Bombardamenti di Ancona del 1943

Bombardamento di Ancona
parte dei bombardamenti strategici durante la seconda guerra mondiale e della campagna d'Italia
Foto di ricognizione dopo un bombardamento su Ancona
Dataottobre 1943 - luglio 1944
LuogoAncona, Italia
Tipobombardamento aereo
Obiettivoporto e cantieri navali
Forze in campo
Eseguito daBandiera degli Stati Uniti Stati Uniti
Ai danni diBandiera della Repubblica Sociale Italiana Repubblica Sociale Italiana
Forze attaccantibombardieri B-25 Mitchell
Bilancio
Perdite civili2782 vittime
Perdite infrastrutturali2783 abitazioni demolite e 6381 gravemente danneggiate
fonti citate nel corpo del testo
voci di bombardamenti aerei presenti su Wikipedia

Da ottobre 1943 a luglio 1944 la città di Ancona fu oggetto di numerosi bombardamenti da parte delle forze alleate.

Il porto di Ancona nel periodo dei bombardamenti
Targa a ricordo dei morti nel rifugio delle Carceri a causa del bombardamento del 1943
La nuova targa posta nel 2015

Contesto[modifica | modifica wikitesto]

Negli ultimi anni della seconda guerra mondiale, dopo la caduta di Mussolini, il 15 settembre 1943 Ancona fu occupata dai tedeschi senza che alcuno potesse porre resistenza.

Da ottobre 1943 a luglio 1944 la città subì numerosissimi bombardamenti (184 tra aerei e navali) da parte delle forze alleate, che dovevano preparare il passaggio del fronte e l'occupazione del porto dorico. I bombardamenti aerei sulla zona di Ancona sono stati 277: 142 ad Ancona, 2 a Polverigi, 38 a Falconara, 20 a Montemarciano, 35 a Chiaravalle, 5 a Numana, 1 a Sirolo, 25 a Loreto, 9 a Osimo. Vi furono un totale di 1265 allarmi tra le 7:15 del 28 agosto 1943 e le 8:30 del 18 luglio 1944. Infatti la presenza del porto, dei Cantieri Navali e del suo importante nodo ferroviario facevano di Ancona un obiettivo strategico di primaria importanza. Il 16 ottobre 1943 un terribile bombardamento colpì la città provocando 165 morti e 300 feriti; ma fu solo il primo di molti altri, ancora più spaventosi.

1º novembre 1943[modifica | modifica wikitesto]

Il bombardamento del 1º novembre 1943 fu uno dei più tragici eventi della storia della città: due incursioni consecutive colpirono la città, alle 12:16 e alle 12:55, entrambe effettuate da bombardieri bimotori B-25 Mitchell dell'USAAF.[1] La prima interessò la zona del porto; la seconda fu effettuata da trentasette B-25 che sganciarono 120 bombe dirompenti sui rioni Porto, San Pietro e Centro. Oltre millecinquecento persone persero la vita e interi rioni divennero irriconoscibili. Perfino il Duomo fu colpito, nel suo lato sinistro.[2][3]

In particolare, il rifugio antiaereo sotto il colle dei Cappuccini fu colpito da quattro ordigni che distrussero i due ingressi (uno all'interno del carcere di Santa Palazia usato dai detenuti, l'altro in via Birarelli per i civili) e fece crollare la parte centrale. In un primo tempo i soccorritori estrassero 156 vittime, poi si dovette murare il rifugio per motivi sanitari. Si riaprì il tunnel solo nel 1953 e furono estratti un totale di 724 corpi[4] (in precedenza altri studi parlavano di 600 persone[5]), che furono tumulati nel cimitero delle Tavernelle. Nel 1961 il comune pose una targa a ricordo che riportava dati errati; venne sostituita nel 2015.[6] Dopo questa dolorosa giornata la città rimase disabitata; nel 1944 erano rimaste in città solo 4.000 persone: quasi tutti erano sfollati nelle campagne o nei paesi vicini.

