Valencia Club de Fútbol

Valencia CF
Calcio
Els Che,[1] Taronja, Blanquinegres
Segni distintivi
Uniformi di gara
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
Casa
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
Trasferta
Colori sociali Giallo, rosso
Simboli Pipistrello
Inno Himno oficial
Dati societari
Città Valencia
Nazione Bandiera della Spagna Spagna
Confederazione UEFA
Federazione RFEF
Campionato Primera División
Fondazione 1919
Proprietario Bandiera della Spagna Francisco Paciel
Presidente Bandiera della Spagna Francisco Paciel
Allenatore Bandiera della Spagna Rubén Baraja
Stadio Mestalla
(49 677 posti)
Sito web www.valenciacf.es
Palmarès
Liga spagnolaLiga spagnolaLiga spagnolaLiga spagnolaLiga spagnolaLiga spagnola Coppa del ReCoppa del ReCoppa del ReCoppa del ReCoppa del ReCoppa del ReCoppa del ReCoppa del Re Supercoppa spagnola Coppa delle Coppe Coppa UEFA Coppa delle FiereCoppa delle Fiere Supercoppa europeaSupercoppa europea Coppa Intertoto
Titoli di Spagna 6
Trofei nazionali 8 Coppe del Re
1 Supercoppe di Spagna
Trofei internazionali 1 Coppe delle Coppe
1 Coppe UEFA/Europa League
2 Coppe delle Fiere
2 Supercoppe UEFA
1 Coppa Intertoto UEFA
Stagione in corso
Si invita a seguire il modello di voce

Il Valencia Club de Fútbol, noto semplicemente come Valencia, è un club calcistico spagnolo con sede nella città di Valencia, militante nella Primera División, la massima serie spagnola.

Fondato nel 1919, gioca le proprie partite casalinghe allo stadio di Mestalla, impianto da circa 50 000 posti a sedere.

A livello internazionale è la quarta squadra in Spagna per numero di titoli ufficiali vinti (5), potendo vantare la conquista di una Coppa delle Coppe, una Coppa UEFA, 2 Supercoppe UEFA e una Coppa Intertoto. Nella sua storia ha disputato anche due finali consecutive di UEFA Champions League, uscendo però sconfitto in entrambe le occasioni, contro Real Madrid e Bayern Monaco.[2] A livello nazionale è la quinta squadra in Spagna per numero di titoli ufficiali vinti (15), essendosi aggiudicata 6 campionati spagnoli, 8 Coppe del Re e una Supercoppa di Spagna. Complessivamente il club si è aggiudicato 20 trofei ufficiali, di cui 15 nazionali e 5 internazionali, che la rendono la quinta squadra più vincente in Spagna dietro Real Madrid (100), Barcellona (94), Athletic Club (35) e Atletico Madrid (34).

Il club è stato un membro del G-14 dal 2002 al 2008 ed è una Sociedad Anónima Deportiva dal 1992.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Esordi e decenni successivi[modifica | modifica wikitesto]

Una formazione del Valencia nel 1927

Il club fu fondato il 18 marzo 1919 con il nome di Valencia Foot-ball Club ed ebbe come primo presidente Octavio Augusto Milego Díaz che fu eletto con il lancio di una monetina. La prima partita ufficiale fu giocata in trasferta il 21 maggio 1919 contro il Valencia Gimnástico, che vinse per 1-0. Il club iniziò a disputare i campionati regionali della comunità valenciana. Il Valencia CF si trasferì nello Stadio Mestalla nel 1923 dopo aver giocato le proprie partite casalinghe nello Stadio Algirós a partire dal 7 dicembre 1919. La prima partita al Mestalla, quella tra Valencia e Castellón Castalia, terminò con il risultato di 0-0. Il giorno seguente la stessa sfida vide la vittoria del Valencia per 1-0. La squadra conquistò il Campionato Regionale nel 1923, guadagnando così per la prima volta l'accesso alla Coppa del Re.

Nel 1928 venne creato il campionato nazionale spagnolo e il Valencia iniziò a giocare nella Segunda División: vinse il campionato nel 1931 e ciò gli valse la promozione in Primera División. La guerra civile spagnola fermò l'avanzata del Valencia fino al 1941 quando il club vinse la Coppa del Re battendo in finale l'Espanyol: il club cambiò nome nell'attuale Valencia Club de Fútbol. Nella stagione 1941-1942 conquistò la Liga per la prima volta. La squadra mantenne il suo valore per diversi anni, primeggiando la Liga nelle stagioni 1943-1944 e 1946-1947 e vincendo un'altra Coppa del Re nel 1949 contro l'Athletic Bilbao.

