Suore trinitarie (Roma)

Madre Teresa della Santissima Trinità, fondatrice dell'istituto.

Le Suore Trinitarie sono un istituto religioso femminile di diritto pontificio.[1]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Targa commemorativa presso l'ex collegiata di San Bartolomeo ad Avezzano.
Celebrazione delle suore trinitarie in onore di madre Maria Teresa Cucchiari.

La congregazione fu fondata a Roma da Maria Teresa Cucchiari insieme con Marianna Rizzotti e Anna Reina. Con il consenso di papa Clemente XIII e del ministro generale dei frati trinitari, la Cucchiari e le compagne presero l'abito religioso l'8 settembre 1762 presso la chiesa di San Carlo alle Quattro Fontane.[2]

La fondatrice adottò la regola delle monache trinitarie scalze adattandola, però, alla vita attiva e stabilì come scopo della congregazione l'istruzione della gioventù femminile: il cardinale Marcantonio Colonna affidò alla nascente comunità presso la chiesa di San Bartolomeo l'educazione delle ragazze del suo feudo di Avezzano.[2]

Le suore in origine erano dette Maestre Pie dell'Ordine dei trinitari scalzi e poi Oblate dell'Ordine della Santissima Trinità. Le loro prime regole furono approvate dalla congregazione per i Vescovi e i Regolari il 6 gennaio 1828;[2] delle nuove costituzioni furono approvate dal cardinale vicario di Roma il 28 febbraio 1903.[3]

Le varie comunità della congregazione erano originariamente autonome e solo nel 1907 avvenne l'unione delle varie case e si procedette all'elezione di una superiora generale.[3]

Nel 1929 le suore, per assistere gli emigrati italiani, aprirono case negli Stati Uniti d'America e nel 1961 si stabilirono anche nel Madagascar.[3]

Attività e diffusione[modifica | modifica wikitesto]

Le trinitarie si dedicano principalmente all'istruzione e all'educazione cristiana della gioventù.[2]

Oltre che in Italia, sono presenti nelle Filippine, in Madagascar e negli Stati Uniti d'America. La sede generalizia è a Roma.[1]

Alla fine del 2008 la congregazione contava 295 religiose in 32 case.[1]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Ann. Pont. 2010, p. 1685.
  2. ^ a b c d M.L. Sessa, DIP, vol. IX (1997), col. 1380.
  3. ^ a b c M.L. Sessa, DIP, vol. IX (1997), col. 1381.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Annuario Pontificio per l'anno 2010, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 2010. ISBN 978-88-209-8355-0.
  • Guerrino Pelliccia e Giancarlo Rocca (curr.), Dizionario degli Istituti di Perfezione (DIP), 10 voll., Edizioni paoline, Milano 1974-2003.

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