Subsistit in

Subsistit in ("sussiste in") è una locuzione latina che compare nella Lumen gentium,[1] la costituzione apostolica del Concilio Vaticano II sulla Chiesa cattolica. Dopo il Concilio, l'espressione “sussiste in” fu oggetto di un ampio dibattito per il mancato uso della più semplice e netta "è".

In generale, coloro che vedono pochi o nessun cambiamento nell'insegnamento della Chiesa del Vaticano II insistono sull'equivalenza tra subsistit in e l'uso del verbo "essere"; coloro che invece sottolineano una nuova spinta ecumenica nel Vaticano II insistono sul fatto che il termine fu introdotto come un compromesso dopo molte discussioni e che apporta delle novità all'insegnamento conciliare. Il contesto è il seguente (corsivo aggiunto):

«Questa è l'unica Chiesa di Cristo, che nel Simbolo professiamo una, santa, cattolica e apostolica e che il Salvatore nostro, dopo la sua resurrezione, diede da pascere a Pietro (cfr. Gv 21,17), affidandone a lui e agli altri apostoli la diffusione e la guida (cfr. Mt 28,18ss), e costituì per sempre colonna e sostegno della verità (cfr. 1 Tm 3,15). Questa Chiesa, in questo mondo costituita e organizzata come società, sussiste nella Chiesa cattolica, governata dal successore di Pietro e dai vescovi in comunione con lui, ancorché al di fuori del suo organismo si trovino parecchi elementi di santificazione e di verità, che, appartenendo propriamente per dono di Dio alla Chiesa di Cristo, spingono verso l'unità cattolica. Come Cristo ha compiuto la redenzione attraverso la povertà e le persecuzioni, così pure la Chiesa e chiamata a prendere la stessa via per comunicare agli uomini i frutti della salvezza.»

Si tratta di un dibattito sull'integrità istituzionale della Chiesa e sulla pienezza dei suoi mezzi di salvezza.[1]

Tuttavia, la stessa Lumen gentium (n. 14) suggerisce un'interpretazione quando sottolinea:

«Il santo Concilio si rivolge quindi prima di tutto ai fedeli cattolici. Esso, basandosi sulla sacra Scrittura e sulla tradizione, insegna che questa Chiesa peregrinante è necessaria alla salvezza. Solo il Cristo, infatti, presente in mezzo a noi nel suo corpo che è la Chiesa, è il mediatore e la via della salvezza; ora egli stesso, inculcando espressamente la necessità della fede e del battesimo (cfr. Gv 3,5), ha nello stesso tempo confermato la necessità della Chiesa, nella quale gli uomini entrano per il battesimo come per una porta.»

Aspetti generali

[modifica | modifica wikitesto]
Lo stesso argomento in dettaglio: Extra Ecclesiam nulla salus.

Il significato corretto dell'espressione "sussiste in" ha importanti implicazioni per il modo in cui la Chiesa cattolica vede se stessa e le sue relazioni con le altre comunità cristiane e le altre religioni. Sono stati sollevati dubbi sul fatto che la Lumen gentium abbia alterato la frase di lunga data secondo la quale la Chiesa di Cristo è la Chiesa cattolica.[2]

La Mystici corporis Christi afferma:

«a definire e descrivere questa verace Chiesa di Cristo (che è la Chiesa Santa, Cattolica, Apostolica Romana) (cfr. Conc. Vat., Const. de Fide cath., cap. I), nulla si trova di più nobile, di più grande, di più divino di quell' espressione con la quale essa vien chiamata "il corpo mistico di Gesù Cristo"; espressione che scaturisce e quasi germoglia da ciò che viene frequentemente esposto nella Sacra Scrittura e nei Santi Padri.»

Questa posizione fu ribadita dalla Humani generis (nn. 27-28).

La Lumen gentium riconosce che altre comunità ecclesiali cristiane presentano elementi di santificazione e di verità. E il Concilio ha usato il termine tradizionale “Chiesa” - nel senso di "Chiesa particolare" e non di "Chiesa universale" - per riferirsi alle Chiese ortodosse orientali che non sono in piena comunione col Papa:

«Siccome poi quelle Chiese, quantunque separate, hanno veri sacramenti - e soprattutto, in virtù della successione apostolica, il sacerdozio e l'eucaristia - che li uniscono ancora a noi con strettissimi vincoli, una certa « communicatio in sacris », presentandosi opportune circostanze e con l'approvazione dell'autorità ecclesiastica, non solo è possibile, ma anche consigliabile.»

