Euro TV

Euro TV
Logo dell'emittente
Logo dell'emittente
Logo di Euro TV
StatoBandiera dell'Italia Italia
Linguaitaliano
Tipogeneralista
Targettutti
VersioniEuro TV (1ª versione) SDTV
(data di lancio: 10 marzo 1982)
Euro TV (2ª versione) 1080i (HDTV)
(data di lancio: 10 giugno 2021)
Data chiusura5 settembre 1987 (1ª versione)
Sostituito daOdeon
GruppoFincom (1982 - 1987)
EditoreCalisto Tanzi (1982 - 1989)
SitoSito ufficiale
Diffusione
Terrestre
Analogico
Euro TV (Bandiera dell'Italia Italia)
PAL - FTA
SD

Euro TV è un canale televisivo italiano. In precedenza è stato un circuito televisivo italiano a copertura nazionale. Dopo la chiusura, nel 1987, alcune emittenti del circuito diedero vita a Italia 7 e altre al circuito Odeon.[1]

È stato rilanciato da un nuovo editore il 10 giugno 2021, sotto forma di emittente televisiva attiva 24 ore su 24, ed è visibile in digitale terrestre, via etere e tramite un'applicazione HbbTV, e in streaming.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Euro TV nasce il 10 marzo 1982 per iniziativa di Gianni Ferrauto, ex amministratore delegato de il Giornale nonché già gestore del circuito TV PORT, e Calisto Tanzi, all'epoca presidente del gruppo Parmalat, nonché già gestore del circuito Jolly[2]. Il marchio era di proprietà delle concessionarie di pubblicità STP e RadioVideo tramite la società STP-RV[3]. Secondo alcuni, Calisto Tanzi cercò di creare per le sue aziende uno strumento pubblicitario e promozionale.[senza fonte][sembra una RO]

Nata emulando le syndication dei network statunitensi, comprendeva 18 emittenti locali che simultaneamente trasmettevano per sei ore al giorno programmi identici nella fascia oraria pomeridiana e serale, con rubriche di approfondimento, eventi sportivi e film, e per il resto del palinsesto rimanevano indipendenti nella loro linea editoriale a seconda delle proprie esigenze territoriali.

Il discreto successo dell'emittente, dovuto anche all'acquisizione di parte del magazzino di film e telefilm di Rete 4 come risarcimento per un accordo non rispettato dalla Mondadori, all'epoca proprietaria di quest'ultima, la fa assurgere a network "locale" leader nelle battaglie per la regolamentazione giuridica del settore, al punto tale da affermare in un comunicato stampa: «la necessità e l'urgenza di un preciso intervento legislativo in grado di colmare il vuoto privilegiando le forme associative tra le televisioni locali e consentendo a ciascuno di conoscere quanto gli è permesso e quanto gli è vietato».

Nel corso del 1986, mentre si inizia a parlare di una legge di regolamentazione del settore televisivo, Ferrauto e Tanzi iniziano a investire sull'interconnessione tra le reti aderenti al circuito, nell'ottica di creare un telegiornale[4]: nel corso di tale periodo nascono già 14 notiziari locali, uno per ogni emittente affiliata[5], sui quali avrebbe dovuto poggiarsi il futuro telegiornale nazionale[6][7].

L'esperienza di Euro TV finisce il 5 settembre 1987, in concomitanza dell'inaugurazione, il giorno dopo, del nuovo circuito Odeon, fondato assieme al Gruppo Acqua Marcia[8]. In seguito a diverse vicende societarie, però, parte delle emittenti del circuito Euro TV decide di consorziarsi nel nuovo circuito Italia 7, di proprietà di Fininvest.

Dopo la chiusura, il marchio rimasto inutilizzato di Euro TV viene acquistato dalla società RE.T.E. - Reti Televisive Europee s.r.l., che gestisce il circuito Supersix, il quale verrà poi inglobato dal gruppo Sitcom nel 2008.[9]

Rinascita[modifica | modifica wikitesto]

Nel 2018 il circuito Supersix viene rilanciato da un nuovo editore, e in seguito il 10 giugno 2021 torna in onda inaspettatamente anche Euro TV. Tuttavia, a differenza del precedente, la nuova Euro TV è un canale autonomo visibile in digitale terrestre solo tramite l'applicazione interattiva HbbTV veicolata sui canali Italia Channel e Pianeta TV (LCN 123-251 mux Rete A 2) e Mediatext.it (LCN 166 mux TIMB 2), nonché in streaming sul proprio sito e sull'applicazione apposita per Smart TV. La programmazione della nuova Euro TV è parzialmente parallela a quella di Supersix e include principalmente film, telefilm e programmi musicali fra cui Ora Musica.[10]

Il 31 agosto 2023 Euro TV diventa visibile 24 ore su 24 a livello nazionale tramite l'emittente "Canale 168 - PrimaFree - Fascino TV" inserita alla LCN 168 sul multiplex Dfree. Tuttavia dopo qualche tempo iniziano a essere presenti irregolarmente alcune ore di televendite e altri programmi che sostituiscono parte della ripetizione di Euro TV; queste fasce aumentano progressivamente fino alla sparizione totale di Euro TV dal Canale 168 entro i primi di novembre 2023.

