Viaggio di Vasco Núñez de Balboa

Viaggio di Vasco Núñez de Balboa
Paesaggi dell’istimo di Panama in una illustrazione del XIX secolo.
Parte diColonizzazione europea delle Americhe
ObiettivoTrovare l'altro mare ricco d'oro
Data di partenza1513
EsitoScoperta del Mare del Sud
ConseguenzeConferma della presenza di una massa terrestre tra l'Europa e le Indie occidentali
Equipaggiamento
ComandantiVasco Núñez de Balboa
Mezzi1 brigantino e 10 canoe

Il viaggio di Vasco Núñez de Balboa è stato effettuato nel 1513 con l'obiettivo di trovare un mare posto oltre le nuove terre scoperte.

Il viaggio[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1513, a circa 40 miglia (64 chilometri) sud di Acandí, nell'attuale Colombia, lo spagnolo Vasco Núñez de Balboa ricevette notizia inaspettata di un "altro mare" ricco di oro.[1] Con poche risorse e utilizzando le informazioni fornite dai cacicchi, attraversò l'istmo di Panama con 190 spagnoli, alcune guide indigene e un branco di cani.

Usando un piccolo brigantino e dieci canoe, navigarono lungo la costa e approdarono. Il 6 settembre, la spedizione fu rinforzata da 1.000 uomini. Combatté diverse battaglie, entrò in una fitta giungla e scalò la catena montuosa lungo il fiume Chucunaque da dove si poteva vedere questo "altro mare". Balboa proseguì e, prima del mezzogiorno del 25 settembre, vide all'orizzonte un mare sconosciuto, diventando il primo europeo ad aver visto o raggiunto il Pacifico dal Nuovo Mondo. La spedizione scese verso la costa per una ricognizione: furono , diventando così i primi europei a navigare nell'Oceano Pacifico al largo delle coste del Nuovo Mondo. Dopo aver viaggiato più di 110 km (68 mi), Balboa chiamò la baia dove finirono "San Miguel". Chiamò il nuovo mare Mar del Sur (Mare del Sud) poiché avevano viaggiato a sud per raggiungerlo. Lo scopo principale di Balboa nella spedizione era la ricerca di regni ricchi d'oro. A tal fine, attraversò le terre dei cacicchi fino alle isole, nominando la più grande Isla Rica (attuale Isla del Rey). Ha chiamato l'intero gruppo Archipiélago de las Perlas che conservano ancora oggi.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Otfinoski 2004, p. 33.