittima e Campagna, la stessa origine generalmente ipotizzata per i vicini paesi di Roccagorga, Roccasecca e Maenza, tutti paesi situati in posizioni montane meglio difendibili rispetto a quella della romana Privernum, situata nella pianura dell'Amaseno. Altri storici tuttavia fanno risalire le origini di Sonnino ad una matrice romana e pre-romana, dato che l'intera zona comunale, anticamente abitata da Volsci, fu successivamente romanizzata ed intensamente abitata, come testimoniano numerosi ritrovamenti, suggerendo una continuità anche nel corso del primo medioevo.[15]

A suggerire questa ipotesi romano-volsca, anche alcuni toponimi italici, tra i quali ha destato particolare interesse quello della antica via "Volosca" (o Velosca), la più antica e principale via di accesso al paese (sebbene oggi di importanza del tutto secondaria), che potrebbe ricondursi direttamente ad un intervento ad opera dei Volsci (col significato quindi di "Strada fatta dai Volsci"), oppure potrebbe indicare l'esistenza di un altro centro volsco scomparso, situato alle pendici pontine dei monti Ausoni, ugualmente abbandonato nel primo medioevo ma ben distinto da Privernum, e probabilmente chiamato con un etnonimo volsco. In questo senso la "Civitas Volosca", o città Volsca, indicherebbe l'abitato antico in pianura, mentre il "Vicus Somninum", o villaggio sulla sommità, il nuovo centro di montagna.[15]

In ogni caso è accettato che i primi abitanti di Sonnino possano aver avuto origini (urbane, e forse etniche) variegate tra le quali si ipotizzano anche contributi greci e bizantini, e vi è generale accordo sul fatto che l'origine dell'abitato moderno sia da riferire al processo di incastellamento avutosi nell'Alto Medioevo, in un luogo che inizialmente poteva essere stato solamente prescelto perché poco accessibile e invisibile da quasi tutte le direzioni, dove riparavano uomini e bestiame per meglio difendersi in caso di assalti. Il rifugio, questa infatti era la sua principale funzione, rivelatosi una salvezza per tanta gente e dalle scorrerie e dal clima insalubre della palude pontina, si sarebbe progressivamente ampliato e costituito in castello.

Epoca medioevale[modifica | modifica wikitesto]

Di origine medievale è l'imponente castello con la grande torre cilindrica adagiato sul Colle Sant'Angelo, costruito verso il secolo IX dalla famiglia De Sompnino che prese il nome dal castello e furono i primi signori di Sonnino.[16] L'11 ottobre 1369 metà del castello venne acquistata per 2000 fiorini da Onorato I Caetani, che ne divenne anche "Dominus" (signore). Nel 1423 viene confermato lo statuto comunale, lo Statutum Castri Sopnini,[17] un codice di 58 articoli sia di diritto civile che penale, tra il Conte di Fondi e la Comunità di Sonnino.[18]

Successivamente il castello fu abitato fino al 1496 dai Caetani d'Aragona, sotto il papato di Alessandro VI divenne possesso di Rodrigo Borgia e alla morte del papa (1503), il feudo passò alla famiglia Colonna, che ne mantennero il dominio quasi ininterrottamente sino al 1816, anno della loro rinuncia ai diritti feudali sul territorio.

Con bolla del 13 gennaio 1596, Papa Clemente VIII erige a principato la terra di Sonnino.[19] Altri signori che vi abitarono per brevi periodi furono i Borgia e i Carafa. Gli ultimi proprietari sono stati gli Antonelli e i Talani che ora lo hanno chiuso. L'antico statuto comunale, risalente al XIII secolo, è conservato nell'archivio di Stato di Roma. Durante la breve Repubblica Romana (1798-1799) fece parte del Dipartimento del Circeo, distretto di Sezze, cantone di Piperno sotto la guida degli Edili aggiunti Giuseppe Mancini e Lorenzo Musilli, come definito il 26 fiorile anno VI.[20] Dal 1810 al 1815, passò al dipartimento di Roma, circondario di Tivoli, cantone di Piperno.

