Marco Emilio Lepido (marito di Drusilla)

Marco Emilio Lepido (Roma, 6Roma, 39) è stato un nobile romano, secondo marito di Drusilla.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Lepido era figlio del console Marco Emilio Lepido e Vipsania Marcella, quindi fratello di Emilia Lepida (moglie di Druso Cesare)[1], nipote di Marco Vipsanio Agrippa e bisnipote di Lucio Emilio Lepido Paolo (console nel 50 a.C. e fratello del triumviro Marco Emilio Lepido).

Lepido sposò la sorella di Caligola, Drusilla, nel novembre o dicembre del 37[2]. Drusilla, tuttavia, era già sposata con il console Lucio Cassio Longino dal 33, ma l'imperatore costrinse suo cognato a ripudiarla per poterle far sposare Lepido[2]. A causa di ciò, Lepido divenne un amico intimo di Caligola e della sua famiglia[1]. Dopo la morte di Tiberio Gemello nel 37, Lepido fu pubblicamente scelto da Caligola come suo erede[1]. Alla fine del 38, quando fu arrestato il governatore dell'Egitto Aulo Avilio Flacco, Lepido persuase con successo Caligola ad esiliare Flacco ad Andros piuttosto che a Gyarus[1][3].

Nel 39, tuttavia, Caligola rese pubbliche le epistole delle sorelle Agrippina minore e Giulia Livilla, nelle quali si rivelavano la loro relazione adulterina con Lepido e un complotto contro l'imperatore[4], a causa di ciò Lepido fu giustiziato nel 39 e le sorelle di Caligola furono esiliate[4]. Agrippina ricevette le ossa di Lepido in un'urna e le portò a Roma, mentre Caligola inviò tre pugnali al Foro di Augusto per celebrare la morte[2]. Vespasiano fece una mozione in Senato, per decidere se gettare i resti di Lepido via invece di seppellirli, che infine fu approvata dai senatori, i quali non concessero a Lepido una degna sepoltura[1].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e Anthony A. Barrett, Caligula: The Corruption of Power, New Haven, Yale University Press, 1989, ISBN 0-300-04653-7.
  2. ^ a b c Arther Ferrill, Caligula: Emperor of Rome, New York, Thames and Hudson, 1991, ISBN 0-500-25112-6.
  3. ^ Filone di Alessandria, Flaccus XVIII
  4. ^ a b Svetonio, 24,3

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]