Negli anni '50 il Valencia non riuscì a ripetere i successi del decennio precedente, anche se crebbe notevolmente il suo seguito. La ristrutturazione del Mestalla determinò un aumento della sua capienza, che passò a 45.000 spettatori, mentre in squadra arrivarono giocatori spagnoli ed esteri di grande spessore, tra cui il nazionale spagnolo Antonio Puchades e l'attaccante olandese Faas Wilkes. Nella stagione 1952-1953 il club si piazzò secondo nella Liga e nella stagione successiva vinse la Coppa del Re, conosciuta al tempo come Copa del Generalísimo.

Anni sessanta e settanta[modifica | modifica wikitesto]

Malgrado uno scarso rendimento in campionato agli inizi degli anni sessanta, fu proprio in questo periodo che il Valencia guadagnò i suoi primi successi europei nella Coppa delle Fiere. Arrivò in finale per tre volte consecutive: nella Coppa delle Fiere 1961-1962 batté in finale il Barcellona (6-2 e 1-1), nell'edizione 1962-1963 sconfisse i croati della Dinamo Zagabria (2-1 e 2-0) e nel 1963-1964 fu superato per 2-1 dal Real Saragozza. Nel 1967 arrivò un altro successo in Coppa del Re contro l'Athletic Bilbao. Tra il 1963 e il 1965 furono disputati i primi derby di Valencia in Primera División.

Nel 1970 fu nominato allenatore il celebre Alfredo Di Stéfano, già calciatore del Real Madrid ed eletto per due volte Pallone d'oro, capace di guidare immediatamente la sua nuova compagine alla quarta vittoria del titolo nazionale nel 1970-1971 (perse, invece, la finale di Coppa del Re contro il Barcellona). Grazie a questo successo il Valencia si qualificò per la prima volta nella sua storia alla Coppa dei Campioni, contesa tra i vari campioni nazionali dei tornei europei. Nell'edizione 1971-1972 del torneo il club valenciano raggiunse il terzo turno, dove fu estromesso dai campioni ungheresi dell'Újpest TE, mentre in patria arrivò secondo in campionato e subì una nuova sconfitta nella finale di coppa. I migliori giocatori degli anni settanta del Valencia erano il centrocampista tedesco Rainer Bonhof, l'attaccante olandese Johnny Rep e l'attaccante argentino Mario Kempes, che si laureò capocannoniere della Liga (Pichichi) per due stagioni di fila, 1976-1977 e 1977-1978. Nella stagione 1978-1979 la squadra vinse ancora la Coppa del Re e nell'annata seguente la sua prima Coppa delle Coppe, grazie ad una cavalcata in cui eliminò squadre importanti come i Rangers e il Barcellona e al successo nella finale di Bruxelles sugli inglesi dell'Arsenal ai tiri di rigore, dopo che la partita era finita 0-0. L'anno successivo vinse la Supercoppa europea battendo nel doppio confronto il Nottingham Forest di Brian Clough grazie alla regola dei gol fuori casa. Queste vittorie europee del Valencia portano la firma di Kempes.

Anni ottanta[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1982 il club nominò allenatore Miljan Miljanić; la squadra si trovò al 17º posto nella Liga a sette giornate dal termine, con il rischio di cadere in Segunda División. A Miljanic subentrò Koldo Aguirre, che riuscì ad evitare la retrocessione, grazie soprattutto ai risultati favorevoli di partite che vedevano impegnate altre squadre in lotta per evitare la retrocessione. Nelle stagioni 1983-1984 e 1984-1985 la società si trovò con enormi debiti sotto la presidenza di Vicente Tormo. Il punto più basso toccato dal Valencia coincise con la retrocessione in seconda divisione verso la fine della stagione 1985-1986 (ultimo posto nella Liga), cui si accompagnarono una serie di problemi interni quali mancati pagamenti di stipendi ai giocatori e carenza di spirito di squadra. Il club retrocesse così per la prima volta, dopo 55 anni di militanza nel torneo spagnolo di prima divisione.

Il nuovo presidente Arturo Tuzón fu capace di riportare il Valencia nella Liga. Nel 1986 in panchina tornò Alfredo Di Stéfano e la squadra centrò la promozione alla fine della stagione 1986-1987. L'anno dopo, ancora sotto la guida di Di Stéfano, si concluse con il 14º posto nella Liga, nel 1989 fu acquistato l'attaccante bulgaro Luboslav Penev. La dirigenza gettò così le basi per consolidare il suo posto in prima serie arrivando secondo dietro il Real Madrid nel 1989-1990.

Anni novanta[modifica | modifica wikitesto]

Nella stagione 1991-1992 fu ingaggiato l'allenatore olandese Guus Hiddink, che condusse il Valencia al 4º posto nella Liga e ai quarti di finale della Coppa del Re grazie anche al contributo della stella Romário. Nel 1992 il Valencia divenne una Sociedad Anónima Deportiva (SAD). Hiddink lasciò il proprio ruolo nel 1993.

