Vittorio Pozzo

Vittorio Pozzo
Pozzo, commissario tecnico della nazionale italiana, solleva la Coppa Jules Rimet dopo la vittoria al campionato del mondo 1938
Nazionalità Bandiera dell'Italia Italia
Calcio
Ruolo Allenatore (ex calciatore)
Termine carriera 1911 - giocatore
1948 - allenatore
Carriera
Squadre di club1
1905-1906Grasshoppers B11 (6)
1906-1911Torino? (?)
Carriera da allenatore
1912Bandiera dell'Italia Italia
1912-1922Torino
1921Bandiera dell'Italia Italia
1924Bandiera dell'Italia Italia
1924-1926Milan
1929-1948Bandiera dell'Italia Italia
Palmarès
 Olimpiadi
Oro Berlino 1936
 Mondiali di calcio
Oro Italia 1934
Oro Francia 1938
 Coppa Internazionale
Oro 1927-1930
Argento 1931-1932
Oro 1933-1935
1 I due numeri indicano le presenze e le reti segnate, per le sole partite di campionato.
Il simbolo → indica un trasferimento in prestito.
Statistiche aggiornate al 30 giugno 2007

«Se ripenso ai raduni di quella nazionale nella mia città, a Cuneo, faccio fatica a credere in tanta modestia. La imponeva Vittorio Pozzo, un tipo di alpino e salesiano arrivato chissà come alla guida degli azzurri senza essere né un allenatore di professione né un burocrate dello sport ma semplicemente un piemontese risorgimentale ciecamente convinto delle virtù piemontesi. Uno di quelli per cui la parola sacra è “ël travai”»

Vittorio Giuseppe Luigi Enrico Pozzo (Torino, 2 marzo 1886Torino, 21 dicembre 1968) è stato un allenatore di calcio, calciatore e giornalista italiano, commissario tecnico della nazionale italiana negli anni trenta e quaranta, e unico allenatore vincitore di due edizioni del campionato del mondo, peraltro consecutive: nel 1934 e nel 1938, record tuttora imbattuto.

Oltre a queste già citate vittorie, si è aggiudicato le Olimpiadi del 1936 (unico allenatore a vincere sia i Mondiali sia le Olimpiadi, conquistando l’unico titolo per la nazionale italiana) e due Coppe Internazionali (competizione precorritrice del campionato europeo per nazioni) per un totale di cinque titoli.[1][2][3][4] Sulla sua prima vittoria nella Coppa Jules Rimet del 1934 fu realizzata nel 1990 la miniserie televisiva Il colore della vittoria. Fino al 2022 ha detenuto il record di imbattibilità per un allenatore ai Mondiali (8 vittorie e 1 pareggio).[5] È inoltre l'allenatore più anziano ad aver vinto la competizione.

Carriera[modifica | modifica wikitesto]

Vittorio Pozzo nacque da una famiglia di origini biellesi, precisamente di Ponderano, e di modeste condizioni economiche, da Luigi Pozzo e Domenica Villa. Frequentò il Liceo classico Cavour a Torino, la sua città natale; in seguito studiò lingue e giocò a calcio in Francia, Svizzera ed Inghilterra, amando particolarmente quest'ultimo paese e cercando di capire e far suoi i segreti del calcio inglese. Appassionato di calcio e tifoso del Torinese, a soli undici anni vendette, con degli amici, alcuni libri di latino per vedere la prima partita di calcio giocata in Italia, Genoa-Rappresentanza Torino, che si svolse il giorno dell'Epifania del 1898 a Genova e venne vinta dalla squadra torinese[6].

Da calciatore militò nella squadra riserve elvetica dei Grasshoppers (anni 1905-1906), che lasciò per tornare nella sua Torino, dove contribuì a fondare il Torino Football Club, squadra nella quale militò per cinque stagioni, sino al ritiro dall'attività agonistica, nel 1911, e di cui fu direttore tecnico dal 1912 al 1922. Terminati gli studi, entrò alla Pirelli, dove divenne dirigente, incarico che lascerà per assumere quello di commissario unico della nazionale italiana, accettandolo con l'unica e singolare condizione di non essere retribuito.

Pozzo alla guida del Torino negli anni 1920

Pozzo venne nominato per la prima volta commissario tecnico della nazionale di calcio in occasione delle Olimpiadi di Stoccolma, nel giugno 1912: era l'esordio assoluto per una selezione italiana in una competizione ufficiale. La squadra venne eliminata al primo turno perdendo 3-2 con la Finlandia dopo i tempi supplementari. Pozzo si dimise e tornò a lavorare alla Pirelli; la nazionale ritornò nelle mani della cosiddetta "commissione tecnica", un curioso comitato variamente composto da dirigenti federali, arbitri, calciatori, ex calciatori, allenatori e giornalisti.

