Vittoria della Rovere

Vittoria della Rovere
La granduchessa Vittoria della Rovere ritratta da Justus Sustermans nel 1654, Galleria degli Uffizi, Firenze
Granduchessa consorte di Toscana
Stemma
Stemma
In carica6 aprile 1637 –
23 maggio 1670
Incoronazione5 luglio 1637
PredecessoreMaria Maddalena d'Austria
SuccessoreMargherita Luisa d'Orléans
Nome completoVittoria Feltria della Rovere
TrattamentoSua Altezza Serenissima
Altri titoliSignora di Poggio dei Berni
Signora di Monte San Savino
NascitaPesaro, 7 febbraio 1622
MortePisa, 5 marzo 1694
Luogo di sepolturaCappelle Medicee, Firenze
Casa realedella Rovere per nascita
Medici per matrimonio
PadreFederico Ubaldo della Rovere
MadreClaudia de' Medici
ConsorteFerdinando II de' Medici
FigliCosimo
Una figlia
Cosimo III
Francesco Maria
ReligioneCattolicesimo

Vittoria Feltria della Rovere (Pesaro, 7 febbraio 1622Pisa, 5 marzo 1694) fu la quinta granduchessa di Toscana, moglie del granduca Ferdinando II de' Medici. Con la sua morte si estinse il ramo principale dei della Rovere, fondato nel XIV secolo.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Infanzia[modifica | modifica wikitesto]

Vittoria della Rovere da bambina, dipinto di Justus Sustermans.

Ultima discendente dei della Rovere, duchi di Urbino, era figlia di Federico Ubaldo della Rovere e Claudia de' Medici, quindi nipote del granduca Ferdinando I di Toscana. Alla morte del marito, avvenuta quando la piccola Vittoria aveva meno di un anno di vita, la madre prima si trasferì a Firenze e poi si risposò con Leopoldo del Tirolo, lasciando la figlia alle cure della zia Maria Maddalena e della nonna Cristina di Lorena, vedova di Ferdinando I, reggenti del trono granducale e tutrici del granduca Ferdinando II, ancora minorenne.

Giovinezza[modifica | modifica wikitesto]

Le due tutrici diedero a Vittoria un'educazione di rigida osservanza cattolica e si preoccuparono inoltre di assicurarne il fidanzamento, nel 1623, col cugino tredicenne Ferdinando. Nel 1631 moriva l'ultimo dei della Rovere, Francesco Maria, di cui Vittoria era l'unica erede: in teoria il Ducato di Urbino sarebbe dovuto passare al Granducato di Toscana, di cui Vittoria era aspirante sovrana, ma ciò fu impedito dalla vigorosa reazione del papa Urbano VIII, al quale le due reggenti non osarono contrapporsi: in compenso, Vittoria e la casata medicea ottenevano il possesso della ricchissima collezione di dipinti della famiglia estinta, comprendente capolavori di Tiziano e Raffaello Sanzio (che oggi sono tra i maggiori vanti degli Uffizi e della Galleria Palatina).

Matrimonio[modifica | modifica wikitesto]

Ferdinando II de' Medici e Vittoria della Rovere ritratti da Justus Sustermans nel 1666, National Gallery, Londra

Vittoria sviluppò un carattere austero e devoto, attentissimo alle forme esteriori della religiosità cattolica. Nel 1628 Ferdinando divenne granduca a tutti gli effetti per il raggiungimento della maggiore età e nel 1634 veniva officiato il suo matrimonio in forma privata con Vittoria, celebrato in forma ufficiale tre anni dopo, il 6 aprile 1637. Vittoria fu incoronata in Duomo il 5 luglio successivo.

L'unione non fu felice. Dopo due bambini morti appena venuti al mondo (Cosimo ed una bambina di cui non fu reso noto il nome), nel 1642 nacque l'erede, il futuro Cosimo III, per la cui educazione sorsero seri contrasti tra i sovrani: Ferdinando avrebbe voluto dargli un'educazione moderna, laica e scientifica mentre Vittoria esigeva un'educazione impartita da religiosi. Vinse la moglie, con conseguenze negative per la futura vita del Granducato, che si manifestarono una volta che Cosimo divenne sovrano.

La coppia ebbe un secondogenito, Francesco Maria, nel 1660: la distanza tra le due nascite dei principi venne spiegata con una vera e propria separazione in casa tra la coppia granducale, dovuta alla scoperta, da parte di Vittoria, dell'orientamento bisessuale del marito, colto in flagrante in atteggiamenti intimi con un paggio di corte, Bruto della Molara. La sovrana reagì interrompendo i rapporti col marito, dedicandosi alle pratiche religiose e conducendo una vita austera.

