Theotókos

Theotókos (in greco antico: Θεοτόκος?; in latino Deipara[1], o Dei genetrix, o Deifera[2]), adattato in italiano come Teotoco[3][4][5] o, più raramente, Teotoca[6], è un titolo attribuito a Maria di Nazareth il 22 giugno 431, durante il Concilio di Efeso. Letteralmente significa Genitrice di Dio, e spesso viene reso in italiano con Madre di Dio.

Definizione del dogma[modifica | modifica wikitesto]

L'iscrizione indica la Madre di Dio (in greco ΜΡ ΘΥ), in un mosaico nella basilica di Santa Sofia a Costantinopoli.

Nel IV secolo il titolo «Madre di Dio» era ampiamente usato ad Alessandria d'Egitto (uno dei principali centri di elaborazione teologica del cristianesimo antico) ed era conosciuto in tutto l'Impero romano. Fu proclamato dogma dopo la controversia teologica causata dai nestoriani. Nestorio (381–451), Patriarca di Costantinopoli, aveva affermato infatti che Maria non aveva titolo per essere definita «madre di Dio», ma solo «madre di Gesù». La controversia tra Alessandria ed Antiochia fu risolta in un concilio ecumenico.

L'assise si tenne ad Efeso, in Asia Minore, nel 431. Il Concilio di Efeso ribadì il 22 giugno di quell'anno che Maria è Madre di Dio. Secondo il concilio, infatti, Gesù Cristo, pur essendo contemporaneamente Dio e uomo - come già aveva affermato in precedenza il concilio di Nicea - , è un'unica persona: le due nature, divina e umana, sono inseparabili, e perciò Maria può essere legittimamente chiamata "Madre di Dio".

(LA)

«Deiparam [...], non quod Verbi natura Ipsiusque divinitas ortus Sui principium ex sancta Virgine sumpserit, sed quod sacrum illud corpus anima intelligente perfectum ex ea traxerit, cui et Dei Verbum, secundum hypostasim unitum, secundum carnem natum dicitur.»

(IT)

«Madre di Dio [...] non certo perché la natura del Verbo o la sua divinità avesse avuto origine dalla santa Vergine, ma, poiché nacque da lei il santo corpo dotato di anima razionale a cui il Verbo è unito sostanzialmente, si dice che il Verbo è nato secondo la carne.»

La dottrina cristologica del patriarca Nestorio venne rifiutata dal concilio di Efeso perché separava troppo la natura umana di Cristo da quella divina, rischiando - in definitiva - di pensare a Gesù Cristo semplicemente come un uomo "ispirato", "inabitato" dal Verbo di Dio. Il titolo di Theotokos venne quindi confermato dal concilio in opposizione a Nestorio, che gli preferiva il titolo di Christotokos.

Uso del titolo[modifica | modifica wikitesto]

Nell'Ave Maria, la più tipica preghiera mariana del cattolicesimo, Maria viene invocata col titolo Santa Maria, Madre di Dio.

Festa liturgica[modifica | modifica wikitesto]

Nella tradizione liturgica della Chiesa cattolica il primo giorno dell'anno solare (1º gennaio) è tradizionalmente dedicato alla festa di Maria Santissima Madre di Dio, che coincide anche con l'ottavo giorno (la circoncisione) dalla nascita di Gesù. Secondo il rito ambrosiano, la festa viene celebrata nella sesta e ultima domenica di Avvento. La Divina Maternità di Maria, nella Messa tridentina, si ricorda invece il giorno 11 ottobre, a memoria del Concilio di Efeso (e nello stesso giorno papa Giovanni XXIII volle aprire il Concilio Vaticano II nel 1962).

Iconografia[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Iconografia di Maria.

Fin dall' antichità le raffigurazioni della Madonna contenevano i due digrammi in greci maiuscoli MP ΘY che erano abbreviazione di Meter theou (Madre di Dio). I caratteri erano solitamente riportati su sfondo oro.[8]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Cf. deipara, in Treccani.it – Vocabolario Treccani on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
  2. ^ Così in un documento dell'Archivio storico diocesano di Sansepolcro, Archivio Vescovile, Atti episcopali, I, c. 1r, risalente all'anno 1520.
  3. ^ Sofia Boesch Gajano e Raimondo Michetti (a cura di), Europa Sacra. Raccolte agiografiche e identità politiche in Europa fra Medioevo ed Età moderna., Carocci Editore, Roma 2002: pag. 108.
  4. ^ Elio Peretto, Percorsi mariologici nell'antica letteratura cristiana, Libreria Editrice Vaticana, Roma 2001: pag. 164.
  5. ^ Geo Pistarino, Chio dei genovesi nel tempo di Cristoforo Colombo, Comitato nazionale per le celebrazioni del V centenario della scoperta dell'America, Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, Roma 1995: pag. 618.
  6. ^ AA.VV., "Studi veneziani XLVI", Fondazione Giorgio Cini, Istituto di Storia della Società e dello Stato Veneziano, Istituti Editoriali e Poligrafici Internazionali, Pisa/Roma 2003: pag. 147.
  7. ^ CCC 466; (LA) DS 250.
  8. ^ L'Odigitria e l'Eleousa, il fascino dell'iconografia di Maria, su lanuovabq.it.

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