In tutto il suo primo periodo la nazionale fu guidata da questo gruppo eterogeneo di composizione variabile: Pozzo fu di fatto la sola persona a rivestire il ruolo di commissario unico sino alla fine degli anni quaranta, con le brevi eccezioni di Augusto Rangone (1925-1928) e Carlo Carcano (1928-1929). Pozzo prese parte alla prima guerra mondiale in veste di tenente degli Alpini. Questa esperienza lo segnò profondamente: ne trasse un'esperienza di rigore morale ed educazione alla modestia e all'essenzialità spartana della vita di trincea, che applicò costantemente ai rapporti umani e alla professione sportiva.

Nel 1921 fu incaricato dalla Federcalcio di studiare un progetto di riforma del campionato per ovviare alle tensioni tra le grandi squadre e le società minori, poiché le prime ritenevano che il numero di partecipanti al campionato andasse ridotto. La mediazione di Pozzo fallì e la crisi sfociò nella scissione tra la FIGC e la CCI, rientrata comunque l'anno seguente.

Nel 1924, in occasione delle Olimpiadi parigine, Pozzo venne nuovamente nominato commissario unico. Questa volta gli azzurri riuscirono ad arrivare ai quarti, dove vennero battuti per 2-1 dalla Svizzera, poi finalista. Anche in seguito a questa sconfitta, Pozzo si dimise e tornò a dedicarsi al suo lavoro e alla moglie, che poco tempo dopo perderà per una malattia. Dopo la scomparsa della moglie, Pozzo si trasferì a Milano, dove al suo lavoro in Pirelli affiancò quello di giornalista per La Stampa di Torino, che continuò quasi sino alla morte.

Dieci anni d'oro[modifica | modifica wikitesto]

Da sinistra: Pozzo, CT azzurro, dà indicazioni a Monzeglio e Bertolini prima dei supplementari di Italia-Cecoslovacchia, finale della Coppa Rimet 1934; il capitano Combi sembra preso da altro, mentre Monti discute con il vice di Pozzo, Carcano

Nel 1929 l'allora presidente della FIGC Leandro Arpinati gli chiese di guidare nuovamente la squadra azzurra. Pozzo, per la terza volta, accettò, dando il via al periodo d'oro della nazionale italiana. Nel volgere di un decennio e ispirato nello schema tattico applicato con successo dalla Juventus allenata da Carlo Carcano, di cui i suoi giocatori avevano vinto gli ultimi quattro campionati di Serie A fino a quel momento, costituirono l'asse portante;[7] Pozzo collezionò un palmarès difficilmente uguagliabile. Vinse infatti due titoli mondiali nel 1934 e nel 1938, un oro olimpico nel 1936 (l'unico del calcio italiano) e due Coppe Internazionali (manifestazione antesignana del Campionato europeo di calcio) nel 1930 e 1935. L'unica vittoria che sfuggì all'Italia di Pozzo di quell'irripetibile decennio fu quella della Coppa Internazionale del 1932, in cui l'Italia si classificò comunque seconda.

In un'epoca in cui i maghi erano ancora sconosciuti, Vittorio Pozzo seppe crearsi una solida popolarità senza fare ricorso ad acrobazie tecniche e verbali, ma con la concreta eloquenza dei risultati. Anche se non sempre seppe o volle liberarsi dalla retorica imperante dei tempi (amava preparare spiritualmente i giocatori agli incontri ricordando loro la battaglia del Piave e si diceva che facesse cantar loro le canzoni di guerra degli alpini, ma lo stesso interessato ha poi smentito in un'intervista televisiva), Pozzo dimostrò una rigorosa serietà morale e professionale che lo contraddistinse anche da commentatore sportivo.

Il tenente Pozzo fu anche il primo a fare uso sistematico dei "ritiri", i periodi di isolamento in preparazione di un evento sportivo. Le sedi scelte normalmente erano residenze molto essenziali, in omaggio allo stile militaresco del CT, che però era anche un maestro nel creare spirito di gruppo e nel cementare i rapporti personali, prevenendo malumori e lacerazioni nello spogliatoio.

Riguardo alle critiche ricevute per aver convocato giocatori oriundi nel vittorioso mondiale del 1934, riferendosi al fatto che gli stessi prestavano servizio nell'esercito, disse: "Se possono morire per l'Italia, possono anche giocare per l'Italia". In un'appassionata pagina, Giorgio Bocca lo ricorda così:

«Il commissario unico era un ufficiale degli alpini e un fascista di regime. Vale a dire uno che apprezzava i treni in orario ma non sopportava gli squadrismi, che rendeva omaggio al monumento degli alpini ma non ai sacrari fascisti.»

