Enelio Franzoni

Il Coro CAI Bologna con Mario Ciammitti, Achille Compagnoni e mons. Franzoni

Enelio Franzoni (San Giorgio di Piano, 19 luglio 1913Bologna, 5 marzo 2007) è stato un presbitero e militare italiano, degli alpini, medaglia d'oro al valor militare.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Ordinato sacerdote il 28 marzo 1936, nel 1941 partì per la Russia, al seguito del CSIR come cappellano militare in servizio presso il 79º Reggimento Fanteria della Divisione Pasubio. Il 16 dicembre 1942, nonostante l'ordine di ritirata, restò per assistere i feriti intrasportabili e fu fatto prigioniero.

Dopo aver rifiutato per ben due volte il rimpatrio per continuare la sua opera di assistenza spirituale e materiale ai compagni di prigionia, nel 1946 fu rilasciato assieme agli ultimi reduci. Una volta rimpatriato, continuò l'attività pastorale come parroco, dapprima a Crevalcore (1952-1967), poi presso la Parrocchia Urbana di Santa Maria della Grazie (fino al 1988).

È stato decorato con medaglia d'oro, come don Mazzoni, don Oberto e don Brevi, quest'ultimo tornato come lui in patria alla fine della guerra. Gli altri fanno parte dei cinquantadue cappellani caduti in Russia, diciannove dei quali morti nei lager.[1]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Cappellano addetto al Comando di una grande unità, durante accaniti combattimenti, recava volontariamente il conforto religioso ai reparti in linea. In caposaldo impegnato in strenua difesa contro schiaccianti forze nemiche, invitato dal comandante ad allontanarsi finché ne aveva la possibilità, rifiutava decisamente e, allorché i superstiti riuscirono a rompere il cerchio avversario, restava in posto, con sublime altruismo, per prodigare l'assistenza spirituale ai feriti intrasportabili. Caduto prigioniero e sottoposto a logorio fisico prodotto da fatiche e da privazioni, noncurante di se stesso, con sovrumana forza d'animo, si prodigava per assolvere il suo apostolato. Con eroico sacrificio rifiutava per ben due volte il rimpatrio onde continuare tra le indicibili sofferenze dei campi di prigionia la sua opera che gli guadagnò stima, affetto, riconoscenza ed ammirazione da tutti. Animo eccelso votato al cosciente sacrificio per il bene altrui.[2]
— Fronte russo, dicembre 1942 - Campo di prigionia, 1942-1946.
Grand'Ufficiale dell'Ordine al merito della Repubblica Italiana - nastrino per uniforme ordinaria
«proposta del presidente del consiglio[3]»
— 3 gennaio 1981.

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

  • Tenente cappellano militare nella Divisione "Pasubio"
  • Cittadino onorario di Crevalcore[4]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Dal "Corriere della Sera"
  2. ^ Quirinale - scheda - visto 6 febbraio 2009
  3. ^ Quirinale - scheda - visto 10 febbraio 2009
  4. ^ Comune di Crevalcore[collegamento interrotto], visto 6 febbraio 2009

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