Polemone (filosofo)

Polemone rappresentato come uno studioso medievale nelle Cronache di Norimberga

Polemone (in greco antico: Πολέμων?, Polèmōn; Atene, ... – ...; fl. IV-III secolo a.C.) è stato un filosofo greco antico platonico.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Vissuto fra la seconda metà del IV e la prima del III secolo a.C., fu il terzo successore di Platone alla carica di scolarca della Scuola platonica, ricoperta dal 314/313 a.C. al 270/269 a.C., fra Senocrate e Cratete [1] che condivise strettamente con lui vita e dottrina:

«In vita non solo ebbero i medesimi interessi e la medesima attività, ma anche fino all’ultimo respiro divennero sempre più simili l’uno all’altro, e morti ebbero comune la tomba [2]»

Dalle scarse fonti su di lui sembra che egli avesse condotto una vita scapestrata sino all'incontro con il suo maestro Senocrate che lo aveva convertito ad una vita saggia e moderata. [3]

La sua dottrina sembra che fosse accentrata sulle problematiche etiche teorizzate alla luce di Senocrate cercando però di conciliarle con le posizioni del cinismo così come venivano trattate nello stoicismo che le aveva accolte nel suo pensiero.

Segno di questa posizione filosofica è un aneddoto secondo il quale

«Quando un cane rabbioso gli sbranò un poplite, egli non impallidì neppure; diffusasi la notizia del fatto, in città scoppiò un tumulto, ma Polemone rimase impassibile [4]

Polemone infatti secondo le nuove tendenze filosofiche ellenistiche che si riflettono negli ideali dell'apatia, dell'atarassia, considera il raggiungimento dell'eudemonia come effetto dell'esercizio di quella primaria virtù della "vita condotta conformemente alla natura" che deve essere messa in atto nella vita pratica:

«Polemone soleva dire che bisogna esercitarsi nei fatti concreti della vita e non nelle speculazioni dialettiche, per evitare di essere come uno che abbia imparato a memoria un manuale di armonia musicale e non sappia esercitarla, e quindi per evitare di riscuotere ammirazione per l’abilità dialettica e di essere incoerenti con sé stessi nel disporre della propria vita [5]»

Una vita secondo natura ma dove i beni non vengono trascurati: essi infatti, possono rendere completa l'eudemonia a patto che la saggezza dell'uomo virtuoso sappia distinguere tra i beni dell'anima e quelli del corpo. [6] [7].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Guido Calogero, Enciclopedia Italiana (1935) alla voce corrispondente
  2. ^ Diogene Laerzio, Vite dei filosofi, IV, 21
  3. ^ Marco Machiorletti in Filosofico.net
  4. ^ Diogene Laerzio, Vite dei filosofi, IV, 17
  5. ^ Diogene Laerzio, Vite dei filosofi, IV, 18
  6. ^ Guido Calogero, Op.cit. ibidem
  7. ^ Sapere.it

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Marcello Gigante, I frammenti di Polemone academico. In: Rendiconti della Accademia di Archeologia, Lettere e Belle Arti (Napoli), N.S. Bd. 51 (1976), 1977, pp. 91−144

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