Epoca moderna[modifica | modifica wikitesto]

Con la Restaurazione e la riforma del 1816 Sonnino tornò luogo baronale appartenente ai Colonna, ma già nel 1817 divenne podesteria nell'ambito della delegazione di Frosinone, governo distrettuale di Terracina. Nel riparto territoriale del 1827 Sonnino compare come podesteria dipendente da Piperno, mentre in quello del 1831 risulta comunità soggetta ad un commissario straordinario nell'ambito del distretto di Pontecorvo.[21]

Pio VII revoca il decreto che ordinava la distruzione di Sonnino.

Con l'Editto del 17 luglio 1819[16][22] emanato dal Cardinale Segretario di Stato Ercole Consalvi, Pio VII ordina la distruzione del paese e la rimozione forzata della popolazione da Sonnino per risolvere il problema dei briganti che infestavano la zona: era infatti ricercato il capo-brigante Antonio Gasbarrone, insieme alla sua banda e grazie all'opera di Gaspare del Bufalo non venne dato seguito all'Editto.

Rimase fino al 1870[23][24] nello Stato Pontificio all'interno della provincia di Campagna e Marittima, al confine col Regno delle due Sicilie. Dopo l'annessione al Regno d'Italia, il Comune entrò a far parte della provincia di Roma[23] per passare poi, nel 1934, alla neoistituita provincia di Littoria,[23] e dal 1945 alla provincia di Latina.[23]

Simboli[modifica | modifica wikitesto]

Gonfalone del Comune di Sonnino.

Lo stemma si compone della sommità di una torre che sormonta uno scudo all'interno del quale è raffigurata un'aquila con corona ad ali spiegate che abbraccia una colonna, con sottostante un ramo di ulivo e di quercia legati insieme da un fiocco tricolore. Il profilo araldico recita «Di rosso, all'aquila spiegata di nero, coronata d'oro, alla colonna d'argento, posta in banda, attraversante. Ornamenti esteriori da Comune».[25]

Lo stemma è stato riconosciuto con decreto del Capo del Governo (DCG) del 26 settembre 1929.[25]

Il gonfalone è stato concesso con regio decreto (RD) di concessione del 4 agosto 1933.[25]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia di bronzo al Merito Civile - nastrino per uniforme ordinaria
«Comune situato ai confini della linea "Gustav", occupato dalle truppe tedesche, fu fatto oggetto di continui bombardamenti da parte degli alleati, che causarono la morte di numerosi cittadini, nonché danni al patrimonio abitativo. La popolazione seppe resistere con dignità e coraggio alle più dure sofferenze della guerra. Nobile esempio di spirito di sacrificio ed amor patrio. 1943-1944 Sonnino (LT)»
— 21 aprile 2011[26]

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Sonnino visto da Roccasecca dei Volsci
Sonnino visto da Monte della Pietà.

Architetture religiose[modifica | modifica wikitesto]

  • Chiesa di San Michele arcangelo, comunemente detta di Sant'Angelo (1210), santuario minore, nel 1798 ospitò il Tribunale militare delle truppe francesi occupanti;[27]
  • Chiesa Collegiata di San Giovanni Battista (1200 circa), elevata a Collegiata e riconsacrata nel 1604;
  • Chiesa di San Francesco (1300 circa), ampliata nel 1604;[27]
  • Chiesa di San Pietro (1867), ricostruita sopra l'antica chiesa risalente al XIV sec;[28]
  • Chiesa della Divina Maternità di Maria (1938), in località Frasso;
  • Ex chiesa di San Marco (XV secolo), restaurata nel 1728, ora usata come Auditorium comunale;
  • Chiesa della Madonna Santissima della Pietà (1595), situata sull'antica Via Volosca, all'interno è possibile vedere un affresco raffigurante il «Compianto sul Cristo morto», il luogo è noto anche per la resa del brigante Antonio Gasbarrone avvenuta nel 1825;[29]
  • Monastero di Santa Maria delle Canne (VII secolo), crollato il 31 gennaio 2011, ex monastero benedettino,[27] in seguito sede delle Suore Benedettine; in epoca più recente fu sede dei Missionari del Preziosissimo Sangue, grazie all'opera di San Gaspare del Bufalo;[30]
  • Cappella della Madonna di Loreto (1606);
  • Chiesa di Santa Maria della Misericordia (1200 circa);
  • Sacra Icona di Maria Santissima delle Grazie, icona di stile bizantino presente nel santuario minore di San Michele arcangelo in Sonnino, e risalente al XII secolo. La tradizione vuole l'icona dipinta da San Luca, arrivata in seguito alla furia iconoclasta e trovata da un pastore su di un albero.[31]