Pozzo viene portato in trionfo dopo la vittoria del primo titolo mondiale del calcio italiano

Un altro giudizio lo dà un suo concittadino, lo scrittore e giornalista Gianpaolo Ormezzano:

«[Vittorio Pozzo] era riuscito a gestire la nazionale, che pure il regime voleva usare come strumento di propaganda, tenendola abbastanza lontano dalle pressioni e dalle tresche dei gerarchi. [...] Pozzo non fu antifascista, né mai pretese di esserlo, ma non fu nemmeno banditore troppo strumentalizzato da parte del potere. [...] Forse quello fu l'unico modo per evitare che la sua squadra diventasse la Nazionale di Mussolini.»

Pozzo, pare, amava portare con sé due portafortuna: il primo era una scheggia della Coppa Internazionale. Il trofeo era una sorta di antenato del Campionato europeo di calcio e Pozzo l'aveva vinto per la prima volta l'11 maggio 1930, quando a Budapest la sua nazionale batté l'Ungheria per 5-0 nell'ultima e decisiva partita. Avvenne che il trofeo cadesse per terra e, essendo interamente di cristallo di Boemia, si rompesse in numerosi pezzi senza poter essere riparato. Il secondo portafortuna era un biglietto per l'Inghilterra, dono di un familiare, che Pozzo non utilizzò mai.

Dal 24 novembre 1935 al 20 luglio 1939 Pozzo inanellò una serie di 30 risultati utili consecutivi, un record poi superato nel 2021 da Roberto Mancini.[8]

Tattica[modifica | modifica wikitesto]

Fino agli anni trenta, la tattica più diffusa nel calcio era stata la cosiddetta piramide di Cambridge, cioè un 2-3-5 a forma di piramide rovesciata che aveva il suo vertice nel portiere. L'ideazione di questo schema è attribuita alla squadra del noto college britannico, mentre il suo lancio è dovuto ai Blackburn, che lo applicarono per la prima volta negli anni novanta dell'Ottocento, vincendo cinque coppe di Lega.

Per oltre un trentennio questo modulo conobbe ininterrotta fortuna nelle isole britanniche e, di riflesso, nel mondo intero. Negli anni del primo dopoguerra, per evoluzione, dalla piramide ebbero origine simultaneamente il WM, o sistema, praticato dall'Arsenal di Herbert Chapman e il metodo, i cui padri sono comunemente identificati in Vittorio Pozzo e nel suo amico e rivale Hugo Meisl, per venticinque anni allenatore della nazionale austriaca.

Il Metodo di Vittorio Pozzo

Pozzo e Meisl svilupparono l'idea di uno schieramento con due difensori arretrati e un giocatore centrale posto dinnanzi alla difesa, in mezzo ai due mediani. Questo giocatore, detto appunto centromediano metodista, fungeva da cardine della manovra ed era un vero e proprio antenato del "regista" all'italiana. Rispetto al sistema, lo spostamento in avanti del difensore centrale forniva un maggiore sostegno ai mediani. Infine, l'arretramento verso la mediana dei due inside forward, gli "attaccanti interni" della piramide (detti anche "mezze ali"), dava origine ad una formazione del tipo 2-3-2-3, o "WW", poiché ripeteva sul campo la forma di queste lettere. In questo modo si creava di fatto una superiorità numerica a centrocampo: la difesa risultava più protetta e i contrattacchi risultavano più rapidi ed efficaci.

Mentre Meisl si mostrò propenso ad applicare una versione dinamica del metodo, dando di fatto origine ad un ibrido con il "sistema", Pozzo rimase legato alla prima versione della sua tattica, dichiarandosi sempre decisamente contrario all'introduzione dello schema inglese, che egli riteneva poco adatto alle caratteristiche atletiche e allo stile degli italiani.

Lo stesso argomento in dettaglio: Hugo Meisl e Metodo (calcio).

Dimostrando comunque di non avere una visione preconcetta della tattica, Pozzo seppe adattare i suoi convincimenti: col tempo, infatti, crebbe nel suo gioco l'importanza delle mezze ali interne, anche perché ebbe a disposizione due fortissimi interpreti di quel ruolo come Giuseppe Meazza e Giovanni Ferrari, che non a caso furono gli unici due titolari fissi di entrambe le selezioni campioni del mondo.