Nel 1994 divenne allenatore il brasiliano Carlos Alberto Parreira, fresco campione del mondo 1994 con la Nazionale brasiliana. La campagna-acquisti del Valencia fu di primo piano: il portiere spagnolo Andoni Zubizarreta, l'attaccante russo Oleg Salenko, anch'egli protagonista ai Mondiali 1994, e jugoslavo Predrag Mijatović. Ciononostante la squadra deluse e Parreira fu sostituito da José Manuel Rielo. Neanche questi riuscì a portare i risultati attesi, malgrado si potesse avvalere dell'aiuto di uno staff di livello, composto da Luis Aragonés e Jorge Valdano, e di giocatori importanti quali il brasiliano Romário e gli argentini Claudio López e Ariel Ortega, nel 1995 il Valencia raggiunse la finale di Coppa del Re dove fu sconfitto dal Deportivo La Coruña mentre l'anno successivo terminò la Liga al secondo posto dietro l'Atlético Madrid.

Héctor Cúper, artefice di due finali europee consecutive nei primi anni duemila

Fu l'allenatore italiano Claudio Ranieri a interrompere il digiuno di trofei che durava da 19 anni, vincendo la Coppa del Re nel 1999 grazie al supporto di giocatori come Adrian Ilie, Gaizka Mendieta, Santiago Cañizares, Kily González, Jocelyn Angloma e Amedeo Carboni. Nella stagione seguente sulla panchina del Valencia arrivò l'argentino Héctor Cúper, che nel 1999-2000 vinse la Supercoppa di Spagna e condusse la squadra alla finale di Champions League dopo aver eliminato la Lazio nei quarti e il Barcellona in semifinale, perdendo per 3-0 contro il Real Madrid a Parigi. Nel 2000-2001 il club si ripeté, raggiungendo la finale di Champions League eliminando nell'ordine Arsenal e Leeds United, ma contro il Bayern Monaco a Milano fu nuovamente sconfitta, questa volta ai rigori.

Anni duemila[modifica | modifica wikitesto]

Rafael Benítez, vincitore di due campionati e una Coppa UEFA alla guida del club

Nel 2001 Mendieta fu venduto alla Lazio per 47 milioni di euro e Cúper firmò con l'Inter e fu sostituito da Rafa Benítez, che nel 2001-2002 portò a Valencia il titolo di Liga dopo 31 anni. La squadra vinse ancora la Liga nella stagione 2003-2004, mettendo in bacheca il secondo titolo di prima divisione in tre anni e accompagnando al successo nazionale la vittoria in Coppa UEFA dopo aver sconfitto nella finale di Göteborg l'Olympique Marsiglia per 2-0. Nella stagione 2004-2005 il Valencia di Ranieri, tornato sulla panchina della squadra nell'estate 2004, nonostante la vittoria della Supercoppa UEFA sul Porto per 2 - 1 rese al di sotto delle aspettative, come testimonia il 7º posto finale in campionato, che qualificò comunque la squadra per la Coppa Intertoto (conclusa al secondo posto), progressivamente arrivarono giocatori come David Villa, David Silva, Patrick Kluivert e Vicente. Nell'annata successiva, sotto la guida dell'ex giocatore del Valencia Quique Sánchez Flores, il club riconquistò un posto tra le migliori formazioni d'Europa qualificandosi per la Champions League grazie al 3º posto nella Liga. Nell'edizione 2006-2007 del massimo torneo calcistico continentale raggiunse i quarti di finale, dove fu eliminata dal Chelsea.

Nell'annata successiva, dopo un avvio al di sotto delle attese, il 29 ottobre 2007 Flores è stato esonerato e sostituito temporaneamente da Óscar Rubén Fernández, che ha poi lasciato il posto a Ronald Koeman. Il tecnico olandese il 16 aprile 2008 ha conquistato la Coppa del Re battendo nella finale di Madrid il Getafe con il punteggio di 3-1, ma ciò non ha evitato il suo esonero, avvenuto il 21 aprile visto il preoccupante 15º posto in classifica, con 2 soli punti di vantaggio sulla zona retrocessione. La squadra ha comunque ottenuto la salvezza, piazzandosi al decimo posto.

Per il Valencia il 2008-2009 è al di sotto delle attese. La stagione comincia con la sconfitta in Supercoppa di Spagna contro il Real Madrid per 6-5. Il rendimento della formazione allenata da Unai Emery in campionato consente di ottenere il sesto posto, valido per la qualificazione alla nuova Europa League.

