Lorenzo Lodi

Lorenzo Lodi
NascitaRoma, 29 febbraio 1920
MorteRoma, 24 novembre 2008
Luogo di sepolturaCimitero Flaminio
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Bandiera dell'Italia Regno del Sud
Forza armataRegio Esercito
Esercito Cobelligerante Italiano
Corpo226º Reggimento Fanteria "Arezzo"
87º Reggimento Fanteria "Friuli"
Corpo Italiano di Liberazione
UnitàXXVI Battaglione Mitraglieri di Corpo d'Armata
Gruppo di Combattimento "Friuli"
Anni di servizio1937-1945
GradoSergente maggiore
GuerreSeconda guerra mondiale
CampagneOccupazione italiana dell'Albania
Campagna italiana di Grecia
Campagna d'Italia
Nemici storiciBandiera dell'Albania Albania
Bandiera della Grecia Grecia
Bandiera della Germania Germania
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Lorenzo Lodi (Roma, 29 febbraio 1920Roma, 24 novembre 2008) è stato un militare e insegnante italiano.

Ha prestato servizio nel Regio Esercito durante la seconda guerra mondiale.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Visse la sua prima giovinezza a Roma, nella caratteristica zona di passeggiata di Ripetta, nel rione Campo Marzio, a ridosso del fiume Tevere.

Il 14 agosto 1937, a soli 17 anni, si arruolò volontario e divenne caporale nel 51º Fanteria del Regio Esercito di stanza a Rieti. Il 3 luglio 1938, a Pisa, fu promosso sergente e inquadrato nel 22º Reggimento Fanteria. Frequentò campi di addestramento sull'Abetone, Casa Marcone e Capestrano.

A pochi giorni dal congedo, nel 1939 fu trattenuto per l'inizio della seconda guerra mondiale e assegnato al IX Battaglione Mitraglieri di Corpo d'Armata con il quale ha partecipato alla Spedizione in Albania sbarcando a Valona il 9 aprile 1939. Ottenne la concessione della Medaglia commemorativa della spedizione in Albania. Il 15 maggio 1940, promosso sergente maggiore, fu assegnato al XXVI Battaglione Mitraglieri di Corpo d'Armata del 226º Reggimento Fanteria "Arezzo".

Dal 28 ottobre 1940 al 23 aprile 1941 partecipò alle operazioni di guerra sul fronte Greco-Albanese, meritando la prima Croce al merito di guerra[1][2]; dal 18 novembre 1942 al 27 agosto 1943, combatté nei Territori Greco-Albanesi, meritando la seconda Croce al merito di guerra[3].

Il 29 agosto 1943 ottenne una licenza, il giorno seguente raggiunse l'aeroporto di Eleusi e il giorno 31, assegnato alla mitragliatrice di coda, partì con un trimotore SM 79 alla volta di Lecce, ove giunse la sera stessa; si mosse quindi, più a piedi che in treno, lungo i circa 650 km che lo separavano da Roma, raggiunta il 5 settembre. Ivi sorpreso dall'annuncio dell'armistizio di Badoglio, proclamato la sera dell'8 settembre 1943, il giorno 10, diffusasi la notizia della battaglia di Porta San Paolo, si presentò al Distretto Militare di via Sforza per mettersi a disposizione; qui gli fu detto che non essendoci ordini poteva andarsene a casa. Dal quel momento, fino all'arrivo a Roma degli Alleati, rimase sbandato[4] e non rispose ai bandi di arruolamento della RSI. Fu catturato durante un rastrellamento della PAI e tradotto in un commissariato di via del Corso, ove si ritrovò con altri 15 rastrellati. Qualche giorno dopo una camionetta tedesca passò per prelevare i rastrellati e il commissario della PAI Paolo Pandolfo, consegnati 8 dei 16 reclusi, disse all'ufficiale tedesco che non aveva altri prigionieri e, allontanatisi i tedeschi, lasciò liberi i 8 rastrellati rimasti, tra i quali il Lodi.

Nel giugno 1944 Lodi si presentò al Comitato Regio Esercito per la Città di Roma e fu congedato, ma il successivo 24 settembre fu richiamato dal CERSETI (Centro Raccolta e Riordinamento Settore Tirrenico) e avviato, per sua scelta, al Gruppo di Combattimento "Friuli", 87º Reggimento Fanteria, in formazione a San Giorgio del Sannio. Il Gruppo era armato, equipaggiato e addestrato dagli Inglesi, ma portava il Tricolore sulla spalla del braccio sinistro. Il 24 novembre 1944 sfilava per il centro di Roma a dimostrazione della nascita del "nuovo" Esercito Italiano.

