Tranvia Saluzzo-Revello-Paesana

Tranvia Saluzzo-Revello-Paesana
Sanfront con, a sinistra, l'impianto tranviario
InizioSaluzzo
FinePaesana
Inaugurazione1881 (Saluzzo-Revello)
1905 (Revello-Paesana)
Chiusura1935
GestoreCGTP
Vecchi gestoriS.A. Tramway Cuneo-Busca-Saluzzo (1881-1882)
Lunghezza21,396 km
Tipotranvia extraurbana
Mezzi utilizzatilocomotive tranviarie a vapore e rimorchi
automotrici ad accumulatori (1927-1935)
Scartamento1.100 mm
Trasporto pubblico

La tranvia Saluzzo-Revello-Paesana era una linea tranviaria interurbana che collegava le città di Saluzzo, Revello e Paesana dal 1881 al 1935.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

I primi passi verso la costruzione di una rete di tranvie nel Saluzzese furono compiuti nel luglio 1877, quando un'assemblea di comuni interessati, deputati e consiglieri provinciali deliberò di promuovere la costruzione di una ferrovia tra Airasca, Saluzzo, Cuneo e Mondovì, con diramazione Busca-Dronero[1]. Poco dopo il banchiere francese Alfonso Raoul Berrier-Delaleu presentò domanda per la concessione delle linee tranviarie Cuneo-Dronero, Cuneo-Busca-Saluzzo, Cuneo-Mondovì e Saluzzo-Moretta-Pancalieri (quest'ultima prolungabile sino a Torino); il 29 ottobre 1877 il consiglio provinciale di Cuneo accettò la domanda, accordando il successivo 4 novembre la costruzione e l'esercizio delle tranvie Cuneo-Dronero e Cuneo-Busca-Saluzzo[2], aperte tra il 1879[3] e il 1880[4].

Nel 1878 il consiglio comunale di Saluzzo aveva votato una risoluzione volta a favorire la costruzione di tranvie per Revello, Paesana e Barge, offrendo un sussidio di 100.000 lire[5]. La prima tratta, da Saluzzo a Revello, fu inaugurata il 30 ottobre 1881[6]; nelle intenzioni di Berrier-Delaleu avrebbe dovuto essere prolungata verso Barge e da lì connettersi alla linea Pinerolo-Cavour aperta qualche mese prima[7]. Ciò non sarà possibile a causa della costruzione della ferrovia Bricherasio-Barge[8].

Nel 1882 il banchiere belga Rodolfo Coumond, che nel frattanto aveva inaugurato la tranvia Torino-Saluzzo, rilevò da Berrier-Delaleu, in difficoltà economiche per la costruzione delle tranvie Asti-Cortanze e Asti-Canale, le concessioni delle linee Cuneo-Saluzzo, Cuneo-Dronero, Pinerolo-Cavour e Saluzzo-Revello[7]. Con l'assorbimento delle linee di Barrier-Delaleu si costituì la Compagnia Generale dei Tramways Piemontesi (CGTP), con sede a Bruxelles, che sino alla prima guerra mondiale espanse la propria rete fino a raggiungere una lunghezza totale di 189,965 km[9].

Orario Saluzzo-Paesana (1901)

Nel 1890 la CGTP istituì un servizio merci per Envie, Barge, Sanfront e Paesana. Oltre Revello le merci viaggiavano su animali da soma e carriaggi[10]; solo il 20 marzo 1905, infatti, fu inaugurata la tratta Revello-Barge[11] e nel 1915 fu il turno della diramazione Revello-Barge[9]. La tranvia collegava a Saluzzo la valle del Po, produttrice di legname e di castagne[12]. Tra il 1903 e il 1907 la CGTP dichiarava un utile pari al 32% del prodotto d'esercizio, il maggiore tra tutte le tranvie piemontesi; situazione completamente opposta per la Revello-Paesana, il cui utile era pari ad appena l'1,50% del prodotto d'esercizio[13].

Passata la prima guerra mondiale, la CGTP, per ridurre i costi d'esercizio (manodopera, combustibili, manutenzione) e incrementare le velocità, nella seconda metà degli anni venti sperimentò un'automotrice a benzolo[14] e soppresse, a partire dal 1920, alcune corse sulle linee Saluzzo-Paesana e Revello-Barge, sostituendole con autobus[15], per poi orientarsi, a partire dal dicembre 1925[16], sull'impiego di elettromotrici ad accumulatori su spinta del direttore generale dottor Pietro Lo Balbo.

