Young British Artists

Damien Hirst
Tracey Emin

Gli Young British Artists (o YBAs), detti anche Brit artists (o Brit Pack) o ancora ricompresi nella denominazione più ampia di Britart, sono un gruppo di visual artist che cominciò ad esporre collettivamente a Londra nel 1988. Molti di questi artisti conseguirono il diploma accademico in Belle Arti (il BA Fine Art course) presso il Goldsmiths College di Londra, alla fine degli anni ottanta.

Storia del movimento[modifica | modifica wikitesto]

Il movimento prese piede attorno ad una serie di mostre realizzate per iniziativa degli stessi artisti, tenute generalmente nei locali di magazzini e fabbriche, a cominciare da quella di Damien Hirst, denominata Freeze e realizzata nel 1988, seguita poi da East Country Yard Show e da Modern Medicine, nel 1990. L'acronimo YBA (o yBa) non è stato coniato però che nel 1996 ad opera della rivista Art Monthly. Nonostante ciò è ormai entrato a far parte della terminologia della storia dell'arte.

Molti degli YBAs sono nati a metà degli anni sessanta. Questi artisti sono noti soprattutto per le cosiddette tattiche shock, per l'uso di materiali di recupero, per le vite personali sregolate e per un'attitudine definita “sia di antagonismo che imprenditoriale”.[1] Gli YBAs raggiunsero una notevole copertura di stampa e dominarono l'arte britannica durante gli anni novanta, con un ruolo fondamentale in questo periodo grazie alla partecipazione ad importanti esibizioni internazionali, come ad esempio Brilliant! (Minneapolis, USA, 1995-1996) e Sensation (Londra, 1997). Molti degli artisti YBAs vennero inizialmente sostenuti e collezionati da Charles Saatchi, fondatore della famosa Galleria Saatchi di Londra. Tra i leader riconosciuti del gruppo spiccano Damien Hirst e Tracey Emin.

Alcuni esponenti del movimento[modifica | modifica wikitesto]

una delle mostre del gruppo, in primo piano possiamo vedere un'opera di Damien Hirst.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Kate Bush, Young British art: the YBA sensation, Artforum, June 2004, p. 91

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