Architetture civili[modifica | modifica wikitesto]

Porte[modifica | modifica wikitesto]

In antichità erano presenti cinque porte di accesso:

  • Porta San Pietro, la porta principale, a cui si arrivava dall'antica Via Volosca, una mulattiera a gradini in pietra;
  • Porta Riore (o dei Priori, già Porta San Lorenzo),[27] sostituisce la Porta San Pietro come accesso principale per la sua vicinanza alla Via Volosca, nel 1819 inizia da qui la distruzione del paese per ordine del papa Pio VII;
  • Portella, la porta dei signori del castello;
  • Porta San Giovanni;
  • Porta di Tocco (dal nome della nobile famiglia Tocco);

Vicoli[modifica | modifica wikitesto]

Piazza delle Erbe

Caratterizzano il paese per l'aspetto e la ripidità, prendono il nome dalla famiglia che li abitava o da una loro caratteristica:

  • Vicolo Re
  • Vicolo Monti
  • Vicolo Voli
  • Vicolo Santa Rosalia
  • Vicolo dell'arco
  • Vicolo del forno
  • Vicolo Scuole Pie
  • Vicolo Macerola (ex Vicolo Grenga)
  • Vicolo Bono
  • Vicolo Doralice (ex Vicolo San Giovanni)
  • Vicolo corto
  • Vicolo del piacere
  • Vicolo Romanello
  • Vicolo Menichelli
  • Vicolo Enrico Toti (ex Vicolo Talani)
Monumento ai caduti, ancora in costruzione.

I vicoli completavano il quadro della viabilità del nucleo medievale insieme a Via Arringo, all'attuale Via isola castello, all'attuale Via Vittorio Emanuele II (in origine Via di mezzo) e all'attuale Via Giacomo Antonelli (in origine Via del municipio).

Rifugi[modifica | modifica wikitesto]

Ponte del diavolo
Ponte del Diavolo, Acquedotto di Terracina (LT) - II sec. d.C.

Risale al II secolo d.C., in realtà è un'arcata dell'antico acquedotto romano voluto dagli imperatori Adriano ed Antonino Pio che collegava Amaseno (FR) a Terracina (LT) e lungo 54 km. Prese questo nome durante il periodo del Medioevo in seguito alla nascita di numerose leggende.

Monumento ai caduti in guerra

Il monumento fu costruito nei primi anni '20 per i Caduti della prima guerra mondiale. Fu commissionato dal Comune di Sonnino allo scultore Ernesto Costantini di Ariccia. Realizzato in bronzo, rappresenta un giovane soldato, in particolare un fante, a dorso nudo nell'intento di impugnare la spada a difesa.[32]

Architetture militari[modifica | modifica wikitesto]

Castello
Vista del castello e della torre da Piazza Garibaldi.

Risale al IX secolo e fu fatto costruire dai signori "De Sompnino", situato sul colle Sant’Angelo, ricoprì la funzione di fortificazione insieme alle mura perimetrali alla torre di forma cilindrica. L'edificio conta tre piani: al primo piano c'erano i forni per il pane e le cisterne, che servivano ad assicurare la sopravvivenza in caso di assedio; al secondo piano, c'erano le camere ed altre stanze affrescate, tra cui quella del cardinale Giacomo Antonelli.[27] Di fronte al castello vi erano i locali delle prigioni, attigue alle Scale di corte.

La struttura originaria è andata in gran parte distrutta, così come la merlatura della torre. La struttura è collegata a due porte del paese, l’ingresso principale del castello era rivolto verso l'odierna Piazza Garibaldi (la "Portella"), procedendo verso la chiesa di Sant’Angelo, ancora oggi si possono osservare gli “anconi” di pietra che testimoniano la posizione della porta di accesso. Tra il 1440 ed il 1500 il paese si espande, completando la costruzione delle mura di cinta intervallate dalle torrette di avvistamento ancora oggi presenti. Nel 1850 il palazzo passa di proprietà dai principi Colonna ai conti Antonelli, fino al 1916 quando fu acquistato dai fratelli Talani.[27]

Torretta della Fontanella
Torretta della Fontanella, di periodo medievale.

