Lingue germaniche dell'Elba

Lingue germaniche dell'Elba
Altri nomiLingue erminoniche
Parlato inBacino dell'Elba e attuale Germania centrale e orientale
Tassonomia
FilogenesiLingue indoeuropee
 Lingue germaniche
  Lingue germaniche occidentali
   Lingue germaniche dell'Elba
Distribuzione dei dialetti germanici primari attorno all'inizio dell'era volgare:

     Germanico settentrionale

     Germanico del Mare del Nord

     Germanico del Reno-Weser

     Germanico dell'Elba

     Germanico orientale

Le lingue germaniche dell'Elba, note anche come lingue erminoniche, sono un ipotetico gruppo di antichi dialetti germanici occidentali che sarebbero i principali antenati diretti delle attuali lingue alto-tedesche. La loro esistenza è stata proposta per la prima volta dal linguista tedesco Friedrich Maurer nel suo libro Nordgermanen und Alemanen nel 1942.

Nomenclatura[modifica | modifica wikitesto]

Il termine erminonico deriva dal nome degli Erminoni (in latino: Herminones), uno dei raggruppamenti linguistico-culturali di tribù germaniche occidentali menzionati da Tacito nella sua opera Germania.[1] Plinio il Vecchio specificò inoltre che gli Erminoni vivevano "nell'entroterra", ossia non nei pressi del Reno o del Mare del Nord.[2] Maurer, basandosi su Plinio, usò il termine per definire anche i dialetti parlati dai popoli germanici stanziati tra la foresta ercinia e la pianura tedesca nordorientale, quali Quadi, Marcomanni, Suebi, Bavari, Alemanni, Turingi e Longobardi.[3]

Teoria[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Friedrich Maurer.

Maurer sosteva che il modello cladistico ad albero, utilizzato universalmente come metodo di classificazione nella linguistica del XIX e inizio del XX secolo, fosse del tutto inadeguato a descrivere le relazioni tra le moderne lingue germaniche, specialmente tra quelle appartenenti al loro ramo occidentale. Invece di immaginare che l'antico inglese, l'antico olandese, l'antico sassone, l'antico frisone e l'antico alto tedesco si fossero semplicemente separati a partire da un singolo "proto-germanico occidentale" comune, egli suggerì che ci fosse in origine molta più distanza tra le varie lingue delle regioni germaniche, e che solo in seguito esse si siano riavvicinate per un processo di mescolanza e convergenza.[4][5]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (ITLA) Publio Cornelio Tacito, La Germania (PDF), a cura di Scevola Mariotti.
  2. ^ (LA) Plinio il Vecchio, 28 - Germania, in Naturalis historia, vol. 4.
  3. ^ Maurer, pp. 123-126, 175-178.
  4. ^ (EN) Carol Henriksen e Johan van der Auwera, The Germanic Languages, in Johan van der Auwera e Ekkehard König (a cura di), The Germanic Languages, Londra e New York, Routledge, 2013 [1994], p. 9, ISBN 0-415-05768-X.
  5. ^ (DE) Johannes Hoops, Heinrich Beck, Dieter Geuenich e Heiko Steuer, Reallexikon der germanischen Altertumskunde, vol. 7, Walter de Gruyter, 1989, pp. 113-114.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]