Terremoto di Catania del 1169

Terremoto di Catania del 1169
Data4 febbraio 1169
Ora12:00
Magnitudo momento6,6 (stimata[1])
EpicentroMare Ionio tra Catania e Siracusa
37°17′52.28″N 15°21′08.84″E / 37.297855°N 15.352456°E37.297855; 15.352456
Stati colpiti Regno di Sicilia
Maremoto
Vittimevariamente quantificato, oltre 15 000
Mappa di localizzazione: Italia
Terremoto di Catania del 1169
Posizione dell'epicentro

Il terremoto del 1169 fu un evento sismico catastrofico che colpì Catania, la costa orientale della Sicilia e la Calabria meridionale all'alba del 4 febbraio 1169[2][3].

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La scossa raggiunse il X grado della scala MCS[2] e l'epicentro fu individuato nel mare Ionio lungo la costa tra Catania e Siracusa. In base alle testimonianze storiche dell’epoca, la magnitudo momento (Mw) del fenomeno è stata stimata dai ricercatori di geologia storica dell’INGV in 6,6[4].

Il numero delle vittime nel capoluogo etneo, venne stimato tra le 15.000 e le 20.000 persone (la quasi totalità della popolazione)[2] [1].I paesi principali della provincia e le città del Val di Noto, della Piana di Catania e della Val Demone furono falcidiati dal terribile sisma. Le città di Catania, Lentini, Modica e Piazza Armerina vennero rase al suolo[3]. Secondo alcune fonti antiche si verificò anche un'eruzione dell'Etna con crollo parziale del versante orientale[5][6].

Anche la città di Messina[3] subì i danni di un maremoto provocato dall'evento sismico, che ancora più intensamente colpì le coste ioniche della Sicilia risalendo per circa 6 km il corso del fiume Simeto[3]. La furia delle acque distrusse il villaggio di Casal Simeto che non venne mai più ricostruito.

Un elevato numero di fedeli e del clero catanese, compreso il vescovo della città Giovanni d'Aiello, morirono sotto il crollo della Cattedrale di Sant'Agata mentre era in corso una funzione religiosa alla vigilia della festa di Sant'Agata che ricorre il 5 febbraio (la cosiddetta "Messa dell'aurora")[7]. Secondo una leggenda, solo quando i catanesi decisero di portare in processione le reliquie della Martire lo sciame sismico si arrestò.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Stucchi et alias, DBMI04, il database delle osservazioni macrosismiche dei terremoti italiani per la compilazione del catalogo parametrico CPTI04, 2007.
  2. ^ a b c Guidoboni, pp. 34-ss.
  3. ^ a b c d Da corriere.it
  4. ^ Lorenzo Pasqualini, Il forte terremoto di Mw 6.6 del 4 febbraio 1168 che colpì la Sicilia Orientale, su blueplanetheart.it, 3 febbraio 2018. URL consultato il 4 febbraio 2019.
  5. ^ redazione meteoweb, Gli Tsunami Italiani antichi, dal neolitico al ‘500, su meteoweb.eu. URL consultato l'8 agosto 2017.
  6. ^ Le fonti che parlano di eruzione contemporanea ad Agnello non sembravano del tutto affidabili, cfr. Agnello, pp. 108-110, ma sono da identificare con la colata del 1169 per secoli erroneamente datata al 1381, cfr. S. Branca et al., Carta Geologica dell'Etna, 2012 e articoli correlati.
  7. ^ Pagina 367, Antonino Mongitore, "Della Sicilia ricercata" [1], Arnaldo Forni editore, Volume due, Palermo, ristampa 1742 - 1743.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Emanuela Guidoboni, Catania medievale e il terremoto del 4 febbraio 1169, in Catania, terremoti e lave: dal mondo antico alla fine del Novecento. Boschi, Enzo; Guidoboni, Emanuela, Bologna, 2001, pp. 35-64.
  • Giuseppe M. Agnello, Il terremoto del 1169 in Sicilia tra miti storiografici e cognizione storica, in La Sicilia dei terremoti. Lunga durata e dinamiche sociali (a cura di Giuseppe Giarrizzo), Catania, Giuseppe Maimone Editore, 11-13 dicembre 1995, ISBN 88-7751-106-0.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]