Volpedo

Volpedo
comune
Volpedo – Stemma
Volpedo – Bandiera
Volpedo – Veduta
Volpedo – Veduta
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Piemonte
Provincia Alessandria
Amministrazione
SindacoElisa Giardini (lista civica: Il paese) dal 31-12-2019
Territorio
Coordinate44°53′28″N 8°58′58″E / 44.891111°N 8.982778°E44.891111; 8.982778 (Volpedo)
Altitudine182 m s.l.m.
Superficie10,48 km²
Abitanti1 170[2] (31-12-2020)
Densità111,64 ab./km²
FrazioniCà Barbieri, Casanova, Cascinetta, Cà Stringa, Croce, Ghilina
Comuni confinantiCasalnoceto, Godiasco Salice Terme (PV), Monleale, Montemarzino, Pozzol Groppo, Volpeglino
Altre informazioni
Cod. postale15059
Prefisso0131
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT006188
Cod. catastaleM120
TargaAL
Cl. sismicazona 3 (sismicità bassa)[3]
Cl. climaticazona E, 2 635 GG[4]
Nome abitantivolpedesi
PatronoBeato Giovannino Costa
Giorno festivoPenultima domenica di Agosto[1]
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Volpedo
Volpedo
Volpedo – Mappa
Volpedo – Mappa
Mappa del comune di Volpedo all'interno della provincia di Alessandria
Sito istituzionale

Volpedo (Volped in piemontese, pronuncia [vʊlˈped]) è un comune italiano di 1 170 abitanti[2] della provincia di Alessandria in Piemonte, sulle estreme propaggini collinari allo sbocco in pianura del torrente Curone.

È famoso per avere dato i natali al pittore Giuseppe Pellizza e per la frutticoltura, in particolare per la coltivazione della pesca.

Fa parte dell'Unione di Comuni Comunità Collinare Basso Grue Curone.

Volpedo è stato inserito nel club dei Borghi più belli d'Italia, creato dalla Consulta del Turismo dell'Associazione dei Comuni Italiani (ANCI).

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

Il paese si trova allo sbocco in pianura padana del torrente Curone, con la pianura che si apre a nord e le colline che contornano la valle a sud, dominate dalla vista del Monte Giarolo. Il nucleo storico sorge su una collinetta sulla sponda destra del torrente, attorno alla quale vennero costruite le mura del castrum, la quale si allunga verso il corso d'acqua, costituendo un punto di guado verso la sponda opposta, su cui infatti è stato edificato il ponte.

Mentre il centro si trova a circa 182 m s.l.m., le frazioni e varie case sparse sono situate sulle colline circostanti e possono arrivare ai 479 m s.l.m. del Poggio di Brienzone.[5]

Origine del nome[modifica | modifica wikitesto]

In documenti del X secolo il paese è attestato con diversi nomi: Vicus Piculus, Vicus Peculus, Vipegulus, Vulpeculus, quindi comunque un vicus, cioè un villaggio romano,[6] da cui il nome attuale.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La stele sepolcrale romana in arenaria (I secolo d.C.).

Una stele sepolcrale, oggi incastonata in un muro laterale della canonica parrocchiale, testimonia la presenza romana già nel I secolo,[7] anche se l'insediamento probabilmente risale alle antiche popolazioni liguri.[8]

La prima memoria scritta del paese è del 21 agosto 966,[9] dove si nomina la pieve, ed è poi citato in altri documenti del X secolo come vicus. Sempre dello stesso periodo sarebbe, oltre che la pieve, il castrum, il villaggio fortificato di cui ancora oggi è visibile parte della cinta muraria (ricostruita nel XVI secolo).

Il 5 novembre 979 l'imperatore Ottone II donò Volpedo al Vescovo di Tortona,[6] legando le sorti del paese alla città, a cui Volpedo presterà soccorso durante l'assedio di Federico Barbarossa nel 1155.[6]

Nel 1347 Tortona passa sotto i Visconti di Milano che, nel 1412, concedono Volpedo come feudo al capitano di ventura Perino Cameri. Quest'ultimo, nel 1425, lo dona alla Fabbrica del Duomo di Milano che consente al borgo notevole autonomia amministrativa.[10]

