Avvelenamento da arsenico

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Avvelenamento da arsenico
L'avvelenamento da arsenico è un problema medico globale derivante dalla presenza naturale di arsenico nelle acque sotterranee
Specialitàmedicina d'emergenza-urgenza
Eziologiaarsenico
Classificazione e risorse esterne (EN)
ICD-9-CM985.1
ICD-10T57.0
MeSHD020261
eMedicine812953

L'avvelenamento da arsenico è una condizione clinica caratterizzata dall'assunzione acuta o cronica di arsenico. Se l'avvelenamento da arsenico si verifica per un breve periodo di tempo, i sintomi possono includere vomito, dolore addominale, encefalopatia e diarrea acquosa che contiene sangue. L'esposizione a lungo termine può provocare ispessimento della pelle, pelle più scura, dolore addominale, diarrea, malattie cardiache, intorpidimento e cancro.[1]

Il motivo più comune per l'esposizione a lungo termine è l'acqua potabile contaminata. Le acque sotterranee molto spesso vengono contaminate naturalmente; tuttavia, la contaminazione può anche verificarsi da miniere o agricoltura. Può anche essere trovato nel suolo e nell'aria. I livelli raccomandati in acqua sono inferiori a 10-50 µg / L (10-50 parti per miliardo). Altre vie di esposizione comprendono siti di rifiuti tossici e medicine tradizionali. La maggior parte dei casi di avvelenamento è accidentale. L'arsenico agisce modificando il funzionamento di circa 200 enzimi. La diagnosi si basa sul test delle urine, del sangue o dei capelli.[2]

Definizione e uso di arsenico[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Arsenico.

L'arsenico (il cui simbolo chimico è As) è un semimetallo che risulta molto più tossico in ogni suo stato combinato rispetto allo stato elementare.

È usato in molte leghe metalliche e nella lavorazione del vetro. È un comune inquinante del carbone, pertanto le maggiori fonti di inquinamento industriale da arsenico sono le centrali a carbone e le fonderie. Essendo il carbone utilizzato molto nei cementifici è molto probabile trovarlo come inquinante dell'aria anche nelle zone di ricadute di questi impianti, insieme al nichel. Viene utilizzato anche nell'industria dei semiconduttori. In passato era usato anche nella produzione di insetticidi.

Le forme chimiche che procurano intossicazione sono l'arsenico elementare e l'arsenico inorganico, gli arsenicali organici e l'arsina (AsH3).

Gli organismi viventi (miceti, organismi acquatici e pesci in particolare) alchilano e arilano sia l'As(III) sia l'As(V) a composti come: Arsenobetaina AsB C5H11AsO2, arseno-colina AsC, monometil-arsano (MMA), dimetil-arsano (DMA), trimetil-arsano (TMA), tetrametilarsano (TETRA), ed i rispettivi acidi metil- e dimetil-arsenioso e metil- e dimetil-arsenico.

Assorbimento[modifica | modifica wikitesto]

L'arsenico inorganico viene ben assorbito dall'apparato gastrointestinale e a livello polmonare generalmente oltre il 50% della dose assunta.

I composti di arsenicali organici sono generalmente considerati poco assorbibili e il loro assorbimento è relativo alla loro idrosolubilità. Inoltre tali composti, una volta assorbiti, vengono facilmente eliminati con le feci e le urine; infatti sono soggetti a biometilazione epatica detossificante, pertanto gli arsenicali organici sono meno tossici e più facilmente escreti.

L'arsenico inorganico può passare la placenta e determinare un danno fetale, inoltre è considerato cancerogeno per: polmoni, cute, reni e fegato, soprattutto nell'intossicazione cronica.

Effetti[modifica | modifica wikitesto]

I maggiori effetti tossicologici sono determinati dall'arsenico inorganico, in fattispecie:

  • l'arsenico pentavalente As(V): è un inibitore della fosforilazione ossidativa, cioè è capace di sostituirsi al fosfato inorganico (Pi+ADP = ATP) e pertanto il processo di formazione di ATP è bloccato (As+ADP = arseniato instabile che si decompone nuovamente in ADP+As).
  • l'arsenico trivalente (As(III)): reagisce con i radicali tiolici (R-SH) dei composti cellulari inattivando enzimi come la piruvato deidrogenasi.