Ultimi anni e morte[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1670 moriva Ferdinando II. Subito si accese una vivace rivalità tra la nuova granduchessa, Margherita Luisa d'Orléans, e la granduchessa madre per la partecipazione al potere accanto a Cosimo III. Dopo un paio di anni l'ebbe vinta Vittoria, dato che Margherita Luisa abbandonava Firenze per trasferirsi prima in alcune ville di campagna e poi tornandosene a Parigi.

Grazie alla sua insistenza, la Granduchessa riuscì a salvare gli affreschi della cappella Brancacci; ella infatti si oppose a Francesco Feroni, abbiente uomo che voleva comprarla, demolirla e ricostruirla in stile barocco.

Vittoria della Rovere si spense a Pisa il 5 marzo 1694.

Di lei ci restano numerosi ritratti, eseguiti soprattutto dal ritrattista ufficiale dei Medici Justus Sustermans, in diverse fasi della sua vita.

Sepoltura[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1857, durante una prima ricognizione delle salme dei Medici, così venne ritrovato il suo corpo:

«[…] ridotto scheletro era vestito di un abito di seta nera a righe, ornato di trine nere e bianche al collo, alle maniche e al lembo della sottana. Sul capo che era coperto da un cappuccio di velluto e sul petto posavano due grandi medaglie d’oro […] Dappresso ai piedi, racchiusa in tubo di piombo, era la iscrizione scritta su cartapecora e ben conservata […][1]»

Discendenza[modifica | modifica wikitesto]

Vittoria e Ferdinando ebbero quattro figli:

Ascendenza[modifica | modifica wikitesto]

Ducato di Urbino
Della Rovere

Francesco Maria I
Guidobaldo II
Francesco Maria II
Federico Ubaldo
Figli
Francesco Maria II
Modifica
Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Guidobaldo II della Rovere Francesco Maria I della Rovere  
 
Eleonora Gonzaga della Rovere  
Francesco Maria II della Rovere  
Vittoria Farnese Pier Luigi Farnese  
 
Gerolama Orsini  
Federico Ubaldo della Rovere  
Ippolito della Rovere Cardinale Giulio della Rovere  
 
Leonora N.  
Livia della Rovere  
Isabella Vitelli Jacopo Vitelli  
 
Livia Orsini  
Vittoria della Rovere  
Cosimo I de' Medici Giovanni de' Medici  
 
Maria Salviati  
Ferdinando I de' Medici  
Eleonora di Toledo Don Pedro Álvarez de Toledo y Zúñiga  
 
María Osorio y Pimentel  
Claudia de' Medici  
Carlo III di Lorena Francesco I di Lorena  
 
Cristina di Danimarca  
Cristina di Lorena  
Claudia di Valois Enrico II di Francia  
 
Caterina de' Medici  
 

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Sommi Picenardi G., Esumazione e ricognizione delle Ceneri dei Principi Medicei fatta nell'anno 1857. Processo verbale e note, Archivio Storico Italiano Serie V, Tomo I-II, M. Cellini & c., Firenze 1888 in D. Lippi, Illacrimate Sepolture - Curiosità e ricerca scientifica nella storia della riesumazione dei Medici, Firenze, 2006 online.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • I della Rovere. Piero della Francesca, Raffaello, Tiziano. Catalogo della mostra (Senigallia, Urbino, Pesaro, Urbania, 4 aprile - 3 ottobre 2004) - Curato da P. Dal Poggetto - Electa Mondadori ISBN 88-370-2908-X
  • Renzo Fiorani, Tra misa e metauro. Allegrezze e preoccupazioni per Federico Ubaldo della Rovere, ed. da Archeoclub d'Italia, Sede di Castelleone di Suasa
  • Adelinda Modesti: Women’s Patronage and Gendered Cultural Networks in Early Modern Europe: Vittoria della Rovere, Grand Duchess of Tuscany, 2019, E-book, edizione cartacea 298 pagine, editore Taylor e Francis, ISBN 978-1-351-77811-4.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Granduchessa di Toscana Successore
Maria Maddalena d'Austria 6 aprile 1637 – 23 maggio 1670 Margherita Luisa d'Orléans
Controllo di autoritàVIAF (EN1158831 · ISNI (EN0000 0001 2208 2180 · BAV 495/41329 · CERL cnp00839048 · ULAN (EN500353933 · LCCN (ENn97874646 · GND (DE131930648 · BNE (ESXX1585986 (data) · WorldCat Identities (ENlccn-n97874646