Via Mazzini (Ferrara)

Via Mazzini
Tratto di via Mazzini con sullo sfondo il campanile della cattedrale
Nomi precedentivia dei Sabbioni
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
CittàFerrara
Codice postale44121
Informazioni generali
Tipoarea pedonale
Collegamenti
IntersezioniPiazza Trento e Trieste, Via delle Scienze e Via Terranuova
Luoghi d'interesseSinagoghe e museo ebraico, Palazzo di San Crispino
Mappa
Map

Via Mazzini è parte di quella che un tempo fu via dei Sabbioni ed è una delle principali vie del centro di Ferrara.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Via Mazzini, come via Garibaldi e via Saraceno, è parte della vecchia via dei sabbioni. Quell'antica strada, nel periodo della sua massima estensione con tale nome, partiva nella zona a sud est, dove esisteva il Castello dei Curtensi ed era presente la Beccheria Nuova (una macelleria, anteriore come nascita a quella definita Grande che fu costruita vicina alla zona del Castello Estense), per arrivare sino a Castel Tedaldo, all'altro estremo occidentale della città.[1] La via nel XII secolo collegava il Castrum con la piazza Trento Trieste, centro della vita cittadina. Apparteneva al ghetto di Ferrara e la parallela via Contrari ne era il limite a nord, dove gli ebrei non era ammessi quando le porte del ghetto si chiudevano.

La via è commercialmente una delle più importanti della città. Vi si trova la sinagoga, chiusa per lavori dopo il sisma del 2012.

Piccole deviazioni da via Mazzini[modifica | modifica wikitesto]

Da via Mazzini partono in direzione sud due vie storiche che costituivano il centro tardo medioevale della città: via Vignatagliata (dove si trova l'edificio della ex scuola ebraica) e via della Vittoria.

Via Mazzini e il ghetto[modifica | modifica wikitesto]

A lungo la via è stata chiamata il Ghetto perché vi furono rinchiusi gli ebrei che erano stati accettati a Ferrara sin dal 1275 da Obizzo II d'Este e ancora, dal 1492, i sefarditi cacciati dalla Spagna ed accolti da Ercole I d'Este. Pochi decenni dopo il ritorno di Ferrara sotto il potere papale, con la devoluzione, il legato pontificio ordinò che i 1530 ebrei che vivevano nelle vie dei Sabbioni, di Gattamarcia (via Vittoria) e di via Vignatagliata fossero rinchiusi da cinque portoni ai capi di queste strade dalla sera al mattino.[1]

Curiosità e vicende storiche[modifica | modifica wikitesto]

Il nome di via dei Sabbioni sembra derivare dalla sabbia usata per rendere la strada più facilmente percorribile durante i periodi di pioggia. Un'altra possibilità è che questo nome prenda origine dall'abitudine di coprirla di sabbia in occasione dei giochi pubblici che periodicamente vi si svolgevano.

Il 23 luglio 1388 il marchese Alberto V d'Este, dopo aver scoperto una congiura contro di lui ed individuati tra i responsabili anche il nipote Obizzo, ordinò che il nipote e la madre, Beatrice da Camino, venissero decapitati. Inoltre, ad un trivio della via dei Sabbioni, fece impiccare Giovanni da Brescia, bruciare la moglie Costanza Quintavalli e torturare Pietro Quintavalli ed altre persone coinvolte nella trama.[1][2]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c G.Melchiorri, pp. 91-93.
  2. ^ G.Petrucci, pp.24,25.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]