All'inizio del ducato di Massimiliano Sforza, ghibellino, i volpedesi, guidati dal marchese Bernabò Malaspina, di parte guelfa, appiccano un incendio al castello del vicino Monleale, distruggendolo completamente. Il 3 luglio 1513 il duca Sforza invia un commissario a Volpedo per ripristinare l'ordine e per punizione, con l'aiuto di 300 monlealesi, fa abbattere le mura del castrum [11] che vennero ricostruite a partire dal 1589 quando Milano era sotto la dominazione spagnola.[12]

Nel 1738 Volpedo, insieme a tutto il tortonese, passa sotto il regno di Sardegna. Il feudo passerà dalla Fabbrica del Duomo al marchese Filippo Guidobono Cavalchini di Momperone nel 1757, per passare infine, nel 1849, ai Malaspina, poiché l'unica figlia dei Cavalchini sposa Luigi Maria Malaspina.[13]

Nel 1801, in età napoleonica, le autorità francesi nominano Sindaco del Municipio Giovanni Antonio Sovera.[14]

Con la nascita del regno d'Italia e l'introduzione dei mandamenti (dal 1859 al 1926), Volpedo diventa il capoluogo dell'omonimo mandamento, comprendente Casalnoceto, Momperone, Monleale, Montegioco, Montemarzino e Pozzol Groppo, nell'ambito del circondario di Tortona.

Nel XIX secolo la fisionomia del paese cambia profondamente, con il progressivo abbattimento delle mura che circondavano l'antico castrum: nel 1835 viene ampliata la chiesa parrocchiale, nel 1856 viene costruito l'attuale ponte sul Curone, in sostituzione di uno in legno,[15] e nel 1859 il nuovo Palazzo comunale.[16] Solo nel 1885 verrà realizzata l'attuale strada tra Monleale e Castellaro, su cui correrà, tra il 1889 e il 1933, la tramvia Tortona-Monleale.

Verso la fine del XIX e l'inizio del XX secolo raggiunge una certa fama come centro termale grazie alle Fonti della Maddalena, presso le quali, nel 1922, verrà edificato un albergo con ristorante. L'edificio, trasformato in night club dopo la seconda guerra mondiale, verrà distrutto da un incendio in cui perirono due bambini nel 1979, ponendo fine ad ogni attività.[17][18][19]

Tra il 1929 e il 1947 i comuni di Berzano, Monleale e Volpeglino diventarono parte di Volpedo.[20]

Nel 1935 l'avvocato Carlo Baravalle, podestà del paese, decise di istituire il mercato all'ingrosso della frutta che portò alla realizzazione del mercato coperto nel 1936-1937.[21][22]

Sempre nel 1937 viene realizzata la strada Lungocurone che costituisce un nuovo argine in cemento lungo il torrente.[23]

Tra il 6 e il 7 ottobre 1977 una grave alluvione abbattutasi sul basso Piemonte[24] provoca ingenti danni[25] alle attività e abitazioni lungo il Curone.

Simboli[modifica | modifica wikitesto]

Lo stemma del comune di Volpedo è stato concesso, assieme al gonfalone municipale, con il decreto del presidente della Repubblica del 15 luglio 2011.[26]

«D'azzurro, ai due leoni, affrontati, d'oro, linguati e allumati di rosso, afferranti il ferro di cavallo d'argento, forato del campo, caricato dalla scritta PAX in lettere maiuscole di rosso; esso ferro di cavallo afferrato dal leone posto destra con la zampa anteriore destra e dal leone posto a sinistra con la zampa anteriore sinistra. Ornamenti esteriori da Comune.»

Lo stemma riprende quello del condottiero Perino da Tortona il quale chiese ed ottenne dal Duca di Milano Filippo Maria Visconti nel 1412 «il feudo di Volpedo per i servigi prestati che, con successiva disposizione testamentaria, donò alla fabbrica del Duomo di Milano».

Il gonfalone è un drappo di rosso.

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

«Le vecchie mura, la chiesa della Pieve e la lapide a Perino sono tra le più importanti nostre vestigia. … La mura, la vecchia mura coll'avanzo delle due torri, che fu un giorno baluardo agli antichi abitatori di Volpedo, che servì nei giorni tristi delle invasioni, che difese dai vicini e dai predoni.»