Dopo il ritiro[modifica | modifica wikitesto]

Su pressioni della Federcalcio, Pozzo diede le dimissioni da commissario tecnico il 5 agosto del 1948. Era ritenuto un uomo del passato, non più adatto a ricoprire il suo ruolo: veniva identificato con i successi sportivi del regime fascista (ma accusato di collaborazionismo durante la Repubblica sociale, dai suoi archivi emerse invece la collaborazione con il Cln) . Inoltre rimaneva un convinto assertore della validità del metodo, mentre le squadre maggiormente vincenti all'epoca applicavano il sistema. Tra queste, paradossalmente, c'era il Grande Torino, ossatura della sua nazionale negli anni del secondo dopoguerra.

Al momento del ritiro, Pozzo era stato commissario tecnico della nazionale per 6.927 giorni: un primato mondiale ancora imbattuto. Aveva collezionato 97 panchine con la nazionale, con un totale di 65 vittorie, 17 pareggi e 15 sconfitte. La sua percentuale di vittorie è pari al 67,01% delle partite giocate: un record tra i CT azzurri. Il suo ultimo, straziante, atto ufficiale fu il riconoscimento dei corpi dilaniati dei calciatori del Grande Torino, suoi amici e allievi, periti il 4 maggio 1949 nella tragedia di Superga.[9]

Nel 1948, in occasione del 50º anniversario della F.I.G.C., fu insignito del titolo di pioniere del calcio italiano.[10]

Negli anni tra il 1948 e il 1958 Vittorio Pozzo partecipò piuttosto assiduamente, in qualità di consigliere nel direttivo tecnico, alla creazione del Centro Tecnico Federale di Coverciano. Questa attività avvenne grazie all'espressa richiesta fatta alla Federcalcio dall'amico e dirigente sportivo Luigi Ridolfi, che aveva ideato il Centro Tecnico e che ne curò la costruzione fino alla propria morte. Pozzo morì il 21 dicembre del 1968, all'età di 82 anni, a Torino e le sue spoglie riposano nel cimitero di Ponderano (BI), paese di origine della sua famiglia.

Nel 1986 gli venne intitolato l'allora Stadio Comunale di Torino[11][12] (oggi Stadio Olimpico Grande Torino), mentre nel giugno 2008 fu la volta dello stadio di Biella e, in precedenza, di quello di Boscoreale. Nel 2011 gli venne assegnato un Riconoscimento alla memoria nella Hall of fame del calcio italiano. Dal 2016 i suoi cimeli sono esposti a Ponderano in un museo a lui dedicato[13].

Statistiche[modifica | modifica wikitesto]

Statistiche da allenatore[modifica | modifica wikitesto]

Nazionale[modifica | modifica wikitesto]

Squadra Naz dal al Record
G V N P GF GS DR % Vittorie
Italia Bandiera dell'Italia Bandiera dell'Italia 29 giugno 1912 (1ºperiodo)
9 marzo 1924 (2ºperiodo)
1º dicembre 1929
3 luglio 1912 (1ºperiodo)
2 giugno 1924 (2ºperiodo)
5 agosto 1948
97 65 17 15 237 129 +108 67,01

Panchine da commissario tecnico della nazionale italiana[modifica | modifica wikitesto]