Dal 23 gennaio all'8 maggio 1945, comandò il 2º plotone della 2ª compagnia del 1º battaglione dell'87º Reggimento Fanteria alle operazioni di guerra in Territorio Metropolitano meritando la terza Croce al merito di guerra[5].

Liberazione di Imola e ingresso a Bologna[modifica | modifica wikitesto]

L'8 febbraio 1945 il Gruppo "Friuli", comandato dal generale Arturo Scattini, inizia le operazioni per la sostituzione sulla Linea Gotica della 5ª Divisione Polacca "Kresowa". Il settore assegnato al Gruppo è quello di Brisighella, a sud della via Emilia a non grande distanza da Faenza.

Targa posta dal popolo riolese nel 1948 a ricordo della conquista di Quota 92

Il nemico che il "Friuli" ha di fronte è costituito da truppe scelte tedesche. Granatieri della 90ª Divisione "Panzer Granadieren", dai paracadutisti della 1ª Divisione e dai "Diavoli Verdi" della 1ª Divisione. Lodi ottiene il ruolo di comandante di plotone per mancanza di ufficiali preposti e, dando il cambio ai Polacchi, occupa il caposaldo di Rio Manzolo con alla destra la Brigata Ebraica. Nella notte tra il 13 e 14 marzo 1945, a quota 92, presso Riolo dei Bagni, durante un cambio dato da un plotone della sua Compagnia, si scatena, con successo, un attacco da parte dei tedeschi. Nel buio più fitto, guidato soltanto dai lampi degli spari, dopo aver ordinato di sparare molti colpi di mortaio, ordina l'attacco, ma incappano in un campo minato. Molti soldati si ritirano perché feriti sia dalle mine del campo minato che dalle armi automatiche tedesche. Nonostante questo, Lodi giungendo con altri tre soldati a pochi metri dalla postazione tedesca, a gran voce chiede, all'ufficiale in retrovia, l'appoggio dell'unico carro armato che la compagnia aveva a disposizione. Mentre Lodi aspettava i rinforzi, questi arrivavano invece ai tedeschi e, durante un momento di tregua, il Capitano gli grida di tornare indietro.

Nella notte del 12 aprile 1945, avanzava sulla destra della via Emilia a contatto con la divisione Carpatica polacca, comandata dal generale di divisione Władysław Anders e, sulla sinistra della via, con l'88º Reggimento Fanteria che agiva a contatto del Gruppo di Combattimento "Folgore". Superata la difesa nemica sul fiume Santerno entrò, insieme ai polacchi, a Imola.

Ancora seguendo la via Emilia giunsero alle porte di Bologna e, la mattina del 21 aprile entrò tra i primi, con l'intero 87º Reggimento Fanteria e a comando del suo plotone, passando per la Porta Maggiore, seguito, durante il giorno, dall'88º Reggimento, dagli alleati e dai polacchi, nonostante il comando degli alleati avessero comandato che fossero i polacchi ad entrare per prima[6].

L'ingresso fu in una Bologna che sembrava deserta, con i cittadini ancora nascosti nelle loro case e rifugi, impauriti per la presenza dei tedeschi che, ormai, avevano abbandonato la città. Ma quando le 'vedette' si accorsero che i soldati erano vestiti con divise inglesi, scambiandoli per gli alleati, si fecero avanti. Appena sentirono le parlate dei soldati scoppiò l'urlo "Sono italiani! Sono italiani!" che fece rovesciare per la strada Maggiore una marea di cittadini che, letteralmente, portarono in trionfo i soldati.

«[...] Ricostituita la Compagnia, tornai col mio plotone a Rio Manzolo e da lì appoggiammo l'occupazione di Cuffiano e, poi, poiché ero all'estrema destra dello schieramento del Gruppo, insieme ai polacchi della divisione Carpatica, lungo la via Emilia, superammo il fiume Santerno e Imola. Dopo una breve resistenza sul torrente Sillaro, a Castel San Pietro e sul torrente Idice, superato il torrente Savena, la mattina del 21 aprile entrammo tra i primi a Bologna. Quando i bolognesi si accorsero che eravamo italiani, impazziti di gioia, ci fecero un'accoglienza che ancora oggi non riesco a descrivere.»