La pieve romanica di San Pietro
Perino dona Volpedo alla Fabbrica del Duomo (XV secolo d.C.).
  • Principale monumento del paese è la pieve romanica, già citata in documenti del X secolo, rimaneggiata nel XV secolo. All'interno si trovano affreschi, alcuni anche pregevoli, attribuiti alla scuola dei tortonesi fratelli Manfredino e Franceschino Boxilio (XV secolo - inizio XVI secolo).[28], scuola attiva anche presso il Duomo di Milano.
  • Notevole è la parte che si è salvata dei potenti bastioni cinquecenteschi che racchiudevano il castrum e che delineano la parte antica del borgo.
  • La ottocentesca parrocchiale di San Pietro Apostolo si erge sul luogo in cui era posta la casa di Giovannino Costa, giovane pastore barbaramente ucciso nel 1468 e divenuto, come beato Giovannino martire, patrono del paese[29] Nella chiesa si trova un San Luigino, opera di Giuseppe Pellizza da Volpedo (1894)
  • Nella piazza principale del paese (piazza della Libertà) si trova l'ottocentesco palazzo municipale, all'interno del quale è presente una lapide con bassorilievo marmoreo che ricorda la donazione di Volpedo da parte di Perino Cameri alla Fabbrica del Duomo di Milano nel XV secolo: è opera dello scultore Jacopino da Tradate.
  • All'estremità del paese, verso il cimitero, si trovano la casa natale e lo studio di Giuseppe Pellizza da Volpedo. In esso sono conservati strumenti di lavoro, oggetti personali, libri e anche alcune opere dell'artista.
  • In località Cascina Boffalora è presente una roverella riconosciuta come pianta monumentale, con un fusto di diametro di circa 320–315 cm e un'altezza di 15 m.[30]

Società[modifica | modifica wikitesto]

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

Abitanti censiti[31]

Etnie e minoranze straniere[modifica | modifica wikitesto]

Secondo i dati ISTAT[32] al 31 dicembre 2020 la popolazione straniera residente era di 135 persone (60 maschi e 75 femmine). Le nazionalità maggiormente rappresentate in base alla loro percentuale sul totale della popolazione residente erano:[32]

Lingue e dialetti[modifica | modifica wikitesto]

Benché il paese si trovi in territorio piemontese, il dialetto locale è di transizione, di tipo lombardo meridionale (L03) con forti influenze emiliane, rientrando nell'ambito del dialetto tortonese.

Cultura[modifica | modifica wikitesto]

Il lascito culturale di Pellizza[modifica | modifica wikitesto]

Veduta della casa natale di Pellizza da Volpedo

Vi nacque il pittore Giuseppe Pellizza da Volpedo (1868-1907), uno dei pittori italiani più importanti del suo tempo, noto al grande pubblico soprattutto per essere autore della celebre tela Il Quarto Stato. Pellizza fece la scelta di vivere e lavorare nel paese in cui era nato e, in segno di attaccamento alla sua terra, di aggiungere alla sua firma "da Volpedo".

Nel 1966 le figlie donarono al Comune lo studio-atelier, ricco di importanti testimonianze sulla sua vita e produzione artistica e suo luogo di lavoro. Nel 1990 il Comune, con il sindaco Gervino, varò il Progetto Pellizza che portò all'apertura al pubblico dello studio nel 1994. Lo studio nel frattempo era stato restaurato e riportato alle condizioni in cui lo aveva lasciato il pittore, eccezion fatta per l'entrata esterna costruita negli anni immediatamente successivi alla donazione. Infatti il pittore, che aveva iniziato la costruzione dello studio nel 1888, accedeva ad esso tramite una porta dall'attigua casa natale. Il progetto si propose inoltre di valorizzare il lascito culturale dell'artista recuperando, sul piano architettonico, per quanto possibile, la fisionomia e l'atmosfera delle sue tele che raffigurano scorci del paese a fine ottocento. Il 1º maggio 1995, per la Festa dei lavoratori la piazzetta in cui è stato dipinto Il Quarto Stato, posta all'interno dell'antico castrum, di fronte al palazzo dei Malaspina, signori del luogo contro i quali si indirizzavano le lotte sociali contadine di fine ottocento, è stata restaurata e, significativamente, da piazza Castello, già piazza Malaspina, è stata ribattezzata "Quarto Stato"[33].

