Marco Franzoso

Marco Franzoso (Dolo, 11 marzo 1965) è uno scrittore italiano.

Marco Franzoso

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Marco Franzoso è nato nel 1965 a Dolo[1], in provincia di Venezia[2].

Si è laureato in Lettere all'Università degli Studi di Padova con una tesi sui Duran Duran, e in seguito ha conseguito un master in Comunicazione d'azienda all'Università Ca' Foscari Venezia[3].

Ha esordito nel 1997 con il romanzo scritto in grammelot italo-veneto Westwood dee-jay (editore Baldini&Castoldi), da cui è stato tratto l’omonimo spettacolo teatrale rimasto in tournée per due anni. Nel 2003 per Marsilio ha pubblicato sempre in lingua grammelot Edisol-M. Water solubile. Nel 2006 ha curato con Romolo Bugaro la raccolta di racconti I nuovi sentimenti (ed. Marsilio) e pubblicato sempre per Marsilio il romanzo Tu non sai cos'è l'amore, vincitore del Premio Castiglioncello[4], e divenuto a sua volta spettacolo teatrale, presentato in anteprima nell’ambito delle manifestazioni del Carnevale di Venezia. Nel 2012 pubblica il romanzo parzialmente autobiografico[5] Il bambino indaco (ed. Einaudi, 2012) da cui Saverio Costanzo ha realizzato il film Hungry Hearts, interpretato da Alba Rohrwacher e Adam Driver (entrambi premiati con la coppa Volpi al Festival di Venezia del 2014). Nel 2014 esce sempre per Einaudi il romanzo Gli invincibili che va a costituire con i due precedenti una sorta di "trilogia dell'abbandono"[6].

Nel 2015, per l’editore Rizzoli, esce il romanzo Mi piace camminare sui tetti, nelle intenzioni dell’autore, primo volume di una “saga”. Nel 2018 viene pubblicato L'innocente (ed. Mondadori), vincitore nel 2019 del Premio Mondello[7]. Lo stesso romanzo è stato recentemente opzionato per la realizzazione dell’omonimo film.

Temi centrali della sua scrittura[modifica | modifica wikitesto]

Da sempre Franzoso ha incentrato il suo lavoro sull’analisi del personaggio e della voce con cui farlo esprimere, vero perno di tutta la sua opera narrativa. La ricerca linguistica e stilistica è sempre stata al centro dei suoi interessi, dalla sperimentazione dei primi due romanzi (Westwood dee-jay e Water Solubile), in cui la scrittura è stata pensata con metodologie musicali più che narrative, è passato via via alla ricerca di strumenti sempre più affilati e sottili per parlare delle marginalità che si aprono nel nostro essere contemporaneo. Dalla questione di genere, innanzitutto, centrale nel romanzo Tu non sai cos’è l’amore, all’attenzione sempre più spiccata nei confronti dello spazio lasciato oggi al mondo dell’infanzia[8], come nel romanzo L'innocente[9] e al tema della genitorialità come ne Gli invincibili[10]. Con la convinzione che scrivere storie sull’infanzia sia il modo migliore per parlare di ciò che noi adulti oggi siamo diventati. In questo, il dare voce a questi personaggi, significa per l’autore mettersi in loro completo ascolto, per il lettore, trovare il modo per rispettarli e comprenderne le sensibilità, a volte schiacciate dalle esigenze di un presente sempre più pressante.

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Romanzi[modifica | modifica wikitesto]

Racconti[modifica | modifica wikitesto]

  • Migrazione, in La felicità terrena di Giulio Mozzi, Ed. Einaudi, 1994
  • La guardia, in Seimila raudi duemila paranoie, ed. Transeuropa, 1996
  • Sesso estremo, in Amica, luglio 1998
  • Seghe proustiane, in Sconfinare, Ed. Fernandel, 1999
  • Una gravidanza serena, in Lo straniero, primavera 1999
  • Ragazze del Nordest con Romolo Bugaro Venezia, Ed. Marsilio, 2010
  • Dolore, in I nuovi sentimenti, Ed. Marsilio, 2006
  • 27ª Giornata, in C'è un grande prato verde, Ed. Manni, 2013

Saggi, articoli, prefazioni[modifica | modifica wikitesto]

  • Lingua, terra e territorio, in Etats crepuscolars, Ed. Llibres de cuatros cantos, 2002
  • Prefazione a La città di Miriam, (Fulvio Tomizza), Ed. Marsilio 2010
  • Il padre materno, in Gli asini, dicembre 2014
  • Il padre, in Il Foglio, 5 ottobre 2018
  • Il grande libro della scrittura, Il Saggiatore 2020
  • Gino Checchettin e Marco Franzoso, Cara Giulia. Quello che ho imparato da mia figlia, Segrate, Rizzoli, 2024, ISBN 978-88-17188-62-3.

Curatele[modifica | modifica wikitesto]

Filmografia[modifica | modifica wikitesto]

Attore[modifica | modifica wikitesto]

Sceneggiatore[modifica | modifica wikitesto]

Teatro[modifica | modifica wikitesto]

Premi e riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Intervista, su uncomag.com, 24 dicembre 2012. URL consultato il 22 dicembre 2019 (archiviato dall'url originale il 22 dicembre 2019).
  2. ^ La biografia di Franzoso Marco, su wuz.it. URL consultato il 22 dicembre 2019.
  3. ^ Biografia e bibliografia, su officineartistiche.com. URL consultato il 22 dicembre 2019 (archiviato dall'url originale il 14 aprile 2018).
  4. ^ Premio letterario Costa degli Etruschi Marco Franzoso vince a Castiglioncello, su ricerca.gelocal.it, 3 settembre 2006. URL consultato il 22 dicembre 2019.
  5. ^ Lo scrittore Franzoso: "Come ho salvato mio figlio da una dieta vegana", su video.repubblica.it, 8 luglio 2016. URL consultato il 22 dicembre 2019.
  6. ^ Marco Franzoso, "Gli invincibili" - La recensione, su panorama.it, 24 settembre 2014. URL consultato il 22 dicembre 2019.
  7. ^ Premio Opera Italiana - Marco Franzoso, su premiomondello.it. URL consultato il 22 dicembre 2019.
  8. ^ Nicoletta Tamberlich, Marco Franzoso, l'Innocente, su ansa.it, 26 settembre 2018. URL consultato il 22 dicembre 2019.
  9. ^ Elena Stancanelli, I bambini in letteratura hanno sempre ragione, su ricerca.repubblica.it, 18 settembre 2018. URL consultato il 22 dicembre 2019.
  10. ^ Goffredo Fofi, Padre e figlio, su internazionale.it, 1º aprile 2014. URL consultato il 23 dicembre 2019.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN57842021 · ISNI (EN0000 0000 6162 4512 · SBN MILV131066 · LCCN (ENn00022332 · BNE (ESXX1594066 (data) · BNF (FRcb16936039n (data) · WorldCat Identities (ENlccn-n00022332