Whitewashing

Un esempio di whitewashing: l'attore caucasico Mickey Rooney ha interpretato il personaggio asiatico Yunioshi nel film Colazione da Tiffany (1961)

Il whitewashing è una pratica dell'industria cinematografica in cui un attore caucasico ottiene il ruolo di un personaggio storicamente di un'altra etnia col fine di renderlo più appetibile al grande pubblico, distorcendo la storia ed elevando così l'etnia caucasica al di sopra delle altre.[1] Fenomeno avvenuto principalmente nel 1900, con alcune reiterazioni nei decenni successivi. Attori di varie etnie non mancavano nell'industria del cinema, ma venivano relegati a ruoli minori e degradanti, come personaggi ridicoli o marginali.[2]

Alcuni esempi che hanno attirato polemiche negli Stati Uniti su questa pratica sono la scelta di David Carradine per interpretare il monaco shaolin protagonista della serie televisiva Kung Fu al posto di Bruce Lee, Johnny Depp in The Lone Ranger per interpretare il personaggio nativo americano Tonto; Benedict Cumberbatch in Into Darkness - Star Trek per interpretare Kahn, un personaggio mediorientale;[3] Scarlett Johansson per il ruolo del personaggio giapponese Motoko Kusanagi in Ghost in the Shell;[4] ed il quasi intero casting dei film Prince of Persia - Le sabbie del tempo, L'ultimo dominatore dell'aria, Exodus - Dei e re, Gods of Egypt e Death Note - Il quaderno della morte.[5]

Nel 2017 anche il film di Damien Chazelle La La Land, premiato con sei Oscar e sette Golden Globe, fu da diversi commentatori accusato di whitewashing, oltre che di mansplaining.[6][7]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Il Whitewashing nel Cinema - AMFAV, su amfav.it, 4 maggio 2016. URL consultato il 5 luglio 2016 (archiviato dall'url originale il 6 ottobre 2016).
  2. ^ Whitewashing: che cos’è e perché è dannoso per lo spettatore, su telefilm-central.org, 28 marzo 2019. URL consultato il 16 settembre 2022.
  3. ^ Parliamo di whitewashing, su softrevolutionzine.org, 5 febbraio 2014. URL consultato il 5 luglio 2016.
  4. ^ (EN) Brian Ashcraft, The Japanese Internet Reacts to Scarlett Johansson in Ghost in the Shell, su kotaku.com. URL consultato il 5 luglio 2016.
  5. ^ Emanuele Biotti, Death Note: il produttore del live-action respinge le accuse di whitewashing, su badtaste.it, 28 aprile 2017. URL consultato il 28 aprile 2017.
  6. ^ Alice Vincent, Mansplaining, jazz and Priuses: all the reasons why people hate La La Land, in The Telegraph, 24-01-2017. URL consultato il 1º aprile 2019.
  7. ^ “La La Land” ha qualcosa che non torna, in Il Post, 31-01-2017. URL consultato il 1º aprile 2019.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]