Cronologia completa delle presenze e delle reti in nazionale ― Italia
Data Città In casa Risultato Ospiti Competizione Reti Note
29-06-1912 Stoccolma Finlandia Bandiera della Finlandia 3 – 2 Bandiera dell'Italia Italia Olimpiadi 1912 Franco Bontadini
Enrico Sardi
Cap: -
01-07-1912 Solna Svezia Bandiera della Svezia 0 – 1 Bandiera dell'Italia Italia Olimpiadi 1912 Franco Bontadini Cap: -
09-03-1924 Milano Italia Bandiera dell'Italia 0 – 0 Bandiera della Spagna Spagna Amichevole - Cap: -
06-04-1924 Budapest Ungheria Bandiera dell'Ungheria 7 – 1 Bandiera dell'Italia Italia Amichevole Luigi Cevenini Cap: -
25-05-1924 Colombes Italia Bandiera dell'Italia 1 – 0 Bandiera della Spagna Spagna Olimpiadi 1924 aut. Vallana Cap: -
29-05-1924 Vincennes Italia Bandiera dell'Italia 2 – 0 Bandiera del Lussemburgo Lussemburgo Olimpiadi 1924 Adolfo Baloncieri
Giuseppe Della Valle
Cap: -
02.06-1924 Parigi Svizzera Bandiera della Svizzera 2 – 1 Bandiera dell'Italia Italia Olimpiadi 1924 Giuseppe Della Valle Cap: -
01-12-1929 Milano Italia Bandiera dell'Italia 6 – 1 Bandiera del Portogallo Portogallo Amichevole Marcello Mihalich 2
Raimundo Orsi 2
Adolfo Baloncieri
Attila Sallustro
Cap: -
09-02-1930 Roma Italia Bandiera dell'Italia 4 – 2 Bandiera della Svizzera Svizzera Amichevole Poretti 2
Giuseppe Meazza 2
Cap: -
02-03-1930 Roma Germania Bandiera della Germania 0 – 2 Bandiera dell'Italia Italia Amichevole Adolfo Baloncieri
Giuseppe Meazza
Cap: -
06-04-1930 Amsterdam Paesi Bassi Bandiera dei Paesi Bassi 1 – 1 Bandiera dell'Italia Italia Amichevole Adolfo Baloncieri Cap: -
11-05-1930 Budapest Ungheria Bandiera dell'Ungheria 0 – 5 Bandiera dell'Italia Italia 1° Coppa Internazionale Raffaele Costantino
Mario Magnozzi
Giuseppe Meazza 3
Cap: -
22-06-1930 Bologna Italia Bandiera dell'Italia 2 – 3 Bandiera della Spagna Spagna Amichevole Raffaele Costantino 2 Cap: -
25-01-1931 Bologna Italia Bandiera dell'Italia 5 – 0 Bandiera della Francia Francia Amichevole Giuseppe Meazza 3
Renato Cesarini
Renato Cattaneo
Cap: -
22-02-1931 [[Raffaele Costantino
Angelo Schiavio 2|Milano]]
Italia Bandiera dell'Italia 2 – 1 Bandiera dell'Austria Austria Coppa Internazionale Giuseppe Meazza
Raimundo Orsi
Capu(1907)
12-02-1933 Bruxelles Belgio Bandiera del Belgio 2 – 3 Bandiera dell'Italia Italia Amichevole Giuseppe Meazza 2
Raffaele Costantino
Cap: -
02.-04-1933 Ginevra Svizzera Bandiera della Svizzera 0 – 3 Bandiera dell'Italia Italia Coppa Internazionale Angelo Schiavio 2
Giuseppe Meazza
Cap: -
07-05-1933 Firenze Italia Bandiera dell'Italia 2 – 0 Bandiera della Cecoslovacchia Cecoslovacchia Coppa Internazionale Giovanni Ferrari
Angelo Schiavio
Cap: -
12-05-1933 Roma Italia Bandiera dell'Italia 1 – 1 Bandiera dell'Inghilterra Inghilterra Amichevole Giovanni Ferrari Cap: -
22-10-1933 Budapest Ungheria Bandiera dell'Ungheria 0 – 1 Bandiera dell'Italia Italia Coppa Internazionale Felice Borel Cap: -
03-12-1933 Firenze Italia Bandiera dell'Italia 5 – 2 Bandiera della Svizzera Svizzera Coppa Internazionale Giovanni Ferrari
Mario Pizziolo
Raimundo Orsi
Giuseppe Meazza
Luis Monti
Cap: -
11-02-1934 Torino Italia Bandiera dell'Italia 2 – 4 Bandiera dell'Austria Austria Coppa Internazionale Enrique Guaita 2 Cap: -
25-03-1934 Milano Italia Bandiera dell'Italia 4 – 0 Bandiera della Grecia Grecia Qual.Mondiali 1934 Giuseppe Meazza 2
Anfilogino Guarisi
Giovanni Ferrari
Cap: -
27-05-1934 Roma Italia Bandiera dell'Italia 7 – 1 Bandiera degli Stati Uniti Stati Uniti Mondiali 1934 Angelo Schiavio 3
Raimundo Orsi 2
Giuseppe Meazza
Giovanni Ferrari
Cap: -
31-05-1934 Firenze Italia Bandiera dell'Italia 1 – 1 Bandiera della Spagna Spagna Mondiali 1934 Giovanni Ferrari Cap: -