Con le elettromotrici, sperimentate sulla Saluzzo-Revello-Paesana a partire dal 1927[17], il servizio migliorò (tanto da far ripristinare le corse soppresse in precedenza)[15], ma i costi dell'esercizio continuarono ad essere pesantemente condizionati dalla scarsità del traffico passeggeri, dall'assenza di traffico merci, dall'elevata pendenza e dalla concorrenza delle autolinee, tanto da portare la linea alla chiusura il 1º maggio 1935, sostituita da autobus della Società Anonima Autolinee Piemontesi, consociata della CGTP[18].

Caratteristiche[modifica | modifica wikitesto]

Percorso[11]
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per Torino, Pinerolo e Cuneo
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0 Saluzzo Porta Torino
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2 Via di Pagno
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3 Bronda
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5 Ruata Ciochino
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6 Campagnole
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7 Paschero Giacchetto
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8 Revello Stazione
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Linea per Barge
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9 Revello Viale
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10 Revello San Giovanni
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11 Via Martiniana
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13 Rifreddo
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14 Mombracco
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15 Sanfront Fermata
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16 Sanfront Stazione
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17 Robella
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18 Rocchette
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19 Morena
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20 Paesana Santa Margherita
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21 Paesana Santa Maria

La linea tranviaria era a scartamento ridotto di 1100 mm, e si sviluppava per 21,396 km; il raggio minimo di curva era di 50 metri, la pendenza massima del 45 per mille, toccata sulla tratta Revello-Paesana. La velocità massima ammessa era di 24 km/h[19].

Percorso[modifica | modifica wikitesto]

Revello con il binario tranviario

La linea partiva dalla stazione tranviaria di Saluzzo, situata in piazza XX Settembre e raccordata con la ferrovia[20]. Dopo la chiusura della tranvia, l'edificio fu utilizzato come autostazione per le autolinee SATIP; parzialmente modificato negli anni successivi, fu chiuso nel 1977, sostituito dalla nuova autostazione di via Circonvallazione[21], e successivamente demolito: al suo posto furono costruiti alcuni condomini[22].

Uscita da Saluzzo, la linea attraversava le località di Revello (da cui si diramava la linea per Barge), Rifreddo e Sanfront, prima di terminare le corse a Paesana in località Santa Maria.

Materiale rotabile[modifica | modifica wikitesto]

Motrici[modifica | modifica wikitesto]

Sulla tranvia prestarono servizio le locomotive a vapore del parco CGTP[23] (ne contava complessivamente 40)[23].

Nel 1925 la CGTP ordinò un'automotrice DWK Tipo IV alla Romeo per la propria rete sociale, sulla quale prestò servizio per circa un decennio[24] con scarsi risultati[25].

Poco dopo si sperimentò la trazione ad accumulatori, già provata su altre linee tranviarie italiane: le Officine di Savigliano costruirono due automotrici sui telai di carrozze a due assi Grondona, spinti da due motori da 13 CV l'uno: tali elettromotrici diedero buoni risultati, riducendo i tempi di percorrenza del 30%[16]. Fu successivamente allestita un'ulteriore serie di quattro automotrici, due costruite dalle officine di Savigliano e due dalle officine CGTP sulla base di carrozze, mosse da due motori per complessivi 40 CV[26].

La sperimentazione ebbe successo, tanto che la CGTP ordinò nel 1929 tre automotrici a carrelli[27], costruite dalla Carminati&Toselli con parte elettrica TIBB, in servizio dal 1930; nel 1933 ne furono consegnate altre tre[28].

Carrozze e carri merce[modifica | modifica wikitesto]

Le prime carrozze furono fornite dalla Locati di Torino (non più di 12 unità, a due assi e terrazzini); successivamente la Grondona fornì una sessantina di carrozze, sempre a due assi e terrazzini ma più comode. Le carrozze Locati furono radiate tra il 1910 e il 1920; in quegli anni le Officine Meccaniche di Pinerolo fornirono 28 carrozze a vestiboli chiusi (quattro miste di I e II classe, le altre di II classe), più lunghe delle precedenti e impiegate principalmente sulle linee Torino-Carmagnola, Torino-Saluzzo-Cuneo e Cuneo-Dronero[29], inoltre parte delle vetture Grondona furono trasformate a terrazzini chiusi[30]. Nei primi anni trenta arrivarono due carrozze a due assi e terrazzini provenienti dalla tranvia Messina-Barcellona Pozzo di Gotto, i cui soci erano gli stessi della CGTP, ma non prestarono mai servizio[31].

