Triossido di dicloro

Triossido di dicloro
Nome IUPAC
Triossido di dicloro
Caratteristiche generali
Formula bruta o molecolareCl2O3
Massa molecolare (u)118,903
Numero CAS17496-59-2
PubChem167661
SMILES
ClOCl(=O)=O
Proprietà termochimiche
ΔfH0 (kJ·mol−1)≈150
S0m(J·K−1mol−1)≈390
Indicazioni di sicurezza
Frasi R--[1]

Il triossido di dicloro è uno dei numerosi ossidi di cloro, e ha formula Cl2O3. Formalmente si può considerare come l'anidride dell'acido cloroso, ed è una molecola altamente instabile, anche a bassa temperatura. In laboratorio non è mai stato preparato in quantità tali da essere osservato a occhio nudo. Sono stati fatti molti studi per capire se Cl2O3 possa essere coinvolto, al pari di altri ossidi di cloro, nel danneggiamento dell'ozono nella stratosfera. Si è concluso che la quantità di Cl2O3 presente nella stratosfera è troppo piccola per avere un effetto sull'ozono.[2]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

L'esistenza di Cl2O3 fu per la prima volta postulata nel 1956 da Lipscomb e collaboratori, studiando i prodotti della flash fotolisi di OClO.[3] Nel 1989 Hayman e Cox trovarono forti evidenze della formazione di Cl2O3 sottoponendo ClO e OClO a fotolisi continua con radiazioni di 350 nm a temperature comprese tra 233 e 273 K.[4]

Struttura[modifica | modifica wikitesto]

Cl2O3 è troppo instabile per poterlo studiare con tecniche convenzionali. Utilizzando tecniche di spettroscopia risolta nel tempo si sono potuti misurare sperimentalmente lo spettro di assorbimento UV, la sezione d'urto, le costanti di equilibrio della reazione di formazione e altri parametri termodinamici.[2][4][5][6]

Ulteriori notizie su Cl2O3 vengono da metodi computazionali. Con metodi ab initio si è trovato che sono possibili vari isomeri, e se ne sono determinate struttura, frequenze di vibrazione e costanti rotazionali. L'isomero più stabile ha la struttura rappresentata nel riquadro a fianco.[7]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Questa sostanza non è stata ancora classificata in termini di pericolosità o non è stata ancora trovata una fonte affidabile e citabile.
  2. ^ a b J. B. Burkholder, R. L. Mauldin III, R. J. Yokelson, S. Solomon, e A. R. Ravishankara, Kinetic, thermochemical, and spectroscopic study of Cl2O3, in J. Phys. Chem., vol. 97, 1993, pp. 7597-7605.
  3. ^ F. J. Lipscomb, R. G. W. Norrish e B. A. Thrush, The study of energy transfer by kinetic spectroscopy. I. The production of vibrationally excited oxygen, in Proc. R. Soc. London Ser. A, vol. 233, 1956, p. 455.
  4. ^ a b G. D. Hayman e R. A. Cox, UV absorption spectrum and thermochemistry of Cl2O3 formed in the photolysis of OClO-containing mixtures at low temperatures, in Chem. Phys. Lett., vol. 155, n. 1, 1989, pp. 1-7.
  5. ^ M. H. Harwood, D. M. Rowley, R. A. Fishwater, R. A. Cox e R. L. Jones, A spectroscopic study of Cl2O3, in J. Chem. Soc., Faraday Trans., vol. 91, n. 18, 1995, pp. 3027-3032, DOI:10.1039/FT9959103027.
  6. ^ T. J. Green, M. Islam, P. Guest, K. Hickson, C. E. Canosa-Mas e R. P. Wayne, A discharge-flow study of Cl2O3, in Phys. Chem. Chem. Phys.,, vol. 5, 2003, pp. 5409-5418, DOI:10.1039/b311005b.
  7. ^ J. Clark e J. S. Francisco, Study of the stability of Cl2O3 using ab Initio methods, in J. Phys. Chem. A, vol. 101, 1997, pp. 7145-7153.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

  Portale Chimica: il portale della scienza della composizione, delle proprietà e delle trasformazioni della materia