Fonti e storiografia su Caligola

Voce principale: Caligola.
Busto di Caligola (Ny Carlsberg Glyptotek, Copenaghen)

Per fonti e storiografia su Caligola si intendono le principali fonti (letterarie, numismatiche, archeologiche, ecc.) contemporanee alla vita dell'imperatore romano Caligola, nonché la descrizione degli eventi di quel periodo e l'interpretazione datane dagli storici, formulandone un chiaro resoconto (logos), grazie anche all'utilizzo di più discipline ausiliarie.

Storiografia antica[modifica | modifica wikitesto]

Busto di Lucio Anneo Seneca, uno dei pochi contemporanei di Caligola di cui ci sono giunti gli scritti (Antikensammlung, Berlino)

Il problema delle fonti, nel caso dell'imperatore Caligola, è una questione complessa. Infatti solo due fonti contemporanee a lui ci sono pervenute: le opere di Filone di Alessandria e di Seneca. Filone, con il De Legatione ad Gaium ed il Flaccus, descrive i primi anni del regno di Caligola ma si concentrano principalmente sulla popolazione ebrea e le sue vicissitudini in Giudea ed Egitto. Seneca invece ci dà per lo più aneddoti sparsi sulla vita di Gaio. Inoltre Seneca venne quasi messo a morte da Caligola nel 39 a causa dei suoi legami con dei cospiratori.[1] Furono scritte molte altre storie contemporanee all'Imperatore ma ormai sono andate perse e comunque furono tutte molto di parte, sia a favore che contro Caligola.[2] Tra gli autori di queste opere conosciamo Marco Cluvio Rufo e Fabio Rustico, quest'ultimo caro amico di Seneca e le cui opere furono piene di false dichiarazioni.[3] Inoltre Cluvio Rufo era uno dei senatori coinvolti nell'assassinio di Caligola.[4] La sorella di Caligola, Agrippina minore, scrisse una sua autobiografia che sicuramente comprendeva una spiegazione dettagliata del regno di Caligola, ma anche quest'opera è andata persa. Anche il poeta Getulico scrisse dei versi molto lusinghieri su Caligola, andati persi anche loro.[5]

Immagine di Filone di Alessandria, contemporaneo di Caligola e narratore delle vicende degli ebrei durante il suo regno.

Le Vite dei Cesari di Svetonio e la Storia romana di Cassio Dione rappresentano lo scritto principale da cui è possibile trarre informazioni sul suo regno. Svetonio scrisse l'opera dopo 80 anni dalla morte di Caligola mentre Dione addirittura dopo 180 anni. Tuttavia, così come gli altri documenti a noi tramandati, gli scritti di Svetonio tendono a focalizzare l'attenzione su aneddoti riguardanti la crudeltà e la supposta instabilità mentale di Caligola, tanto che alcuni storici moderni hanno espresso dubbi sull'attendibilità di questi resoconti (nella sua biografia Svetonio dedica quattordici capitoli a Caligola principe e trentanove a Caligola mostro).[6]

«Fino qui abbiamo parlato del principe, ora non ci resta che parlare del mostro.»

Dione invece dà una cronologia del regno. Purtroppo non ci è giunta la parte sul regno di Caligola ma solo quella sulla sua infanzia degli Annales di Tacito, lo storico del periodo generalmente ritenuto più rigoroso. Altri riferimenti vengono da Flavio Giuseppe, che descrive dettagliatamente l'assassinio dell'Imperatore, e da Plinio il Vecchio, che dà qualche riferimento alla storia di Caligola nella sua Naturalis historia. Aurelio Vittore ed Eutropio gli dedicano poche righe rispettivamente nelle opere De Caesaribus e Breviarium ab Urbe condita.

Busto di Caligola. Metropolitan Museum of Art, New York City.

Nessuna delle fonti a noi arrivate mette in buona luce Caligola e la loro scarsità fa sì che nella storiografia moderna ci siano grandi lacune su questo periodo. Si trattò certamente di un personaggio discusso, molto popolare fra la gente ma politicamente avverso alla classe sociale e al ceto dal quale provenivano gli storiografi.

Una dettagliata descrizione fisica e psicologica del personaggio ci è data da Svetonio:

«Caligola aveva la statura alta, il colore livido, il corpo mal proporzionato, il collo e le gambe estremamente gracili, gli occhi infossati e le tempie scavate, la fronte larga e torva, i capelli radi e mancanti alla sommità della testa, il resto del corpo villoso. Per queste ragioni, quando passava, era un delitto, punibile con la morte, guardarlo da lontano o dall'alto o semplicemente pronunciare, per un motivo qualsiasi, la parola capre. Quanto al volto, per natura orribile e ripugnante, si sforzava di renderlo ancora più brutto studiando davanti allo specchio tutti gli atteggiamenti della fisionomia capaci di ispirare terrore e paura. La sua salute e mentale e fisica non fu salda.[7] Soggetto ad attacchi di epilessia durante la sua infanzia,[8] divenuto adolescente, era abbastanza resistente alle fatiche, ma qualche volta, colto da un'improvvisa debolezza, poteva a mala pena camminare, stare in piedi, e a stento poteva ritornare in sé e reggersi. Lui stesso si era accorto del suo disordine mentale e più di una volta tanto che pensò spesso di ritirarsi e curare il proprio cervello.[9] Si crede che sua moglie Cesonia gli fece bere un filtro d'amore, ma che ciò lo rese pazzo. Soffriva soprattutto di insonnia e non riusciva a dormire più di tre ore per notte e nemmeno in tranquillità, perché era turbato da visioni strane.»

Sempre Svetonio tramanda di Caligola un'immagine di despota, sottolineandone stravaganze, eccentricità e depravazione.

«Commise normalmente incesto con tutte le proprie sorelle, davanti a tutti. Durante un banchetto, le faceva sdraiare a turno alla sua destra, sebbene avesse la moglie dall'altra parte. Si racconta che abbia privato della verginità sua sorella Drusilla quando era ancora ragazzo, e che venne sorpreso nel suo letto dalla nonna Antonia. [...] Non amò le altre sorelle [come Drusilla], né con la stessa passione, né con lo stesso favore, in quanto le prostituì spesso con i suoi amanti.»

Eredità storica e culturale[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Caligola nell'eredità storica culturale.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Cassio Dione, LIX, 19.
  2. ^ Tacito, Annales, I, 1.
  3. ^ Tacito, Annales, XIII, 20; Tacito, De vita et moribus Iulii Agricolae, X.
  4. ^ Flavio Giuseppe, Antichità giudaiche, XIX, 1.
  5. ^ SvetonioGaio Cesare, VIII; Nony 1988, I, 17.
  6. ^ SvetonioGaio Cesare, XXII.
  7. ^ «Valitudo neque corporis neque animi constitit»
  8. ^ «Puer comitiali morbus vexatus»
  9. ^ «mentis valetudinem et ipse senserat ac subinde de secessu deque purgando cerebro cogitavit»

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Fonti primarie[modifica | modifica wikitesto]

Fonti storiografiche moderne[modifica | modifica wikitesto]

in italiano
in inglese
in francese
in tedesco
  • Ludwig Quidde, Caligula. Eine Studie über römischen Caesarenwahnsinn (Caligola: Uno studio sulla demenza imperiale), Leipzig Friedrich, 1894. In quest'opera l'imperatore Caligola viene paragonato al Kaiser Guglielmo II.
raccolte numismatiche