È la crisi finanziaria a preoccupare maggiormente i sostenitori del club. Alla fine della stagione il presidente Vicente Sorian, incapace di vendere, come promesso, il Mestalla per ridare fiato alle casse societarie,[3] si dimette. La giunta, diretta dal consigliere delegato Javier Gómez, vara un aumento di capitale di 92 milioni di euro e rende pubblico un debito di 547 milioni di euro.[senza fonte] Il 7 giugno è eletto un nuovo consiglio di amministrazione, con Manuel Llorente Martín come presidente.[senza fonte] Per superare la grave crisi il club intraprende un piano di praticabilità che comprese tra l'altro la vendita di David Villa al Barcellona per 40 milioni di euro.

I successivi tre campionati vengono chiusi al terzo posto, con il Valencia che centra sempre la qualificazione alla Champions League.

Anni duemiladieci[modifica | modifica wikitesto]

Deportivo de La Coruña vs. Valencia CF.

Nella stagione 2011-2012 il Valencia, dopo l'eliminazione dalla Champions League ai gironi, giunge fino alle semifinali dell'Europa League, dove è eliminato dai connazionali dell'Atlético Madrid, poi vincitori del trofeo. Nello stesso anno si classifica quinto in campionato, accedendo dunque alla medesima competizione europea per l'annata seguente.

Nell'estate del 2012 si interrompe il rapporto tra il Valencia ed Emery. A quest'ultimo subentra Mauricio Pellegrino, fortemente voluto dal presidente Llorente in contrasto con la dirigenza e il consiglio di amministrazione. A dicembre, dopo un avvio di stagione deludente, Pellegrino è esonerato e sostituito da Ernesto Valverde, che conduce il Valencia alla qualificazione europea, ma non alla Champions League. In Champions League il Valencia supera il girone, ma è eliminato agli ottavi di finale dai francesi del Paris Saint-Germain.

La crisi finanziaria che attanaglia il club nei mesi seguenti porta alle dimissioni di Manuel Llorente. Gli subentra Amadeo Salvo, mentre Valverde è avvicendato, nel giugno 2013, da Miroslav Đukić, che prima della fine dell'anno lascia il posto a Juan Antonio Pizzi. Il nuovo tecnico conduce il Valencia all'ottava piazza nel campionato 2013-2014. Il Valencia giunge inoltre fino alle semifinali dell'Europa League, dove viene eliminato dai connazionali del Siviglia, poi vincitori del trofeo.

Peter Lim, maggior azionista del Valencia CF dal 2014

Nel febbraio 2014 parte l'asta per l'acquisto del Valencia[4], che il 17 maggio si conclude con il passaggio del club all'imprenditore singaporiano Peter Lim di Meriton Holding Ltd., che acquista il 70% della società per 420 milioni di euro[5][6]. L'imprenditore rileva ufficialmente il club nell'ottobre 2014.

L'ambizioso proprietario non lesina investimenti nella campagna acquisti dell'estate 2014, rifondando l'organico per riportare il Valencia in UEFA Champions League. Il nuovo allenatore è il portoghese Nuno Espírito Santo, che viene messo alla guida di una squadra con 15 volti nuovi e un'età media molto contenuta (23,6 anni), la più bassa del campionato. Viene firmato un contratto con Adidas e vengono ripensate le strategie di marketing del club. Sul campo il Valencia si comporta bene, arrivando addirittura a condurre la Liga e mantenendosi comunque sempre in posizioni valide per una qualificazione europea. La squadra, avvantaggiata dall'assenza dell'impegno sul fronte europeo, disputa un ottimo campionato. La difesa è solida e ha in Nicolás Otamendi e Shkodran Mustafi i suoi cardini e in José Luis Gayà un ottimo prospetto; il portiere Diego Alves è uno dei migliori del campionato; Daniel Parejo è uno dei centrocampisti-rivelazione della Liga. Rinforzato dall'arrivo, a gennaio, di Enzo Pérez, il Valencia conclude la Liga quarto, imbattuto con le prime sette della classifica ad eccezione del Barcellona. Si qualifica così alla Champions League per l'annata seguente.

Il 1º luglio 2015 il presidente esecutivo Amadeo Salvo si dimette per contrasti con l'allenatore, che gode della totale fiducia del presidente e del suo collaboratore, l'agente Jorge Mendes. Il Valencia, chiamato al salto di qualità, non mantiene le attese sul campo. Privo del leader difensivo Otamendi, ceduto al Manchester City, il sodalizio valenciano delude ed Espírito Santo è esonerato nel corso della stagione per far spazio a Gary Neville, ma la squadra non migliora il suo rendimento e continua a lottare per non retrocedere. In Coppa del Re arriva in semifinale, dove subisce una goleada contro il Barcellona. Nel gennaio 2016 diviene assistente di Neville Paco Ayestarán, che il 30 marzo, dopo la quarta sconfitta in cinque partite, prende il posto dell'inglese sulla panchina valenciana, con la squadra tredicesima nella Liga[7]. Con tre vittorie in otto giornate il Valencia agguanta il dodicesimo posto, chiudendo una tribolata stagione con la salvezza.

