Marco Fabio Ambusto (console 360 a.C.)

Marco Fabio Ambusto
Console romano
Nome originaleMarcus Fabius Ambustus
FigliQuinto Fabio Massimo Rulliano
GensFabia
Consolato360 a.C., 356 a.C., 354 a.C.

Marco Fabio Ambusto (latino: Marcus Fabius Ambustus; ... – ...; fl. 360-351 a.C.) è stato un politico e generale romano.

Figlio di Numerio e nipote di Marco, fu console tre volte, nel 360 a.C., nel 356 a.C. e nel 354 a.C..

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nel 360 a.C. fu eletto console con il collega Gaio Petelio Libone Visolo.[1] A Marco fu affidato il comando della campagna contro gli Ernici, che furono sconfitti. Per questa vittoria, gli fu concessa un'ovazione.

Fu eletto console per la seconda volta nel 356 a.C. insieme al collega console Marco Popilio Lenate[2]. Nonostante un'iniziale sconfitta contro Falisci e Tarquinesi, alleatesi contro i romani, riuscì a portare i romani alla vittoria, ottenendo un grande bottino. In seguito alla successiva entrata in guerra di tutti gli altri popoli etruschi, fu nominato dittatore Gaio Marcio Rutilo, che prese il comando delle operazioni.

Fu eletto console per la terza volta nel 354 a.C. insieme al collega console Tito Quinzio Peno Capitolino Crispino, entrambi patrizi[3]. Durante il consolato i romani ebbero la meglio sui Tiburtini e sui Tarquinesi, con tanta facilità, che i Sanniti, vennero a Roma a chiedere la pace[4]

«Per la gente di Tarquinia non ci fu invece nessuna pietà: molti di essi vennero uccisi in battaglia, e dei moltissimi prigionieri catturati ne vennero scelti trecento cinquantotto - il fiore della nobiltà - per essere inviati a Roma, mentre il resto della popolazione venne passato per le armi.»

Tra il 355 a.C. e il 351 a.C. fu interrex. Nel 351 a.C. fu nominato dittatore perché fosse rispettata la legge per l'elezione dei consoli.[5]

Nel 322 a.C. fu scelto come magister equitum dal dittatore Aulo Cornelio Cosso Arvina, nominato per condurre la campagna contro i Sanniti[6]. Marco Fabio condusse i cavalieri romani alla vittoria contro i cavalieri Sanniti, e quindi alla decisiva vittoria nella battaglia campale contro i Sanniti[7].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Tito Livio, Ab Urbe condita, VII, 11, che però cita come secondo console C. Poetelius Balbus.
  2. ^ Tito Livio, Ab Urbe condita, VII, 2, 17.
  3. ^ Tito Livio, Ab Urbe condita, VII, 2, 18. In effetti secondo Livio si tratta del terzo consolato per Tito Quinzio. Livio riporta anche, che in alcuni annali, ha trovato riportato come console Marco Popilio al posto di Tito Quinzio.
  4. ^ Tito Livio, Ab Urbe condita, VII, 2, 19.
  5. ^ Tito Livio, Ab Urbe condita, VII, 2, 22.
  6. ^ Livio, Ab Urbe condita libri, VIII, 38.
  7. ^ Livio, Ab Urbe condita libri, VIII, 38-39.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Fasti consulares Successore
Gaio Licinio Calvo Stolone I
e
Gaio Sulpicio Petico II
(360 a.C.)
con Gaio Petelio Libone Visolo
Marco Popilio Lenate
e
Gneo Manlio Capitolino Imperioso
I
Gaio Marcio Rutilo
e Gneo Manlio Capitolino Imperioso II
(356 a.C.)
con Marco Popilio Lenate II
Gaio Sulpicio Petico III
e Marco Valerio Publicola
II
Gaio Sulpicio Petico III
e Marco Valerio Publicola
(354 a.C.)
con Tito Quinzio Peno Capitolino Crispino
Gaio Sulpicio Petico IV
e Marco Valerio Publicola II
III