Etnapolis

Centro commerciale Etnapolis
La città del tempo ritrovato
Inaugurazionenovembre 2005
Sedec.da Valcorrente, 23 - 95032 Belpasso (CT)
NazioneBandiera dell'Italia Italia
Orari d'apertura
Ipermercato e galleria shopping9:30 - 21:00 (lunedì-venerdì)
9:30 - 21:30 (sabato e domenica)
Unieuro12:00 - 21:00 (lunedì)
9:00 - 21:00 (martedì-venerdì)
9:30 - 21:30 (sabato e domenica)
Conforama16:00 - 20:00 (lunedì)
10:00 - 20:00 (martedì-venerdì)
10:00 - 21:00 (sabato e domenica)
Leroy Merlin9:00 - 21:00 (lunedì-domenica)
Zona ristorazione12:00 - 0:00 (lunedì-domenica)
The Space Cinema14:00 - 2:00 (lunedì-domenica)
www.centroetnapolis.it

Etnapolis è un centro commerciale polifunzionale, progettato dell'architetto romano Massimiliano Fuksas e inaugurato il 23 novembre 2005. Si trova nel territorio di Belpasso, lungo la SS 121 Catania - Paternò a cui è collegato con uno svincolo specifico. È definito in vari modi tra cui, città del commercio e città del tempo ritrovato. È il quinto Centro Commerciale più grande d'Italia, si estende per oltre 1 km ed ha un'area di circa 105.000 m², contando oltre 130 negozi, un ipermercato Decò con 3.450 m² di area di vendita e 11 ristoranti.

Localizzazione[modifica | modifica wikitesto]

Il complesso sorge in contrada Valcorrente, nel territorio del comune di Belpasso (nella città metropolitana di Catania), tra Piano Tavola e Paternò, a pochi chilometri da Catania. Inizialmente sorta come zona industriale, è diventata nel novembre 2005 uno dei centri della grande distribuzione in seguito alla costruzione di Etnapolis.

Nel 2006 sono iniziati i lavori per Etnafiere che costituisce il primo grande polo fieristico del sud Italia. L'11 marzo 2014 è stata inaugurata la fiera. Il padiglione espositivo è costituita da una superficie di 7.000 m² e 2.000 di superficie esterna. È un'area totalmente climatizzata, allestita con cento stand e spazi espositivi, un bar, sale riunioni e uffici per gli organizzatori, oltre a una sala convegni.

L'architettura[modifica | modifica wikitesto]

Il complesso è articolato in parte su tre e in parte su quattro livelli; di questi due sono sotterranei destinati a parcheggio come pure il tetto, utilizzato anch'esso come parcheggio sopraelevato. La sezione centrale ha la forma di una grande galleria e presenta due livelli di vendita. Le due sezioni est ed ovest invece sono ad un solo livello; con vari settori di vendita quello ovest, ed essenzialmente a servizi, cinema e ristoro quello est. Negli spazi interni la progettazione ha previsto gli spazi pubblici illuminati da luce naturale attraverso grandi lucernari, composti da grandi piani inclinati. Il prospetto principale, realizzato attraverso una "doppia pelle" di rivestimento, ha anche la funzione di vero e proprio spazio pubblicitario ospitando il logo ETNAPOLIS e alcune altre insegne commerciali, come quelle dell'ipermercato e del negozio di elettronica, lungo tutto il lato che si affaccia a sud sulla statale 121, per circa 1 km.

La realizzazione[modifica | modifica wikitesto]

Il progetto architettonico è stato curato da Massimiliano Fuksas. Parte del progetto esecutivo e la direzione lavori, così come si evince dagli atti depositati presso gli enti e le banche che hanno finanziato l'opera, è stato curato per l'85 %, subentrando ad altri, dall'ingegnere Biagio Bisignani. La realizzazione del centro commerciale è stata finanziata attraverso un Project Financing, curato dallo Studio Pogliese di Catania, per un importo complessivo di circa 160 milioni di euro, ed è stata gestita dalla società ICC - Italiana Centri Commerciali, che ne ha curato anche la commercializzazione degli spazi.

L'Alis Immobiliare CTA S.p.A. (costituita nel 1998 e controllata del Gruppo Abate Spa[1]) è stata la società proprietaria del Centro Commerciale Etnapolis fino al 30 settembre del 2018, data di cessione alla banca d'affari americana Morgan Stanley[2].

Impatto occupazionale e commerciale[modifica | modifica wikitesto]

Secondo dati[3] forniti dalla provincia di Catania a pieno regime Etnapolis avrebbe dato lavoro a 3280 persone, ma in atto sembra che la cifra reale sia molto inferiore stante tuttavia la mancanza di dati statistici recenti.

Sulle modalità di selezione ed assunzione per un numero così importante di posti, per di più in una regione a forte tasso di disoccupazione come la Sicilia, si sono create numerose polemiche[4]. Molti ritengono che l'apertura dell'immenso complesso abbia costituito un enorme danno sotto il profilo economico per il tessuto commerciale dei vicini comuni di Paternò e di Belpasso e per le centinaia di piccoli esercizi commerciali nell'area circostante.

I vari punti di ristoro, il cinema multisala e le altre attività che restano aperte fino a tarda sera hanno trasformato Etnapolis, nel centro di ritrovo più affollato nei fine settimana da giovani provenienti soprattutto da Paternò e Belpasso ma anche da altri paesi etnei come Santa Maria di Licodia o Biancavilla.

Accessi[modifica | modifica wikitesto]

Etnapolis è raggiungibile da Catania e dalla tangenziale di Catania per mezzo della strada statale 121 in direzione Paternò; la stessa statale ne realizza il collegamento, dall'interno della regione, per mezzo di svincolo dedicato.

Il centro commerciale è raggiungibile anche per mezzo della Ferrovia Circumetnea che ha una propria stazione all'estremità ovest dello stesso, la stazione di Valcorrente.

Ipermercato[modifica | modifica wikitesto]

Inizialmente il centro commerciale aprì con l'ipermercato Carrefour, con una GLA di circa 18.000 m² e con una superficie di vendita di circa 11.500 m². Dal 30 gennaio 2010 il Carrefour viene chiuso per poi riaprire il 5 febbraio 2010 con l'insegna IperFamila del Gruppo Abate, ridimensionando la superficie occupata dall'ipermercato, inizialmente a circa 6.000 m², successivamente a 3.450 m². A seguito della cessione di un ramo d'azienda al Gruppo Arena, l'ipermercato dal 18 febbraio 2019 cambia insegna diventando Iperstore Decò, senza alterare la superficie lasciata da IperFamila.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Alis Immobiliare CTA S.p.A., in alisimmobiliare.it, 4 gennaio 2019. URL consultato il 5 gennaio 2018 (archiviato dall'url originale il 6 gennaio 2019).
  2. ^ Gianluca Reale, Gdo, la recessione del gruppo Abate e la preoccupazione dei sindacati, in lasicilia.it, 4 gennaio 2019. URL consultato il 5 gennaio 2018.
  3. ^ Etnavalley.com. URL consultato il 19 luglio 2006 (archiviato dall'url originale il 3 marzo 2016).
  4. ^ Confcommercio.ct.it Archiviato il 6 giugno 2006 in Internet Archive.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Lucia Pierro e Marco Scarpinato, “Rivisitati: Etnapolis a Catania”, in “Il Giornale dell'Architettura”, aprile 2012

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]