Zone Rouge

Mappa che mostra le condizioni immediatamente dopo la cessazione delle ostilità: in rosso le aree totalmente distrutte, in giallo quelle con danni rilevanti ed in verde quelle moderatamente danneggiate.
Una trincea tedesca presso Delville, vicino a Longueval (Somme), che venne distrutta nel 1916 all'interno della Zone Rouge
Verdun, campo di battaglia (2005)

La Zone rouge (Zona rossa) è una catena di aree non contigue attraverso il nord-est della Francia che il governo francese decise di isolare impedendone l'accesso e qualsiasi utilizzo dopo la prima guerra mondiale. Questi territori, che in origine si estendevano per più di 1 200 chilometri quadri (460 mi²),[1] erano stati talmente devastati e contaminati dalle armi utilizzate durante la guerra, da rendere troppo pericoloso l'abitarci o addirittura il transitarvi. Piuttosto che procedere a una bonifica immediata, tali aree vennero espropriate nel 1919 e si preferì che si naturalizzassero.[1] Nel 2021 la Zone rouge esiste ancora anche se la sua estensione si è molto ridotta (attualmente circa 100km2, equivalenti all'estensione di Parigi).

La Zone rouge fu definita, dopo la guerra, come un'area completamente devastata, senza possibilità di bonifica e di vita umana.[2]

Principali pericoli[modifica | modifica wikitesto]

Queste aree sono saturate di ordigni inesplosi tra cui molti proiettili caricati con aggressivi chimici, granate e munizioni varie molto degradate. Il suolo è gravemente inquinato dal piombo, mercurio, cloro, arsenico, vari composti chimici nocivi o velenosi, acidi e resti di migliaia di cadaveri.[3] Vi sono migliaia di bunker sepolti contenenti munizioni convenzionali e chimiche.

Ogni anno più di 30 tonnellate di ordigni inesplosi vengono recuperati.[1] Il 2% degli ordigni ritrovati è caricato con aggressivi chimici, principalmente Iprite.[4] Secondo l'agenzia governativa francese Sécurité Civile ci vorranno non meno di 700 anni perché l'area sia completamente bonificata. Alcuni sondaggi svolti nel 2005–06 trovarono fino a 300 ordigni/10 000 m2 nei primi 15 cm di suolo delle aree più contaminate.[3]

Nel 2007 alcune aree rimanevano completamente interdette al pubblico. Per esempio due aree intorno a Ypres e la Lorena dove il 99% della vegetazione ancora non attecchisce, a nord di Verdun, in un'area denominata localmente place à gaz (il posto dei gas) furono ammassate ed incendiate, negli anni venti del novecento, le munizioni caricate a gas di arsenico, il soprassuolo è costituito da queste ceneri dove l'arsenico può arrivare a concentrazioni di 175,907 mg/kg in alcuni campioni[5].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c http://www.defense.gouv.fr/actualites/articles/verdun-dans-la-zone-rouge, su defense.gouv.fr. URL consultato il 24 luglio 2017.
  2. ^ (EN) The Real "No-Go Zone" of France: A Forbidden No Man's Land Poisoned by War, su messynessychic.com, 26 maggio 2015. URL consultato il 23 luglio 2017.
  3. ^ a b The Real "No-Go Zone" of France: A Forbidden No Man's Land Poisoned by War, su messynessychic.com, 26 maggio 2015.
  4. ^ (FR) Benoît Hopquin (Le Monde), Le poison de la guerre coule toujours à Verdun, in Le Monde.fr, 20 gennaio 2014. URL consultato il 24 luglio 2017.
  5. ^ Tobias Bausinger, Eric Bonnaire e Johannes Preuss, Exposure assessment of a burning ground for chemical ammunition on the Great War battlefields of Verdun, in The Science of the Total Environment, vol. 382, n. 2-3, 1º settembre 2007, pp. 259–271, DOI:10.1016/j.scitotenv.2007.04.029. URL consultato il 23 luglio 2017.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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