Nel 1930 risultavano in servizio circa 400 carri merce, di cui 60 chiusi e 45 a sponde basse[32].

Materiale motore - prospetto di sintesi[modifica | modifica wikitesto]

Unità Anno di costruzione Costruttore Tipo Note
1÷5 1879-1880 SLM Locotender a 2 assi ex Berrier-Delaleu per la Cuneo-Dronero
1÷3 1879-1880 SLM Locotender a 2 assi ex Berrier-Delaleu per la Saluzzo-Cuneo
4 1881 Hagans ex Berrier-Delaleu
5÷7 1881 Krauss A 2 assi costruite per la Pinerolo-Cavour
10÷17 1881 Henschel A 2 assi
18 1909 Henschel A 2 assi
19÷27 1882 Henschel A 2 assi
28÷35 1888 Henschel A 2 assi
36÷38 1907 Henschel A 2 assi
1÷2 Breda
1÷2 Borsig ex Pinerolo-Perosa Argentina
51, 57 1925 SNOS Automotrici ad accumulatori a due assi costruite per la Torino-Carmagnola
3÷4 1927 SNOS Automotrici ad accumulatori a due assi costruite per Saluzzo-Revello-Paesana, Revello-Barge, Costigliole-Venasca
5÷6 1927 SNOS Automotrici ad accumulatori a due assi costruite per Saluzzo-Revello-Paesana, Revello-Barge, Costigliole-Venasca
101÷106 1929-1932 C&T-TIBB Automotrici ad accumulatori a carrelli costruite per Torino-Saluzzo-Cuneo, Cuneo-Dronero, Cuneo-Boves

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Ogliari, Sapi, op. cit., vol. 8, p. 114
  2. ^ Ogliari, Sapi, op. cit., vol. 8, pp. 114-115
  3. ^ Ogliari, Sapi, op. cit., vol. 8, p. 115
  4. ^ Molino, op. cit., p. 11
  5. ^ Molino, op. cit., p. 120
  6. ^ Ogliari, Sapi, op. cit., vol. 8, p. 126
  7. ^ a b Molino, op. cit., p. 12
  8. ^ Molino, op. cit., p. 121
  9. ^ a b Molino, op. cit., p. 13
  10. ^ Molino, op. cit., p. 78
  11. ^ a b Ogliari, Sapi, op. cit., vol. 8, p. 262
  12. ^ Brogiato, op. cit., p. 62
  13. ^ Brogiato, op. cit., p. 59
  14. ^ Molino, op. cit., p. 56
  15. ^ a b Molino, op. cit., p. 123
  16. ^ a b Molino, op. cit., pp. 58-59
  17. ^ Molino, op. cit., pp. 59-60
  18. ^ Molino, op. cit., p. 93
  19. ^ Ogliari, Sapi, op. cit., vol. 9, p. 766
  20. ^ Molino, op. cit., p. 15
  21. ^ Saluzzo: nuova stazione pullman in La Stampa - Cronache di Alessandria Asti e Cuneo, 16 aprile 1977, p. 11
  22. ^ Saluzzo, la vecchia stazione del tramway, in La Stampa - Cuneo e provincia, 29 novembre 1991, p. 38
  23. ^ a b Molino, op. cit., p. 28
  24. ^ Domenico Molino, Le prime automotrici FS, in Italmodel Ferrovie, n. 231, Modeltecnica, Verona, ottobre 1979, p. 21
  25. ^ Molino, op. cit., p. 56, riporta che dopo sei-sette mesi di prove insoddisfacenti fu ritirata dal servizio
  26. ^ Molino, op. cit., p. 59
  27. ^ Molino, op. cit., p. 63
  28. ^ Molino, op. cit., p. 70
  29. ^ Molino, op. cit., pp. 34-35
  30. ^ Molino, op. cit., p. 42
  31. ^ Molino, op. cit., p. 43
  32. ^ Molino, op. cit., p. 39

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]