Songs from the Big Chair

Songs from the Big Chair
album in studio
ArtistaTears for Fears
Pubblicazione17 febbraio 1985[1]
Durata41:52
Dischi1
Tracce8
GenereSynth pop
New wave
Pop rock
Art pop
EtichettaMercury Records
ProduttoreChris Hughes
Registrazione1984 - The Wool Hall, Beckington, Somerset, Regno Unito
Broken (live) è stata registrata all'Hammersmith Odeon di Londra nel dicembre 1983
Certificazioni
Dischi d'oroBandiera della Francia Francia[2]
(vendite: 100 000+)
Bandiera della Germania Germania[3]
(vendite: 250 000+)
Dischi di platinoBandiera del Canada Canada (7)[4]
(vendite: 700 000+)
Bandiera di Hong Kong Hong Kong[5]
(vendite: 15 000+)
Bandiera della Nuova Zelanda Nuova Zelanda (2)[6]
(vendite: 30 000+)
Bandiera dei Paesi Bassi Paesi Bassi[7]
(vendite: 100 000+)
Bandiera del Regno Unito Regno Unito (3)[8]
(vendite: 900 000+)
Bandiera degli Stati Uniti Stati Uniti (5)[9]
(vendite: 5 000 000+)
Tears for Fears - cronologia
Album precedente
(1983)
Album successivo
(1989)
Singoli
  1. Mothers Talk
    Pubblicato: 6 agosto 1984
  2. Shout
    Pubblicato: 19 novembre 1984
  3. Everybody Wants to Rule the World
    Pubblicato: 18 marzo 1985
  4. Head over Heels
    Pubblicato: 10 giugno 1985
  5. I Believe (A Soulful Re-Recording)
    Pubblicato: 30 settembre 1985
  6. Mothers Talk (remix)
    Pubblicato: 1º aprile 1986 Bandiera degli Stati Uniti
Recensioni professionali
RecensioneGiudizio
AllMusic[1]

Songs from the Big Chair è il secondo album in studio del gruppo musicale britannico Tears for Fears, pubblicato il 17 febbraio 1985 dalla Mercury Records.

Esso costituisce probabilmente il più grande trionfo commerciale del duo, infatti arrivò al secondo posto nella classifica britannica degli album e al primo in quella statunitense. Contiene un numero considerevole di canzoni che divennero grandi hit e contribuirono così a far raggiungere la notorietà mondiale al gruppo, come: Mothers Talk, Shout, Everybody Wants to Rule the World e Head over Heels.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Il titolo dell'album prende spunto da un film televisivo del 1976 chiamato Sybil in cui viene narrata la storia di una donna affetta da personalità multipla che si sente protetta e al sicuro sulla sedia della psicologa, che viene soprannominata "grande sedia" (in inglese, big chair). Una traccia strumentale intitolata The Big Chair (che include dialoghi presi dal film) è stata pubblicata come lato B del singolo Shout, ma non inclusa all'interno dell'album originale; comparirà come traccia bonus solo nelle ristampe successive.

Songs from the Big Chair è molto diverso dal precedente The Hurting per due aspetti principali: la composizione e la strutturazione. Infatti i brani che lo compongono sono il frutto di una forte maturazione compositiva intrapresa dalla band: essi sono costruiti in modo più complesso rispetto a quelli precedenti, più orientati verso la classica "forma canzone", e toccano vari generi musicali, come il jazz, l'hard rock, il soul e la musica d'ambiente. In questo modo il progetto complessivo si presenta molto più eterogeneo. Si incomincia con dei pezzi molto orecchiabili, ritmati e allegri (Shout, Everybody Wants to Rule the World, Mothers Talk) a cui si contrappongono pian piano composizioni più lente e tranquille (I Believe, The Working Hour). Queste a loro volta lasciano spazio ad un ritorno della ritmicità e ai costrutti tipici del pop/rock (Broken, Head Over Heels) che infine convergono nell'ultima traccia, Listen, in cui la misticità e la solennità raggiungono apici estremi.