Dallo studio parte idealmente un itinerario che mette a confronto la Volpedo odierna - non più di tanto compromessa dall'espansione edilizia - con quella delle tele del pittore. Il percorso tocca l'antica pieve ed il giardino che la circonda (raffigurato ne l'Idillio primaverile), la via che porta a palazzo Malaspina, quella della chiesa parrocchiale, la piazza del municipio (raffigurata in Piazza di Volpedo) ed altri luoghi ancora. Dieci riproduzioni di opere dell'artista, in grande formato, segnano le tappe di questo ideale percorso.

Nel settembre del 2001 si sono festeggiati i cento anni dalla creazione del Quarto Stato: il quadro è tornato per qualche giorno nello studio dove fu dipinto, attirando nel borgo migliaia di visitatori.

L'opera di valorizzazione ha permesso nel 2006 di inserire Volpedo nel club de I borghi più belli d'Italia.

Il 6 settembre 2009 il percorso è stato integrato con l'inaugurazione della Piazza degli Emigranti dove è stata installata una riproduzione dell'ultima opera di Pellizza, nota con il titolo "Membra stanche".

Tra le iniziative culturali intraprese va ricordata l'apertura, in piazza Quarto Stato, di un Museo didattico dedicato all'analisi del percorso artistico del pittore; poi ancora le molteplici manifestazioni che vedono impegnata la comunità locale nella valorizzazione del territorio, a partire dal lascito di memorie pellizziane. Un importante contributo in tal senso è dato dall'Associazione Pellizza da Volpedo.[34]

Economia[modifica | modifica wikitesto]

L'economia è prevalentemente agricola. Volpedo è stato un grande produttore di vino per secoli[35] e, dall'inizio del XX secolo, in seguito a un'epidemia di filossera che colpì i vitigni, è stata introdotta la pesca, in sostituzione del gelso.[36] In seguito alla realizzazione del mercato all'ingrosso nel 1935, da parte del podestà Carlo Baravalle, si diffuse la denominazione di Pesca di Volpedo, che diventerà un marchio dal 2008, tutelato dal relativo consorzio[37] e commercializzato dalla cooperativa di produttori Volpedo Frutta con sede in Monleale.[21]

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

Di seguito una tabella che elenca le amministrazioni che si sono succedute in questo comune dal secondo dopoguerra a oggi.

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
31 marzo 1946 4 agosto 1948 Manlio Cassanini socialcomunisti Sindaco [38]
4 agosto 1948 3 ottobre 1948 Pietro Cella Comm. pref. [39][40]
3 ottobre 1948 16 novembre 1952 Manlio Cassanini socialcomunisti Sindaco [41]
16 novembre 1952 16 aprile 1954 Manlio Cassanini socialcomunisti Sindaco [42][43]
25 aprile 1954 18 novembre 1956 Giovanni Cappelletti socialcomunisti Sindaco [44]
18 novembre 1956 19 novembre 1960 Franco Bidone Democrazia Cristiana Sindaco [45]
19 novembre 1960 15 dicembre 1964 Franco Bidone Democrazia Cristiana Sindaco [46]
15 dicembre 1964 giugno 1970 Franco Bidone Democrazia Cristiana Sindaco [47]
giugno 1970 giugno 1975 Franco Bidone Democrazia Cristiana Sindaco [48]
giugno 1975 giugno 1980 Renato Corradi Sindaco [49]
giugno 1980 10 luglio 1985 Franco Bidone Democrazia Cristiana Sindaco [50]
10 luglio 1985 25 maggio 1990 Franco Bidone Democrazia Cristiana Sindaco [51]
25 maggio 1990 24 aprile 1995 Giuseppe Paolo Gervino Democrazia Cristiana Sindaco [51]
24 aprile 1995 14 giugno 1999 Giuseppe Paolo Gervino sinistra Sindaco [51]
14 giugno 1999 20 novembre 2003 Pier Angelo Rosa lista civica Sindaco [51]
20 novembre 2003 14 giugno 2004 Paola Fioravanti Comm. pref. [52][53]
14 giugno 2004 8 giugno 2009 Pier Angelo Rosa lista civica Sindaco [51]
8 giugno 2009 27 maggio 2014 Giancarlo Filippo Pio Caldone lista civica: il paese Sindaco [51]
27 maggio 2014 26 maggio 2019 Giancarlo Filippo Pio Caldone lista civica: il paese Sindaco [51]
26 maggio 2019 31 dicembre 2019 Giancarlo Filippo Pio Caldone lista civica: il paese Sindaco [43][51]
31 dicembre 2019 21 settembre 2020 Elisa Giardini lista civica: il paese Vicesindaco reggente [51]
22 settembre 2020 in carica Elisa Giardini lista civica: il paese Sindaco [51]