Ayestarán è sorprendentemente confermato per la stagione seguente, partita con cessioni importanti (André Gomes, Mustafi e Paco Alcácer). Dovendo coprire un ampliamento di capitale di 100 milioni, Lim non investe nella campagna acquisti e la giovane rosa del Valencia fatica nella Liga 2016-2017, incassando molti gol. Dopo quattro sconfitte consecutive Ayestarán lascia il posto, all'inizio di ottobre, all'italiano Cesare Prandelli, ma il cambio non serve ad invertire la rotta. Il 30 dicembre, dopo 8 partite (1 vittoria, 3 pareggi e 4 sconfitte), Prandelli si dimette, chiedendo la rescissione del contratto perché non sarebbe stato accontentato in sede di campagna acquisti invernale[8]. Gli subentra Voro, con la squadra al diciassettesimo posto, in piena zona retrocessione. I risultati con il nuovo tecnico migliorano, fino a portare il Valencia al dodicesimo posto finale.

Nella stagione 2017-2018 il Valencia, sotto la guida di Marcelino e sospinto dai gol di Santi Mina, Rodrigo e Simone Zaza, si piazza quarto, a soli tre punti dal Real Madrid terzo, qualificandosi così per la UEFA Champions League con due giornate di anticipo rispetto alla fine del campionato.

Nella stagione seguente il Valencia si piazza quarto in campionato e si aggiudica la Coppa di Spagna battendo in finale il Barcellona per 2-1 allo Stadio Benito Villamarín di Siviglia. Impegnato nella fase a gruppi di Champions League, chiude al terzo posto il girone con Juventus, Manchester Utd e Young Boys, con un bilancio di 2 vittorie, 2 pareggi e 2 sconfitte (entrambe contro la Juventus). Passato in Europa League, elimina ai sedicesimi di finale il Celtic, agli ottavi il Krasnodar e ai quarti i connazionali del Villarreal, per poi subire l'eliminazione in semifinale contro l'Arsenal.

Dopo tre giornate del campionato 2019-2020, il tecnico Marcelino viene esonerato a seguito di contrasti con il presidente Lim per alcune scelte di mercato[9]. Lo rimpiazza Albert Celades. In Champions League il Valencia vince il girone davanti a Chelsea, Ajax e Lilla, per poi essere eliminato agli ottavi dall'Atalanta, mentre in campionato una spirale negativa che allontana il club dal quarto posto, unita a frizioni tra tecnico e giocatori, conduce, a sei giornate dal termine del torneo, all'esonero di Celades, rimpiazzato da Voro.[10]

Anni duemilaventi[modifica | modifica wikitesto]

La stagione 2020-2021 sarà anche peggiore, col Valencia a più tratti molto vicino alla zona retrocessione e con molte critiche dai tifosi, anche se con 43 punti, a +9 sull'Huesca terz'ultimo, riusciranno a salvarsi. Nel 2022 il club perde la finale di Coppa del Re contro il Betis[11]. Nella stagione 2022-2023 il Valencia ha concluso il campionato in sedicesima posizione, rischiando di retrocedere fino all’ultima giornata, ma alla fine ha avuto la meglio per 2 punti sul Valladolid, riuscendo a salvarsi.

Cronistoria[modifica | modifica wikitesto]

Cronistoria del Valencia Club de Fútbol
  • 1919 - Fondazione ufficiale del club.
  • 1919-20 - 2º in Campeonato de Levante.
  • 1920-21 - 2º in Campeonato de Levante.
  • 1921-22 - 3º in Campeonato de Levante.
  • 1922-23 - 1º in Campeonato de Levante.
  • 1923-24 - 2º in Campeonato de Levante.
  • 1924-25 - 1º in Campeonato de Levante.
  • 1925-26 - 1º in Campeonato Regional.
  • 1926-27 - 1º in Campeonato Regional.
  • 1927-28 - 2º in Campeonato Regional.
  • 1928-29 - 5º in Segunda División.