In origine Torre di Morgazzano: all’inizio del XII-XIII secolo[33], vennero erette torri per il controllo del territorio della Valle dell’Amaseno. Crudeli furono le incursioni dell’esercito papale all’inizio del XII secolo; non meno devastanti furono le scorrerie dei briganti. La torre aveva il controllo della via pedemontana che collegava Priverno con Terracina.

Aree naturali[modifica | modifica wikitesto]

Polla di Bagnoli

Luogo[34] citato da Giuseppe Marocco, il Bagnolo,[35] e da Gaetano Moroni, Bagnuolo,[16] dove si recavano le donne per lavare i panni. 41°26′08.24″N 13°12′50.08″E / 41.435623°N 13.21391°E41.435623; 13.21391

Monumento naturale Campo Soriano
Lo stesso argomento in dettaglio: Campo Soriano.

Il Monumento si trova al confine tra le città di Terracina e Sonnino. È caratterizzato da un altopiano di tipo carsico di 974 ettari circa, dove possiamo trovare imponenti monoliti calcarei dai pinnacoli molto alti come l'imponente «Rave di San Domenico». È situato tra Monte Romano e Monte Cavallo Bianco. È entrato a far parte del Parco naturale regionale monti Ausoni e lago di Fondi[36] nel 2008. Questa zona è stata sfruttata in maniera particolare nelle coltivazioni a vigneto (Moscato di Terracina e Cesanese). 41°21′24.47″N 13°14′42.2″E / 41.356797°N 13.245055°E41.356797; 13.245055

Calanche di San Nicola

Situate ai piedi di Monte delle Fate,[37] nascono come fenomeno carsico e prendono il nome da una chiesa dedicata appunto a San Nicola di cui sono visibili alcuni resti. 41°24′44.18″N 13°17′23.64″E / 41.412271°N 13.289901°E41.412271; 13.289901

Il Catauso

Si trova nei pressi del Monte Tavanese, nella zona denominata del «Lagone». Si tratta di una voragine carsica,[38] con un primo salto di circa 25 metri dal fosso principale e, con salti successivi si arriva a 40 metri di profondità dove si notano le stalattiti e stalagmiti presenti.[39] La prima rappresentazione su carta del Catauso risale al 1765, ad opera di G. Astolfi, ma le prime esplorazioni rilevanti si sono avute nei primi anni del Novecento.[40][41] 41°25′16.23″N 13°15′04.11″E / 41.421176°N 13.251143°E41.421176; 13.251143

Società[modifica | modifica wikitesto]

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

Edward Lear, Veduta di Sonnino.

Nel 1796 il principato di Sonnino, feudo della famiglia Colonna, contava 2068 persone.[43] Nel 1834 contava duemila e duecento cinquanta abitanti applicati alla coltura delle terre.[44] Il Censimento del 1871 contava 3386 abitanti[45]

Abitanti censiti[46]

Etnie e minoranze straniere[modifica | modifica wikitesto]

Al 31 dicembre 2022, secondo i dati Istat, risultano residenti nel comune 557 cittadini stranieri, pari al 7,12% dei residenti.[47]

Tradizioni e folclore[modifica | modifica wikitesto]

Donne di Sonnino in abito tipico, fotografia di Gabrielle Hébert (1890).
Giovane donna di Sonnino, Louis Léopold Robert (1820).[48]
Maria Conti ritratta in costume, Arthur John Strutt, 1848.
  • Vigilia dell'Ascensione: la festa de Le Torce,[49] si svolge nella sesta domenica dopo Pasqua e rimanda al rito delle rogazioni minori.[50][51]
  • Venerdì Santo: Processione del Cristo Morto.
  • 25 aprile: Fiera di San Marco; era regolata già nel XIII secolo secondo lo Statuto comunale.[52]
  • Ultimo giovedì di agosto: Antica fiera delle merci e del bestiame, meglio nota come Sagra della Capra in località Sonnino Scalo.
  • Settennale processione della Madonna delle Grazie.[53]
  • Venticinquennale processione e incoronazione della Madonna delle Grazie.[54]

L'abito tipico da donna è chiamato Rotunno: forse di origine saracena, di stoffe di lana pesante, con colori forti, lavorate al telaio. Per l'occasione di festa si aggiungeva una camicetta di broccato o di seta ornata di pizzi. A seconda dell'età poteva essere: verde o celeste per le più giovani, bianco per le donne fidanzate, rosso per le donne sposate, marrone per le vedove.[27]