Dopoguerra[modifica | modifica wikitesto]

Il 1º luglio 1956 contrasse matrimonio e da questa unione nacquero tre figli.

Nel 1961 cominciò ad insegnare all'Istituto privato San Giuseppe Calasanzio di Roma. Otto anni dopo, nel 1969, divenne professore di ruolo di Disegno e Storia dell'arte, Grafica pubblicitaria ed Educazione artistica, e tale restò fino al pensionamento, avvenuto nel 1990.

Dal 1980 si è dedicato alla costruzione di plastici di architettura, tra cui:

Ha donato un suo mosaico raffigurante la Natività alla chiesa di Sant'Elena al Pigneto, dove ora è esposto.

La sezione di Roma capitale dell'Associazione nazionale combattenti forze armate regolari guerra di Liberazione (ANCFARGL), di cui era socio consigliere, gli ha intitolato la biblioteca[8]. Il 30 agosto 2016 la biblioteca si è costituita in Associazione Culturale Biblioteca "Lorenzo Lodi" Storia Memoria Ricerca Onlus e dal 2018 ha una nuova sede presso l'ITIS Giovanni XXIII in via di Tor Sapienza, 160 00155 Roma. Il 9 giugno 2021 l'associazione cambia denominazione in "Associazione di Promozione Sociale GIANO Public History", comprendente la Biblioteca Lorenzo Lodi Public History[9].

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

È stato autorizzato a fregiarsi della medaglia di bronzo al valor militare "sul campo"[10].

Medaglia di bronzo al valor militare "sul campo" - nastrino per uniforme ordinaria
«Sottufficiale comandante di plotone guidava arditamente il reparto in rischiosa azione di contrattacco in terreno scoperto, minato e violentemente battuto da armi automatiche e mortai nemici. Incurante del pericolo, conscio della delicata missione affidatagli, animando i propri soldati con l'esempio, giungeva a brevissima distanza dall'obiettivo dopo aver inflitto al nemico forti perdite. Nonostante le sensibili perdite subite dal proprio reparto, desisteva dall'attacco solamente in seguito ad espresso ordine.»
— Valle del Torrente Senio – quota 92 – 13-14 marzo 1945.
Croce al merito di guerra, prima concessione - nastrino per uniforme ordinaria
— Fronte Greco-Albanese - 28 ottobre 1940 - 23 aprile 1941.
Croce al merito di guerra, seconda concessione - nastrino per uniforme ordinaria
— Balcania (territori Greco-Albanesi) - 18 novembre 1942 - 8 settembre 1943.
Croce al merito di guerra, terza concessione - nastrino per uniforme ordinaria
— Territorio Metropolitano - 23 gennaio - 8 maggio 1945.

Decorato della croce di bronzo al merito con spade (Brązowy Krzyż Zasługi z Mieczami) dal Governo in esilio della Polonia[13].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ R. decr. 14 dic. 1942, n° 1729
  2. ^ 29 ottobre 1948, n° 6054 d'ordine Registro concessioni
  3. ^ 29 ottobre 1948, n° 6055 d'ordine Registro concessioni
  4. ^ Termine che nel lessico militare connota i tanti soldati rimasti privi di ordini e catena gerarchica di riferimento.
  5. ^ 9 novembre 1972, n° 7416 d'ordine Registro concessioni
  6. ^ Il "Friuli" entrò per primo, senza seguire l'ordine degli Alleati, perché ormai erano davanti alla Porta Maggiore e non potevano aspettare l'arrivo degli altri
  7. ^ Entrambi conservati presso la sala professori della presidenza della facoltà di lettere e filosofia della Università degli studi Roma Tre.
  8. ^ La biblioteca è stata inaugurata il 16 dicembre 2011 nella caserma "Giacomo Medici".
  9. ^ GIANO Public History, Come nasce la Biblioteca Lorenzo Lodi PH.
  10. ^ n° d'ordine 9308 del 30 gennaio 1947 del Ministero della Guerra
  11. ^ Circolare n. 97100 del 4 novembre 1941 del Ministero della Guerra – Gabinetto
  12. ^ Circolare n. 182 G. M. 1945 del 21 aprile del Ministero della Guerra – Gabinetto
  13. ^ f. n° 332 / pers. Og. 3 del 13 luglio 1946 rilasciato dal 2º Corpo di Comando (Dowództwo 2, Korpusu) comandato dal generale di divisione polacca (General Dywizji) Władysław Anders

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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