Programmi[modifica | modifica wikitesto]

I programmi più importanti:

  • Eurocalcio (tra i primi magazine sul calcio dell'emittenza privata nazionale, condotto da Elio Corno, Gino Menicucci e Sandro Mazzola) regia di Luca Albano
  • La macchina della verità (grandi casi di cronaca trattati con l'ausilio dello strumento che dava il titolo alla trasmissione) regia di Donatella Iervolino
  • Mangia la foglia (un ciclo televisivo sui temi del consumo e dell'utenza) regia di Emanuela Petroni
  • Obiettivo salute (un ciclo dedicato alla medicina e alla sua divulgazione) regia di Emanuele Caruso
  • Rombo TV (una rubrica sul mondo dei motori che faceva da contraltare a Telesprint) regia di Elena Marianetti

Un ampio spazio fu dato ai programmi storici, anche utilizzando il materiale dei cinegiornali del Ventennio fascista. Largo spazio venne dato anche alla programmazione cinematografica (solo nel 1983 furono trasmessi 136 film) con appuntamenti di genere a scadenze ben precise: il martedì la commedia, il mercoledì il film di cassetta, il giovedì la produzione italiana e il venerdì il film d'azione. Notevole successo ottenne la programmazione di cartoni animati all'interno delle fasce La tribù dei ragazzi e Tivulandia: diverse serie erano in prima TV per l'Italia e molte divennero poi oggetto di culto, fra cui L'Uomo Tigre, Lupin III, Lamù, Gigi la trottola, Yattaman, I predatori del tempo, Ransie la strega, Nino, il mio amico ninja, Carletto il principe dei mostri, Voltron e Transformers. Nel 1986 furono anche pubblicati, da parte della Edizioni Blu srl di Parma, due album di figurine intitolati Tivulandia e Tivulandia - Le nuove immagini, che presentavano in forma molto sintetica le storie dei vari cartoni animati trasmessi[11]. A completare il quadro del palinsesto telefilm (Misfits e Half Nelson con Dean Martin), lo sport con gli incontri di wrestling, all'epoca comunemente conosciuto come "catch", commentati da Tony Fusaro, e telenovelas ispanoamericane come Anche i ricchi piangono, Carmin, Pagine della vita e Illusione d'amore. Anche Beppe Grillo lavorò su Euro Tv conducendo Il Grillo parlante, con la regia di Cino Tortorella, mentre nel 1985 Diego Abatantuono fu protagonista di Diego 100%, una delle primissime situation comedy italiane.

Emittenti affiliate[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Euro TV, su massimoemanuelli.com.
  2. ^ Storia completa della syndication, su storiaradiotv.it. URL consultato il 18 luglio 2013 (archiviato dall'url originale il 6 luglio 2013).
  3. ^ Glauco Benigni, LA BANCA VA COL TELEGIORNALE, in la Repubblica, 2 aprile 1985.
  4. ^ Laura Delli Colli, UN TG PER 14 EMITTENTI, in la Repubblica, 22 giugno 1986.
  5. ^ Maria Grazia Bruzzone, Eurotv, tg popolari, in La Stampa, 11 luglio 1986, p. 19.
  6. ^ EURO TV HA PRESENTATO IL PALINSESTO E IL SUO PROGETTO DI QUOTIDIANO, in la Repubblica, 2 ottobre 1986.
  7. ^ Daniela Brancati, INTERCONESSIONE O NO EUROTV INIZIA A GENNAIO, in la Repubblica, 15 novembre 1986.
  8. ^ Daniela Brancati, EUROTV E TITANUS: SI CHIAMA ODEON LA NUOVA SOCIETA, in la Repubblica, 14 aprile 1987.
  9. ^ Il Gruppo Sitcom acquista i marchi SuperSix e Euro Tv - Digital-News, su Digital-News.it, 19 marzo 2008. URL consultato l'11 giugno 2021.
  10. ^ 210616 - ESCLUSIVA: IL PRIMO PALINSESTO UFFICIALE DELLA NUOVA EURO TV - L'ITALIA IN DIGITALE - LA TV DIGITALE TERRESTRE IN ITALIA, su litaliaindigitale.it. URL consultato il 21 giugno 2021 (archiviato dall'url originale il 24 giugno 2021).
  11. ^ Elenco di album di figurine di cartoni animati trasmessi in Italia negli anni ottanta, sul sito amatoriale robozzy.com

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  Portale Televisione: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di televisione