Durante il Concilio Vaticano II, la Chiesa cattolica ha usato sia la formula "sussiste in" che "è", affermando nel Decreto sulle Chiese orientali:

«La Chiesa santa e cattolica, che è il corpo mistico di Cristo, si compone di fedeli che sono organicamente uniti nello Spirito Santo da una stessa fede, dagli stessi sacramenti e da uno stesso governo, e che unendosi in varie comunità stabili, congiunti dalla gerarchia, costituiscono le Chiese particolari o riti.»

Sia prima che dopo la Riforma protestante del XVI secolo, la teologia cattolica identificava la Chiesa di Cristo con la Chiesa cattolica. Tale magistero fu confermato con l'insegnamento dei Pio XI e Pio XII. Al Concilio Vaticano II, la bozza preparatoria del Decreto sulla Chiesa conteneva questo insegnamento di lunga data, seguendo Pio XII nell'identificare il Corpo mistico di Cristo con la Chiesa cattolica.[1]

L'ecclesiologo americano Joseph A. Komonchak narrò la discussione di questo insegnamento durante il Concilio. Secondo lui, la Commissione dottrinale del Concilio spiegò il cambiamento nella stesura finale della Lumen gentium da “è” a “sussiste in”, “affinché l'espressione si accordasse meglio con l'affermazione sugli elementi ecclesiali presenti altrove”. Komonchak sottolinea che, poiché "alcuni volevano rafforzare l'affermazione, altri indebolirla", la Commissione dottrinale del Vaticano II decise di confermare il cambiamento del verbo. Seguendo "la prima regola dell'ermeneutica conciliare", dovremmo esaminare le dichiarazioni del Vaticano II su questi "elementi ecclesiali" che si trovano al di fuori della Chiesa cattolica.

La Lumen gentium preferiva parlare di coloro che erano "pienamente incorporati" nella Chiesa ed evitava il termine "appartenenza", senza però spiegarne il motivo.[4] Il documento menziona "diversi elementi di santificazione e di verità si trovano al di fuori della sua struttura visibile".[5] Gli elementi menzionati come "presenti altrove"[senza fonte] includono i doni dello Spirito Santo, gli ausili per la salvezza, una parziale professione di fede e i sacramenti.[6]

Ciò è rafforzato nel decreto sull'ecumenismo Unitatis redintegratio, che dice:

«tra gli elementi o beni dal complesso dei quali la stessa Chiesa è edificata e vivificata, alcuni, anzi parecchi ed eccellenti, possono trovarsi fuori dei confini visibili della Chiesa cattolica: la parola di Dio scritta, la vita della grazia, la fede, la speranza e la carità, e altri doni interiori dello Spirito Santo ed elementi visibili. Tutte queste cose, le quali provengono da Cristo e a lui conducono, appartengono a buon diritto all'unica Chiesa di Cristo

Il decreto poi afferma:

«...solo per mezzo della cattolica Chiesa di Cristo, che è il mezzo generale della salvezza, si può ottenere tutta la pienezza dei mezzi di salvezza.»

Walter Kasper ha sottolineato che, riguardo all'affermazione che la pienezza della Chiesa di Cristo risiede nella Chiesa cattolica, questa "non si riferisce alla santità soggettiva, ma ai mezzi di salvezza sacramentali e istituzionali, i sacramenti e i ministeri"[1].

Disputa post-conciliare

[modifica | modifica wikitesto]

Fraternità sacerdotale San Pio X

[modifica | modifica wikitesto]

La Fraternità sacerdotale San Pio X ritiene la Lumen gentium come una delle dichiarazione problematiche del Vaticano II, ravvisando nell'uso del subsistit in al posto di est un'abdicazione della Chiesa cattolica che ha rinunciato a proclamarsi come l'unica Chiesa di Dio, identificazione che la Fraternità ritiene obbligatoria.[7]

Hervé Legrand

[modifica | modifica wikitesto]

Il sacerdote cattolico Hervé Legrand afferma che la parte relativa al subsistit in nella notificazione del 1985 riguardante i libri di Leonard Boff, così come nella Dominus Iesus, sono errate. Egli asserisce:[8]

«il ricorso agli Acta Synodalia [del Vaticano II] permette di stabilire, con certezza quasi assoluta, che il ricorso al verbo 'sussistere' è stato fatto per evitare l'identificazione esclusiva tra la Chiesa di Cristo e la Chiesa cattolica. [...] La decisione presa in commissione non offre alcuna traccia di un significato scolastico dato al termine subsistit, ma offre la prova dell'uso di questa parola per evitare l'identificazione pura e semplice tra la Chiesa di Cristo e la nostra Chiesa [cattolica].»