01-06-1934 Firenze Italia Bandiera dell'Italia 1 – 0 Bandiera della Spagna Spagna Mondiali 1934 Giuseppe Meazza Cap: -
03-06-1934 Firenze Italia Bandiera dell'Italia 1 – 0 Bandiera dell'Austria Austria Mondiali 1934 Enrique Guaita Cap: -
10-06-1934 Roma Italia Bandiera dell'Italia 2 – 1 Bandiera della Cecoslovacchia Cecoslovacchia 1º titolo mondiale Raimundo Orsi
Angelo Schiavio
Cap: -
14-11-1934 Londra Inghilterra Bandiera dell'Inghilterra 3 – 2 Bandiera dell'Italia Italia Amichevole Giuseppe Meazza 2 Cap: -
09-12-1934 Milano Italia Bandiera dell'Italia 4 – 2 Bandiera dell'Ungheria Ungheria Amichevole Enrique Guaita 2
Giovanni Ferrari
Giuseppe Meazza
Cap: -
17-02-1935 Roma Italia Bandiera dell'Italia 4 – 2 Bandiera della Francia Francia Amichevole Giuseppe Meazza 2 Cap: -
24-03-1935 Vienna Austria Bandiera dell'Austria 0 – 2 Bandiera dell'Italia Italia Coppa Internazionale Silvio Piola 2 Cap: -
27-10-1935 Praga Cecoslovacchia Bandiera della Cecoslovacchia 2 – 1 Bandiera dell'Italia Italia Coppa Internazionale Alfredo Pitto Cap: -
24-11-1935 Milano Italia Bandiera dell'Italia 2 – 2 Bandiera dell'Ungheria Ungheria 2° Coppa Internazionale Gino Colaussi
Giovanni Ferrari
Cap: -
05-04-1936 Zurigo Svizzera Bandiera della Svizzera 1 – 2 Bandiera dell'Italia Italia Amichevole Atilio Demaría
Gino Colaussi
Cap: -
17-05-1936 Milano Italia Bandiera dell'Italia 2 – 2 Bandiera dell'Austria Austria Amichevole Atilio Demaría
Piero Pasinati
Cap: -
31-05-1936 Budapest Ungheria Bandiera dell'Ungheria 1 – 2 Bandiera dell'Italia Italia Amichevole Piero Pasinati
Giuseppe Meazza
Cap: -
03-08-1936 Berlino Italia Bandiera dell'Italia 1 – 0 Bandiera degli Stati Uniti Stati Uniti Olimpiadi 1936 Annibale Frossi
07-08-1936 Berlino Italia Bandiera dell'Italia 8 – 0 Bandiera del Giappone Giappone Olimpiadi 1936 Carlo Biagi 4
Annibale Frossi 3
Giulio Cappelli
Cap: -
10-08-1936 Berlino Italia Bandiera dell'Italia 2 – 1 Bandiera della Norvegia Norvegia Olimpiadi 1936 Alfonso Negro
Annibale Frossi
Cap: -
15-08-1936 Berlino Italia Bandiera dell'Italia 2 – 1 Bandiera dell'Austria Austria 1º titolo olimpico Annibale Frossi 2 Cap: -
25-10-1936 Milano Italia Bandiera dell'Italia 4 – 2 Bandiera della Svizzera Svizzera Coppa Internazionale Silvio Piola 2
Giuseppe Meazza
Piero Pasinati
Cap: -
15-11-1936 Berlino Germania Bandiera della Germania 2 – 2 Bandiera dell'Italia Italia Amichevole Gino Colaussi
Giovanni Ferrari
Piero Pasinati
Cap: -
13-12-1936 Genova Italia Bandiera dell'Italia 2 – 0 Bandiera della Cecoslovacchia Cecoslovacchia Amichevole Piero Pasinati
Giovanni Ferrari
Cap: -
25-04-1937 Torino Italia Bandiera dell'Italia 2 – 0 Bandiera dell'Ungheria Ungheria Coppa Internazionale Gino Colaussi
Annibale Frossi
Cap: -
23-05-1937 Praga Cecoslovacchia Bandiera della Cecoslovacchia 0 – 1 Bandiera dell'Italia Italia Coppa Internazionale Silvio Piola Cap: -
27-05-1937 Oslo Norvegia Bandiera della Norvegia 1 – 3 Bandiera dell'Italia Italia Amichevole Silvio Piola 2
Giuseppe Meazza
Cap: -
31-10-1937 Ginevra Svizzera Bandiera della Svizzera 2 – 2 Bandiera dell'Italia Italia Coppa Internazionale Silvio Piola 2 Cap: -
05-12-1937 Parigi Francia Bandiera della Francia 0 – 0 Bandiera dell'Italia Italia Amichevole - Cap: -
15-05-1938 Milano Italia Bandiera dell'Italia 6 – 1 Bandiera del Belgio Belgio Amichevole Silvio Piola 3
Giuseppe Meazza
Michele Andreolo
Piero Pasinati
Cap: -
22-05-1938 Genova Italia Bandiera dell'Italia 4 – 0 Bandiera della Jugoslavia Jugoslavia Amichevole Gino Colaussi
Silvio Piola
Giuseppe Meazza
Giovanni Ferrari
Cap: -
05-06-1938 Marsiglia Italia Bandiera dell'Italia 2 – 1 Bandiera della Norvegia Norvegia Mondiali 1938 Pietro Ferraris
Giuseppe Meazza
Cap: -