Effetti[modifica | modifica wikitesto]

La giunta comunale fece una stima dei danni provocati dalla guerra che si può riassumere in: 2782 persone decedute, oltre 2000 ferite, 2783 abitazioni demolite e 6381 gravemente danneggiate, 67% del totale degli edifici distrutti, tra cui le chiese di Sant'Anna dei Greci, San Pietro, San Primiano e della Misericorda, per un totale di sei miliardi di danni.[7] Per molti anni si ebbe una grave mancanza di alloggi per le famiglie, che si dovettero adattare a vivere più d'una nella stessa casa, a volte piccola, creando quindi problemi sanitari oltre che morali e sociali. La ricostruzione fu ampiamente aiutata dal piano Marshall e dal notevole lavoro delle prime amministrazioni locali e nazionali del dopoguerra; in circa 14 anni la situazione era ritornata alla normalità. A seguito degli ingenti danni bellici subiti e dei numerosissimi lutti, il 9 ottobre 1960, alla città di Ancona venne conferita la medaglia d'oro al valore civile[8][9][10].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Bombardamento rifugio di via Birarelli, nuova targa per le 724 vittime, su Vivere Ancona, 27 ottobre 2015. URL consultato l'11 novembre 2015 (archiviato dall'url originale il 5 marzo 2016).
  2. ^ Approfondimenti, foto e testimonianze sui bombardamenti del 1943.
  3. ^ I bombardamenti su Ancona del 1943-1944 Archiviato il 3 ottobre 2015 in Internet Archive. - Sistema museale della provincia di Ancona.
  4. ^ Attilio Bevilacqua, Ancona 1º novembre 1943, Affinità elettive edizioni, Ancona 2012. ISBN 978-88-7326-198-8.
  5. ^ Sergio Sparapani (a cura di), Lezioni di Storia, Il lavoro editoriale, Ancona 2013, ISBN 978-88-7663-710-0.
  6. ^ Il 1º novembre aperto il rifugio delle carceri, si cambia la targa: le vittime "oltre 700", su AnconaToday, 30 ottobre 2015. URL consultato l'11 novembre 2015.
  7. ^ P. Burattini. Stradario - Guida della città di Ancona. Ancona, 1951.
  8. ^ Sito del Quirinale, che riporta le parole che pronunciò il presidente Ciampi in visita ad Ancona: "due volte medaglia d'oro, valorosa nelle lotte del Risorgimento, coraggiosa nel far fronte alle distruzioni provocate dalla Seconda guerra mondiale, da cui seppe presto risorgere"; il testo è consultabile alla pagina Ciampi ad Ancona. Il conferimento della medaglia d'oro risulta anche dalle lapidi conservate al Palazzo Comunale, oltre che nel testo Ancona Città Millenaria di Mario Natalucci.
  9. ^ La medaglia è stata conferita con decreto del Presidente della Repubblica il 19 settembre 1960, come riportato nel testo seguente: Tuttitalia, Enciclopedia dell'Italia Antica e Moderna, Volume Marche, Sansoni editore - Firenze e Istituto Geografico De Agostini - Novara (1963). Nel sito del Quirinale sono riportate le parole del presidente della repubblica in occasione della sua visita ad Ancona: "due volte medaglia d'oro, valorosa nelle lotte del Risorgimento, coraggiosa nel far fronte alle distruzioni provocate dalla seconda guerra mondiale, da cui seppe presto risorgere"
  10. ^ * Sito del Nastro Azzurro (PDF) [collegamento interrotto], su istitutonastroazzurro.org.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Camillo Caglini. Bombardamenti su Ancona e provincia 1943-1944. Ancona, Cassa di Risparmio di Ancona, 1983.
  • G.Campana-M.Fratesi. 1943-1945 Tempo di sfollamento. Storie e memorie, Circolo Endas Cassero, Falconara 1997
  • Mario Natalucci. La vita millenaria di Ancona. Città di Castello, Unione arti grafiche, 1975.
  • Mariano F., Ancona, la città e le immagini. 1895-1945, (presentazione di E. Guidoni), Ed. Canonici, Ancona 1987.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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