Giovanni Battista Giattini

Giovanni Battista Giattini (Palermo, 1601Roma, 19 novembre 1672) è stato un gesuita, filologo e linguista italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Entrò nella Compagnia di Gesù a Palermo il 13 ottobre 1615. Alla fine del 1626 andò a studiare presso il Collegio romano, dove seguì i corsi di teologia con Juan De Lugo e quelli di matematica tenuti da Christoph Grienberger.

Fin dai primi anni, Giattini dimostrò un grande interesse per le belle lettere. Le sue poesie latine, pubblicate nel 1627, ebbero molto successo; Giattini si distinse anche per le numerose orazioni latine, molte delle quali tenute davanti alla corte papale. Era uno studioso di matematica, filosofia e teologia morale, nonché un appassionato linguista. Oltre al greco e al latino, conosceva perfettamente l'ebraico il caldeo il siriaco e l'arabo.[1]

Insegnò retorica nel Collegio della Compagnia di Palermo, dove fu anche prefetto degli studi per tredici anni. Inviato al Collegio Romano, insegnò logica (1635-1636; 1638-1639), fisica (1636-1637; 1643-1644), metafisica (1637-1638; 1640-1641; 1644-1645), Sacra Scrittura (1644-1645), matematica (1647-1649), teologia morale (1649-1650) e teologia scolastica (1652-1658), guadagnandosi la fama di eccellente professore. Lavorava in pari tempo a diverse opere e si occupava della ricerca di antichi manoscritti. Papa Urbano VIII lo scelse con Athanasius Kircher e Ludovico Marracci per decifrare e interpretare diverse iscrizioni arabe trovate in Spagna e portate a Roma.[1] Giattini fu anche nominato teologo della congregazione della versione araba della Bibbia e fu incaricato da Alessandro VII di tradurre in latino la Storia del concilio di Trento di Pietro Sforza Pallavicino.[2]

Morì a Roma nel 1672 dopo di aver pubblicato un gran numero di opere.

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Le sue opere principali sono:

Giattini aveva composto anche un Tractatus de horologiis e una Continuazione delle Controversie del cardinale Bellarmino ma tali scritti sono rimasti inediti.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Vicende della coltura nelle due Sicilie, tomo V, Pietro Napoli Signorelli, Napoli, 1811, p. 436
  2. ^ DBI.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Carlos Sommervogel, Bibliothèque de la Compagnie de Jésus, III, coll. 1394-1400; IX, col. 411;
  • Josephus Fejér SJ, Defuncti Secundi Saeculi Societatis Jesu, II, p. 201;
  • Charles E. O'Neill-Joaquín María Domínguez, Diccionario histórico de la Compañía de Jesús, II, p. 1726;
  • Ricardo García Villoslada, Storia del Collegio Romano, p. 216, 220, 223, 323-328, 330, 332-335.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN67541759 · ISNI (EN0000 0001 2137 7753 · SBN BVEV072787 · BAV 495/112109 · CERL cnp00592677 · LCCN (ENnr99008058 · GND (DE129299154 · WorldCat Identities (ENlccn-nr99008058