Sebastian Tromp

[modifica | modifica wikitesto]

Sebastian Tromp, gesuita olandese, teologo neo-scolastico vicino a Papa Pio XII, è considerato il principale, anche se non riconosciuto, autore della Mystici corporis Christi. Come peritus del cardinale Alfredo Ottaviani durante il Concilio Vaticano II, Tromp fu anche, secondo le registrazioni su nastro e i diari esistenti, il padre del subsistit in, che per la sua comprensione del latino non significava nulla di nuovo ma indicava completezza.[9] Tuttavia, Francis A. Sullivan ha sottolineato:[10]

«Se si considera il fatto che la bozza in cui est era stato cambiato in subsistit in era la prima che parlava di "Chiese" e "comunità ecclesiastiche" che si trovano al di fuori della Chiesa cattolica, difficilmente si può sfuggire alla conclusione che la commissione dottrinale non era d'accordo con Tromp, che aveva insistito con forza sul fatto che subsistit in doveva essere inteso come exclusivum, con la conseguenza che al di fuori della Chiesa cattolica non potevano esserci altro che elementi.»

Congregazione per la dottrina della fede

[modifica | modifica wikitesto]

In una notificazione del 1985 relativa al volume "Chiesa: carisma e potere" di padre Leonardo Boff, OFM, la Congregazione per la dottrina della fede affermava:[11]

«Per giustificare questa concezione relativizzante della Chiesa — che sta a fondamento delle critiche radicali rivolte alla struttura gerarchica della Chiesa cattolica — L. Boff si appella alla Costituzione Lumen gentium (n. 8) del Concilio Vaticano II. Dalla famosa espressione del Concilio « Haec Ecclesia (sc. unita Christi Ecclesia)... subsistit in Ecclesia Catholica », egli ricava una tesi esattamente contraria al significato autentico del testo conciliare, quando afferma: « Di fatto essa (sc. l'unica Chiesa di Cristo) può pure sussistere in altre chiese cristiane » (p. 131). Il Concilio aveva invece scelto la parola « subsistit » proprio per chiarire che esiste una sola « sussistenza » della vera Chiesa, mentre fuori della sua compagine visibile esistono solo « elementa Ecclesiae » che — essendo elementi della stessa Chiesa — tendono e conducono verso la Chiesa cattolica (LG 8). Il Decreto sull'ecumenismo esprime la stessa dottrina (UR 3-4), la quale fu di nuovo precisata nella Dichiarazione Mysterium Ecclesiae, n. 1 (AAS 65 [1973], 396-398).»

Nella Dominus Iesus (2000), la Congregazione per la dottrina della fede rilevò:[12]

«Con l'espressione «subsistit in», il Concilio Vaticano II volle armonizzare due affermazioni dottrinali: da un lato che la Chiesa di Cristo, malgrado le divisioni dei cristiani, continua ad esistere pienamente soltanto nella Chiesa Cattolica, e dall'altro lato « l'esistenza di numerosi elementi di santificazione e di verità al di fuori della sua compagine », ovvero nelle Chiese e Comunità ecclesiali che non sono ancora in piena comunione con la Chiesa Cattolica. Ma riguardo a queste ultime, bisogna affermare che « il loro valore deriva dalla stessa pienezza della grazia e della verità che è stata affidata alla Chiesa Cattolica ».»

In un responsa ufficiale del 2007, la Congregazione per la dottrina della fede descrisse l'uso del subsistit in nei seguenti termini:[13]

«Nella Costituzione dogmatica Lumen gentium 8 la sussistenza è questa perenne continuità storica e la permanenza di tutti gli elementi istituiti da Cristo nella Chiesa cattolica, nella quale concretamente si trova la Chiesa di Cristo su questa terra.»

Secondo alcuni autori vi sono delle incongruenze in questi responsa rispetto a teologi che ne danno un'interpretazione più liberale, quali: Christopher Butler, Yves Congar, George Tavard, Joseph A. Komonchak e Francis A. Sullivan.[1][14]

Joseph Ratzinger

[modifica | modifica wikitesto]

In un'intervista del 2000 alla Frankfurter Allgemeine Zeitung, l'allora cardinale Ratzinger, prefetto della Congregazione per la dottrina della fede (poi eletto papa Benedetto XVI), rispose alle critiche alla Dominus Iesus:[15]

«Il concetto espresso da[lla parola] "è" è molto più ampio di quello espresso da "sussistere". "Sussistere" è un modo molto preciso di essere, cioè di essere come soggetto, che esiste in sé. Così i Padri conciliari intendevano dire che l'essere della Chiesa in quanto tale è un'entità più ampia della Chiesa cattolica romana, ma all'interno di quest'ultima acquisisce, in modo incomparabile, il carattere di vero e proprio soggetto.»