A seguito della pubblicazione, venne programmato un lunghissimo tour promozionale con tappe in tutto il mondo al termine del quale Roland Orzabal e Curt Smith si presero un periodo di riposo. Soltanto nel 1989, con la pubblicazione del singolo Sowing the Seeds of Love, terminò il loro lungo silenzio.

Ristampe[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1998, la MFSL ripubblicò Songs from the Big Chair in una versione rimasterizzata contenente una versione più lunga di Head over Heels (di 5:24) e due tracce bonus (mixaggi estesi di Shout e Everybody Wants to Rule the World).

Una nuova versione dell'album venne proposta nel 1999. Questo CD aveva varie tracce bonus, come i lati B dei singoli e remix degli stessi che portarono a una lista tracce differente da quella originale, basata sull'edizione speciale incisa su cassetta che prevedeva cinque lati B, due remix di singoli e tre tracce inedite (The Conflict, Marauders e Broken Revisited) risalenti al periodo The Hurting.

L'album venne nuovamente ripubblicato nel 2006, questa volta in versione "deluxe edition" in 2 CD, completa di ogni lato B delle hit, di tutte le canzoni inedite e di tutti i remix.

Lista delle tracce[modifica | modifica wikitesto]

Originale[modifica | modifica wikitesto]

  1. Shout – 6:33 (Roland Orzabal)
  2. The Working Hour – 6:31 (Orzabal)
  3. Everybody Wants to Rule the World – 4:11 (Orzabal)
  4. Mothers Talk – 5:07 (Orzabal)
  5. I Believe – 4:54 (Orzabal)
  6. Broken – 2:38 (Orzabal)
  7. Head over Heels/Broken (live reprise) – 5:02 (Orzabal, Curt Smith)
  8. Listen – 6:54 (Orzabal)

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]

  • I Believe è dedicata a "Robert Wyatt (If he's listening)"[10]
  • In alcune edizioni americane, la ripresa dal vivo di Broken non venne inserita e così alla fine di Head over Heels si procede direttamente all'ascolto di Listen. Inoltre Mothers Talk è presente nella sua versione ridotta a 3:53.

Bonus tracks della versione 1999[modifica | modifica wikitesto]

  1. The Big Chair – 3:21 (Orzabal, Smith, Stanley, Hughes)
  2. Empire Building – 2:52 (Orzabal, Smith, Stanley)
  3. The Marauders – 4:16 (Orzabal, Smith, Stanley)
  4. Broken Revisited – 5:16 (Orzabal)
  5. The Conflict – 4:05 (Orzabal, Smith, Stanley)
  6. Mothers Talk (U.S. remix) – 4:13
  7. Shout (U.S. remix) – 8:02

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]

  • Head Over Heels/Broken (live) è stata erroneamente intitolata Head over Heals/Broken (Live) nella versione rimasterizzata su CD.
  • Mothers Talk (U.S. remix) è la versione giusta del remix, ma ha alcuni effetti di riverbero in più rispetto a quella originale.

Deluxe edition del 2006[modifica | modifica wikitesto]

Disco Uno[modifica | modifica wikitesto]

  1. Shout – 6:33
  2. The Working Hour – 6:31
  3. Everybody Wants to Rule the World – 4:11
  4. Mothers Talk – 5:06
  5. I Believe – 4:54
  6. Broken – 2:38
  7. Head over Heels/Broken (live) – 5:02
  8. Listen – 6:54
  9. The Working Hour (piano version) – 2:08
  10. The Marauders – 4:16
  11. Empire Building – 2:52
  12. The Big Chair – 3:21
  13. Pharaohs (single version) – 3:43 (Orzabal, Smith, Stanley, Hughes)
  14. When in Love with a Blind Man – 2:22 (Orzabal, Stanley)
  15. Sea Song – 3:51 (Robert Wyatt)
  16. Broken Revisited – 5:16