Altre informazioni amministrative[modifica | modifica wikitesto]

Il comune ha fatto parte della Comunità montana Valli Curone Grue e Ossona, sciolta la quale è entrato prima nell'unione di comuni Comunità collinare Colli Tortonesi e poi, nel 2010,[54] nella Comunità collinare Basso Grue Curone[55].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Gli uffici comunali osservano un giorno di ferie il 27 dicembre, per San Giovanni
  2. ^ a b Dato Istat - Popolazione residente al 31 dicembre 2020.
  3. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  4. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  5. ^ ArcGIS Enterprise - Topografica Base Multiscala Piemonte [collegamento interrotto], su webgis.arpa.piemonte.it. URL consultato il 7 aprile 2022.
  6. ^ a b c Goggi, p. 447.
  7. ^ Targa commemorativa posta a lato della lapide dall'amministrazione comunale
  8. ^ Francesca Canevari, Quando Volpedo contava, in Il Foglio, n. 2, Mensile indipendente di Volpedo e della Val Curone, maggio 1970.
  9. ^ Goggi, p. 448.
  10. ^ Cammarata, p. 18.
  11. ^ Cammarata, pp. 76-78.
  12. ^ Cammarata, p. 111.
  13. ^ Cammarata, p. 189.
  14. ^ Sito ufficiale del Comune di Volpedo, su comune.volpedo.al.it.
  15. ^ Goffredo Casalis, Dizionario geografico, storico, statistico, commerciale degli stati di S.M. il re di Sardegna", vol. 11, Torino, Editori Maspero, Marzorati e Comp., 1845, p. 101.
  16. ^ Cammarata, p. 194.
  17. ^ Armando Bergaglio, Nel tortonese arrivano i villeggianti, su tortonaoggi.it.
  18. ^ Emilio Croce, Le fonti della Maddalena in Volpedo: leggenda e storia, Omaggio agli abbonati 1927 de "Il Bianco-Verde", Il Bianco-Verde, 1926.
  19. ^ Alla Maddalena tragica fatalità, in Sette Giorni a Tortona, 5 maggio 1979, p. 5.
  20. ^ Archivio storico dei comuni – ANPR, su anagrafenazionale.interno.it. URL consultato il 15 novembre 2021 (archiviato dall'url originale il 15 dicembre 2021).
  21. ^ a b La pesca di Volpedo, su volpedofrutta.com (archiviato dall'url originale il 15 marzo 2022).
  22. ^ Pesche di Volpedo, su saporidelpiemonte.net.
  23. ^ Ristrutturazione del ponte Volpedo-Monleale ed altre opere viarie in Val Curone, in Sette Giorni a Tortona, 5 aprile 1997.
  24. ^ ARPA Piemonte (PDF), su arpa.piemonte.it. URL consultato il 18 aprile 2020 (archiviato dall'url originale il 16 gennaio 2022).
  25. ^ 7 OTTOBRE 1977 - 7 OTTOBRE 2017: 40 ANNI DOPO L’ALLUVIONE ASSASSINA, su settegiorniatortona.it, Settegiorni a Tortona, 11 ottobre 2017. URL consultato il 18 aprile 2020 (archiviato dall'url originale il 22 novembre 2021).
    «Volpedo (strade comunali, acquedotto, opere idrauliche) 50 milioni (198000 € del 2018)»
  26. ^ Volpedo (Alessandria) D.P.R. 15.07.2011 concessione di stemma e gonfalone, su presidenza.governo.it. URL consultato il 3 novembre 2021.
  27. ^ Archivio comunale di Volpedo
  28. ^ La Pieve di Volpedo e i pittori Manfredino e Franceschino Basilio - Giorgio Stara Tedde. - Tortona: Tipografia Adriano Rossi, 1915. - 59 p.
  29. ^ Dell'omicidio furono accusati un frate dei serviti e, come mandante, un ebreo di Tortona che confessarono sotto tortura e furono mandati a morte in Milano. Cfr. Italo Cammarata e Ugo Rozzo, Il Beato Giovannino patrono di Volpedo. Un fanciullo "martire" della fine del secolo XV, Volpedo 1997 (Quaderni, 1)
  30. ^ Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, Elenco degli alberi monumentali d'Italia, su politicheagricole.it.
