Terremoto di Umbria e Marche del 1997

Terremoto dell'Umbria e Marche del 1997
Mappa dell'epicentro Mainshock secondo la scala Mercalli-Cancani-Sieberg
Data26 settembre 1997
Ora11:40:24 (UTC+2)
Magnitudo momento6.0[1]
Profondità9.8[1] km
EpicentroAnnifo, Colfiorito (Comune di Foligno)
43°05′02.4″N 12°48′43.2″E / 43.084°N 12.812°E43.084; 12.812
Stati colpitiBandiera dell'Italia Italia
Intensità MercalliVIII
Vittime11 morti, 100 feriti e oltre 80.000 case danneggiate[2]
Mappa di localizzazione: Italia
Terremoto di Umbria e Marche del 1997
Posizione dell'epicentro

Il terremoto di Umbria e Marche del 1997 interessò parte delle due regioni dell'Italia centrale nel settembre-ottobre 1997 e nel marzo 1998, con una scossa principale la mattina del 26 settembre 1997. Il sisma ebbe magnitudo 6.0 e intensità massima del IX grado Mercalli,[2] con epicentro alle coordinate geografiche 43°05′02.4″N 12°48′43.2″E / 43.084°N 12.812°E43.084; 12.812 (Terremoto del 26 settembre 1997).

Sciame sismico[modifica | modifica wikitesto]

Tracciato sismico del terremoto Umbria Marche del 1997

L'inizio della crisi tellurica avvenne nella primavera del 1997 con una serie di scosse registrate nel comune di Massa Martana, in provincia di Perugia. Nell'estate invece, un gran numero di piccoli eventi fu registrato nell'appennino umbro-marchigiano, interessando i comuni di Foligno e Serravalle di Chienti. Il 4 settembre ci fu un'altra scossa (magnitudo 4.5).

Da lì in poi, questi paesi non furono mai abbandonati dal sisma e la gente iniziò a preoccuparsi seriamente. La stessa Protezione Civile umbra aveva predisposto un'attrezzata tendopoli a Colfiorito, nonostante nella frazione folignate non si fossero ancora registrati danni; non altrettanto avvenne nel comune di Serravalle, dove invece alcune abitazioni erano già lesionate.[4]

Le scosse del 26 settembre[modifica | modifica wikitesto]

Il 26 settembre, alle 2:33, ci fu una scossa di terremoto del VIII-IX grado della scala Mercalli, di magnitudo 5.7[5], con epicentro a Cesi, frazione di Serravalle di Chienti. A Collecurti, una frazione di Serravalle, una coppia di anziani coniugi morì sotto le macerie della propria abitazione.[6] Numerose case furono danneggiate gravemente dal sisma, specialmente quelle dei comuni di Foligno e di Nocera Umbra, dove risultò inagibile circa l'85% degli immobili.

Quella delle 2:33 fu in un primo momento considerata la scossa di maggiore intensità di tutto lo sciame, e per l'immediato futuro furono previste semplici scosse di "assestamento" e di intensità minore. Fu in particolare il sottosegretario alla Protezione Civile Franco Barberi, intervistato da Unomattina, a dichiarare inverosimile l'eventualità di una scossa più forte.[7] La mattina molte scuole furono chiuse o per precauzione o per inagibilità. Molte chiese, fra le quali la Basilica di San Francesco ad Assisi, subirono gravi danni.

Nello stesso giorno, alle 11:40:26, una scossa di magnitudo 6.0 e IX grado Mercalli, con una profondità di 9.8 km ed epicentro ad Annifo[8] sconvolse ancora moltissimi paesi tra l'Umbria e le Marche. Fu questo il maggiore evento registrato. Dopo le due vittime del mattino, si aggiunsero altre otto vittime.

Scosse successive[modifica | modifica wikitesto]

Il 14 ottobre, alle 17:25, un distinto terremoto, con epicentro tra Sellano e Preci, colpì nuovamente le zone terremotate con una magnitudo di 5.6, aggravando la già pessima situazione delle abitazioni. È rimasta famosa per il crollo della lanterna del Palazzo Comunale di Foligno, già danneggiato dalle precedenti scosse. I vigili del fuoco lo stavano aggiustando. Il torrino è stato in seguito restaurato e inaugurato nel 2007, in occasione dei dieci anni dal sisma.

