Suore della misericordia delle Americhe

Le Suore della Misericordia delle Americhe (in inglese Sisters of Mercy of the Americas) sono un istituto religioso femminile di diritto pontificio: i membri di questa congregazione pospongono al loro nome la sigla R.S.M.[1]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La congregazione deriva dalle Suore della Misericordia di Catherine McAuley (1778-1841), fondate nel 1827 a Dublino:[2] nel 1843 una comunità si stabilì a Pittsburgh, da dove le sorelle si diffusero in tutti gli Stati Uniti d'America. Per quanto riguarda la forma di governo, le varie comunità mantennero l'organizzazione monastica della congregazione di origine: erano, cioè, organizzate in case autonome, indipendenti dalla casa madre e poste alle dirette dipendenze dei vescovi locali.[3]

Nel 1927 le superiore di alcuni conventi statunitensi decisero di avviare un processo di riunificazione delle case di Suore delle Misericordia: 29 monasteri e le loro filiali si unirono e andarono a costituire un nuovo istituto centralizzato, approvato dalla Santa Sede il 1º marzo 1929.[3] Le costituzioni delle Suore della Misericordia delle Americhe vennero approvate definitivamente dalla Santa Sede il 2 luglio 1940.[3]

Attività e diffusione[modifica | modifica wikitesto]

Le Suore della Misericordia si dedicano a diverse opere educative e assistenziali.[3][4]

Oltre che negli Stati Uniti d'America, sono presenti in Argentina, Belize, Cile, Giamaica, Guam, Guatemala, Guyana, Honduras, Panama, Perù:[3][5] la sede generalizia è a Silver Spring (Maryland).[1]

Al 31 dicembre 2005 l'istituto contava 4.903 religiose in 2.198 case.[1]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Ann. Pont. 2007, p. 1633.
  2. ^ DIP, vol. V (1978), coll. 1103-1106, voce a cura di G. Rocca.
  3. ^ a b c d e DIP, vol. V (1978), coll. 1398-1401, voce a cura di G. Rocca.
  4. ^ How We Serve, su sistersofmercy.org. URL consultato il 7 giugno 2009 (archiviato dall'url originale il 1º febbraio 2009).
  5. ^ Geographic Communities, su sistersofmercy.org. URL consultato il 7 giugno 2009 (archiviato dall'url originale il 12 febbraio 2009).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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