Via dei Musei

Via dei Musei
Le rovine del Capitolium del foro romano e palazzo Maggi Gambara, entrambi affacciati sul tratto di Via Musei che attraversa proprio piazza del Foro
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
CittàBrescia
DistrettoZona Centro
QuartiereBrescia Antica
Codice postale25121
Informazioni generali
Tipozona a traffico limitato
IntitolazioneMusei Civici di Arte e Storia di Brescia
Collegamenti
InizioPiazzetta Tito Speri
FineVia Brigida Avogadro
Intersezioni
  • Via Cesare Beccaria
  • Piazzetta Tito Speri
  • Vicolo Sant'Agostino
  • Piazza Martiri di Belfiore
  • Salita della Memoria
  • Via Gabriele Rosa
  • Vicolo S. Zanino
  • Piazza del Foro
  • Vicolo Fontanone
  • Via Veronica Gambara
  • Via Giovanni Piamarta
  • Vicolo Settentrionale
  • Piazza Tebaldo Brusato
  • Via Brigida Avogadro
Luoghi d'interesse

Via dei Musei,[1] o più semplicemente via Musei, è una delle principali vie del centro storico di Brescia, nota principalmente per la moltitudine di monumenti e istituzioni culturali che vi si affacciano, in un percorso di circa 800 metri, dalla rinascimentale piazza della Loggia al millenario monastero di Santa Giulia, tra chiese, palazzi dell'antica nobiltà cittadina e testimonianze di fitte stratificazioni storiche.[1]

Sulla via inoltre, in prossimità di piazza del Foro, si affacciano anche i maggiori monumenti dell'antica Brixia, in quella che viene unanimemente considerata l'area archeologica urbana più vasta ed importante dell'Italia settentrionale.[2]

Questa voce riguarda la zona di:
Via dei Musei
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Storia[modifica | modifica wikitesto]

L'epoca romana[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Brixia (archeologia) e Storia di Brescia.

Le origini della via sono da far risalire almeno all'età romana, quando Brescia, nel I secolo a.C., entra definitivamente nei domini di Roma, che ne definisce l'aspetto urbanistico facendo della strada il decumano massimo della città.[3][4] Data la preminente importanza del tracciato, però, è probabile che questo fosse già presente come tratto della primitiva strada di collegamento tra Milano e Verona, attorno alla quale Brescia si era sviluppata. In quanto decumano massimo, la via attraversava il foro cittadino, passando ai piedi del Capitolium e del teatro.[5]

Epoca medievale e moderna[modifica | modifica wikitesto]

Caduto il governo romano, durante il dominio dei Longobardi la via mantiene una certa importanza grazie alla fondazione del monastero di Santa Giulia da parte di re Desiderio.[6]

A beneficio della nuova istituzione Desiderio fa prolungare fino al monastero un tratto di acquedotto facendolo derivare dalla cisterna oggi nota come Santa Rita/San Faustino in riposo. Durante il medioevo, con i successivi ampliamenti della città murata verso est, il tracciato della via viene replicato sui nuovi territori urbanizzati, seguendo la preesistente strada che, uscita dalle mura romane, proseguiva verso Milano: questo nuovo tratto assume il nome di via degli orefici fino al laghetto di piazza Rovetta per diventare contrada della pallata e poi corso della pallata, grazie alle numerosissime botteghe che vi si affacciavano o trovavano collocazione nei suoi pressi. Pur perdendo il ruolo chiaramente principale di epoca romana, la via, assieme alla sua nuova prosecuzione a est, rimane l'unica in grado di attraversare completamente la città con un percorso diretto. Il tracciato perde progressivamente la sua primitiva conformazione rettilinea e assume un aspetto un poco più sinuoso. Dopo l'atterramento delle mura a seguito dell'assedio di Arrigo VII verranno mantenute le porte di Porta Milano (Piazza Garibaldi), Torlonga (piazza Arnaldo) e Sant'Andrea, che era al posto della scalinata che oggi porta a via Brigida Avogadro.[senza fonte]

La toponomastica del tracciato, originariamente frammentata in una serie di denominazioni, tra l'Ottocento e il Novecento viene revisionata: il tratto tra porta San Giovanni e la torre della Pallata viene intitolato corso Giuseppe Garibaldi, quello tra la Pallata a porta Bruciata diventa corso Goffredo Mameli, mentre quello da Porta Bruciata fino all'estremità est della via viene denominato via dei Musei, in onore delle numerose istituzioni culturali e dei monumenti nei suoi pressi.[5]

Restauro tra 2022 e 2023 e pedonalizzazione[modifica | modifica wikitesto]

Il tracciato della via, partendo da ovest e dall'intersezione con via Gabriele Rosa e arrivando fino alla salita di via Brigida Avogadro a est, è stato completamente riqualificato tra il 2022 e l'inizio del 2023: principale oggetto dell'intervento è stata la pavimentazione della carreggiata, che inizialmente si presentava in cemento. Si è quindi proceduto inserendo un selciato lapideo, restaurando i marciapiedi ai lati e sostituendo le porzioni danneggiate, favorendo anche l'utilizzo di sanpietrini e lastre in pietra e granito. La via, inoltre, è stata completamente pedonalizzata.[7][8]

Il tracciato[modifica | modifica wikitesto]

Analizzando il tracciato della via, limitatamente al suo ufficiale percorso contemporaneo tra porta Bruciata e l'estremità est, si incontrano alcuni dei maggiori monumenti della storia cittadina: da piazza della Loggia si costeggia prima piazza del Duomo passando ai piedi del lato nord del Broletto, passando sotto al cavalcavia della loggia fatta costruire dai Visconti e consolidato in epoca malatestiana.[3]

Si attraversa quindi via Mazzini e si entra nel cuore della via, passando davanti alla chiesa di Santa Maria della Carità e ad alcuni importanti palazzi dell'antica nobiltà bresciana, tra i quali palazzo Maggi di Gradella, palazzo Uggeri e palazzo Martinengo Cesaresco Novarino; si raggiungono infine piazza del Foro con le rovine del Capitolium e del teatro romano e gli scavi di palazzo Martinengo Cesaresco Novarino.[3]

Proseguendo ancora si incrocia via Giovanni Piamarta che sale verso il monastero del Santissimo Corpo di Cristo e il castello di Brescia e si raggiunge infine l'estremità est, il cui fianco nord è occupato dal monastero di Santa Giulia. L'estremità, cieca, si apre a sud verso piazza Tebaldo Brusato.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Fè d'Ostiani, p. 252.
  2. ^ Brixia. Parco archeologico di Brescia romana, su Google Arts & Culture. URL consultato il 22 febbraio 2022.
  3. ^ a b c Antonio Fappani (a cura di), MUSEI, via deiEnciclopedia bresciana
  4. ^ De Leonardis, p. 61.
  5. ^ a b Braga, Simonetto, p. 53.
  6. ^ Fè d'Ostiani, p. 201.
  7. ^ Barbara Fenotti, Via Musei come nuova: riqualificata la strada monumentale del centro, su Giornale di brescia, 19 gennaio 2023. URL consultato il 23 gennaio 2023.
  8. ^ Amina Zahhar, Via Musei: riqualificazione conclusa, su La Voce del Popolo, 19 gennaio 2023. URL consultato il 23 gennaio 2023.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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