Cultura[modifica | modifica wikitesto]

In letteratura Sonnino viene citato:

Istruzione[modifica | modifica wikitesto]

Scuole[modifica | modifica wikitesto]

  • Istituto Comprensivo "Leonardo Da Vinci" Sonnino e Roccasecca Dei Volsci, Scuola dell'infanzia, primaria e secondaria di primo grado.[57][58]

Musei[modifica | modifica wikitesto]

Musica[modifica | modifica wikitesto]

Cucina[modifica | modifica wikitesto]

L'olio d'oliva, la maggiore risorsa del paese;

  • i ciacaprete (comunemente noti come «strozzapreti»), pasta allungata a mano in sugo di carne o cacciagione;[62]
  • je frascateglie, primo piatto di "cucina povera";[63]
  • la menestra maretata, una zuppa di verdure miste;
  • il testo, di zucchini (cocuzziglie) o zucche (cocozza) tagliate a strisce, impastati con la farina e cotti in forno;
  • la caciotta, formaggio tipicamente di latte di pecora: si trova fresca, stagionata, semplice e piccante;
  • i fichi secchi, confezionati in paniceglie, trezze e crocette;
  • i canesciune, dolce tipico del periodo delle Torce con ripieno di ricotta;[64]
  • le crespelle, pastella di farina, fritta in olio abbondante con zucchero ed uva passa;
  • la Pupa e jo' cavagliuccio: dolce tipico di Pasqua da regalare ai bambini, la "pupa" per le femminucce e "Jo' cavagliuccio" per i maschietti.[65]

Dialetti[modifica | modifica wikitesto]

Il dialetto di Sonnino è il dialetto laziale centro-settentrionale.[66]

Geografia antropica[modifica | modifica wikitesto]

Suddivisioni storiche[modifica | modifica wikitesto]

  • Frazione Loreto S. Antonio;[67]
  • Frazione Cimerone;[67]
  • Frazione Aringo (Arringo);[67]

Frazioni e località simili[modifica | modifica wikitesto]

Sonnino centro, Sonnino Scalo, Sassa, Cerreto, Case Murate, Cascano, Capocroce, Cotinole, Fienili, Frasso, Costa la Traglia, Monte Romano.

Economia[modifica | modifica wikitesto]

Di seguito la tabella storica elaborata dall'Istat a tema Unità locali, intesa come numero di imprese attive, ed addetti, intesi come numero addetti delle unità locali delle imprese attive (valori medi annui).[68]

2015 2014 2013
Numero imprese attive % Provinciale Imprese attive % Regionale Imprese attive Numero addetti % Provinciale Addetti % Regionale Addetti Numero imprese attive Numero addetti Numero imprese attive Numero addetti
Sonnino 332 0,84% 0,07% 831 0,68% 0,05% 346 744 352 753
Latina 39.304 8,43% 122.198 7,75% 39.446 120.897 39.915 123.310
Lazio 455.591 1.539.359 457.686 1.510.459 464.094 1.525.471

Nel 2015 le 332 imprese operanti nel territorio comunale, che rappresentavano lo 0,84% del totale provinciale (39.304 imprese attive), hanno occupato 831 addetti, lo 0,68% del dato provinciale (122.198 addetti); in media, ogni impresa nel 2015 ha occupato due persone (2,5).

Infrastrutture e trasporti[modifica | modifica wikitesto]

Strade[modifica | modifica wikitesto]

Sonnino è collegato con l'uscita di Frosinone dell'Autostrada A1, tramite la NSA 255 Terracina Prossedi, (comunemente nota come Superstrada Frosinone-mare); la strada statale Pontina (SS 148) e la strada statale 7 Via Appia (SS 7) collegano il paese principalmente con Latina e Roma.

Ferrovie[modifica | modifica wikitesto]

All'interno del territorio esistono quattro stazioni ferroviarie, ormai dismesse, sulla linea Roma-Velletri-Priverno-Terracina: la Stazione di Sonnino Scalo,[69] la Stazione di Ruderi di Sibilla,[70] la Stazione di Capocroce e la Stazione di Frasso che servono le omologhe località.

Poco distante si trova la stazione di Priverno-Fossanova sulla linea Roma-Formia-Napoli.

Mobilità extra urbana[modifica | modifica wikitesto]

La mobilità extra urbana è garantita dal servizio di trasporto del COTRAL.

