Priapea

Priapea
Titolo originalePriapeia
Una pittrice dipinge una statua di Priapo. Affresco da Pompei
AutoreAnonimo
1ª ed. originaleI d.C. circa
Editio princepsRoma, 1469
(Sweynheym e Pannartz)
Generepoesia
Sottogenereerotica, inni, epigrammi
Lingua originalelatino
Ambientazionemitologica
ProtagonistiPriapo

I Priapea sono una raccolta anonima di 95 carmi latini, per lo più inni ed epigrammi di carattere salace dedicati a Priapo, dio agreste della fertilità.

Struttura e contenuto[modifica | modifica wikitesto]

Nei Priapea è quasi sempre il dio stesso che prende la parola per esibirsi in scherzose variazioni su pochi temi, continuamente ricorrenti: commenti alle enormi dimensioni dei suoi attributi virili e alle sue iperboliche prestazioni erotiche, minacce di punizioni ai ladri, consistenti in violenze sessuali di vario tipo; descrizioni di offerte votive a lui dedicate; attacchi contro le donne troppo vecchie o troppo libidinose. Ovviamente, tutto è giocato attraverso doppi sensi e giochi di parole.

I metri sono gli stessi di Marziale: distici elegiaci, endecasillabi falecèi e coliambi; i componimenti sono per lo più molto brevi (dai due ai sei versi; il più lungo ne conta 38).

Autore e datazione[modifica | modifica wikitesto]

Tradizionalmente gli studiosi ritenevano che i Priapea fossero un'antologia di componimenti di diversi autori, poi raccolti perché accomunati dal medesimo argomento. Tuttavia alcuni studi più recenti hanno cercato di dimostrare che i primi 80 carmi costituirebbero un'opera unitaria di un singolo ignoto autore, cui in seguito furono aggiunti in coda altri 15 componimenti.

La datazione dell'opera è tuttora discussa, ma generalmente collocata nel corso dell'intero I secolo d.C.: motivazioni di carattere linguistico tenderebbero a collocarli in età neroniana o successiva. Nel XX secolo fu sostenuta una datazione di poco posteriore a Marziale.

Altri Priapea[modifica | modifica wikitesto]

La raccolta, comunque notevole per la sua particolare unitarietà, non lo è invece per quanto riguarda l'argomento; infatti ci sono giunti altri componimenti "priapei" nella produzione letteraria antica: sia nell'Antologia greca sia nei poeti latini Catullo, Orazio, Tibullo e Marziale.

Anche nella cosiddetta Appendix Vergiliana figurano tre carmi priapei.[1]

Tradizione[modifica | modifica wikitesto]

Il più antico testimone dei Priapea che ci sia pervenuto è un codice vergato dalla mano di Giovanni Boccaccio: si tratta del Laur. 33.31.[2]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ «Si trovano tre priapei, i quali, pur essendo giudicati spurî da molti critici, appartengono con ogni probabilità alla giovinezza del poeta mantovano e costituiscono un'opportuna fase di preparazione alle Bucoliche. Due di essi sembrano ispirati dal paesaggio della Gallia Traspadana; un altro, invece, il più vivace, si riferisce al soggiorno napoletano (verisimilmente alla villula di Sirone). Non hanno intenzioni oscene: il concetto della difesa degli orti per mezzo di Priapo non è adoperato se non per svolgere delicate immagini di vita campagnola, con tenerezza tale che sembra veramente di riconoscervi l'anima virgiliana» (A. Rostagni, Priapea, in Enciclopedia Italiana, s.v.
  2. ^ Copisti e filologi. La tradizione dei classici dall'antichità ai tempi moderni, a cura di Leighton D. Reynolds e Nigel G. Wilson, Padova, Editrice Antenore, 2016.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • A. Maggi (a cura di) I carmi piapei, Biblioteca di Filologia Classica, Napoli 1923
  • G. Bach (traduzione di) Carmina Priapea, De Carlo, Roma 1945
  • C. Cazzaniga (a cura di) Carmina Priapea, Paravia, Torino 1959
  • A. Salvatore (a cura di) Vergilii Carmina Priapea, Paravia, Torino 1960
  • I Carmi Priapei, traduzione di Cesare Vivaldi, Parma, Guanda, 1976. Collana Grandi Tascabili Economici n.393, Newton Compton, Roma, 1993.
  • Carmi Priapei, a cura di Jolanda Insana (traduzione e postfazione di), Collana Biblioteca dell'Eros n.4, Milano, ES, 1991. Collana Ars Amandi n.17, ES, Milano, 1999.
  • Carmi Priapei, Introduzione e note di Umberto Todini, traduzione di Lucio Mariani, Collana I rari, Milano, Ponte alle Grazie, 1992, ISBN 88-7928-004-X. TEA, Milano, 1996
  • Ettore Barelli (a cura di) Carmina Priapea (un "classico proibito" della letteratura latina in una nuova modernissima traduzione), Pratiche Editrice, Milano 1997, ISBN 88-7380-419-5
  • Carmi Priapei. Una nuova provocante traduzione, a cura di Roberto Asnic, Stampa Alternativa, 2001.
  • Carmina Priapea, Introduzione, traduzione e note di Edoardo Bianchini, Collana Classici greci e latini, Milano, BUR, 2002.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN184679300 · BAV 492/50810 · LCCN (ENn79056813 · GND (DE4147350-4 · BNE (ESXX3660447 (data) · BNF (FRcb12535755b (data) · J9U (ENHE987007266872605171