12-06-1938 Marsiglia Francia Bandiera della Francia 1 – 3 Bandiera dell'Italia Italia Mondiali 1938 Gino Colaussi
Silvio Piola 2
Cap: -
16-06-1938 Marsiglia Italia Bandiera dell'Italia 2 – 1 Bandiera del Brasile Brasile Mondiali 1938 Gino Colaussi
Giuseppe Meazza
Cap: -
19-06-1938 Colombes Italia Bandiera dell'Italia 4 – 2 Bandiera dell'Ungheria Ungheria 2º titolo mondiale Gino Colaussi 2
Silvio Piola 2
Cap: -
20-11-1938 Bologna Italia Bandiera dell'Italia 2 – 0 Bandiera della Svizzera Svizzera Amichevole Gino Colaussi
aut. Minelli
Cap: -
04-12-1938 Napoli Italia Bandiera dell'Italia 1 – 0 Bandiera della Francia Francia Amichevole Amedeo Biavati Cap: -
26-03-1939 Napoli Italia Bandiera dell'Italia 3 – 2 Bandiera della Germania Germania Amichevole Silvio Piola
Amedeo Biavati
Cap: -
13-05-1939 Milano Italia Bandiera dell'Italia 2 – 2 Bandiera dell'Inghilterra Inghilterra Amichevole Amedeo Biavati
Silvio Piola
Cap: -
04-06-1939 Belgrado Jugoslavia Bandiera della Jugoslavia 1 – 2 Bandiera dell'Italia Italia Amichevole Silvio Piola
Gino Colaussi
Cap: -
08-06-1939 Budapest Ungheria Bandiera dell'Ungheria 1 – 2 Bandiera dell'Italia Italia Amichevole Silvio Piola
Gino Colaussi 2
Cap: -
11-06-1939 Bucarest Romania Bandiera della Romania 0 – 1 Bandiera dell'Italia Italia Amichevole Gino Colaussi Cap: -
20-07-1939 Helsinki Finlandia Bandiera della Finlandia 2 – 3 Bandiera dell'Italia Italia Amichevole Silvio Piola 3 Cap: -
12-11-1939 Zurigo Svizzera Bandiera della Svizzera 3 – 1 Bandiera dell'Italia Italia Amichevole Ettore Puricelli Cap: -
26-11-1939 Berlino Germania Bandiera della Germania 5 – 2 Bandiera dell'Italia Italia Amichevole Neri
Demaria
Cap: -
03-03-1940 Torino Italia Bandiera dell'Italia 1 – 1 Bandiera della Svizzera Svizzera Amichevole Corbelli Cap: -
14-04-1940 Roma Italia Bandiera dell'Italia 2 – 1 Bandiera della Romania Romania Amichevole Biavati
Piola
Cap: -
05-05-1940 Milano Italia Bandiera dell'Italia 3 – 2 Bandiera della Germania Germania Amichevole Colaussi
Bertoni
Biavati
Cap: -
01-12-1940 Genova Italia Bandiera dell'Italia 1 – 1 Bandiera dell'Ungheria Ungheria Amichevole Trevisan Cap: -
05-04-1942 Genova Italia Bandiera dell'Italia 4 – 0 Bandiera della Croazia Croazia Amichevole Gabetto
Ferraris
Biavati
Grezar
Cap: -
19-04-1942 Milano Italia Bandiera dell'Italia 4 – 0 Bandiera della Spagna Spagna Amichevole Mazzola
Ferraris
Piola
Loik
Cap: -
11-11-1945 Zurigo Svizzera Bandiera della Svizzera 4 – 4 Bandiera dell'Italia Italia Amichevole Piola
Loik
Biavati 2
Cap: -
01-12-1946 Milano Italia Bandiera dell'Italia 3 – 2 Bandiera dell'Austria Austria Amichevole Castigliano
Mazzola
Piola
Cap: -
27-04-1947 Milano Italia Bandiera dell'Italia 5 – 2 Bandiera della Svizzera Svizzera Amichevole Mazzola
Menti 3
Loik
Piola
Cap: -
11.05-1947 Torino Italia Bandiera dell'Italia 3 – 2 Bandiera dell'Ungheria Ungheria Amichevole Gabetto 2
Loik
Cap: -
09-11-1947 Vienna Austria Bandiera dell'Austria 5 – 1 Bandiera dell'Italia Italia Amichevole Carapellese Cap: -
14-12-1947 Bari Italia Bandiera dell'Italia 3 – 1 Bandiera della Cecoslovacchia Cecoslovacchia Amichevole Menti
Gabetto
Carapellese
Cap: -
04-04-1948 Colombes Francia Bandiera della Francia 1 – 3 Bandiera dell'Italia Italia Amichevole Carapellese 2
Gabetto
Cap: -
16-05-1948 Torino Italia Bandiera dell'Italia 0 – 4 Bandiera dell'Inghilterra Inghilterra Amichevole - Cap: -
02-08-1948 Brentford Italia Bandiera dell'Italia 9 – 0 Bandiera degli Stati Uniti Stati Uniti Olimpiadi 1948 - 2º turno Pernigo 4
Cavigioli 2
Caprile
Stellin
Turconi
Cap: -
05-08-1948 Londra Danimarca Bandiera della Danimarca 5 – 3 Bandiera dell'Italia Italia Olimpiadi 1948 - Quarti Cavigioli
Caprile
Pernigo
Cap: -
Totale Presenze 97 Reti 237