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1934 passa dalla provincia di Roma, alla nuova provincia di Littoria, costituita dal governo fascista dell'epoca.

Amministrazioni comunali[modifica | modifica wikitesto]

Regno d'Italia (fino al 1946)[modifica | modifica wikitesto]

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
1871 1873 Luigi Grenga Sindaco [45]
1874 1876 Stefano Jucci Sindaco [45]
1879 ---- Luigi Grenga Sindaco [45]
1888 ---- Luigi Grenga Sindaco [67]
1893 ---- Pasquale Cirillo Comm. str. [71]
1895 1896 Luigi Grenga Sindaco
1896 giugno 1897 Pellegrini Pio Sindaco
luglio 1897 1898 Luigi Grenga Sindaco
1899 1902 Giovanni Battista De Angelis Sindaco
1903 ---- Paolo Grenga Sindaco
1910 ---- Cesare Diamanti Sindaco [72]
1914 ---- Luigi Pellegrini Sindaco
1918 19 luglio 1920 Saverio De Angelis Sindaco
23 ottobre 1920 9 dicembre 1920 Timodei Tommaso Sindaco
18 dicembre 1920 1922 Manicone Antonio Sindaco
1923 10 febbraio 1924 Sinni Nazzareno Comm. pref. [73]
17 febbraio 1924 16 novembre 1924 Polidori Amedeo Sindaco
4 gennaio 1925 ---- Polidori Amedeo Sindaco
15 dicembre 1930 1935 Pellegrini Luigi Podestà
2 febbraio 1935 1935 Angelo Bono Comm. pref.
agosto 1935 1943 Angelo Bono Podestà [74]
6 settembre 1943 12 ottobre 1943 Vozzi Giuseppe Comm. pref.
23 ottobre 1943 23 maggio 1944 Galeotti Leonardo Comm. pref.
12 giugno 1944 1945 Cecaro Costante Comm. pref. [75]
1945 1945 Manicone Luigi Comm. pref. [75]
agosto 1945 1946 Manicone Luigi Sindaco
1946 1946 Bellomo Comm. pref.

Repubblica italiana (dal 1946)[modifica | modifica wikitesto]

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
1947 1950 Carlo Coletta PCI Sindaco [76]
1950 1951 Carmelo Pugliese Comm. pref.
1951 1952 Carlo Coletta PCI Sindaco
1952 1954 Vincenzo Frateschi PSI Sindaco
settembre 1954 novembre 1954 Lorenzo Giuliani PCI Sindaco
1955 1956 Cartesio Bersani PCI Sindaco
1956 1965 Antonio Cipriani PCI Sindaco
1965 1969 Virgilio Luigi De Angelis DC Sindaco
1969 1973 Carmelo Pugliese Comm. pref.
1973 1974 Sante Gasbarrone PSI Sindaco
1974 1977 Osvaldo Pennacchia PSI Sindaco
1977 1978 Tommaso Cetrone PSI Sindaco
1978 1981 Giuseppe Musilli PCI Sindaco
1981 1983 Giovanni Bernardini PCI Sindaco
1983 1984 Antonio Grenga PCI Sindaco
1984 1984 Vincenzo Fiorentini Comm. pref.
1984 24 maggio 1993 Antonio Grenga PCI Sindaco
24 maggio 1993 6 novembre 1993 Osvaldo Pennacchia PSI Sindaco
6 novembre 1993 23 aprile 1995 Roberto Migliori DC Sindaco
23 aprile 1995 27 dicembre 1997 Roberto Migliori PPI Sindaco [77]
27 dicembre 1997 24 maggio 1998 Angela Buzzanca Comm. pref. [78][79]
24 maggio 1998 26 maggio 2002 Roberto Migliori centrodestra Sindaco
26 maggio 2002 27 maggio 2007 Gino Cesare Gasbarrone lista civica Sindaco [80]
27 maggio 2007 6 maggio 2012 Gino Cesare Gasbarrone lista civica Sindaco [80]
6 maggio 2012 18 luglio 2012 Lorenzo Magnarelli lista civica Sindaco [81]
18 luglio 2012 26 maggio 2013 Umberto Campini Comm. pref. [82]
26 maggio 2013 10 giugno 2018 Luciano De Angelis lista civica Sindaco [83]
10 giugno 2018 16 maggio 2023 Luciano De Angelis lista civica Sindaco [83]
16 maggio 2023 in carica Gianni Carroccia lista civica Sindaco [84]

Gemellaggi[modifica | modifica wikitesto]

Altre informazioni amministrative[modifica | modifica wikitesto]

Sport[modifica | modifica wikitesto]

Calcio[modifica | modifica wikitesto]

  • ASD Città Di Sonnino

Impianti sportivi[modifica | modifica wikitesto]

Ha sede uno stadio comunale, il "San Bernardino", ed il centro sportivo "Sport Village" che dispone di 2 campi da Padel ed una tensostruttura polifunzionale.