Disco Due[modifica | modifica wikitesto]

  1. The Way You Are (7" version) – 4:49 (Orzabal, Smith, Stanley, Elias)
  2. Mothers Talk (short version) – 3:53
  3. Shout (edit) – 4:03
  4. Everybody Wants to Rule the World (7" version) – 4:08
  5. Head over Heels (David Bascombe 7" Mix) – 4:15
  6. I Believe (A Soulful Re-Recording) – 4:41
  7. Mothers Talk (U.S. remix) – 4:13
  8. Shout (U.S. remix) – 8:02
  9. Shout (Dub Remix) – 6:49
  10. Everybody Wants to Rule the World (Urban Mix) – 6:06
  11. Mothers Talk (Beat of the Drum Mix) – 8:54
  12. Broken/Head over Heels/Broken (Preacher Mix) – 8:00

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]

  • La traccia quattro doveva essere Everybody Wants to Run the World ma fu per sbaglio sostituita con la medesima versione originale dell'album (in quanto la fantomatica "7" version" non esiste); ciò viene confermato dalle stesse note di copertina.
  • La traccia sette è stata intitolata "U.S. remix" nella tracklist ma non è altro che una versione differente dalla vera Mothers Talk (U.S. remix). Su CD, il giusto remix può essere trovato su The Millennium Collection: The Best of Tears for Fears e su Shout: The Very Best of Tears for Fears.

Formazione[modifica | modifica wikitesto]

Tears for Fears
Personale di supporto

Successo commerciale[modifica | modifica wikitesto]

L'album debuttò al secondo posto della Official Albums Chart alle spalle di No Jacket Required di Phil Collins.[11] Rimase nella top 10 britannica per oltre sei mesi, e successivamente nella top 40 per circa un anno. Negli Stati Uniti d'America riuscì invece a raggiungere la cima della Billboard 200 nel luglio 1985,[12] mantenendola per cinque settimane non consecutive, durante le quali si intervallò con Reckless di Bryan Adams, per poi cedere il primato a Brothers in Arms dei Dire Straits. Due singoli estratti dall'album, Shout e Everybody Wants to Rule the World, conquistarono il primo posto della Billboard Hot 100.[12] Le vendite negli Stati Uniti si mantennero costanti anche durante il 1986, quando fu ripubblicato in versione remixata il singolo Mothers Talk.

Classifiche[modifica | modifica wikitesto]

Classifiche di fine anno[modifica | modifica wikitesto]

Classifica (1985) Posizione
Australia[13] 6
Canada[19] 2
Francia[20] 14
Germania[21] 24
Italia[18] 29
Nuova Zelanda[22] 8
Paesi Bassi[23] 8
Regno Unito[24] 5
Stati Uniti[25] 10
Svizzera[26] 25
Classifica (1986) Posizione
Stati Uniti[27] 19