Palmarès[modifica | modifica wikitesto]

Allenatore[modifica | modifica wikitesto]

Nazionale[modifica | modifica wikitesto]

Italia: 1927-1930, 1933-1935
Italia: Italia 1934, Francia 1938
Italia: Berlino 1936

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ https://www.mondiali.it/curiosita-sportive/vittorio-pozzo-re-mida-della-nazionale/
  2. ^ https://gianlucadimarzio.com/it/vittorio-pozzo-italia-storia-allenatore-fascismo-polemiche
  3. ^ https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/12/21/vittorio-pozzo-50-anni-fa-la-morte-del-ct-che-vinse-tutto-nel-periodo-sbagliato-cosi-venne-dimenticato-ma-collaboro-col-cln/4849392/
  4. ^ https://www.tifotorocaffe.net/forum/viewtopic.php?t=14452
  5. ^ Sky Sport, Van Gaal e non solo: gli allenatori imbattuti ma che i Mondiali non li hanno vinti | Sky Sport, su sport.sky.it. URL consultato l'11 dicembre 2022.
  6. ^ Football 1898-1908 - Il calcio dei pionieri, Fondazione Genoa 1893, Editrice Thesis, Genova, 2008 pag. 186
  7. ^ Fugardi, p. 92.
  8. ^ Pozzo Vittorio - Le partite alla guida della Nazionale - Italia1910.com - Nazionale Italiana di calcio e Serie A
  9. ^ Il Toro non c'è più, su ilfattoquotidiano.it. URL consultato il 4 maggio 2019.
  10. ^ Bollettino ufficiale della FIGC, comunicato ufficiale n. 45 del 18 febbraio 1949. Con comunicato n. 46, al Palazzo Tursi di Genova il 27 febbraio 1949 furono consegnati i distintivi d'onore alle persone che avevano dato un contributo rilevante allo sviluppo del gioco del calcio in Italia nel periodo 1898-1914 (comprese le persone già decedute): 7 presidenti; 12 del Piemonte; 15 della Lombardia; 5 del Veneto; 6 della Liguria; 2 dell'Emilia, 4 della Toscana; 5 del Lazio; 2 della Campania; 2 delle Puglie; 1 della Sicilia.
  11. ^ Dall'Umberto I al "nuovo" Grande Torino, gli 11 stadi della storia calcistica torinese
  12. ^ SPECIALE STADI TORINO: I 5 impianti esistenti in cui hanno giocato Juve e Toro
  13. ^ Inaugurato il museo dedicato a Vittorio Pozzo I cimeli raccontano la storia del calcio azzurro, su lastampa.it, La Stampa, 29 aprile 2016.
  14. ^ La Stella al Merito Sportivo a Vittorio Pozzo, su archiviolastampa.it, La Stampa, 25 giugno 1938 n. 150 pag. 2.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Monografie[modifica | modifica wikitesto]

  • Antonino Fugardi, Il calcio dalle origini ad oggi, Bologna, Cappelli, 1966.
  • Simon Martins, Calcio e fascismo - Lo sport nazionale sotto Mussolini, Oscar Mondadori, Milano, 2004
  • Gianpaolo Ormezzano, Il calcio: una storia mondiale. Longanesi, Milano, 1989, ISBN 88-304-0918-9.
  • Antonio Papa, Guido Panico, Storia sociale del calcio in Italia dai club dei pionieri alla nazione sportiva (1887-1945), Il Mulino, Bologna 1993, ISBN 88-15-08764-8.
  • Vittorio Pozzo, Campioni del mondo - Quarant'anni di storia del calcio italiano, CEN, Roma, 1968 (2ª ed.)
  • Dario Ronzulli, Vittorio Pozzo, il padre del calcio italiano, Minerva Edizioni, Bologna, 2022

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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