Es kommt ein Schiff, geladen

Manoscritto con il testo originale (intitolato Uns kompt ein Schiff gefahren) della canzone, datato 1608

Es kommt ein Schiff, geladen (= “Arriva una nave, carica”) è un tradizionale canto natalizio tedesco, attribuito al mistico domenicano Johannes Tauler (1300 ca. - 1361) e pubblicato per la prima volta con il titolo Es kompt ein Schiff geladen in una raccolta a cura di Daniel Sudermann (15501631), uscita a Strasburgo nel 1626. È uno tra i più antichi canti religiosi tedeschi ed è considerato il più antico canto natalizio tedesco[1].

Johannes Tauler (info file)
start=
Es kommt ein Schiff, geladen — versione strumentale con introduzione per pf. e chitarra

È cantato normalmente durante l'Avvento ed è molto popolare presso i naviganti sul Reno[1].

Origini[modifica | modifica wikitesto]

L'attribuzione del testo, il cui autore è rimasto anonimo, a Johannes Tauler si deve al ritrovamento – avvenuto intorno al 1450 – di un manoscritto che contiene un canto simile in onore di Maria, ritrovato a Strasburgo nel convento domenicano St. Nicolaus in undis, dove Tauler operava.

Testo[modifica | modifica wikitesto]

Il testo, che si compone di sei strofe paragona – secondo una tipica allegoria medievaleMaria incinta di Gesù ad una nave carica, che sta trasportando il Bambin Gesù:

1. Es kommt ein Schiff, geladen
bis an sein' höchsten Bord,
trägt Gottes Sohn voll Gnaden,
des Vaters ewigs Wort.

2. Das Schiff geht still im Triebe,
es trägt ein teure Last;
das Segel ist die Liebe,
der Heilig Geist der Mast.

3. Der Anker haft' auf Erden,
da ist das Schiff am Land.
Gott's Wort tut uns Fleisch werden,
der Sohn ist uns gesandt.

4. Zu Bethlehem geboren
im Stall ein Kindelein,
gibt sich für uns verloren;
gelobet muss es sein.

5. Und wer dies Kind mit Freuden
umfangen, küssen will,
muss vorher mit ihm leiden
groß Pein und Marter viel,

6. danach mit ihm auch sterben
und geistlich auferstehn,
Ewigs Leben zu erben,
wie an ihm ist geschehn.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Copia archiviata, su gzg.fn.bw.schule.de. URL consultato il 18 marzo 2009 (archiviato dall'url originale il 27 marzo 2009).

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN176345763 · LCCN (ENn2003148530 · GND (DE7634844-1 · BNF (FRcb165075556 (data)