Il cardinale Dulles sostenne che il subsitit in era "un'espressione deliberatamente scelta per ammettere [l'esistenza del]la realtà ecclesiale di altre comunità cristiane", implicando che i cristiani non cattolici sono membri del Corpo di Cristo, e quindi della Chiesa.[16]

Codice di diritto canonico

[modifica | modifica wikitesto]

In modo coerente con la Lumen gentium, anche il Codice di diritto canonico del 1983 afferma:

«Questa Chiesa, costituita e ordinata nel mondo come società, sussiste nella Chiesa cattolica, governata dal successore di Pietro e dai Vescovi in comunione con lui.»
  1. ^ a b c d (EN) The Church of Christ and the Churches: Is the Vatican retreating from ecumenism?, su America Magazine, 27 agosto 2007. URL consultato il 17 dicembre 2019.
  2. ^ Peter Hebblethwaite, Pope Paul VI,Paulist Press 1993
  3. ^ Come citato in Catechism of the Catholic Church, su catholicculture.org.
  4. ^ Tuttavia, nella versione del sito vatican.va le occorrenze dei due termini sono praticamente le stesse.
  5. ^ Ncitazine dal sito della Santa Sede:"Questa Chiesa, in questo mondo costituita e organizzata come società, sussiste nella Chiesa cattolica, governata dal successore di Pietro e dai vescovi in comunione con lui, ancorché al di fuori del suo organismo si trovino parecchi elementi di santificazione e di verità, che, appartenendo propriamente per dono di Dio alla Chiesa di Cristo, spingono verso l'unità cattolica."
  6. ^ The subsisting Church - Commonweal Magazine, su commonwealmagazine.org. URL consultato il 24 settembre 2019.
  7. ^ Allocuzione di padre Franz Schmidberger, primo assistente del Superiore Generale della FSPPX, 22 febbraio 2001.
  8. ^ (FR) Hervé Legrand, Quelques réflexions ecclésiologiques sur l'Histoire du concile Vatican II de G. Alberigo, in Revue des sciences philosophiques et théologiques, vol. 90, n. 3, 2006, pp. 495-520, DOI:10.3917/rspt.903.0495, ISSN 0035-2209 (WC · ACNP).
  9. ^ Alexandra von Teuffenbach, Die Bedeutung des subsistit in (LG8). Zum Selbstverständnis der katholischen Kirche, Herbert Utz Verlag, München 2002 ISBN 3-8316-0187-9; Alexandra von Teuffenbach, Konzilstagebuch Sebastian Tromp SJ mit Erläuterungen and Akten aus der Arbeit der Theologischen Kommission, 2006, Editrice Pontificia Università Gregoriana ISBN 978-88-7839-057-7
  10. ^ Francis Sullivan, SJ, Quaestio Disputata: A response to Karl Becker, SJ, on the Meaning of Subsistit in, in Theological Studies, vol. 67, n. 2, 2006, pp. 395-409, DOI:10.1177/004056390606700207.
  11. ^ Joseph Ratzinger e Alberto Bovone, notificatio de scripto p. Leonardi Boff, OFM, "Chiesa.: carisma e potere", su vatican.va, 11 marzo 1985.
  12. ^ Dominus Iesus, su vatican.va.
  13. ^ William Levada e Angelo Amato, Risposte a quesiti riguardanti alcuni aspetti circa la dottrina della Chiesa, su vatican.va, 29 giugno 2007.
  14. ^ Where is The Church, su vatican2voice.org. URL consultato il 17 dicembre 2019.
  15. ^ ANSWERS TO MAIN OBJECTIONS AGAINST DOMINUS IESUS, su EWTN. URL consultato il 15 giugno 2023 (archiviato dall'url originale il 14 febbraio 2001).
  16. ^ (EN) Avery Dulles, A Half Century of Ecclesiology, in Theological Studies, vol. 50, n. 3, 1989, pp. 419-442, DOI:10.1177/004056398905000301, ISSN 0040-5639 (WC · ACNP). — pp. 420–431
Ulteriori letture

Voci correlate

[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]
  Portale Cattolicesimo: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di cattolicesimo