Antonio Tolomeo Gallio Trivulzio

Antonio Tolomeo
Il principe Antonio Tolomeo Gallio Trivulzio in un ritratto con le vesti dell'Ordine del Toson d'Oro
Principe della Val Mesolcina
Marchese di Melzo
Stemma
Stemma
In carica1705 –
1767
PredecessoreAntonio Teodoro Gaetano
SuccessoreTitolo estinto
TrattamentoSua Eccellenza
Don
Altri titoliPrincipe del Sacro Romano Impero
Conte di Musocco
Barone di Retegno
Signore di Bettola
Signore di Casalpusterlengo
Signore di Triulza
Nobile di Como
Grande di Spagna di prima classe
NascitaMilano, 22 maggio 1692
MorteMilano, 30 dicembre 1767 (75 anni)
Luogo di sepolturaMilano
DinastiaGallio-Trivulzio
PadreAntonio Teodoro Gaetano Gallio Trivulzio
MadreLucrezia Borromeo
ConsorteMaria Archinto
ReligioneCattolicesimo

Antonio Tolomeo Gallio Trivulzio, V principe della Val Mesolcina (Milano, 22 maggio 1692Milano, 30 dicembre 1767), è stato un nobile e filantropo italiano.

È ricordato in particolare per essere stato il fondatore del Pio Albergo Trivulzio, una delle più importanti istituzioni caritatevoli della città di Milano, tuttora operativa.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nato a Milano nel 1692, Antonio Tolomeo era figlio di Antonio Teodoro Gaetano Gallio Trivulzio e di sua moglie, Lucrezia Borromeo. Proveniente da una delle famiglie emergenti dal Seicento in Lombardia, Antonio era imparentato con il celebre cardinale Tolomeo Gallio, nonché con i Borromeo e con i Trivulzio. La sua famiglia, originaria del comasco, era inoltre direttamente imparentata con i duchi di Alvito, da cui il ramo di Antonio Tolomeo si era ritrasferito a Milano. Proprio per cogliere l'eredità della famiglia Trivulzio, con cui suo padre era imparentato, Antonio Teodoro Gaetano aggiunse al proprio il cognome dei Trivulzio ottenendo poi alla morte del cugino anche i suoi titoli nobiliari e una copiosa eredità.

Il giovane Antonio Tolomeo crebbe a Milano dove si formò presso i circoli più importanti della buona società, frequentando i salotti milanesi ma venendo sin da subito introdotto anche in quelli viennesi. Aderì entusiasta all'illuminismo grazie all'amicizia personale che lo legava a Pietro Verri, a Cesare Beccaria e a Pietro Metastasio.

Intrapresa la carriera nelle istituzioni civili, fu decurione a Milano nel 1718, capitano della Guardia Alemanna nel Regno di Napoli dal 1720, colonnello (1721) e generale (1728) dell'esercito imperiale. Nel 1723 l'imperatore Carlo VI d'Asburgo lo nominò suo gentiluomo di camera. Nel un 1736 fu testimone del contratto di matrimonio tra Carlo Cosimo Medici di Marignano, marchese di Melegnano, e Maria Teresa Ayanx y Vreta, marchesa di Caparrosso.

Nel pieno spirito umanitario dell'illuminismo si interessò in particolare alle condizioni di povertà in cui versava una gran parte della popolazione della Milano dell'epoca, dando inizio a piccole opere di carità personali che confluirono anni dopo nella realizzazione di un ben più ampio progetto. Dopo avere superato infatti le diatribe insorte per l'eredità dei Trivulzio, consolidatesi con il suo matrimonio con Maria, appartenente a quella casata, e con il beneplacito della corte di Vienna, Antonio Tolomeo redasse testamento il 23 agosto 1766, gettando le basi fondamentali per la costituzione del Pio Albergo Trivulzio, la prima istituzione caritatevole moderna non religiosa realizzata nella città di Milano, che avrebbe dovuto occuparsi dei poveri e degli indigenti, secondo le sue stesse istruzioni. A garanzia della riuscita del progetto donò all'istituzione che avrebbe dovuto sorgere una sede, il proprio palazzo in città, e nominò suo esecutore il barnabita Ermenegildo Pini.

Il principe morì il 30 dicembre 1767 e, dopo i necessari lavori di adattamento, il Pio Albergo Trivulzio aprì i battenti quattro anni dopo. I posti letto erano saliti a quattrocento già nel 1791, quando venne redatto un primo regolamento per l'istituzione. La sua natura non religiosa fece sì che con le soppressioni dei beni ecclesiastici volute da Giuseppe II d'Asburgo-Lorena al Pio Albergo Trivulzio venissero aggregati altri enti già presenti a Milano (nel 1772 l'Opera Pia Sertoria, nel 1786 l'Ospedale dei Vecchi di Porta Vercellina, nel 1787 il Luogo Pio Pertusati di Pavia).

Matrimonio e figli[modifica | modifica wikitesto]

Il 10 novembre 1718 a Milano sposò Maria Archinto (1696-1762), già vedova del marchese ereditario Carlo Giorgio Clerici, figlia di Carlo Archinto, II marchese di Parona, e di sua moglie, Giulia Barbiano di Belgioioso. La coppia ebbe insieme i seguenti figli:

  • Lucrezia (1723-1727)

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Albero genealogico[modifica | modifica wikitesto]

Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Francesco I Gallio, III duca di Alvito Tolomeo I Gallio, II duca di Alvito  
 
Partenia Bonelli  
Tolomeo II Gallio, IV duca di Alvito  
Giustina Borromeo Renato I Borromeo, X conte di Arona  
 
Ersilia Farnese  
Antonio Teodoro Gaetano Gallio Trivulzio  
Giangiacomo Teodoro Trivulzio, I principe della Val Mesolcina Carlo Emanuele Teodoro Trivulzio, III conte di Melzo  
 
Caterina Gonzaga  
Ottavia Trivulzio  
Giovanna Maria Grimaldi Ercole Grimaldi, signore di Monaco  
 
Maria Landi  
Antonio Tolomeo Gallio Trivulzio  
Carlo III Borromeo, III marchese di Angera Renato I Borromeo, X conte di Arona  
 
Ersilia Farnese  
Renato II Borromeo, IV marchese di Angera  
Isabella D'Adda Ercole D'Adda  
 
Margherita D'Adda  
Lucrezia Borromeo  
Bartolomeo III Arese, II conte di Castel Lambro Giulio Arese, I conte di Castel Lambro  
 
Margherita Legnani  
Giulia Arese  
Lucrezia Omodei Carlo Omodei, marchese di Piovera  
 
Beatrice Lurani  
 

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Principe della Val Mesolcina Successore
Antonio Teodoro Gaetano Gallio Trivulzio, IV principe della Val Mesolcina 1705 - 1767 Titolo estinto
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