Note[modifica | modifica wikitesto]

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  2. ^ a b Bilancio demografico mensile anno 2023 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  3. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  4. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  5. ^ it.climate-data.org, https://it.climate-data.org/location/116794/.
  6. ^ Cardosi, p. 24.
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  8. ^ Gaetano Moroni, Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica da S. Pietro sino ai nostri giorni ..., Tipografia Emiliana, 1858. URL consultato il 2 settembre 2021.
  9. ^ Nomi d'Italia - AAVV, De Agostini
  10. ^ Acta Sanctorum: 7. März - Ökumenisches Heiligenlexikon, su heiligenlexikon.de.
  11. ^ Giuseppe Russo, Cinque inediti documenti di re Ferdinando I d’Aragona nell’Archivio di Stato di Bari (1463-1490). Note per la cancelleria Aragonese di Napoli, in Archivio Storico per le Province Napoletane, CXXXII, Napoli, SOCIETÀ NAPOLETANA DI STORIA PATRIA, 2014, pp. 191-231.
  12. ^ Filippo Cassola, Storia di Roma. Dalle origini a Cesare, Roma, Jouvence, 2001.
  13. ^ Domenico Antonio Contatore, De historia Terracinensi libri quinque, su archive.org, pp. 41-43. URL consultato il 25 gennaio 2021.
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  17. ^ Antico Statuto di Sonnino (PDF), su sonnino.info.
  18. ^ Aldo Cardosi, L'antico statuto di Sonnino (Sec. XIII) (PDF), a cura di Comune di Sonnino, Artegraf, 2012 [1965]. URL consultato l'8 maggio 2021 (archiviato dall'url originale l'8 maggio 2021).
  19. ^ Stefano Pagliaroli, Una visita al monastero di Santa Maria delle Canne di Sonnino, 2011.
  20. ^ Collezione di carte pubbliche, proclami, editti, ragionamenti ed altre produzioni tendenti a consolidare la rigenerata Repubblica Romana, su books.google.it, Roma, 1798.
  21. ^ SIUSA - Comune di Sonnino, su siusa.archivi.beniculturali.it.
  22. ^ Sia distrutta la detta Terra
  23. ^ a b c d Sistema storico delle amministrazioni territoriali, su dati.san.beniculturali.it.
  24. ^ Testo del RD
  25. ^ a b c Comune di Sonnino – (LT), su araldicacivica.it.
  26. ^ Le onorificenze della Repubblica Italiana, su quirinale.it.
  27. ^ a b c d e f g Dante Bono, Gente nostra (PDF), Casamari, Tipografia dell'Abbazia di Casamari, 1978.
  28. ^ Cardosi, p. 77.
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  30. ^ Gino Manicone, Maria SS.ma delle Grazie, Latina, 1957, p. 5.
  31. ^ Gino Manicone, Maria SS.ma delle Grazie, Latina, 1957, p. 8.
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  54. ^ Madonna delle Grazie 1982. URL consultato il 22 aprile 2022.
  55. ^ Il Papa, alcuni mesi addietro, per isnidare i malviventi da Sonnino, luogo di loro rifugio nei confini del suo stato verso Napoli, decretò la distruzione di quel paese.
  56. ^ Raschià Ggenova mó ccor temperino, cuanno ar tempo che cc'era er brigantame nun zeppeno spianà mmanco Sonnino!
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  63. ^ La ricetta - Frascateglie (frascategli), su sonnino.info. URL consultato il 22 aprile 2022.
  64. ^ La ricetta - Canesciune, su sonnino.info. URL consultato il 22 aprile 2022.
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  87. ^ Gemellaggio tra i Comuni di Binasco (MI) e Sonnino (LT), su sonnino.info.
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Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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