Teatro San Bartolomeo

Teatro San Bartolomeo
Facciata dell'attuale chiesa, ex teatro San Bartolomeo
Ubicazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
LocalitàNapoli
IndirizzoVia San Bartolomeo
Realizzazione
Costruzione1620
Inaugurazione1683

Il San Bartolomeo era un teatro d'opera napoletano, attivo principalmente tra il XVII e il XVIII secolo; prima della costruzione del San Carlo, avvenuta nel 1737, era il principale teatro della città partenopea.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Fu edificato nel 1620 nelle vicinanze della chiesa di San Bartolomeo dall'Ospedale degli Incurabili, allo scopo di accrescere i propri introiti grazie ai proventi derivanti dagli spettacoli: tra l'altro nel 1644 Filippo IV di Spagna concesse alla congregazione dei privilegi speciali sulle commedie. A causa delle forti speculazioni messe in atto, finì che fu la congregazione a mantenere il palcoscenico, anziché viceversa.

Fu il palcoscenico in cui vennero messe in scena a Napoli le prime vere opere, inizialmente lavori di Claudio Monteverdi e di altri compositori dell'Italia settentrionale. Solo nel 1655 fu messa in scena la prima opera di un compositore locale, La fedeltà trionfante di Giuseppe Alfiero. Bisognerà invece aspettare il 1684 per avere la prima opera prodotta da un librettista e compositore napoletano.

Alla struttura è legato anche il nome di Andrea Perrucci (1651-1704), autore di teatro e librettista, che fu poeta del teatro[1]

Il 6 febbraio 1681 fu distrutto da un incendio, del quale venne data così notizia nelle cronache del tempo:

«La notte di detto giorno, dopo essersi rappresentata nel Teatro di S. Bartolomeo l'opra in musica, vi s'accese poche ore dopo il fuoco, che restò in breve tempo tutto incenerito, e perché venne sopraggiungendo il giorno, si ebbe fortuna di salvare con le diligenze le case vicine.»

. La ricostruzione, in seguito all'incendio patito, fu rapidissima: tempo due anni, le "opre in musica" - nel frattempo messe in scena nel teatro di San Giovanni de' Fiorentini - poterono tornare ad esservi rappresentate. il 18 novembre 1696 vi venne rappresentata - nel teatro rinnovato e ingrandito grazie al munifico intervento del viceré duca di Medinaceli - l'opera Comodo Antonino, composta da Alessandro Scarlatti, al tempo maestro della Cappella Reale[2]. Nel 1733 vi venne rappresentato il primo intermezzo, La serva padrona di Giovan Battista Pergolesi su libretto di Gennaro Antonio Federico e nel 1737 con l'apertura del San Carlo perse la sua "egemonia" nella città: il teatro smise di funzionare e lo stabile fu convertito in chiesa nello stesso anno da Angelo Carasale che aprì la chiesa della Graziella al posto della platea.

A causa del terribile sisma dell'80 la chiesa fu chiusa al pubblico; riaperta solo nel dicembre 2014, è sede del centro di musica da camera CERSIM.

Prime assolute (lista incompleta)[modifica | modifica wikitesto]

Si evidenziano i titoli più rilevanti nella storia dal genere.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ «Perrucci, Andrea», in Dizionario Biografico degli Italiani, Istituto dell'Enciclopedia italiana Treccani, Roma (on-line)
  2. ^ A. Magaudda, I teatri e le opere, in A. Magaudda, D. Costantini, p. 95.
  3. ^ Nicolò Maccavino e Ausilia Magaudda, La Religione giardiniera (Napoli, 1698) - Il giardino di rose (Roma, 1707): nuove acquisizioni, in Niccolò Maccavino (a cura di), Devozione e passione. Alessandro Scarlatti nel 350° anniversario della nascita. Atti del Convegno Internazionale di Studi, Soveria Mannelli, Rubbettino, 2013, p. 306.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Ausilia Magaudda e Danilo Costantini, Musica e spettacolo nel Regno di Napoli attraverso lo spoglio della «Gazzetta» (1675-1768), Roma, Ismez, 2009.

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