Cancro[modifica | modifica wikitesto]

L'arsenico aumenta il rischio di cancro. L'esposizione è correlata alla pelle, ai polmoni, al fegato e al cancro del rene, tra gli altri. L'esposizione all'arsenico è un fattore di rischio per il tumore della pelle.[3]

I suoi effetti comutagenici possono essere spiegati con l'interferenza con la riparazione dell'escissione della base e dei nucleotidi.[4] L'acido dimetilarsinico o DMA (V), causa rotture del DNA a singolo filamento risultanti nell'inibizione degli enzimi di riparazione a livelli da 5 a 100 mM nelle cellule epiteliali umane di tipo II.[5][6]

MMA (III) e DMA (III) hanno anche dimostrato di essere direttamente genotossici effettuando scissioni nel DNA superavvolto.[7] Una maggiore esposizione all'arsenico è associata ad una maggiore frequenza di aberrazioni cromosomiche,[8] e scambi tra cromatidi. Una spiegazione per le aberrazioni cromosomiche è la sensibilità della proteina tubulina e del fuso mitotico all'arsenico. Le osservazioni istologiche confermano gli effetti sull'integrità cellulare.[9]

Il DMA (III) è in grado di formare specie reattive dell'ossigeno (ROS) per reazione con ossigeno molecolare. I metaboliti risultanti sono il radicale dimetilarsenico e il radicale perossil dimetilarsenico.[10] Sia DMA (III) che DMA (V) hanno dimostrato di rilasciare ferro dalla milza di cavallo e dalla ferritina epatica umana se l'acido ascorbico veniva somministrato contemporaneamente. Pertanto, la formazione di ROS può essere promossa.[11] Inoltre, l'arsenico potrebbe causare stress ossidativo esaurendo gli antiossidanti delle cellule, in particolare quelli contenenti gruppi tiolici. L'accumulo di ROS come i citati sopra e i radicali idrossilici, i radicali superossido e i perossidi di idrogeno causano un'espressione genetica aberrante a basse concentrazioni e lesioni di lipidi, proteine e DNA a concentrazioni più elevate che alla fine portano alla morte cellulare. In un modello animale di topo, dopo il trattamento con DMA (V) sono stati misurati i livelli di urina di 8-idrossi-2-desossiguanosina (come biomarcatore del danno al DNA ROS). In paragone ai livelli di controllo, si sono rivelati significativamente aumentati.[12]

Sintomatologia acuta[modifica | modifica wikitesto]

As inorganico[modifica | modifica wikitesto]

Sintomi immediati: nausea, vomito, dolori addominali, irritazione cutanea, laringite, bronchite.

Dopo un'ora:

Sintomatologia cronica[modifica | modifica wikitesto]

Intossicazione cronica (As inorganico)[modifica | modifica wikitesto]

Alito agliaceo, epatotossicità, ematotossicità, neurotossicità, debolezza muscolare, irritazione cutanea (sulla cute possono evidenziarsi segni di vasodilatazione e di pallore per anemia dando luogo all'aspetto caratteristico "latte e rose" della pelle), strie biancastre ungueali, ipercheratosi palmare e plantare.

Intossicazione cronica (As organico)[modifica | modifica wikitesto]

È rara. Si tratta di una neurotossina: danno organico per inibizione degli enzimi tiolici soprattutto a livello della sostanza bianca e grigia.

Intossicazione da arsina (AsH3)[modifica | modifica wikitesto]

L'assorbimento da arsano (un tempo denominato arsina) avviene per via inalatoria. Gli effetti sono: crisi emolitiche; l'arsano si combina con l'emoglobina in un composto emolitico (anemia +++). Quindi segue una elevata emoglobinuria con urine scure, ittero, astenia e cefalea. In più si determina: danno tubulare progressivo, insufficienza renale acuta.

Terapia: exsanguinotrasfusione ed emodialisi, poco efficienti i chelanti.

Prevenzione[modifica | modifica wikitesto]

Una delle più comuni forme di prevenzione è la dearsenificazione delle acque per consumo umano nelle aree in cui l'arsenico è presente naturalmente o per inquinamento delle falde.

