Yukie Chiri

Foto di Yukie Chiri.

Yukie Chiri (知里 幸恵?, Chiri Yukie; 8 giugno 19038 settembre 1922) è stata una traduttrice e trascrittrice giapponese Ainu. conosciuta per aver trascritto e tradotto gli yukar, saghe epiche della letteratura orale degli Ainu.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Yukie Chiri è nata in una famiglia ainu a Noboribetsu in Hokkaidō, durante il periodo Meiji. A quel tempo, la commissione di sviluppo dell'Hokkaidō stava aumentando la migrazione di persone di etnia giapponese, ricollocando forzatamente molte comunità di Ainu e privandole dei loro tradizionali mezzi di sostentamento. Il governo Meiji adottò alcuni provvedimenti per scoraggiare o proibiva le pratiche culturali ainu mentre incoraggiava o imponeva la loro assimilazione all'interno la società giapponese; sul finire del secolo, alcuni alcuni scrittori ainu arrivarono a sostenere che l'assimilazione fosse l'unico metodo di sopravvivenza praticabile per la loro comunità[1][2].

Yukie Chiri (a sinistra) con sua zia Imekanu (a destra).

All'età di sei anni, presumibilmente per alleviare il peso economico dei suoi genitori, Chiri venne mandata a Chikabumi, nella periferia di Asahikawa, a casa di sua zia Imekanu che viveva con l'anziana madre Monashinouku, che parlava pochissimo giapponese e possedeva un vasto patrimonio di yukar: Chiri crebbe perciò bilingue in giapponese e in ainu, con una certa familiarità con la letteratura orale ainu, che in quel tempo stava diventando sempre meno conosciuta. Sebbene si distinse negli studi, in particolare nelle materie legate alla lingua, a scuola Chiri dovette sopportare il bullismo e i pregiudizi anti-ainu, che instillarono in lei e in molte altre persone della sua generazione un doloroso complesso di inferiorità etnica[3].

Foto di Yukie Chiri.

La personale concezione di Chiri dell'assimilazione culturale era molto complessa. In una sua lettera scritta durante l'adolescenza, osserva: «In un luccichio il paesaggio naturale come è stato fin dal passato antico è svanito; cos'è diventata la gente che si guadagnava da vivere con gioia nei suoi campi e sulle sue montagne? I pochi di noi che rimangono fissano semplicemente a occhi spalancati, stupiti dallo stato del mondo mentre continua ad avanzare»[4].

Carriera[modifica | modifica wikitesto]

Foto di Yukie Chiri.

Chiri era adolescente quanto, durante il periodo periodo Taishō, incontrò per la prima volta il linguista giapponese e studioso di lingua ainu Kyōsuke Kindaichi, in viaggio per l'Hokkaidō alla ricerca di persone che potessero trasmettere la letteratura orale degli Ainu. Kindaichi si imbatté in Imekanu, Monashinouku e Chiri, di cui Kindaichi riconobbe immediatamente il potenziale coinvolgendola nel suo lavoro: quando Kindaichi le spiegò il valore che vedeva nel preservare il folklore e le tradizioni degli Ainu, Chiri decidette di dedicare il resto della sua vita a studiare, a registrare e a tradurre gli yukar[5].

Alla fine, Kindaichi ritornò a Tokyo, ma inviò a Chiri quaderni bianchi così da permetterle di registrare qualsiasi cosa le venisse in mente sulla cultura e sul linguaggio ainu. Lei decise di registrare le storie raccontate da sua nonna, usando il romaji per esprimere i suoni ainu, e poi traducendo e trascrivendo gli yukar in giapponese. Infine, Kindaichi la convinse a raggiungerlo a Tokyo per aiutarlo nel suo lavoro di studio e traduzione. Nonostante questo, pochi mesi dopo l'arrivo a Tokyo, nella stessa notte in cui completò la sua prima antologia dello yukar, Chiri morì improvvisamente per una insufficienza cardiaca all'età di 19 anni[3].

Pubblicazioni postume[modifica | modifica wikitesto]

Una Collezione di Saghe Epiche delle divinità Ainu.

L'antologia di Chiri fu pubblicata nel 1923, l'anno dopo la sua morte, con il titolo Ainu shinyōshū (アイヌ神謡集? "Raccolta di miti degli Ainu"). Sebbene il suo mentore Kindaichi e lo scrittore Kunio Yanagita devono aver dato in stampa l'ultimo manoscritto di Chiri, non ci misero il loro nome; la prefazione e il contenuto fu scritto interamente da Chiri. Il suo libro contiene sia le traduzioni giapponesi sia gli inestimabili originali in lingua ainu trascritta in alfabeto latino. Questo testo riscosse un grande successo nalla stampa dell'epoca, creando un rinnovato rispetto per la cultura degli Ainu tra i lettori giapponesi, e si impose come la più importante fonte per gli yukar.

Successivamente Mashiho Chiri, suo fratello minore, continuò la sua educazione sotto il patrocinio di Kindaichi e divenne un rispettato studioso degli Ainu. Sia Chiri che suo fratello minore sono stati segretamente sostenuti da Keizō Shibusawa, nipote di Shibusawa Eiichi, attraverso donazioni anonime. Imekanu ha anche continuato il lavoro di trascrizione e traduzione degli yukar.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Katarine V. Sjoberg, The Return of the Ainu, Amsterdam, Harwood Academic Publishers, 1993.
  2. ^ Shigeru Kayano, Our Land was a Forest: An Ainu Memoir, Boulder, Colorado, Westview Press, 1989.
  3. ^ a b Hideo Fujimoto, Gin no shizuku furu furu mawari ni: Chiri Yukie no shōgai, Tokyo, Sōfūkan, 1991.
  4. ^ Sarah M. Strong, Ainu Spirits Singing: The Living World of Chiri Yukie's Ainu Shin'yoshu, Honolulu, Hawaii, University of Hawaii Press, 2011.
  5. ^ Kyōsuke Kindaichi, Watashi no aruita michi, Tokyo, Nihon tosho sentaa, 1997.

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