Dopo un periodo di continue scosse minori, il 26 marzo 1998 fu registrata una scossa con epicentro questa volta a Gualdo Tadino, con una magnitudo pari a 5.4. Questa fu avvertita in moltissime città italiane a causa della grande profondità dell'ipocentro, localizzato a ben 45 km.[9] La profondità, d'altra parte, attenuò la potenza del terremoto nei territori adiacenti all'epicentro, limitando i danni. Le scosse di maggior intensità finirono tra il 3 e 5 aprile, con 5.1 e 4.7 di magnitudo rispettivamente.

Il 1º novembre 1997 presso il COM (Centro Operativo Misto) del comune di Foligno, fu sperimentato grazie alla collaborazione tra esercito e comune il primo sito internet al mondo di una emergenza nazionale di protezione civile "www.terremoto.org" ;[10][11] Il sito internet permise di comunicare in tempo reale per la prima volta i dati dei campi di accoglienza superando la tecnologia FAX; delegazioni francesi e di tutto il mondo poterono apprezzare la neo tecnologia internet nella gestione delle emergenze.

Sequenza delle scosse[modifica | modifica wikitesto]

Di seguito, ecco la lista dettagliata delle maggiori scosse telluriche registrate nel periodo compreso tra il 1997 ed il 1998 in Umbria e Marche[12]. Le caselle della sezione della scossa principale hanno sfondo blu.

Data Ora locale Mercalli Magnitudo Epicentro
5 maggio 1997 14:03 V 3.4 Massa Martana
12 maggio 1997 15:51 VII 4.7 Massa Martana
4 settembre 1997 00:07 VI-VII 4.5 Colfiorito
26 settembre 1997 02:33 VIII-IX 5.7 Cesi
26 settembre 1997 11:40 IX 6.0 Annifo
2 ottobre 1997 21:38 V-VI 4.4 Sansepolcro
2 ottobre 1997 23:38 VI 4.3 Sansepolcro
3 ottobre 1997 10:55 VII 5.2 Colfiorito
4 ottobre 1997 18:13 VI 4.6 Sellano-Preci
7 ottobre 1997 01:24 VII-VIII 5.4 Colfiorito
12 ottobre 1997 13:08 VI- VII 5.1 Sellano-Preci
14 ottobre 1997 17:23 VII-VIII 5.6 Sellano-Preci
9 novembre 1997 20:07 VI-VII 4.8 Sellano-Preci
26 marzo 1998 17:26 VII 5.4 Gualdo Tadino
3 aprile 1998 09:26 VI-VII 5.1 Gualdo Tadino
5 aprile 1998 17:52 VI-VII 4.8 Gualdo Tadino
5 giugno 1998 23:57 V-VI 4.1 Gualdo Tadino
26 giugno 1998 02:32 V-VI 3.9 Colfiorito

Danni e vittime[modifica | modifica wikitesto]

Un edificio terremotato a Pale (Foligno) (2012)

I comuni maggiormente interessati dal sisma furono Foligno (sia le frazioni montane sia il capoluogo), Nocera Umbra, Preci, Sellano, Assisi e Spello in Umbria, Fabriano, Serravalle di Chienti e Camerino nelle Marche.

La scossa notturna del 26 settembre lesionò gravemente gli edifici dei centri appenninici causando la morte di una coppia di anziani coniugi sepolti dalle macerie. Quella del mattino determinò il crollo di alcuni edifici o parti di essi, già lesionati dalle scosse precedenti, fra cui la volta giottesca della Basilica superiore di San Francesco ad Assisi.

I danni vi furono anche nelle Marche, e in particolare nelle zone più vicine al confine con l'Umbria e quindi più vicine all'epicentro.

A Camerino e San Severino Marche molti edifici presentarono vistose crepe e vi furono dissesti stradali, alcuni edifici vennero dichiarati inagibili; a Caldarola vi furono crepe, di minor entità, nel Palazzo Pallotta, al Castello Pallotta e alla chiesa dei Santi Gregorio e Valentino. Si registrarono danni notevoli anche a Visso, Fabriano, Matelica, Pioraco e Fiuminata.

Nel crollo di Assisi restarono uccise quattro persone, di cui due tecnici e due frati, che stavano verificando i danni. Le immagini di questo crollo furono riprese dal cameraman di Umbria Tv Paolo Antolini, che in quel momento si trovava all'interno della basilica insieme alla giornalista Sofia Coletti. Nel crollo i due redattori rimasero illesi mentre le loro immagini fecero il giro del mondo. Il bilancio definitivo fu di 11 morti, circa 100 feriti e almeno 80.000 sfollati.