Terapia delle intossicazioni[modifica | modifica wikitesto]

Induzione del vomito e lavanda gastrica per le intossicazioni immediate; ripristino idro-elettrolitico; terapia chelante con dimercaprolo, penicillamina.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) A. Vahidnia, G.B. van der Voet e F.A. de Wolff, Arsenic neurotoxicity — A review, in Human & Experimental Toxicology, vol. 26, n. 10, 2007-10, pp. 823–832, DOI:10.1177/0960327107084539. URL consultato l'8 aprile 2020.
  2. ^ Marisa F. Naujokas, Beth Anderson e Habibul Ahsan, The Broad Scope of Health Effects from Chronic Arsenic Exposure: Update on a Worldwide Public Health Problem, in Environmental Health Perspectives, vol. 121, n. 3, 2013-3, pp. 295–302, DOI:10.1289/ehp.1205875. URL consultato l'8 aprile 2020.
  3. ^ (EN) Thomas W. Gebel, Genotoxicity of arsenical compounds, in International Journal of Hygiene and Environmental Health, vol. 203, n. 3, 1º gennaio 2001, pp. 249–262, DOI:10.1078/S1438-4639(04)70036-X. URL consultato l'8 aprile 2020.
  4. ^ (EN) Andrea Hartwig e Tanja Schwerdtle, Interactions by carcinogenic metal compounds with DNA repair processes: toxicological implications, in Toxicology Letters, vol. 127, n. 1, 28 febbraio 2002, pp. 47–54, DOI:10.1016/S0378-4274(01)00482-9. URL consultato l'8 aprile 2020.
  5. ^ (EN) Kenzo Yamanaka, Hirotaka Hayashi e Mariko Tachikawa, Metabolic methylation is a possible genotoxicity-enhancing process of inorganic arsenics, in Mutation Research/Genetic Toxicology and Environmental Mutagenesis, vol. 394, n. 1, 27 novembre 1997, pp. 95–101, DOI:10.1016/S1383-5718(97)00130-7. URL consultato l'8 aprile 2020.
  6. ^ Da-Tian Bau, Tsu-Shing Wang e Chiao-Hui Chung, Oxidative DNA adducts and DNA-protein cross-links are the major DNA lesions induced by arsenite., in Environmental Health Perspectives, vol. 110, Suppl 5, 2002-10, pp. 753–756. URL consultato l'8 aprile 2020.
  7. ^ Marc J. Mass, Alan Tennant e Barbara C. Roop, Methylated Trivalent Arsenic Species Are Genotoxic, in Chemical Research in Toxicology, vol. 14, n. 4, 1º aprile 2001, pp. 355–361, DOI:10.1021/tx000251l. URL consultato l'8 aprile 2020.
  8. ^ (EN) Jorma Mäki‐Paakkanen, Päivi Kurttio e Anna Paldy, Association between the clastogenic effect in peripheral lymphocytes and human exposure to arsenic through drinking water, in Environmental and Molecular Mutagenesis, vol. 32, n. 4, 1998, pp. 301–313, DOI:10.1002/(SICI)1098-2280(1998)32:43.0.CO;2-I. URL consultato l'8 aprile 2020.
  9. ^ Jerome Nriagu Luda Bernstam, Molecular Aspects of Arsenic Stress, in Journal of Toxicology and Environmental Health, Part B, vol. 3, n. 4, 1º ottobre 2000, pp. 293–322, DOI:10.1080/109374000436355. URL consultato l'8 aprile 2020.
  10. ^ (EN) Kenzo Yamanaka, Mikio Hoshino e Mayumi Okamoto, Induction of DNA damage by dimethylarsine, a metabolite of inorganic arsenics, is for the major part likely due to its peroxyl radical, in Biochemical and Biophysical Research Communications, vol. 168, n. 1, 16 aprile 1990, pp. 58–64, DOI:10.1016/0006-291X(90)91674-H. URL consultato l'8 aprile 2020.
  11. ^ (EN) Rizwan Ahmad, Khurshid Alam e Rashid Ali, Antigen binding characteristics of antibodies against hydroxyl radical modified thymidine monophosphate, in Immunology Letters, vol. 71, n. 2, 1º febbraio 2000, pp. 111–115, DOI:10.1016/S0165-2478(99)00177-7. URL consultato l'8 aprile 2020.
  12. ^ Oral Administration of Dimethylarsinic Acid, a Main Metabolite of Inorganic Arsenic, in Mice Promotes Skin Tumorigenesis Initiated by Dimethylbenz(a)anthracene with or without Ultraviolet B as a Promoter.
  13. ^ (EN) Hepburn Mj, English Jc, Meffert Jj, Mees' Lines in a Patient With Multiple Parasitic Infections, su Cutis, 1997-06. URL consultato l'8 aprile 2020.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Olsen V., Mørland J., [Arsenic poisoning], in Tidsskr Nor Laegeforen, vol. 124, n. 21, 4 novembre 2004, pp. 2750-3, PMID 15534666.

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