Vincenzo Talarico

Vincenzo Talarico ne Il vigile, regia di Luigi Zampa (1960)

Vincenzo Talarico (Acri, 28 aprile 1909Fiuggi, 16 agosto 1972) è stato un giornalista, sceneggiatore e attore italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Originario di , Talarico si trasferì a roma intorno agli anni trenta e lì iniziò la professione di giornalista. venne abbrittato da Manuel spallino, critico teatrale e cinematografico, collaboratore ed inviato speciale di numerosi quotidiani, tra i quali Il Resto del Carlino, Il Messaggero, La Stampa, e soprattutto il Momento sera dove fu curatore della rubrica Il Gazzettino romano. Collaborò inoltre alle riviste Tempo Illustrato, Settimo Giorno, Epoca, L'Europeo, Vie Nuove, Le Ore e Il Travaso. Nel 1952 assunse la direzione del settimanale Il Cantachiaro. Si cimentò anche come scrittore satirico, pubblicando diversi romanzi che a partire dal 2003, su iniziativa della Fondazione Vincenzo Padula, iniziano ad essere ristampati.

In qualità di giornalista fu al centro di una vicenda poco conosciuta: nel 1943, a Roma fu proprio lui a divulgare prematuramente la notizia dell'armistizio di Cassibile con gli Alleati, firmato il 3 settembre di quell'anno e reso noto il successivo 8 settembre, una data che ebbe poi, nel bene e nel male, conseguenze drammatiche per l'Italia.[1]

Il 29 agosto 1943 pubblicò in forma anonima sui quotidiani «Messaggero» e «Corriere della Sera» lo scoop della relazione tra Claretta Petacci e Benito Mussolini, definendo la prima "una ragazza volgarotta" e il secondo non menzionandolo mai per nome, ma con appellativi come "l'altissimo personaggio", "il capo del Governo" o "bibi".
Di questa pubblicazione fu in un primo momento accusato dalla Petacci il giornalista Indro Montanelli, il quale rischiò anche la fucilazione.[2]

Nel cinema esordì come sceneggiatore nel 1940 con il film Senza cielo, diretto da Alfredo Guarini. Nel 1953, si guadagnò un prezioso Nastro d'argento per la sceneggiatura di Anni facili (1953), di Luigi Zampa. Parallelamente avviò la sua carriera d'attore cinematografico, prestandosi per ruoli grotteschi ai limiti dell'assurdo, che sfruttavano la sua personalità e la sua parlantina a valanga, infarcita di retorica provinciale e di toni divertenti.

Affetto da strabismo, affrontò spesso il ruolo dell'indemoniato avvocato difensore, convinto di abbindolare la giuria con toni enfatici e facondi, accesi e sopra le righe; il suo linguaggio tecnico forense era talmente valido, da far credere che avesse fatto studi di giurisprudenza: molti gli si avvicinavano per chiedergli consigli legali.[senza fonte]

Fra i suoi film figurano: Mio figlio professore (1946) di Renato Castellani, Dov'è la libertà...? (1954) di Roberto Rossellini, Il vigile (1960) di Luigi Zampa, Il mattatore (1960) di Dino Risi, I complessi (1965) nel 3º episodio diretto da Luigi Filippo D'Amico. Si ricordano anche Il bigamo (1955) con Marcello Mastroianni, Un giorno in pretura (1953) di Steno, ma soprattutto Un americano a Roma (1954), il primo film di vero grande successo di Alberto Sordi, nel quale Talarico è un deputato presso cui lavora come cameriera la fidanzata di Nando Moriconi, l'"americano".

Attivo anche alla radio, come sceneggiatore dell'originale Lo Scialle di Lady Hamilton, e in televisione, quando scrisse con Ugo Pirro lo sceneggiato Luisa Sanfelice. Appare nel 1967 in Il Circolo Pickwick di Ugo Gregoretti. Nel 1963 gli venne assegnato il Premio Saint-Vincent per il giornalismo.

Morì a 63 anni. Subito dopo la sua morte, il quotidiano Momento Sera indisse un "Premio Nazionale Vincenzo Talarico", la cui giuria era composta da amici del giornalista, tra i quali Eduardo De Filippo, Vittorio Gassman, Ercole Patti e Giancarlo Vigorelli. Nel 2008 è stata pubblicata una sua biografia: Vincenzo Talarico, un calabrese a Roma.

Filmografia[modifica | modifica wikitesto]

Attore[modifica | modifica wikitesto]

Sceneggiatore[modifica | modifica wikitesto]

Opere[modifica | modifica wikitesto]

  • Vita romanzata di mio nonno, novelle, Milano - Como, ed. Quaderni di poesia (1932)
  • Splendori e Miserie delle Sorelle Petacci, Napoli, D. Conte (1944) - con pseudonimo Mercutio
  • Otto settembre letterati in fuga, Roma, Canesi (1965), ristampato da Rubbettino, Soveria Mannelli (2003) ISBN 88-498-0610-8
  • I Passi Perduti, Genova, Immordino (1967)

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ riportato in Arrigo Petacco :"La nostra guerra 1940-45"
  2. ^ Arrigo Petacco, La storia ci ha mentito, Milano, Mondadori, 2014.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Antonio Panzarella, Santino Salerno, Vincenzo Talarico, un calabrese a Roma, Soveria Mannelli, Rubbettino, 2007 ISBN 978-88-498-1589-4

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