Stralsund

Stralsund
città
Stralsund – Stemma
Stralsund – Bandiera
Stralsund – Veduta
Stralsund – Veduta
Localizzazione
StatoBandiera della Germania Germania
Land Meclemburgo-Pomerania Anteriore
DistrettoNon presente
CircondarioPomerania Anteriore-Rügen
Amministrazione
SindacoAlexander Badrow (CDU)
Territorio
Coordinate54°18′33″N 13°04′55″E / 54.309167°N 13.081944°E54.309167; 13.081944
Altitudinem s.l.m.
Superficie54,14 km²
Abitanti59 363[1] (31-12-2022)
Densità1 096,47 ab./km²
Altre informazioni
Cod. postale18435, 18437 e 18439
Prefisso03831
Fuso orarioUTC+1
Codice Destatis13 0 73 088
TargaHST
Cartografia
Mappa di localizzazione: Germania
Stralsund
Stralsund
Stralsund – Mappa
Stralsund – Mappa
Sito istituzionale

Stralsund, in italiano Stralsunda, è una città del Land tedesco del Meclemburgo-Pomerania Anteriore, nel circondario della Pomerania Anteriore-Rügen. Essa si trova sulla costa meridionale dello Strelasund, uno stretto del Mar Baltico che separa la terraferma dall'isola di Rügen, con cui la città è collegata tramite due ponti (chiamato Rügendamm e Rügenbrücke) e numerosi traghetti.

Le principali attività economiche di Stralsund riguardano l'industria legata ai cantieri navali, alla pesca e al turismo, che dagli ultimi anni del XX secolo ha iniziato uno sviluppo vertiginoso.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Stralsund
La chiesa di San Nicola, che domina la città.

Stralsund venne fondata nel 1234 da coloni slavi provenienti dall'isola di Rügen. Fu subito città libera, cui si applicava il diritto di Lubecca. Pochi anni dopo arrivarono commercianti tedeschi e la città iniziò a svilupparsi. Nel 1249 però Stralsunda venne rasa al suolo da un esercito proveniente dalla città libera di Lubecca, i cui commerci venivano ostacolati dalla nuova città. In seguito a questo fatto, quando Stralsunda venne ricostruita, venne anche circondata di possenti mura, dotate di 11 porte d'accesso e 30 torri d'osservazione. Nel 1293 Stralsunda entrò a far parte della Lega anseatica e nel XIV secolo 300 imbarcazioni battenti la bandiera della città solcavano le acque del Mar Baltico. Nel 1325 il principato di Rügen fu annesso al ducato di Pomerania, la città tuttavia riuscì a mantenere una relativa indipendenza anche all'interno del nuovo stato. Il forte legame della città con la Lega anseatica venne confermato nel 1370: proprio a Stralsund venne infatti firmato l'omonimo trattato che pose fine alla guerra fra l'Hansa ed il Regno di Danimarca[2], e consolidò la preminenza della Lega come potenza politico-commerciale nell'area baltica[3].

Nel XVII secolo Stralsunda venne coinvolta nella Guerra dei Trent'anni: il generale Albrecht von Wallenstein la cinse d'assedio nel 1628, fino a che non venne liberata da truppe svedesi. Con la firma del trattato di Stettino, Stralsunda divenne una delle roccaforti svedesi nella Pomerania. Alla fine della guerra, con la Pace di Vestfalia del 1648, la città passò sotto il controllo della Svezia insieme a gran parte della regione circostante. Fu conquistata dai brandeburghesi nel 1678, tuttavia con la firma del trattato di Saint-Germain-en-Laye Stralsunda tornò sotto la sovranità svedese. Durante la grande guerra del Nord, nel 1715, Carlo XII di Svezia guidò la difesa di Stralsunda per un anno contro le truppe dell'Europa centrale. La città rimase sotto il controllo svedese fino al 1807, quando fu assediata e conquistata dalle truppe di Napoleone. Due anni più tardi i freikorps di Ferdinand von Schill cercarono invano di conquistare la città e lo stesso von Schill morì nello scontro. Con la firma del trattato di Vienna nel 1815 Stralsunda fu annessa alla nuova provincia prussiana della Pomerania.

Durante la seconda guerra mondiale fu pesantemente bombardata dall'aviazione americana il 6 ottobre 1944[4]. Dal 1949 fino alla riunificazione tedesca del 1990 Stralsund fece parte della Germania Est. Nel 2002 il centro storico della città, insieme a quello di Wismar, è stato proclamato Patrimonio dell'umanità[5].

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Il centro storico di Stralsund, costruito nello stile detto gotico baltico, è stato inserito nel 2002 nell'elenco dei Patrimoni dell'umanità dell'UNESCO, insieme alla città di Wismar. I monumenti più famosi della città sono:

 Bene protetto dall'UNESCO
Centri storici di Stralsund e Wismar
 Patrimonio dell'umanità
TipoCulturali
Criterio(ii) (iv)
PericoloNon in pericolo
Riconosciuto dal2002
Scheda UNESCO(EN) Historic Centres of Stralsund and Wismar
(FR) Scheda
  • Il monastero di Santa Caterina (Katharinenkloster), costruito nel XV secolo, al cui interno si trovano un museo storico e un museo oceanografico. L'antico refettorio del monastero è uno dei più famosi nel suo genere di tutta la Germania;
  • Il monastero francescano, costruito nel 1254, uno dei più antichi edifici della città.

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

Gemellaggi[modifica | modifica wikitesto]

Curiosità[modifica | modifica wikitesto]

Tra il 1872 e il 1874 fu trovato da pescatori della vicina isola di Hiddensee un corredo costituito complessivamente da 16 gioielli in oro (fibbie, bracciali, anelli, orecchini e spille). Il tesoro, che gli esperti valutarono risalente alla seconda metà del X secolo, e che apparteneva, probabilmente, alla tomba del re vichingo danese Harald Blauzahn (940-986 d.C.) rappresenta il più cospicuo reperto di arte orafa vichinga ritrovato in Germania. Il cosiddetto Goldschmuck von Hiddensee è conservato fin dai primi del Novecento nel Kulturhistorisches Museum di Stralsund.[senza fonte]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Ente statistico del Meclemburgo-Pomerania Anteriore - Dati sulla popolazione
  2. ^ (EN) C.D. Stanton, Medieval maritime warfare, Pen & Sword Maritime, 2015, ISBN 978-1-78159-251-9. URL consultato il 23 maggio 2021.
  3. ^ (EN) M. North, The Baltic - A history, Harvard University Press, 2015, p. 58, ISBN 978-0-674-74410-3. URL consultato il 23 maggio 2021.
  4. ^ (DE) Bomben auf Stralsund am 06. Oktober 1944, su parow-info.de. URL consultato il 4 giugno 2021.
  5. ^ (EN) UNESCO, Historic Centres of Stralsund and Wismar, su whc.unesco.org. URL consultato il 4 giugno 2021.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN146061010 · SBN CFIL003256 · BAV 494/32997 · LCCN (ENn50027114 · GND (DE4057860-4 · BNF (FRcb11972286w (data) · J9U (ENHE987007554824305171 · NSK (HR000759207 · WorldCat Identities (ENlccn-n50027114