Vince la Coppa di Spagna (1º titolo).
Vince la Coppa di Spagna (2º titolo).
Vince la Coppa Eva Duarte (1º titolo).
4º in Coppa Latina.
Vince la Coppa di Spagna (3º titolo).
Vince la Coppa delle Fiere (1º titolo).
Vince la Coppa delle Fiere (2º titolo).
Finalista nella Coppa delle Fiere
Eliminato nel primo turno della Coppa delle Fiere
Eliminato nel terzo turno della Coppa delle Fiere
Eliminato nel terzo turno della Coppa delle Fiere
Vince la Coppa di Spagna (4º titolo).
Eliminato nei quarti della Coppa delle Coppe
Eliminato nel primo turno della Coppa delle Fiere
Eliminato nel primo turno della Coppa delle Fiere
Eliminato nel secondo turno della Coppa delle Fiere
Eliminato nel secondo turno della Coppa dei Campioni
Eliminato nel secondo turno della Coppa UEFA
Eliminato negli ottavi della Coppa UEFA
Vince la Coppa di Spagna (5º titolo).

Vince la Coppa delle Coppe (1º titolo).
Vince la Supercoppa UEFA (1º titolo).
Eliminato nel secondo turno della Coppa delle Coppe
Eliminato nei quarti della Coppa UEFA
Eliminato nei quarti della Coppa UEFA

Eliminato nel secondo turno della Coppa UEFA
Eliminato nel secondo turno della Coppa UEFA
Eliminato nel primo turno della Coppa UEFA
Eliminato nel secondo turno della Coppa UEFA
Eliminato nei quarti della Coppa UEFA
Vince la Coppa Intertoto
Eliminato nel secondo turno della Coppa UEFA
Vince la Coppa di Spagna (6º titolo).

Vince la Supercoppa di Spagna (1º titolo).
Finalista in Champions League
Finalista in Champions League
Eliminato nei quarti della Coppa UEFA
Eliminato nei quarti della Champions League
Vince la Coppa UEFA (1º titolo).
Vince la Supercoppa UEFA (2º titolo).
Eliminato nella fase a gruppi della Champions League
Eliminato nei sedicesimi della Coppa UEFA
Finalista nella Coppa Intertoto
Eliminato nei quarti della Champions League
Eliminato nella fase a gruppi della Champions League
Vince la Coppa di Spagna (7º titolo).
Eliminato nei sedicesimi della Coppa UEFA

Eliminato nei quarti della Europa League
Eliminato negli ottavi della Champions League
Eliminato nella fase a gruppi della Champions League
Eliminato nella semifinale della Europa League
Eliminato negli ottavi della Champions League
Eliminato nella semifinale della Europa League
Eliminato nella fase a gruppi della Champions League
Eliminato negli ottavi della Europa League
Vince la Coppa di Spagna (8º titolo).
Eliminato nella fase a gruppi della Champions League
Eliminato nella semifinale della Europa League

Eliminato negli ottavi della Champions League
Finalista nella Coppa di Spagna.

Colori e simboli[modifica | modifica wikitesto]

Simbolo della città di Valencia

I colori del Valencia sono sempre stati bianco e nero. All'inizio della sua storia, per la maglia fu scelto il colore bianco, mentre sia per i pantaloncini che per i calzettoni fu adottato il nero. Dal 1924 al 1960, i pantaloncini diventarono bianchi. Successivamente, fu utilizzata fino al 1994 una divisa completamente bianca, in stile Real Madrid. Nei giorni nostri, la casacca è bianca con i pantaloncini neri, mentre i calzini sono stati alternati, prima neri (fino al 1999) e poi bianchi.

Nello stemma della squadra, è raffigurato un pipistrello: la storia di questo simbolo risale al XIII secolo, quando la città di Valencia e le Isole Baleari furono conquistate da Giacomo I d'Aragona. Dopo la conquista, il re diede loro lo status di regni indipendenti, di cui rimaneva comunque il sovrano (ma esse erano indipendenti dalle leggi dei catalani e degli aragonesi). Fu scelto come simbolo uno scudo, con accanto due lettere L, sopra le quali fu posta una corona. Il motivo di questa scelta fu perché la città ebbe una doppia lealtà nei confronti del re, perciò fu scelta questa rappresentazione. L'apposizione del pipistrello è spiegata con varie teorie: secondo un'ipotesi, l'origine sarebbe legata all'ampia diffusione di questo mammifero nella regione valenciana. La seconda risale al 2 ottobre 1238, quando Giacomo I entrò in città, riconquistandola dai Mori: un pipistrello atterrò sopra una sua bandiera e lui lo interpretò come un buon segnale. Dopo la conquista della città, il pipistrello fu aggiunto al simbolo.

Il soprannome Els Che, invece, deriva dal frequente uso dell'intercalare che da parte dei valenciani, assai comune anche in alcuni paesi sudamericani, per richiamare l'attenzione dell'interlocutore, esprimere rabbia o enfatizzare un concetto. In valenciano si scrive xe.

