Pir meu cori alligrari

Pir meu cori alligrari è una canzone di Stefano Protonotaro, giuntaci nella sua veste linguistica originaria, in volgare siciliano. È contenuta nell'Arte del rimare del letterato cinquecentesco Giovanni Maria Barbieri, il quale la riportò fedelmente traendola da un manoscritto, oggi perduto, nel quale le composizioni della scuola siciliana non erano state, come di consueto, toscanizzate nella veste linguistica.
Santorre Debenedetti dimostrò nel 1932[1] l'autenticità della canzone (considerata dal Gaspary e dal De Bartholomaeis un falso); recentemente, Glauco Sanga[2] ha ipotizzato che la canzone non sia stata composta originariamente in siciliano. La questione rimane ancora aperta, anche perché manca un'edizione critica delle carte di Giovanni Maria Barbieri.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Santorre Debenedetti, Le canzoni di Stefano Protonotaro, in Studj Romanzi, XXXII, 1932, pp. 5-68.
  2. ^ Glauco Sanga, La rima trivocalica. La rima nell'antica poesia italiana e la lingua della scuola poetica siciliana, Venezia, Il Cardo, 1992, pp. 202-203. URL consultato il 21 ottobre 2020.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Costanzo Di Girolamo, Giuseppina Brunetti, Corrado Calenda, Annalisa Comes, Aniello Fratta, Fortunata Latella, Gabriella Macciocca, Mario Pagano, Stefano Rapisarda e Margherita Spampinato Beretta (a cura di), Poeti della corte di Federico II, in I Poeti della scuola siciliana, vol. 2, Milano, Mondadori, 2008, pp. 351-365, ISBN 9788804573104.
  Portale Letteratura: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di letteratura