Vittorio Vernè

Vittorio Vernè
NascitaRoma, 8 maggio 1883
MorteGodofelassi, 7 gennaio 1937
Luogo di sepolturaCimitero degli italiani ad Asmara
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armata Regio Esercito
MVSN
ArmaFanteria
CorpoRegio corpo truppe coloniali d'Eritrea
Regio corpo truppe coloniali della Somalia italiana
GradoGenerale di Brigata
Luogotenente Generale
GuerrePrima guerra mondiale
Guerra romeno-ungherese
Guerra d'Etiopia
BattaglieBattaglia del Montello
Battaglia di Vittorio Veneto
Battaglia dell'Ogaden
Comandante di5ª Divisione CC.NN. "1 febbraio"
Decorazionivedi qui
dati tratti da Generals[1]
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Vittorio Vernè (Roma, 8 maggio 1883Godofelassi, 7 gennaio 1937) è stato un generale italiano, che dopo essersi distinto come ufficiale di stato maggiore durante la prima guerra mondiale, dal novembre 1918 al luglio 1919, come Capo di stato maggiore della 6ª Divisione Cecoslovacca con cui partecipò alla campagna d’Ungheria contro i bolscevichi di Béla Kun. Trasferitosi in servizio nella Milizia Volontaria Sicurezza Nazionale prese parte alle operazioni di riconquista della Libia, e quindi alla guerra d'Etiopia quale vicecomandante della 6ª Divisione CC.NN. "Tevere". Divenuto comandante della 5ª Divisione CC.NN. "1 febbraio" partecipò alle prima operazioni di repressione della guerriglia etiopica. Decorato con la Croce di Cavaliere dell'Ordine militare di Savoia, con una Medaglia d'argento, una di bronzo e una Croce di guerra al valor militare.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Figlio di Giuseppe e di Adele Bernardi nacque a Roma l'8 maggio 1883. Arruolatosi nel Regio Esercito, dopo aver completato i corsi presso la Regia Accademia Militare di Fanteria e Cavalleria fu mandato in Eritrea, assegnato al locale Regio corpo truppe coloniali.[2] Con il grado di tenente di fanteria, comandò reparti di truppe indigene e bande irregolari dal 1908 al 1912. Rientrato in Patria, dal 1912 al 1914 frequentò la Scuola di guerra di Torino da cui uscì con la promozione a capitano, per essere destinato in servizio al 50º Reggimento fanteria "Parma".[2] Nel 1916, in piena prima guerra mondiale, fu trasferito nel corpo di Stato maggiore e nel giugno 1918 fu Capo di stato maggiore della 50ª Divisione nella battaglia del Montello, nella difesa del Monte Grappa, e nella grande battaglia di Vittorio Veneto.[2] Nel corso della Grande Guerra fu decorato con una Medaglia di bronzo e una Croce di guerra al valor militare.[2] Dal novembre 1918 al luglio 1919 fu Capo di stato maggiore della 6ª Divisione Cecoslovacca e partecipò alla campagna d’Ungheria contro i bolscevichi di Béla Kun, ricevendo la Croce di guerra Cecoslovacca.[1] Fu poi Capo di stato maggiore della Divisione di Fiume, sino all’arrivo di Gabriele D'Annunzio.[1] Nel 1920 lasciò l'esercito, e poi si iscrisse al Partito Nazionale Fascista a Genova, partecipando successivamente alla marcia su Roma.[2] Costituita la Milizia volontaria per la sicurezza nazionale nel gennaio 1923, su decisione di Emilio De Bono fu nominato Console generale e chiamato al comando generale come sotto capo di stato maggiore.[2]

In Libia[modifica | modifica wikitesto]

Nel mese di settembre sbarcò in Libia al comando di tre legioni della MVSN, la 132ª Legione CC.NN. "Monte Velino" di Avezzano, la 171ª Legione CC.NN "Vespri Siciliani" e la 176ª Legione CC.NN. "Cacciatori Guide di Sardegna", che furono acquartierate rispettivamente a Homs, Misurata Marittima e Tripoli, ed adoperate per il servizio di vigilanza del territorio e di scorta alle carovane.[3] Nel luglio 1924 fu promosso luogotenente generale e nominato Ispettore Generale dei Reparti Libici.[2] Passò poi al Comando della III Zona (Liguria), V Zona (Veneto), XIII Zona (Bari), II Raggruppamento (Bologna), IV Raggruppamento (Napoli).[1] Nel 1934 divenne generale di brigata.[1] Nel 1936 venne mobilitato ed inviato in Somalia quale vicecomandante della 6ª Divisione CC.NN. "Tevere".[1] Il 17 aprile Rodolfo Graziani gli affidò il comando di una colonna celere autocarrata, scioltasi il 14 maggio dopo aver occupato Harar l'8 dello stesso mese.[4] In agosto, decorato con la Croce di Cavaliere dell'Ordine militare di Savoia, fu destinato, in sostituzione di Attilio Teruzzi, al comando della 5ª Divisione CC.NN. "1 febbraio". Dopo breve malattia il 7 gennaio 1937 morì a Godofelassi in Eritrea.[1] Su proposta di Graziani venne insignito della Medaglia d'argento al valor militare alla memoria.[2]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Onorificenze italiane[modifica | modifica wikitesto]