Evoluzione della divisa[modifica | modifica wikitesto]

Manica sinistra
Maglietta
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
1919
Manica sinistra
Maglietta
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
1924
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
1960
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
1994
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
1995
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
1999
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
2007
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
2009
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
2012
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
2013
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
2014

Strutture[modifica | modifica wikitesto]

Stadio[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Estadio de Mestalla.

Il Valencia gioca le partite casalinghe nell'Estadio Mestalla, che può contenere 55.000 spettatori. L'impianto è stato inaugurato nel 1923 ed è stato ristrutturato nel 1973. Nell'estate del 2009 era in programma il trasferimento della squadra in un nuovo impianto di proprietà, il Nou Mestalla, situato a nord-ovest di Valencia,[12] tuttavia la struttura non è stata ancora completata a causa di problemi di natura finanziaria.

Società[modifica | modifica wikitesto]

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Anno Sponsor
19841989 Bandiera della Spagna Bancaja
19891994 Bandiera della Spagna Mediterrània
19941995 Bandiera della Spagna Cip
19951998 Bandiera degli Stati Uniti Ford
19982001 & 2002-2003 Bandiera della Spagna Terra Mítica
2001-2002 Bandiera della Spagna Metrored
20032008 Bandiera del Giappone Toyota
20082009 Bandiera della Spagna Valencia Experience
20092011 Bandiera di Malta Unibet.com
20112014 Bandiera della Cina Jinko Solar
2014-2016 Bandiera del Qatar beIN Sports
2017-2019 Bandiera degli Stati Uniti BLU Products
2019-2021 Bandiera del Regno Unitobwin
2021- Bandiera degli Stati Uniti Socios.com
Anno Fornitore
19801982 Bandiera della Germania Adidas
19821989 Bandiera della Spagna Ressy
19891993 Bandiera della Germania Puma
19932000 Bandiera della Spagna Luanvi
20002009 Bandiera degli Stati Uniti Nike
2009-2011 Bandiera dell'Italia Kappa
2011-2014 Bandiera della Spagna Joma
2014-2019 Bandiera della Germania Adidas
2019-2024 Bandiera della Germania Puma

Allenatori e presidenti[modifica | modifica wikitesto]

Le singole voci sono elencate nella Categoria:Allenatori del Valencia C.F..
Allenatori del Valencia
Presidenti del Valencia

Calciatori[modifica | modifica wikitesto]

Le singole voci sono elencate nella Categoria:Calciatori del Valencia C.F..

Vincitori di titoli[modifica | modifica wikitesto]

Campioni del mondo

Di seguito l'elenco dei giocatori che hanno vinto il campionato mondiale di calcio durante il periodo di militanza nel Valencia:

Campioni d'Europa

Palmarès[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Palmarès del Valencia Club de Fútbol.

Competizioni nazionali[modifica | modifica wikitesto]

Trofei del Valencia
1941-1942, 1943-1944, 1946-1947, 1970-1971, 2001-2002, 2003-2004
1941, 1948-1949, 1954, 1966-1967, 1978-1979, 1998-1999, 2007-2008, 2018-2019
1999
1949
1930-1931, 1986-1987

Competizioni regionali[modifica | modifica wikitesto]

1923, 1925, 1927
1926, 1927, 1931, 1932, 1933, 1934, 1938, 1939

Competizioni internazionali[modifica | modifica wikitesto]

2003-2004
1979-1980
1961-1962, 1962-1963
1980, 2004
1998
1966

Competizioni giovanili[modifica | modifica wikitesto]

2006-2007
2019 (Under-16)

Premi individuali dei calciatori[modifica | modifica wikitesto]

Edmundo Suárez (1941-1942, 1943-1944), Ricardo De la Virgen (1957-1958), Waldo Machado (1966-1967), Mario Kempes (1976-1977, 1977-1978)
Ignacio Eizaguirre (1943-1944, 1944-1945), Gregorio Vergel (1977-1958), Ángel Abelardo (1970-1971), José Luis Manzanedo (1978-1979), José Manuel Ochotorena (1988-1989), Santiago Cañizares (2000-2001, 2001-2002, 2003-2004)

Statistiche e record[modifica | modifica wikitesto]

Partecipazione ai campionati e ai tornei internazionali[modifica | modifica wikitesto]

Campionati nazionali[modifica | modifica wikitesto]

Dalla stagione 1928-1929 alla 2022-2023 il club ha ottenuto le seguenti partecipazioni ai campionati nazionali:

Livello Categoria Partecipazioni Debutto Ultima stagione Totale
Primera División 89 1931-1932 2022-2023 89
Segunda División 4 1928-1929 1986-1987 4

Tornei internazionali[modifica | modifica wikitesto]

Alla stagione 2021-2022 il club ha ottenuto le seguenti partecipazioni ai tornei internazionali[14]:

Categoria Partecipazioni Debutto Ultima stagione
Coppa dei Campioni/UEFA Champions League 13 1971-1972 2019-2020
Coppa delle Coppe 3 1967-1968 1980-1981
Supercoppa UEFA 2 1980 2004
Coppa UEFA/UEFA Europa League 19 1972-1973 2018-2019

Statistiche individuali[modifica | modifica wikitesto]

Il giocatore con più presenze nelle competizioni europee è David Albelda a quota 101, mentre il miglior marcatore è David Villa con 17 gol[14].