Del terremoto esiste un'altra emblematica ripresa: quella sul crollo, il 14 ottobre, della lanterna del Palazzo Comunale di Foligno, già gravemente lesionata dalle scosse precedenti. Complessivamente il terremoto umbro-marchigiano causò, direttamente o indirettamente, il decesso di undici persone e ingenti danni a monumenti e opere d'arte. Solo per il restauro della volta della basilica assisiate, in particolare, occorsero circa 35 milioni di euro.[13] Per i circa 33.000 interventi di soccorso furono previsti approssimativamente 8 miliardi di euro di spesa.[14]

A distanza di anni, molti abitanti delle zone terremotate (Sellano, Foligno, Serravalle di Chienti) vivevano ancora nelle case in legno strutturale. Queste case hanno sostituito gli iniziali container in lamiera forniti dalla Protezione Civile.

Secondo i dati dell'Osservatorio sulla Ricostruzione della Regione Umbria, al dicembre 2014, risultava rientrata nelle case lesionate dal sisma il 97% della popolazione colpita dai danni, con una spesa di 5,106 miliardi di euro.[15]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Earthquakes in Italy, su emidius.mi.ingv.it, ingv.it. URL consultato il 23 ottobre 2022.
  2. ^ a b (EN) USGS, Significant Earthquakes of the World, 1997, su earthquake.usgs.gov. URL consultato l'8 agosto 2009.
  3. ^ Corriere della Sera, La rinascita di Assisi, restaurata la Basilica, su archiviostorico.corriere.it, 28 novembre 1999. URL consultato l'8 agosto 2009 (archiviato dall'url originale il 27 settembre 2015).
  4. ^ L'accusa: «Questo macello si doveva evitare», in Il Messaggero, 27 settembre 1997, p. 32.
  5. ^ Terremoto di magnitudo 6.0 del 24-08-2016 ore 01:36:32 (UTC) in provincia/zona Rieti, su cnt.rm.ingv.it.
  6. ^ Corriere della Sera, Collecurti, il paese che non c'è più, su archiviostorico.corriere.it, 27 settembre 1997. URL consultato l'8 agosto 2009 (archiviato dall'url originale il 15 giugno 2009).
  7. ^ Dopo la seconda scossa, montata la polemica dell'opposizione su Barberi, il sottosegretario si difese asserendo che non si era trattato di una scossa più forte ma di un evento rarissimo: due scosse in rapida successione della stessa energia.
    Gaffe di Barberi: «Il peggio è passato». "Ultime parole famose: escludo scosse più forti", in Il Messaggero, 27 settembre 1997, p. 7.
  8. ^ (EN) E. Lekkas, Fountoulis I., The Umbria (Central Italy) earthquake series of September 26,1997, in Wessex Institute, p. 10.
  9. ^ ofm.org, Assisi, Terremoto nei giorni 26 marzo - 5 aprile 1998, su ofm.org, 6 aprile 1998. URL consultato l'8 agosto 2009 (archiviato dall'url originale il 12 aprile 2009).
  10. ^ Gianmario Gnecchi, Comfoligno1, 24 marzo 2010. URL consultato il 29 settembre 2017.
  11. ^ Wayback Machine, su terremoto.org, 8 febbraio 1999. URL consultato il 29 settembre 2017 (archiviato dall'url originale l'8 febbraio 1999).
  12. ^ Osservatorio sulla ricostruzione, Sintesi della sequenza sismica, su osservatorioricostruzione.regione.umbria.it. URL consultato l'8 agosto 2009 (archiviato dall'url originale l'11 giugno 2009).
  13. ^ la Repubblica, Riapre la Basilica di Assisi sconfitto il terremoto, su repubblica.it, 27 novembre 1999. URL consultato l'8 agosto 2009.
  14. ^ Protezione civile, Ricostruzione Post-Sisma 97, su protezionecivile.regione.umbria.it. URL consultato l'8 agosto 2009.
  15. ^ Gianmario Gnecchi, COM Foligno, su slideshare.net. URL consultato l'11 giugno 2015.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Guido Bertolaso ed Enzo Boschi, I terremoti dell'appennino umbro-marchigiano I secolo a.C. - 2000, Roma-Bologna 1997-2007
  • Gianluigi Nigro, Francesco Fazzio (ed.), Il territorio rinnovato. Uno sguardo urbanistico sulla ricostruzione postsismica in Umbria 1997 – 2007, Quattroemme, Perugia 2007, pp. 190, ill.
  • Francesco Fazzio, Benedetta Bondesan (ed.), I paesaggi nell'Umbria del terremoto. 1997 – 2007. Un Atlante, Quattroemme, Perugia 2007, pp. 149, ill.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàLCCN (ENsh2009009143 · J9U (ENHE987007540624805171