Cavaliere dell'Ordine militare di Savoia - nastrino per uniforme ordinaria
— Regio Decreto 24 agosto 1936.[5]
Medaglia d'argento al valore militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante 5ª Divisione CC.NN., rapidamente e con rara perizia organizzò militarmente e politicamente la regione affidatagli contribuendo inoltre con le proprie colonne alla cattura di un pericoloso capo ribelle di altra regione. Caduto ammalato nella imminenza del rimpatrio della propria divisione preferì curarsi in posto per non separarsene, ma per improvviso aggravarsi del male perdeva la vita tutta dedicata alla Patria. Splendido esempio di profondo sentimento militare e di dedizione al dovere. Regione Semien, 12 giugno 1936 - 7 gennaio 1937
— 1 gennaio 1937.
Medaglia di bronzo al valore militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Capo di stato maggiore di una divisione di fanteria, concorreva con tutte le sue energie e la sua capacità professionale, alla complessa opera di preparazione tecnica e morale delle truppe dipendenti. Durante lo svolgimento delle operazioni, fu intelligente, attivissimo e valoroso collaboratore del suo comandante, e più volte, durante la vivace lotta, si recava sulle prima linee a verificare la situazione, incitando tutti con la sua parola e con l'esempio, a non dar tregua al nemico. Valderoa-Spinoncia-Schievemini, ottobre 1918
— 1924
Croce di guerra al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Capo di stato maggiore di una divisione di fanteria, concorreva con tutte le sue energie e la sua capacità professionale alla preparazione tecnica e morale delle truppe, portandosi più volte in ricognizione sulle linee più avanzate di osservazioni per meglio studiare la sistemazione difensiva nemica. Nel periodo più critico dell'offensiva di persona recavasi nei luoghi dove questa svolgevasi, dando esempio agli inferiori di sereno coraggio. Valderoa-Spinoncia-Schievemini (Monte Grappa), ottobre 1918
— 1926
Croce al merito di guerra - nastrino per uniforme ordinaria
— 18 gennaio 1937

Onorificenze estere[modifica | modifica wikitesto]

Pubblicazioni[modifica | modifica wikitesto]

  • Le prime pagine della storia militare della Milizia Volontaria S. N. in Libia, Tipografia Comando generale Milizia Volontaria S. N., 1924.
  • La milizia volontaria per la sicurezza nazionale, La Poligrafica nazionale, 1925.
  • La difesa contro aerei: nozioni elementari per le Camicie nere, C. Ferrari, 1927.
  • Le camicie nere in Libia, Provveditorato generale dello Stato libreria, 1927.
  • Quello che deve conoscere ogni camicia nera, Roma, Libreria del littorio, 1927.
  • Istruzione premilitare obbligatoria, Napoli, Zaccaria, a. IX dell'E. F. [1929-1930].
  • Milizia volontaria sicurezza nazionale: storia, organizzazione, compiti, impiego, Tipografia Zaccaria, 1932.
  • M. V. S. N: Organizzazione, compiti, impiego, Zaccaria, 1934.
  • La milizia e il cittadino-soldato Roma, Quaderni di segnalazione, 1934.
  • Per le camicie nere nell'Africa orientale: notizie, norme, consigli, Napoli, Tip. Zaccaria, 1935.
  • Alla battaglia dell'Ogaden con la colonna Vernè, Milano, 1937.

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]


Fonti[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Giovanni Scalia, MVSN -La Milizia per l'Impero, Roma, Istituto Grafico Tiberino, 1937.
Periodici
  • Rivista dei Carabinieri reali rassegna di studi militari tecnico professionali,
  • Il Giornale d'Italia, 1937

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Video
Controllo di autoritàVIAF (EN89485120 · ISNI (EN0000 0000 6633 7248 · SBN RAVV067682 · BAV 495/263234 · WorldCat Identities (ENviaf-89485120