  31. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  32. ^ a b demo.istat.it, https://demo.istat.it/str2020/index.html.
  33. ^ Pierluigi Pernigotti, Volpedo per Pellizza - Racconti pellizziani intorno al Quarto Stato, Volpedo, 1-14 maggio 1995
  34. ^ Pellizza da Volpedo – Associazione ODV, su pellizza.it, 11 luglio 2023. URL consultato il 19 luglio 2023.
  35. ^ Cammarata, p. 80.
  36. ^ Ortofrutta e cereali - Piemonte Agri Qualità, su www.piemonteagri.it. URL consultato il 19 luglio 2023.
  37. ^ B.U. n. 24, su regione.piemonte.it. URL consultato il 16 febbraio 2019.
  38. ^ Delibera Consiglio Comunale 31 marzo 1946: Elezione del Sindaco, in Archivio comunale di Volpedo, vol. 348.
  39. ^ A seguito della divisione tra Volpedo, Monleale, Volpeglino e Berzano il prefetto nomina un commissario e vengono indette nuove elezioni.
  40. ^ Verbale insediamento del commissario prefettizio del 4 agosto 1948, in Archivio comunale di Volpedo, vol. 348.
  41. ^ Delibera Consiglio Comunale del 3 ottobre 1948: Riconoscimento della esistenza nei consiglieri eletti dei requisiti prescritti dalla legge ed insediamento del consiglio cominale, in Archivio comunale di Volpedo, vol. 348.
  42. ^ Delibera Consiglio Comunale del 16 novembre 1952: Elezione del Sindaco, in Archivio comunale di Volpedo, vol. 348.
  43. ^ a b Il mandato cessa a causa della morte del sindaco.
  44. ^ Delibera Consiglio Comunale n. 2 del 25 aprile 1954: Elezione del Sindaco, in Archivio comunale di Volpedo, vol. 349.
  45. ^ Delibera Consiglio Comunale n. 17 del 18 novembre 1956: Elezione del Sindaco, in Archivio comunale di Volpedo, vol. 349.
  46. ^ Delibera Consiglio Comunale n. 19 del 19 novembre 1960: Nomina del Sindaco, in Archivio comunale di Volpedo, vol. 349.
  47. ^ Il Rag. Bidone rieletto Sindaco di Volpedo, in Il popolo, n. 30, Tortona, 17 dicembre 1964, p. 10.
  48. ^ Già al lavoro questi Sindaci e Giunte Comunali, in Il Popolo Dertonino, 5 luglio 1970, p. 1.
  49. ^ I neo consiglieri dei comuni tortonesi, in Sette Giorni a Tortona, 21 giugno 1975, p. 5.
  50. ^ Quasi tutte elette le giunte nel tortonese, in Sette Giorni a Tortona, 5 luglio 1980, p. 7.
  51. ^ a b c d e f g h i j http://amministratori.interno.it/
  52. ^ Consiglio Comunale di Volpedo, Mozione di sfiducia al Sindaco. Art. 52 comma 2° D.LGS. 267/00. Approvazione., n. 32, 14 novembre 2003.
    «...Favorevoli alla mozione di sfiducia n.9 contrari alla mozione di sfiducia n.3 su n. 13 presenti e n.12 votanti... A seguito dell'approvazione della mozione di sfiducia, il Sindaco e la rispettiva giunta cessano dalla carica e viene dato inizio al procedimento di scioglimento del Consiglio comunale.»
  53. ^ Il Prefetto della Provincia di Alessandria, Decreto di scioglimento, Prot. nr. 389/A.C./Area II, 20 novembre 2003.
  54. ^ S.B., Anche Volpedo nella Collinare, in Il Piccolo, 23 ottobre 2009. URL consultato il 29 agosto 2022.
  55. ^ Unione Basso Grue-Curone: approvato nuovo Statuto, su bassogruecurone.it, 18 febbraio 2010.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Italo Cammarata, Un'isola milanese in Val Curone, ISBN 978-88-95193-92-2.
  • Monsignor Clelio Goggi, Storia dei comuni e delle Parrocchie della Diocesi di Tortona, 4ª ed., Tortona, Litocoop, 2000.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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