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b (EN) Stanton Swihart, Songs from the Big Chair, su AllMusic, All Media Network. URL consultato il 14 marzo 2015.
  2. ^ (FR) Les Certifications depuis 1973, su infodisc.fr, InfoDisc. URL consultato il 13 maggio 2015. Selezionare "TEARS For FEARS" e premere "OK".
  3. ^ (DE) Tears For Fears – Songs From The Big Chairs – Gold-/Platin-Datenbank, su musikindustrie.de, Bundesverband Musikindustrie. URL consultato il 21 gennaio 2023.
  4. ^ (EN) Gold/Platinum, su musiccanada.com, Music Canada. URL consultato il 13 maggio 2015.
  5. ^ (EN) Gold Disc Award presented [1977-2008], su ifpihk.org, IFPI Hong Kong. URL consultato il 27 gennaio 2021.
  6. ^ (EN) Dean Scapolo, The Complete New Zealand Music Charts: 1966–2006, Wellington, Dean Scapolo and Maurienne House, 2007, ISBN 978-1-877443-00-8.
  7. ^ (NL) Goud/Platina, su nvpi.nl, Nederlandse Vereniging van Producenten en Importeurs van beeld- en geluidsdragers. URL consultato il 13 maggio 2015 (archiviato dall'url originale il 4 luglio 2018).
  8. ^ (EN) BRIT Certified, su bpi.co.uk, British Phonographic Industry. URL consultato il 13 maggio 2015. Digitare "Songs from the Big Chair" in "Keywords", dunque premere "Search".
  9. ^ (EN) Tears for Fears - Songs from the Big Chair – Gold & Platinum, su Recording Industry Association of America. URL consultato il 13 maggio 2015.
  10. ^ 'Song from the Big Chair' Vinyl Record (1985)
  11. ^ a b (EN) Official Albums Chart Top 100: 03 March 1985 - 09 March 1985, su officialcharts.com, Official Charts Company. URL consultato il 15 aprile 2019.
  12. ^ a b c (EN) Tears for Fears – Chart history, su Billboard, Penske Media Corporation. URL consultato il 15 aprile 2019. Cliccare sulla freccia all'interno della casella nera per visualizzare la classifica desiderata.
  13. ^ a b (EN) David Kent, Australian Chart Book 1970–1992, Australian Chart Book, St Ives, N.S.W, 1993, ISBN 0-646-11917-6.
  14. ^ a b c d e f g (NL) Tears For Fears - Songs From The Big Chair, su ultratop.be, Ultratop. URL consultato il 15 aprile 2019.
  15. ^ (EN) Top Albums - April 13, 1985, su Collectionscanada.gc.ca, Library and Archives Canada. URL consultato il 15 aprile 2019.
  16. ^ (FR) Le Détail des Albums de chaque Artiste, su infodisc.fr, InfoDisc. URL consultato il 15 aprile 2019. Selezionare "TEARS For FEARS" e premere "OK".
  17. ^ (EN) Official IFPI Charts - Top-75 Albums Sales Chart (Combined) - Week: 17/2021, su ifpi.gr, IFPI Greece. URL consultato il 10 maggio 2021 (archiviato dall'url originale il 10 maggio 2021).
  18. ^ a b Gli album più venduti del 1985, su hitparadeitalia.it, Hit Parade Italia. URL consultato il 15 aprile 2019.
  19. ^ (EN) Top 100 Albums of 1985, su Collectionscanada.gc.ca, Library and Archives Canada. URL consultato il 15 aprile 2019.
  20. ^ (FR) Les Albums (CD) de 1985 par InfoDisc, su infodisc.fr. URL consultato il 15 aprile 2019 (archiviato dall'url originale il 27 ottobre 2012).
  21. ^ (DE) Album – Jahrescharts 1985, su offiziellecharts.de. URL consultato il 15 aprile 2019.
  22. ^ (EN) Top Selling Albums of 1985, su nztop40.co.nz, The Official New Zealand Music Chart. URL consultato il 15 aprile 2019 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  23. ^ (NL) Dutch charts jaaroverzichten 1985, su dutchcharts.nl. URL consultato il 15 aprile 2019.
  24. ^ (EN) Complete UK Year-End Album Charts, su chartheaven.9.forumer.com. URL consultato il 15 aprile 2019 (archiviato dall'url originale l'11 gennaio 2012).
  25. ^ (EN) 1985: Billboard 200 Albums, su billboard.com, Billboard. URL consultato il 15 aprile 2019 (archiviato dall'url originale il 6 settembre 2015).
  26. ^ (DE) Schweizer Jahreshitparade 1985, su hitparade.ch, Schweizer Hitparade. URL consultato il 15 aprile 2019.
  27. ^ (EN) 1986: Billboard 200 Albums, su billboard.com, Billboard. URL consultato il 15 aprile 2019 (archiviato dall'url originale il 6 aprile 2013).

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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