V2 (Aggregat 4)

Vergeltungswaffe 2
V-2, Aggregat-4, A-4
Un missile V2 al museo di Peenemünde
Descrizione
Impiegorappresaglia
Sistema di guidaradio
Impostazione1936
In servizio1944
Ritiro dal servizio1945
Utilizzatore principaleGermania nazista
Esemplari4 000
Peso e dimensioni
Peso13500 kg
Altezza14 m
Diametro1,65 m
Prestazioni
Gittata320-360 km
Velocità massima5200 km/h
EsplosivoTritolo e Nitrato di Ammonio, 800 kg
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Il missile V2 (in tedesco Vergeltungswaffe 2 o "arma di rappresaglia 2" per motivi di propaganda; nome tecnico Aggregat 4, abbreviato A4) fu il precursore di tutti i missili balistici e fu ampiamente utilizzato dalla Germania durante le ultime fasi della seconda guerra mondiale, in particolare contro Gran Bretagna e Belgio, e nell'immediato dopoguerra per scopi scientifici.

Il missile V2 batté diversi record:

  • Primo missile balistico guidato a "lungo"[1] raggio[2] (Uso militare da parte della Germania; primo lancio di servizio: 7 settembre 1944; primo lancio di successo: 8 settembre 1944[3]; ultimo lancio: 27 marzo 1945[4]);
  • Primo oggetto artificiale a entrare nello spazio, superando la linea di Kármán a 100km di altezza (con il lancio di test del missile A4 MW 18014, il 20 giugno 1944[5]);
  • Prima fotografia della terra vista dallo spazio a un'altitudine di 105 chilometri, scattata il 24 ottobre 1946 con un V2 lanciato dagli Stati Uniti.

L'impiego dei missili V2 portò a una stima di circa 9.000 civili e militari alleati morti, oltre a 12.000 prigionieri periti nei campi di concentramento per costruirli.[6]

Simulazioni e studi degli ultimi anni dimostrano che una V2 può produrre un cratere di 20 metri di diametro e di 8 metri di profondità, con un'espulsione in aria di oltre 3.000 tonnellate di materiale[7].

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Già dal 1926 i membri della "Società tedesca per il volo spaziale" cominciarono i primi esperimenti sui razzi a combustibile liquido. Nel 1932, la Reichswehr (la Difesa Nazionale Tedesca) s'interessò degli sviluppi di questi esperimenti soprattutto per il settore militare: una squadra condotta dal generale Walter Dornberger rimase molto impressionata dal collaudo di un vettore progettato e costruito da Wernher von Braun. Nonostante le caratteristiche di questo primo razzo fossero molto limitate, Dornberger riuscì a intuire la genialità di von Braun e lo spronò ad entrare nell'esercito per continuare lo sviluppo delle sue ricerche.

Von Braun accettò, così come fecero molti altri membri della società. Nel dicembre del 1934 ebbe un altro successo con il missile A-2, un piccolo razzo con motore a etanolo e ossigeno liquido.

Dal 1936 il gruppo capitanato da von Braun si concentrò sulla costruzione dei successori del razzo A-2, l'A-3 e l'A-4. Quest'ultimo era un progetto che prevedeva una portata di ben 200 km con una traiettoria che lo portava ai limiti dello spazio circumterrestre (circa 80 km) con un carico di circa una tonnellata. Questi risultati erano stati permessi anche dal miglioramento dei motori fatto da Walter Thiel.

Partenza di un razzo V2 nel 1943

Con la necessità di collaudare l'A-3 e successivamente l'A-4, era ormai chiaro che i progetti di von Braun stavano diventando realtà; così il generale Dornberger, sotto consiglio della madre di von Braun, trasferì il gruppo da Kummersdorf (vicino a Berlino) verso una piccola città, Peenemünde, sull'isola di Usedom (litorale baltico della Germania), per fornire una migliore infrastruttura tecnica/logistica per le prove ed ottenere anche maggiore segretezza.

Il razzo A-3 risultò all'atto pratico poco affidabile e così si decise di rivedere completamente lo sviluppo di questo modello sotto il nome di un nuovo progetto, chiamato A-5. Questa nuova versione era decisamente più affidabile e nel 1941 erano già stati collaudati circa 70 razzi A-5.

Il primo missile operativo A-4 volò nel marzo del 1942 e percorse solo una traiettoria di 1,5 km, schiantandosi successivamente in mare. Il secondo lancio ebbe più fortuna, raggiungendo un'altitudine di circa 11 km prima di esplodere. Il terzo lancio, in data 3 ottobre 1942, fu invece coronato da un completo successo: il missile A-4 seguì quasi una traiettoria perfetta e si schiantò a 193 km di distanza dalla piattaforma di lancio, superando gli 80 km di quota. La produzione dell'A-4 partì nel 1943; comunque il suo uso bellico non fu completamente una sorpresa per gli Alleati, in quanto questi erano già a conoscenza dell'arma tedesca. Infatti, successivamente a uno dei molti esperimenti dell'A-4 in Polonia, un missile era stato recuperato da militanti della resistenza polacca e i particolari tecnici erano stati poi trasmessi al servizio segreto britannico. A questo punto, per gli inglesi, fu chiara la nuova minaccia che si stava profilando all'orizzonte e quindi fu lanciata una grossa offensiva contro i complessi di costruzione della A-4. In particolare la base di Peenemünde fu pesantemente bombardata nel luglio del 1943, causando ritardi nella produzione dei missili e la morte di molti tecnici e operai, tra cui vi erano anche alcuni detenuti di un campo di concentramento vicino.