Statistiche di squadra[modifica | modifica wikitesto]

A livello internazionale la miglior vittoria è il 7-0 ottenuto contro il Genk nella fase a gruppi della UEFA Champions League 2011-2012, mentre la peggior sconfitta è rappresentata da un altro 7-0, subito questa volta dal Karlsruhe nei sedicesimi della Coppa UEFA 1993-1994[14].

Organico[modifica | modifica wikitesto]

Rosa 2023-2024[modifica | modifica wikitesto]

Rosa e numerazione aggiornate al 2 settembre 2023

N. Ruolo Calciatore
1 Bandiera della Spagna P Jaume Doménech
3 Bandiera della Spagna D Cristhian Mosquera
4 Bandiera della Francia D Mouctar Diakhaby
6 Bandiera della Spagna D Hugo Guillamón
7 Bandiera della Spagna A Sergi Canós
8 Bandiera della Spagna C Javi Guerra
9 Bandiera della Spagna A Hugo Duro
10 Bandiera del Portogallo C André Almeida
11 Bandiera della Rep. Dominicana A Peter González
12 Bandiera del Portogallo D Thierry Correia
13 Bandiera della Spagna P Cristian Rivero
14 Bandiera della Spagna D José Gayà (capitano)
N. Ruolo Calciatore
15 Bandiera della Turchia D Cenk Özkacar
16 Bandiera della Spagna A Diego López
17 Bandiera dell'Ucraina A Roman Yaremchuk
18 Bandiera della Spagna C Pepelu
19 Bandiera del Marocco C Selim Amallah
20 Bandiera della Francia D Dimitri Foulquier
21 Bandiera della Spagna D Jesús Vázquez
22 Bandiera della Spagna A Alberto Marí
23 Bandiera della Spagna C Fran Pérez
25 Bandiera della Georgia P Giorgi Mamardashvili
30 Bandiera della Spagna C Hugo González
34 Bandiera della Spagna D Yarek Gasiorowski

Staff tecnico[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Liga: i soprannomi di tutte le squadre e il perché., su sport.sky.it, 17 agosto 2019. URL consultato l'11 agosto 2021.
  2. ^ (EN) UEFA Cup: All-time finals, su uefa.com. URL consultato il 5 ottobre 2008.
  3. ^ Valencia - Lascia il presidente Soriano, su calciomercato.com (archiviato dall'url originale il 1º febbraio 2014).
  4. ^ Calcio & business |Valencia: parte l’asta per l’acquisto del club, tra i potenziali acquirenti Texas Pacific Group e Red Bull
  5. ^ (EN) Tim Hanlon, Pritha Sarkar, Singapore businessman Lim buys Valencia, su uk.reuters.com, Reuters, 17 maggio 2014. URL consultato il 27 giugno 2014 (archiviato dall'url originale il 7 luglio 2014).
  6. ^ (EN) Peter Lim pays $720m for Valencia, su straitstimes.com, The Straits Times, 17 maggio 2014. URL consultato il 27 giugno 2014.
  7. ^ http://www.gazzetta.it/Calcio/Estero/30-03-2016/valencia-neville-esonerato-ayestaran-fino-fine-stagione-15047070870.shtml
  8. ^ http://www.gazzetta.it/Calcio/Liga/30-12-2016/valencia-prandelli-ha-presentato-dimissioni-180226756181.shtml
  9. ^ Valencia, salta a sorpresa Marcelino. Paga la guerra tra proprietario del club e d.s., su gazzetta.it, 11 settembre 2019.
  10. ^ Esonerato Celades, il Valencia di Florenzi cambia allenatore, Tuttosport, 29 giugno 2020.
  11. ^ (ES) J. L. Hurtado, ¡¡¡Apoteosis verdiblanca!!!, in Marca, 24 aprile 2022. URL consultato il 4 agosto 2022.
  12. ^ Il Mestalla su stadiumguide.com
  13. ^ Llorente si dimette da presidente, su adnkronos.com, 5 aprile 2013. URL consultato il 23 maggio 2013.
  14. ^ a b c Valencia CF, in www.uefa.com. URL consultato il 22 febbraio 2018.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]