Tratturo Centurelle-Montesecco

Mappa dei principali tratturi con evidenziato il Tratturo Centurelle-Montesecco

Il tratturo Centurelle - Montesecco è una derivazione del tratturo L'Aquila-Foggia, dal quale si distacca presso la chiesa di Santa Maria dei Cintorelli a Caporciano ed al quale si ricongiunge a Montesecco, nei pressi di Serracapriola.

Geografia[modifica | modifica wikitesto]

L'intero tracciato ha una lunghezza di circa 220 chilometri e si snoda in un percorso più interno di circa 10 km rispetto a quello dell'Aquila-Foggia.

Il punto di partenza del tratturo è sulla Piana di Navelli, in Provincia dell'Aquila, dalla quale poi scende verso la valle del fiume Pescara, per poi risalire lambendo i versanti settentrionali ed orientali del Parco nazionale della Majella.

Il punto di ricongiunzione tra i due tratturi è Montesecco (41°50′04″N 15°06′56″E / 41.834444°N 15.115556°E41.834444; 15.115556), una località in collina a circa 200 m di altezza ed a 4,5 km in direzione ovest-sud-ovest rispetto a Chieuti.[1]

Nella parte intermedia, i tratturi L'Aquila-Foggia e Centurelle-Montesecco sono tra loro collegati dal tratturo Lanciano-Cupello.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Abbazia di San Liberatore a Majella

Il tratturo si suppone fosse già frequentato dai Vestini e Marrucini nel VI secolo a.C. Tuttavia un nuovo sviluppo lo ebbe nel Medioevo, quando nel IX secolo venne fondata l'Abbazia di San Clemente a Casauria nella piana di Torre de' Passeri. Come il Tratturo Magno, anche quello di Centurelle-Montesecco vide riconosciuta la sua autonomia nel 1155 da Guglielmo I di Sicilia, con emanazioni di leggi sul permesso del transito di pastori. Il tratturo inoltre era sorvegliato, passando per ogni centro, da castelli e abbazie, come il Palazzo fortificato di Navelli, il castello di Bominaco, e i monasteri di San Clemente a Casauria e di San Liberatore a Majella, a cui i viandanti e i pastori dovevano pagare un pedaggio per entrare nella relativa contea. Probabilmente nel 1423 fu attraversato dall'esercito di Braccio da Montone per l'assedio di L'Aquila.

Nel XVI secolo fu costruita, sopra una precedente cappella, la chiesa di Santa Maria dei Cintorelli, per segnalare il punto di partenza del tratturo. Lungo il tratturo si trovano molti "cippi" riguardanti le miglia ancora da compiere per l'arrivo finale, nonché numerose grotte rupestri, ossia eremi fondati da Celestino V e altri monaci, che fungevano da riparo anche per i pastori. Presso la Majella, nella località Abbateggio si trova un intero villaggio a tholos, le cui capanne in pietra erano il riparo quotidiano dei viandanti. Il tratturo non cessò di servire come principale strada di accesso alla Majella orientale, anche dopo l'abolizione del feudalesimo nel 1806; anzi servì al brigantaggio postunitario come accesso si rifugi della montagna, come testimonia la Tavola dei Briganti. Negli anni '60 è stato in gran parte sostituito da strade provinciali e statali per facilitare il percorso, nonostante ci siano alcuni tratti ancora vergini.

Percorso[modifica | modifica wikitesto]

I territori comunali attraversati dal tratturo[2], elencati in direzione nord-sud, sono:

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Lungo il percorso tratturale si trovano alcune delle architetture religiose più note d'Abruzzo, quali la chiesa di Santa Maria dei Cintorelli a Caporciano, la chiesa di Santa Maria di Cartiganano a Bussi sul Tirino e l'abbazia di San Clemente a Casauria.

Vi sono, inoltre, numerose grotte frequentate dai pastori legate al culto di san Michele Arcangelo venerato a Monte Sant'Angelo.

La lista dei monumenti lungo il percorso è riportata con ordine, dal punto di partenza di Centurelle, fino a Montesecco.

Abruzzo[modifica | modifica wikitesto]

Chiesa di Santa Maria in Cerulis a Navelli
Panorama di Tocco da Casauria
Abbazia di Santa Maria Arabona
Panorama di Montenero di Bisaccia

Molise e Puglia[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Emeroteca Provincia di Brindisi: Insediamenti medievali abbandonati in territorio di Serracapriola e Chieuti, pp.217
  2. ^ Astrid Pellicano, Geografia e storia dei tratturi del Mezzogiorno: ipotesi di recupero funzionale di una risorsa antica, Aracne, 2007 pp. 84-86

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (a cura di Marialuce Latini), Abruzzo : le vie della Transumanza, testi di Franco Battistella, Marialuce Latini, Edoardo Micati, Anna Severini, Giovanni Tavano, Carsa Edizioni, Pescara, 2000, p. 66;

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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