Nel frattempo, sempre nel 1943, le V2 furono adoperate come piattaforme per il telerilevamento.[8]

Dornberger aveva capito l'importanza di disperdere i complessi di lancio dei missili per mezzo di rampe mobili, ma Hitler fece pressione per la costruzione di immense strutture sotterranee per il lancio. I missili venivano prodotti in più fabbriche e spediti lungo le linee ferroviarie, in modo da permettere dei lanci quasi ininterrotti verso il nemico.

La produzione del missile avveniva in grandi fabbriche sotterranee della Mittelwerk, come la tristemente nota Dora-Mittelbau, al riparo dai bombardamenti alleati. Il costo di produzione di una V-2 era comparabile a quello di un bombardiere e certamente non giustificato dal limitato carico (meno di una tonnellata) di alto esplosivo.

Vi fu anche l'idea di progettare appositi U-Boot in grado di trasportare questi nuovi missili.[9]

L'alto costo dell'ordigno e la paritetica limitata capacità di carico fecero ritenere ai servizi segreti alleati che il successivo passo tedesco sarebbe stato l'impiego quale vettore per un'eventuale bomba a fissione nucleare.

Il 24 ottobre 1946 fu scattata la prima fotografia della terra vista dallo spazio a un'altitudine di 105 chilometri (65 miglia), con una fotocamera 35 mm in grado di scattare una fotografia ogni 1,5 secondi, montata su un missile V-2 durante un volo suborbitale lanciato dagli USA.

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Nell'immediato dopoguerra l'A-4 ebbe una breve ma intensa storia di utilizzo. Sia gli statunitensi che i sovietici poterono disporre di centinaia di essi e li usarono per far partire i rispettivi programmi missilistici che avrebbero portato i due paesi alla corsa di conquista dello spazio.

Molti missili costruiti alla fine degli anni quaranta e nella prima metà degli anni cinquanta derivavano più o meno direttamente dai progetti tedeschi.

I sovietici partirono dal V2 per sviluppare il missile R-1, in realtà una copia esatta del V2, e nel tempo riuscirono a progettare l'R-7 "Semërka" che permise loro di portare il primo uomo nello Spazio.

Il missile Redstone, direttamente originato dalla tecnologia della V-2, fu un lanciatore balistico per ordigni nucleari che, opportunamente adattato, permise agli Stati Uniti di lanciare nel 1958 il loro primo satellite orbitale Explorer 1 e, successivamente, il loro primo astronauta in un volo suborbitale del programma Mercury.

Aspetti tecnici[modifica | modifica wikitesto]

Le ricerche tedesche si erano rivelate molto ingegnose ed economiche. Ad esempio il sistema di propulsione veniva alimentato da una miscela di due composti liquidi: alcool etilico (al 75% miscelato con acqua) (B-Stoff) ottenuto dalla fermentazione e distillazione delle patate e ossigeno liquido (LOX) (A-Stoff) come ossidante. L'acqua miscelata con l'alcol permetteva una combustione più omogenea data la sua azione refrigerante. Sia il carburante che l'ossidante erano spinti nella camera di combustione da turbopompe azionate da un vapore prodotto dalla miscelazione di perossido di idrogeno ad alta concentrazione (T-Stoff) e da permanganato di sodio (Z-Stoff) che aveva funzione di catalizzatore velocizzando e rendendo più violenta la reazione.

I V2 nei media[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ per l'epoca.
  2. ^ (EN) A Brief History of Rocketry, su Kennedy Space Center, 7 gennaio 2009. URL consultato il 22 aprile 2023 (archiviato dall'url originale il 7 gennaio 2009).
  3. ^ Mitchell R. Sharpe, The rocket team, [2nd ed.], Apogee, 2003, p. 32, ISBN 1-894959-00-0, OCLC 54412053. URL consultato il 22 aprile 2023.
  4. ^ (EN) 27 March 1945 | The last V2 on London | People | West End at War, su web.archive.org, 4 febbraio 2016. URL consultato il 22 aprile 2023 (archiviato dall'url originale il 4 febbraio 2016).
  5. ^ (EN) Chronology - 1944 - Quarter 2, su astronautix.com, 25 aprile 2005. URL consultato il 22 aprile 2023 (archiviato dall'url originale il 25 aprile 2005).
  6. ^ (DE) Karl-Heinz Wellmann, Warum ist es nachts dunkel? : was wir vom Weltall wirklich wissen, Kosmos, 2006, p. 158, ISBN 3-440-10719-1, OCLC 1151672215. URL consultato il 22 aprile 2023.
  7. ^ Puntata di Blitz Street del 10 maggio 2010, Channel 4.
  8. ^ Bruno Crippa, Telerilevamento (PDF), su users.unimi.it. URL consultato il 1º marzo 2015 (archiviato il 21 ottobre 2012).
  9. ^ Rocket U-Boat Program, su uboataces.com. URL consultato il 15 novembre 2010 (archiviato dall'url originale il 3 aprile 2010).
  10. ^ https://portforward.com/games/walkthroughs/Call-Of-Duty/Mission-25-V-2-Rocket-Site.htm
  11. ^ https://callofduty.fandom.com/wiki/Call_of_Duty_2:_Big_Red_One
  12. ^ https://callofduty.fandom.com/wiki/V-2_Rocket
  13. ^ https://www.listal.com/viewimage/704810

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Tracy Dungan, V-2: A Combat History of the First Ballistic Missile, Westholme Publishing, 2005, ISBN 1-59416-012-0. URL consultato il 3 novembre 2005 (archiviato dall'url originale il 15 luglio 2006).
  • Giorgio Danilo Cocconcelli, Tunnel Factories – le Officine Aeronautiche Caproni e Fiat nell'Alto Garda 1943-1945, Giorgio Apostolo Editore, 2002.

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