De Ponte

De Ponte
D'azzurro al ponte, sotto cui scorre un fiume, con due archi d'argento sormontato da due torri pure d'argento.
StatoBandiera dell'Italia Italia
Casata di derivazioneCastelli
Conti dei Marsi
Titoli
FondatorePietro Castelli
Data di fondazione930
Confluita inDe Ponte-Vetoli
EtniaItaliana
Rami cadettiRamo degli Ottoni

La famiglia De Ponte[1] (De Pontibus, in latino)[2], Del Ponte[3] o Di Ponte[4], detta anche Aponte[1], d'Aponte o semplicemente Ponte[5], è una famiglia nobile italiana[6].

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La famiglia De Ponte ebbe origine nel 930 quando il conte di Terni Pietro Castelli sposò Romana Berardi, figlia di Berardo dei Conti dei Marsi detto "il Francisco"[4]. La casata, sebbene derivante dai Castelli, viene considerata dai genealogisti discendente anche dai Conti dei Marsi, seppur per via non maschile[7]. Trasse il nome dal feudo di Ponte (contemporanea frazione di Cerreto di Spoleto) posseduto da Pietro Castelli, il quale, grazie alla legge longobarda dell'epoca, cambiò il proprio cognome col nome del feudo[8]. Fu denominata anche "Ottoni" nel periodo in cui Ludovico e Pietro De Ponte con la loro progenie furono feudatari di Matelica per concessione dell'imperatore Ottone I e con la dicitura "di Maiori" nel periodo in cui Nicolò De Ponte ed i suoi figli furono residenti a Maiori, trasferimento avvenuto nel XIV secolo a seguito della sottrazione dei feudi a Gualtiero De Ponte, padre di Nicolò, per essersi ribellato al re del Regno di Napoli Ladislao d'Angiò-Durazzo[9]. Nel corso dei secoli la discendenza del fondatore Pietro si ramificò e diffuse sempre più: si ritrovano infatti i De Ponte aver goduto di nobiltà a Amalfi, Genova, Napoli, nel Seggio di Portanuova dei Sedili di Napoli, Padova, Roma, Rossano, Taranto, Venezia e Vicenza, in Abruzzo, Puglia, Sicilia ed Umbria, e perfino in Spagna, in Galizia[10]. Fu inoltre rivestita dell'Ordine di Malta[11]. La famiglia arrivò a possedere numerosi feudi[1], i più importanti dei quali furono i ducati di Flumeri, Matelica e Sessa Aurunca[6].

Sul finire della seconda metà del XIII secolo un ramo della famiglia De Ponte, stabilitosi nella Marsica già dal XII secolo, si ritirò definitivamente nel castello di Corcumello, mentre altri possedimenti, nel 1340, passarono completamente, per vendita o matrimonio, alla ricca famiglia romana degli Orsini[12]. Nel feudo di Corcumello i De Ponte dimorarono fino al 1493, quando Giovanni Battista De Ponte (nipote del cardinale Giovanni Berardi De Ponte), ultimo erede maschio, nominato vescovo di Bitonto, il 13 ottobre 1493 fece donazione di tutti i suoi beni, riservandosi 400 scudi annui, a Baldassarre, primogenito di Sante Vetoli e della sorella Tuzia o Buzia[13]. Ed è così che il casamento cogli avanzi della vecchia rocca di Corcumello passò completamente alla famiglia Vetoli e la casata divenne De Ponte-Vetoli[14].

La famiglia De Ponte oggetto della presente voce non deve essere confusa con l'omonima famiglia aristocratica napoletana (estintasi nel 1794 nei Caracciolo di Vietri), ben più recente e di origine borghese[15], originatasi dall'avvocato napoletano Antonio D'Aponte o De Ponte, il quale, divenuto consigliere e presidente della Regia Camera della Sommaria, acquistò il feudo di Casamassima (con il relativo titolo ducale) con il casale di San Michele da Odoardo Vaaz nel 1667[16].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Candida Gonzaga (1875), vol. 6, p. 143.
  2. ^ Brogi (1900), pp. 227-236.
  3. ^ Sant'Anna (1708)passim.
  4. ^ a b Marra (1641), p. 297.
  5. ^ Aldimari (1691), p. 420.
  6. ^ a b Nobili-napoletani.it.
  7. ^ Candida Gonzaga (1875), vol. 3, p. 179 e vol. 6, p. 143.
  8. ^ Aldimari (1691), p. 420; Marra (1641), p. 297.
  9. ^ Aldimari (1691), pp. 420-421; Marra (1641), p. 298 e 300.
  10. ^ Aldimari (1691), pp. 421-422; Candida Gonzaga (1875), vol. 6, p. 143.
  11. ^ Aldimari (1691), p. 421; Candida Gonzaga (1875), vol. 6, p. 143.
  12. ^ Brogi (1900), pp. 227-234.
  13. ^ Brogi (1900), pp. 234-236.
  14. ^ Il Patriziato, n. 9-10, anno IX, 15 maggio – 1º giugno 1906.
  15. ^ Candida Gonzaga (1875), vol. 6, p. 144.
  16. ^ Famiglia D'Aponte, duchi di Casamassima (Bari), 1667-1794, su san.beniculturali.it.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Biagio Aldimari, Memorie historiche di diverse famiglie nobili, così napoletane, come forastiere, Napoli, Giacomo Raillard, 1691, ISBN non esistente.
  • Tommaso Brogi, La Marsica antica, medioevale e fino all'abolizione dei feudi, Torino, Tipografia Salesiana, 1900, ISBN non esistente.
  • Berardo Candida Gonzaga, Memorie delle famiglie nobili delle province meridionali d'Italia, vol. 3 e 6, Bologna, Arnaldo Forni Editore, 1875, ISBN non esistente.
  • Ferrante della Marra, Discorsi delle famiglie estinte, forastiere, o non comprese ne' Seggi di Napoli, imparentate colla Casa della Marra, Napoli, Ottavio Beltrano, 1641, ISBN non esistente.
  • Girolamo Maria di Sant'Anna, Della storia genealogica della famiglia Del Ponte patrizia romana e napoletana, Napoli, Felice Mosca, 1708, ISBN non esistente.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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