Alfredo Maisto

Alfredo Maisto (Giugliano in Campania, 7 agosto 1918Giugliano in Campania, 24 giugno 1976) è stato un mafioso italiano e uno dei più noti capi della camorra precutoliana.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Alfredo Maisto è, insieme a Pasquale Simonetti e Vittorio Nappi, uno degli ultimi rappresentanti della vecchia camorra precutoliana[1]. Tali personaggi, molto amati e temuti dalla popolazione locale, erano anche denominati Guappi. Si tratta di figure leggendarie attorno alle quali la popolazione costruisce aneddoti, a volte privi di fondamento. È famoso per aver schiaffeggiato Lucky Luciano presso l'ippodromo di Agnano[2].

Nell'immediato dopoguerra, la camorra ha come principale funzione quella di agire come soggetto di intermediazione tra i contadini e il mercato. I guappi, in particolare, fissano i prezzi dei prodotti da destinare al mercato nazionale e internazionale.

Alfredo Maisto muore per un ictus, nel letto di una clinica. A Giugliano è ancora vivo il ricordo del suo funerale cui parteciparono migliaia di persone. Il suo potere è temporaneamente ereditato dai figli Luigi, Enrico e Antonio. Luigi Maisto viene ucciso nel 1979 in un agguato che vede coinvolto anche il fratello Enrico, che riesce a fuggire. Antonio, sfuggito ad un attentato nel 1985, viene comunque trovato e ucciso nel 1987[3]. Enrico Maisto, ultimo superstite, viene assassinato a Popoli nel 1992.[4]

Era inoltre parente di Claudio Sicilia, uno dei principali membri della Banda della Magliana, in seguito pentitosi.

Don Maisto e il giovane Cutolo[modifica | modifica wikitesto]

La figura di Maisto è rievocata più volte da Raffaele Cutolo[5]. Don Alfredo Maisto aiuta il padre del futuro capo della NCO, episodio che permetterà a Cutolo di stabilire una sorta di connessione tra il boss e alcune figure dell'immaginario cattolico, in particolare quella dell'Arcangelo Gabriele. È possibile affermare che, sulla base di tale immaginario, filtrato da un pensiero magico proprio della cultura locale, si costruisce la personalità del sanguinario boss di Ottaviano.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ G. Di Fiore, op.cit, p. 148
  2. ^ Si veda l'intervista a Raffaele Cantone
  3. ^ Copia archiviata, su ricerca.repubblica.it. URL consultato il 6 agosto 2021 (archiviato il 6 agosto 2021).
  4. ^ Copia archiviata, su ricerca.repubblica.it. URL consultato il 6 agosto 2021 (archiviato il 6 agosto 2021).
  5. ^ G.Marrazzo, op. cit., pp. 33 e 31.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • G. Marrazzo, Il camorrista: vita segreta di don Raffaele Cutolo, Pironti 2005
  • G. Di Fiore, La camorra e le sue storie. La criminalità organizzata a Napoli dalle origini alle ultime '’guerre'’, Torino, UTET, 2005.
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